400 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LlffTERE E SCIENZE SOCIALI tqiti e a n1itc prezr.o sono tiua necessità_ igiouica, _per~ chè la pianta homo sap!ens ha. l.iisog~o d1 essere I na_tfiata abbo!}dantemente rn ogni stagione _ver. ~resce10 rigoglio~a e ùar frutti co1)iosi o suocoleut1. (.Rivista 111,0- <lenui cli cnltnra '. Jihnile Ji'aguet : Michelet e Quinet. - La signora Qui· net, ha pnhblicato recentemente un rappor~o con rloc1~- menti delle relazioni che sono .corse tra 111ichelete Qntnet dal 1825 al 1874. Questo rapporto è d'un grande iut~resse sì politico che letterario. Vi si trovano tutti i personaggi ilh1stri che sono stati sulla scena in quel periodo. Le note sono pr(:<Sesul vivo e non mancano d_'intere~se. Per esempio su Victor Hugo, nel 1833, Qmnet scr1ve a Michelet: « Ho visto Victor Hugo ieri l'altro. La sna « è un'adorazione di sè stesso da fare invidia. Almeno " lui, ha il suo culto, la sua chiesa, il suo Dio ». Quinet ha l' occhio fluo e non s'inganna sugli uomini. Egli dice d'una delle sue opere : « Lamartine, a cui ne « ho lette alcune parti, ne fu soddisfattissimo. - ma <I io non credo per niente ai suoi elogi. Io sono sicuro « ch'egli loda tutto egualmente, perchè in fondo tutto « gli è indifferente ». Quinet così nebuloso quando si perde nella filosofia delb storia, fu un buon osservatore di cose politiche contemporanee, e vide giusto in ciò, in n1odo da esser profeta - ahime ! profeta di sventura - una quarantina d'anni prima degli avvenimenti. Egli- fo il primo che abbia nel 1831 rilernta la rivçluzionc morale della Germania la trasformazione della Germania idealista e so()'natrice, nella Germania positiva, ambiziosa, imperios:. e aspramente nemica della Prancia, e ten1ibile per questa. Nelle campagne per l'ideale, che M:icltelet e Quinet fecero insieme, Quinet fu l'iniziatore, il pro1mlsore, l'eccitatore, fu lui che mise fuoco alle poi veri. Quando ~ corsi di Quinet al Collegio di Francia furono sopprees1, nel 1846, Michelet ridiventò uu puro e semplice professore di storia. L'amicizia di cinqliant'anni tra Michelet e Quinet fu certo una delle più belle ol1e abbiano onorata I' umanità; ma non fu senza nubi.' Vi fu un raffreildameI_tto verso la fine dell'impero. Quinet era repubblicano mtrnnsigentt:>, Michelet era repubblicano radicale. Non ora che una sfumatura, ma ta,lora le sfumature separano pili degli abissi. Non solo: Quinet era protestante, Michelet era razionalista. « Ciò che v'ba tra noi » - diceva · Michelet - « è la scorza del cristianesimo : niente « più, niente meno. A traverso la medesima noi c'in- « tendiamo ». Di più l'amor proprio cli Michelet si offese. Figuratevi che Quinet nella sua Rivolu;ione non aveva fatto allusione alla Ri'Voluzione di Michelet èhe in una sola nota ! Michelet se ne lamentò in una lettera: e Qui net, con una bonarietà spirituaie, ma anche con un po' di acredine, gli rispose: « Dio mio, io non vi ho citato che nn~ « volta; m'avete voi citato cinquanta volte quando. 1 !I nostri pensieri si sono incontrati'! E' vero ch_e 10 « ho fatta una nota soltanto sul vostro grande hbr~ : « ma il vostro libro è il solo che io cito .... Nella Bibbia « dell'umanità voi siete stato costretto a non mettere « che una nota sul mio Genio delle Religioni e io vi « assicuro che ne sono stato commosso, e sono ricono- « scente, e mi è parsa bastare .... >! . E poi Michelet cedeva anche all'influenza d1 sua moglie, come dic,~ la signora Quinet .... Oh ! grandi uomini come somigliate a degli uomm1, o come è vero che ir tutto il mondo è fatto come la « nostra famiglia! » (Revue Bleue, - 13 ottobre). D. 61uriati : Intomo al siiicidio. - Bisogna distinguere il suicidio che ha per scopo la morte, dal suicidio che ha per suo scopo la vita. L'uno è fine a sè stesso, l'altro è un mezzo, anzi un mezzuccio. Il suicidio vero, quello che è .fine a sè stesso, va pur troppo moltiplicandosi. Dal 1873 il numero delle morti volonti.i,rie si accrebbe tra nl'i in modo progressivo: dal migliaio ha superato le due migliaia. E' difficile prestar fede alle cause dei suicidi, assegnate dalla st.atistica ufficiale, ma nullameno a certe cifre complesse bisogna erodere. E vi s'impara che le donne concorrono alla totalità delle due migliaia per 1 / 5 , e gli uomini colmano gli altri quattro quin~i. Che _le donne. sieno ~i ìt forti di uoi nel sopportare 1 dolon ùella vita? fo1se ricÌiiede maO'ofor forza d'animo l'atto violento? In um~ sola rubrica"'{" suicidi femminei eguagliano per numero 1 nostri, in queili, cioè, che derivano da ainore contrastato. Povere donne ! . . Sebbene da tutti sia riconosciuto che il suic1cl10 non faccia numero tra i delitti: è umano, civile, doveros~ considerare se v'ha modo cli combatterlo, o almeno eh diminuirlo. Se la vita del suicida fosse di volta in rnlta ricostrutta e le caO'iooi che lo trassero al disperato partito fosser~, caso p0er caso, Rcovate e uffic!alm.ente pu~- blicate: possibile che non fungesse1:o qt!1 da am111on_1mento effìcn.ce, là eh\ freno provv1~l,onz1ale? Un 1111: nistro di bnona volontà potrebbe c10 fare per via <11 circolari. (Illustrazione ltalicrna - 21 ottobre). Riceviamo e pubblichiamo : On. Sig. Direttore, Nell'articolo, Piaghe dell'Istrn;ione ùella_ su'.1'pregiaL~ Rivista Popolare trovo un accem~o a fa~t1 ng~1arda,nti la mia persona, ~!te mi preme d1 sment,n·e subito, perchè non conformi a ventà. . . . L'articolista, che si nascourle sotto il pse11donrn;10 d~ « / Giovani '1'1irchi >> per <limost.rare che l'ufficio d 1 snpplente, ch'io covro. nel R Giunasi_o d_i Oneglia non: risponde alle sauz10111della legge, cita 1 tlue segt~ent~ articoli del Regolameuto per le Scn_ole secondarLC, 1 qirnli io µnre invoco e !'iport? per rlunostrare la perfetta re"ola,rità della mia pos1z1one. « Iufttti i Regolamenti e le Leggi per le Scuole secondarie prescrivono: - . a) che niuuo venga _assm~to ad i_n~eg~ar~ se non sia fornito cli regolari <11plom1od ab1;1ta~1ou1; .. b) che in caso di supplenza in Ist1tnt1 go_ver~at1v1 si debba ricorrere i 11 primo luogo ~ 1wofesson ~1. materia eguale od affine, appartenenti ali? stcs~o 1st1tuto a cui appartiene il profe::ssore d:i, stq~ph_re ; m sccon~o luogo si debba 1·ivolgers~ a proiesson d1 egual~ matm·1~ "Ìl\ in carriera governativa; e solo quando nrnno_ <1~1 Jue modi precedenti sia, applicabile, solo allora s1 ncorre ai terzi ». . Ora oltre la lauren dottorale in chiniicn e fcinnacw. (poichè uou souo semplic~ Fnnnl!cista . come vo.rrebbe far credere l'autore del citato articolo) I? posseggo pur~ il Diploma cli cibilitazione in Scienze l<'isiclie e Nat,urali ccl in Mcite1natica per le Scuole normah del Regno, quindi la mia (]tHtiità <l'insegnante di ~toi·~a Nat1irale nel R. Ginnasio è pi11 che legalmente g111st1ficata. Ginstificato ancora è il mio ufficio di sup~lente_. per~ cl1ènon essendovi alcun insegnante nel R. Gmnas10 d1 Oneglia, che abbia la laurea o l'ab~litazi_one in Scienze Naturali, il profossore cli Mate:nat1ca rispettò scrupo~ losamente la legge, quando a me - Inse~nant~ c~1 Scienze Naturali in alt.ro istituto governativo s1 r_tvol8e per la supplenza, la quale_ fo approvata d~l Ministero con la seguente lettera m data 11 gennaio 1894 com unica.Liuni dal Direttore del H.. Ginnasio:_ . « Il R. Pl'OYVeditore agli studi mi conrnmca che 11 « ~Iinistero della P. I. consente elle l'insegnamento « della Storia Naturale nel Ginnasio sia dalla S. V. im- <r partito ecc. ecc. >!. Cadono così tutte le affermazioni tendenziose clte l'articolista al mio indirizzo rivolge. . . . . Aggiungo ancora che anch'io potr_ei ~arl!lre d1 p1<!gh~ vere, sanzionate da telegrafiche dest1tuz10u1 ~ ~ontm111 traslochi ecc. ecc. per cui non si sdegnò d1 ncorrc_re all'aiuto del Senatore mio fratello, ma non lo faccio, perchè non voglio oecnpnrmi delle ~os~ d'.,tlcuu~. 1~1a soltanto tutelare la mia personale clign1tà 111 ogm circostanza ed occasione. . La ringrazio, onorevole signor Direttore, dell'ospita~ lità, che vorrà accordare a questa mia rettifica, e 1111 creda · Oneglia 18 ottobre 1901l. Suo dcv.mo Nrcor.A MASSABÒ On.Dr. NapoleoneColaja1111i proprietariod, irettore·responsabile Roma, Tip. I. Artero, Piazza Montecitorio, 124- 25
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