Rivista popolare di politica letttere e scienze sociali - anno VI - n. 20 - 30 ottobre 1900

RlVlSTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALI 399 essenziali, per aver ragione di essere la colonia eritrea risponda: 1° lnimigmzione dalla niadre patria. Nella colonia eritrea, che ha una estensioni:, forse maggiore dell'[talia., vivono 327,502 indigeni, per 415 esercitantlo la pastorizia nomade; prova indiscutibile che, salvo qualche , eccezione, i terreni sono ingrnti e sterili, e che le condizioni climatologiche non consentono proficue colti• vazioni. A parte i militari, la popolazione bianca è di 2014 individui, di cui 1356 italiani. Di questi una metà vive del lavoro ohe le dà l'amministrazione colonica. l'altra metà, salvo un piccolo numero di negozianti in~ dipendenti, del lavoro e del gn11dagno fornito ùalht parte civile e milita,to vive11te a spese dell'amministrazione coloniale. li commercio locale poi è per 4(5 nello mani dei Greci (35!:JJ, Baniani od Indiani (177) Egiziani e Soriani (83). 2° Sbocco com1nerciale. L'importazione della colonia nel 1·99 fu di L. 7,:m9,000 di merci importate dall'estero e cli L. 1,ì00,000 di merci importate dall'Italia, d1ie terzi delle quali l~ltime di consumo delle truppe. Le importazioni dall'estero ci battono ad immensa distanza per la birra, i liquori, gli oli minerali e di semi, lo zucchero, gli sciroppi, i metalli, le grnnaglie, i tltbacchi, le terraglie, le vetrerie, le frutta, le lane, le spezie, il riso etc. 3° Prodotti e mate1·ie prime cli ciii abbisogniamo dcill'Eritrea. L'esportazione che'nel 1898 fu di 2,013,000 è discesa nel 1899 a 1,628,000. L'on. ~!al'tini ci eh\ anche la poco consolante notizia che per ciò che rigmircla le madreperle e le perle - che vanno però tutte alla vicina costa araba, o a Londra. o a Tl'ieste - l'industria è i}l decaclenza, causa l'esaurimanto dei banchi maclreporici e perliferi dell'arcipelago del Dal11cb. Per l'oro si h,inno (( speran~e, e fonclltte sinora », ma < sapremo · e in breve lasso cl-i te1npo, se esse possono mntarsi in cer- « tezca ». Per tutti questi resultati, che nessuno oserà dire brillanti, l'Italia, senza contare il gi:ì speso negli anni delle disastrose e pa,zze campagne 1887-88 e 1894-5-6, vnsa annualmente, dal 1899, lire 7,G00,000, clelle quali 6,819,200 in spese militari, percependo L. 5S7/i50 di tributi locali che appena servono al funzionamento dei rudimentali servizi locali. (Ed1ica.~ionepolitica - 15 ottobre). La rappresentanza politica ilei diritti e degli interessi professionali - I punti principali della questione si possono riassumero in una specie di sillogismo: 1°La rappresentanza professionale dttve emanare dalle classi organizzate per legge di Stato; 2° tale organizzazione delle classi deve emanare dai sindacati; 3° aspettando che l'organizzazione delle classi avvenga, fa rappresentanza ricade logicamento alle Unioni sindacali. Non credo necessario insistere sulla prima. Bisognerebbe essere troppo individualista per non vedere che i diritti e gl' interessi professionali, di loro natura, permanenti, trovano un 'espressione pitt sicura nell'ehtbonizione di corpi del pari permanenti, che non nell'affidamento di un mandato indefinito. emanante da elettori senza unione e responsa,bilità 11,lctiua. Questa è la questione del mandato imperativo (ccihier) in opposizione al « bon 1Jlciisir » che si rimproverava tanto ai priucipi, e che si è poi accordato così facilmente ai deputati. La seconda proposizione è la tesi adottata dalle riu. nione delle Riviste d'economia sociale cl'Ìstiana nelle sue dichiarazioni rigua,rdo alla formazione dei corpi professionali. La logica delle rivendieazioui in favore del diritto di assoeiazio11e co1.ulnce a preparare all'associazione un terreno di unione più vasto di quello degli interessi privati, e a.ripetere con il signor Deschanel che il nuovo secolo sarà il secolo dell'associazione, in antitesi al presente che fu il secolo della disgrega- :-:ione. La terza proposizione del sillogismo, che cioè : <I aspettaudo che l'organizzazione delle classi nello Stato sia attuata,, la rappresentauza degli interessi professionali spetta ai sindacati», senza dubbio non è una conclusioue rigorosa dalle premesse, ma ne discende naturalmente. Ad essa è inspirato il progetto dell'abate Lémire per la rifonna del Senato; e quello dell'introduzione nella relazione dei delegati dei sindacati nel Consiglio superiore del lavoro del signor Millerand; e ad essa s'inspirano le risposte dei sindacati agricoli, in divorse circostanze, alle inchieste dei governi che si son succeduti in questi ultimi tempi. È infine, il voto formale della Societc1 degli cigricoltori di Francia, che respiuge ogni progetto di legge tendente alla costituzione delle Camere d'agricoltura, sulla base del suffragio univer.~ale. Chi 11011 vede che la costituzione volontaria e regolare delle corporazioni libere diverrebbe uno dei fattori pitt potenti dell'ordine e dell'armonia sociale,.e che queste coq)orazioni potrebbt1ro eutrnre nell'organizzazione del Comune e nella basi dr.ll'elettorato e del suffragio? Considerazione che tocca uno dei punti pii1 importanti della politica dell'avvenire. La storia infatti non c'insegna che con queste asso - ciazioni spontanee e libern incominciò l'organizzazione corporativa così come la comunale'! E l'esperienza quotidiana non ci climostra il potente sviluppo del movimento professionale e la necessità per i poteri pnbblicdi venire a patti con esso in luogo di pretendere di sostituirsi ad esso per i suoi interessi e le sue cupidigie 7 Mentre noi discutiamo la corrente si accellera; non è necessario che, in pena dell'esserne stati colpiti di sorpre;;a, essa ci rigetti sulla riva, o ci faccia turbinare come sua preda. (Culturn sociale, - 15 ottobre). Patii de Rotisiers : Il porto d'Amburgo - Nel 1850 il porto di Amburgo dava un touuellai:-gio di 547.967 tonnellate, nel 1898 è arrivato a 7.354.118 tonnellate, os;;ia a q1wttord·ic'i yolte di più. Dal 1871 al 1880 la media delle importazioni fu di 874 milioni di marchi, le esportazioni ;,97 milioni; nel 1896 noi troviamo 1713 milioni all'importazione e 1439 alle esportazioni, l'a.umento del 100 per l00 sulle prime, del 140 sulle seconde. Noi 1898, due anni dopo soltanto, queste cifre sono quasi raddoppiate per le importazioni, piì, che raddoppiate per le esportazioni: 3.37;3.708.700 mm·chi per l'importazione, 2.92:3.197.90 I per l'esporta,zione. Il moYimento del porto d'Amburgo è costit11ito da tre elementi : dalle mercanzie provenienti dalla Germa11i:1, da quelle per la Germania, infine da quelle per cui Arub11rgo è un semp!,ice luogo di distribuzioue. La posizione geografica, la creazi9ue di grandi Compagnie di mwigazione e lo spirito d'iniziativa, degli amburghesi spiegano come Amburgo sia diventato un grande porto. Oggi A mb urgo entra in un nuovo periodo. L' entrata nell'Unione doganale fornendogli un mercato interno, ha aperto per Amburgo il periodo in cui l'industria verrà a congiungersi al commercio, esterno ed interno, per fare di Amburgo il centro più attiYo del continente europeo. (Reviie de Paris, - 15 ottobre). Dott. Ugo Pcissigli : I bagnie la salute.- La pelle dell'uomo non è soltanto l' involuct·o del corpn, ma uno degli organi più importanti della economia animale. Kelle persone poco pulite il prodotto delle glandole sodorifere e sebacee, gli epitelì, le squame dell' epiderrnide, i sali, gli 11,cidi grassi, accumulandosi col pulviscolo della superficio cutanea, subiscono facili decomposizioni e, ostacolando la normale funzione della pelle, sono causa non soltanto cli dermatosi, ma anche di svariate affezioni iuterue. I bagni e i frequenti lavacri sono indispensabili per mantenere integra la salute. I bagni oltre sbarazzare l'organo cutaneo delle secrezioni che ritiene, accre ·cono vigore ai muscoli, liberano il corpo dal calorico eccessivo, attivano la circola,zione periferica,, rendono la pelle più nsisteute allo influenze ngciYe esteriori. La pulizia del corpo, inoHre, fa nascere il desiderio della nettezza delle vestimenta e della casa, destit l'amore per l'ordine, perfeziona 11 senso estetico, ingentilisce i costumi. Per gli a11ticbi popoli l'acqua era un elemento di un valore inapprezzabile. A Roma, sotto Costantino, si consumavano 7:50 milioni di litri d'acqua al giorno negli 856 bagni pubblici nei quali i Romani passavano gran parte della giornata, giungendo persino a prendere otto bagni 11,Jgiorno. Nei tempi romani anche le città toscane possedevano delle terme: quelle che esistevano a Firenze erano anche sontuose. · Il cristianesimo, come ognuno sa, pose fine a Roma, e altrov<1, alle orgie da cui le terme erano ormai diventitte teatro, e all'abuso successe il dis1iso; ma oggi si riconosce in tutte le nazioni ci vili che i bagni ·gra-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==