Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 19 - 15 ottobre 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI TENTAPTEIVRLIACOSTITUZIONE di una scienza finanziaria pura (1) Il primo elaborato tentativo per costituire una scien:::a jfaian:::iaria purn, lo si fa risalire al 1887 colla comparsa della Grnndlegung cwr 'l'heoretisclten Stciaswirthscl1aft, tli E. Sax. Ma il processo metodologico cli studiare un solo aspetto dei fenomeni per arrivare gradat,amente alla conoscenza clel ·mondo reale, per cui si differenziava il fat. tore finanziario da tutte le cause complesse determinanti il fatto concreto, si era indipendentemente andato daborando in Italia per opera del prof. De Viti De Marco. Chi seri ve ha l'onore di essere stato uno di quegli Rcolari, ricordati eon simpatia dal De Viti, che constatavano l'utilità del nuovo trattamento della scienza finanziaria, dtuante il corsn tenuto nel 1886-87 nell'Universitù di Pavia. Sicchè si può tlire iudipeutlente e contemporaneo a quello austriaco. il tentativo del finanzidre italinno nel costituire una jinimiza zmra, la cui origi11e indifferentemente si può far risalire, al 1887 o al 1888, nel qual ultimo auno vide la lucd il lavoro del De Viti : Il c,irattere teorico dell'economia finaw::iaria. Sebbene comnui siano gli intendimenti teoretici dei due fondatori della « finanza pura », pure, per confessione stessa del De Viti, essi procedono per vie sostanzialmente e formalmente diverse. Si l)Otrebbe caratterizzare l' indirizzo del De Viti dicendo che egli ha dato vita acl una teoria jinnnziaria clellci produ;:.ione, mentre nel Sax si trova piuttosto fonc1ata una teorici rlei 1nibblici biso911i. L'indirizzo del De Viti ebbe pochi seguaci in Italia Invece i nuovi puristi della finanza o accettarono senza , altro le teorie del Sax, o lavorarono nella direzione saxiana (Ricca Salerno), elaborando (Graziani)e modificando (Mazzola) la primitiva formulazione della clottrin11, dei pubblici bisogni. Sotto la critica poi di coloro che, spaventati di vedere anche nella finanza trasportate le sottili disquisizioni della teoria ùel va loro, si diedero a malmenare specialmente i seguaci della scuola sn,xiana, quest'ultimi cominciarono ad avvicinarsi sempre piì1 all'indirizzo del De Viti. S' iucominciò a trattare l'attività finanziaria come una vera e propria attività di produzione, applicando al calcolo edonistico del soggetto finanziario tutte le sottigliezze clellfl, teoria elci valore, quale era stata elaborata iu questi ultimi tempi dalla così detta economia pura. (Tangorm). Il tentat.ivo cli fondere e di confondere i due indirizzi lo si deve veramente cercare nell'apparire, sull'orizzonte, di quel corpo cli dottrine che vanno comuuemente sotto il .nome cli materialismo storico. ll mppresentaute - sebbene non genuino ed esagerato - di questa dottrina nella, scienza delle finanze fn da noi in Italia il professore Loria, e le primri critiche alla finanza pura si devono alla penna dell'economista rnnntovano. ( Nuova .Antologici, 1890). ~Ia egli non s'avvide che la scuolrt nustiaca o l' indirizzo sa,xiano da lui c1·i'ticato, non ra,ppresenta che uno dei tentati ,,i nella costru1,ione tli nna pura scienza finanziaria. Tuttavia il principio della lotta di classe, caposaldo delle dottrine economiche e sociologiche tlol materialismo, penetra a poco .a poco nella finanza pura. ed è assunto come concetto fondamenta 1e uell,i, determinazione del soggetto dell'attività finauziaria: lo Stato. J n qne• sta indagine, la quale deve deliueaFe le condizioni dentro le quali si svolge il calcolo ecloni8tico finan1,iario, i nuovi puristi si vanno avvicinando all' illllirizzo <lolla teoria della produzione, senza però avere il coraggio di assumerlo definitivaruente. Cosicchè i sistemi odierni cli scienza pura finanziaria brancicano t,ra due opposti principi, uell' indeterminfl,t0 e nel confuso, senza riuscire con sintesi vigoros'\ a convergere i due inrlirizzi in un'unica direzione ed a trasportfl,re definit,[\·ament,e nella fi1rnnza i postulfl,ti dell'economia purn. La maucanzfl, di sintesi sta 11ella mancata analisi rlei due indirizzi teorici proposti Le due teorici io della pr~~ (I) Estratto da un lavoro di prossima pubblicazione del Prof G. J\!lontemartini ; « La Municipalizzazione dei pubblici servigi. D zione e dei pubblici bisogni sono visioui unilaterali llol feuo_meno complesso. Prese isol~tamente, esse non possono spiegare cl.te una parte,omeghounelementodel fatto economi:io cl.tesi vuol studiare. Queste parzi,tli intniziuni del voro sono frequenti nella storia dell'economia politica e sono note all'economista. Si potrebbe dire che la teoria 'finanzi_aria cl ella produzione sia, un tentati ,·o cli creare una dottnna dell'~/Tertli, mentre lfl, teoria dei pubblici bisogni sia nu tentativo <li costituire una dottrina fiuauziaria clelht clfoicincln. ì\Ia, anche in economia politica le costrnzion i isolate della dottrina della domanda e del~ l'offerta, diedero lnogo ad equivoci, a lacune ad errori L'economia pura odierna ha costruito il suo' edificio s1; una :5iritesi delle_ due dottrine, riconducendo i principì speciali del movimento clell'offertlt e della climamla acl u~ J?rinc~pio unico, più lato _e generale. Uu tal genere eh smt_es1_è an?ora a tentarsi per la firrnnr.a pura. Commcrnmo mtanto da uua bre,·e analisi criticit llei duo indirizzi. Questo è il procedimento fouda,mentale per aprirci la via ad nna costrnzioue sintetica. E' inutile premettere che riteniamo già superate le cosiLlotte (lottriue finanziarie del consumo, dello scambio e dtill'assicurazioue, qua.li si vedono svolte dai finanzieri prima ciel 1878, dopo l'esauriente esn,me critico fatto cli ess? p~r [?arte del Sax. ( G_runcllc.c;1ing, cap. 2, §§ 7-14). Com1!rnianclo dalla_ dottnnci c~ella pi·odndone, clobbiam_oa.u~1tutto avvertire che qui non abbiamo iu vista d1 cnt1carc la dottrina, quale la troviamo svolta in Wagner. Ci riferiamo soltanto alla dottrina del De Viti perchè b sua formulazione ha gl' int,endimenti scientific; ricordati, c1te· al certo non si riscontrano nel lVaqncr. Lo Stato ad1;1nqnesarebbe nna economia produttrictl. (Il carattere teonco etc. p. 62); l'attivit,ì ti11anziaria sarebbe un'attività e m ine~1temente p_rodutti_va, la 9-uale ha per fine non soltanto cli prelevare I tn but1 ma cli trasformare i tributi i1~serviz_i1m~blici (p Gl).LoStato può con-iopirsi: ci) come 1organ1ziaz10ne eh una classe sociale che eser cit_a il P?tere a suo· esclusivo beneficio; qui abbiamo una pnvata impresa; b) o come l'organizzaiione cli classi superiori che mirano a. promuovere il benessere generale c~el po1?olo _cou a~1tontà assolu~, 1~1a. 1mterna; c) come l orgaiuzzazwne eh t,utte le classi socrnlt, che direttamente o per mezzo di poteri da loro stesse costituiti curano i loro prop1·i interessi; qui abbiamo uu' impresa sociale cooperativa (p. 68). Lo Stato è uua grande industria in cui l'ente produt- ~ore Stat? _trasfo1:~a una parte della ricchezza privata !n pub1:>1Jc1servJZ1.. I caratteri obbiettivi di quest:i rnclustria sono: a) s1 esercib.t sempre in condizioni cli monopolio; b) le merci prodotte sono cli coHsumo o-ene r~Ie e_ne~es~~rio (pag. 91). Carattere subbiettivo ,~ariab1le s1 è 11 tipo secondo cui, in date condizioni storiche l'impresa gove~-n~tiva si organizza (p. 92). Higuard~ al calcolo edomst1co, possiamo distin.-ruere il caso llello Stato feudale monopolizzato e dello •stato cooperativo moderno ci) Dato 11 carattere cli economia individuale dello stato, i_l costo è . misurato da quella parto delle er':t1:ate pubbliche che nene trasformata in servizi pubbhc1; e (a payte che avm1za cost,ituisco il profitto cli monop~l10 dei go,·emanti. Qtiesto soprnreddito forma per .ess1 1~prodotto nclto cd il complesso dei trilrnti ne forma 1111rodotto lordo. b) Invece in uuo Stato a tipo sociale cooperntivo è il calcolo dei consnmatori che domina, spese ccl eutrnte diventano termini corre· lat-ivi che 11eoessariame11te tendono a coincidere e quindi il calcolo fiuauziario si com pie parago11a~clo spe~e ~cl eu_trate, prese _come unico primo termine, con l ut1l~ta sociale d01 servizi proc1otti, prese come secondo t~rmme . del c_onfron to _(!?· J_ 19-1~0) 11 costo e la produuo1~e cle1 serv1z1 pubblici s1 rnistuano riferendosi all:1 soc~e~àche sopp~H·t,iil J?rimo e fruisce dei secou di (p.12'2) ~01 1_1011 _,:ui;lmmo npctere le critiche del Mci::::ola ( I dati _sc1e11t1f:tcc_l1~ll,i._fi1~anz:1pubblica. p.119-122), e del G1 a~ui111_ ( Istttuz1on1. c~1sc1e11zadelle tiuanr.e, p. 74-5) al!a t_eol'la d_cl Dc Yiti. Perchè molte premesse di quest _u)t!1.r1,s0cnt~o.re sono accettate completamente da' suoi cnt1c1. L anal1s1 del soggetto (i nanziario non era, ancora abbastanza approfondita, por poter astrarre dalle ingo111brnnti considerazioni giuridiche e filosofiche nella costruzio~c dell'impres:1-Stato. Sicchè iu genere lo Stato ò. ~ouceptto come una torza cooperativa, anzi la forma p11_e1_volu~a_del_lac,o_operar.ioue, operante quando le forze ~lei smgol1 m<11v1_clusio110 impote1;1ti a raggiungere nuo scopo. o a raggiungerlo econormcamente senza 1'associazione politica. (ivùi:::::ola).

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