Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 19 - 15 ottobre 1900

RlVISTA POPOLARE DI POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl sistema di reciproco controllo tra i contrilrnenti, come esiste in Isvizzera e in qualche piccola città, del Belgio. M:a per esercitarsi questo controllo, sarebbero necessarie le qualità che mancano agli italiani in generale: il coraggio ci vìlB, l'intelligenza, l'interessamento alla cosa pubblica, la perseveranza. .. * * La riforma tributaria dal punto di vista degli interessi del bilancio dello Stato non incontra minori difficoltà cli quelle che presenta rispetto ai municipi. Di accorcio coll'ou. Giolitti, che bisogna esentare clall'imposti1 fonclirnria e clall,1,ricchezza mobile le quote minime. Aggiungo che è assolutamente necessario, se si vuole eliminare la causa più generale del profondo malcontento, alzare sino a 1000 lire il reddito imponibile, anche lasciandolo sottoposto all'altissima aliquota attuale d'imposta. Le sofferenze cli coloro che stent~o a gua dagnare tanto da sfamare i loro figli, e devono pagare le venti o le trenkL lire per imposta di ricche;;:::amobile, sono incredibili E lo sanno gli uscieri del Regno cl'Itt1lia che si vedono fatti seguo quotidianamente ad insulti e ad imprecazioni cli ogni sorta, quando si presentano a pignorare le poche masserizie della casa, o ad espropriare la meschina catapecchia e il limitatissimo campicello ! L''income tax in Inghilterra di orclina,1:io si riduce a.! ;J o al 4 ¼ sul reddito; ma il minimo relldito imponibile è di 150 steri ine ; e l'imposta si paga sul reddito che supera le L. 375:J ! Sarebbe follia sperare, che si arri vi a questo in Italia ; si lasci ptue l'aliquota al 14 % ; ma si faccia pagare l'im posta ai redditi che arrivano almeno a L.1OOO. suscettibilità. lo chiameremo: finanza, allegra. Per la quale non occorrerebbe a,ll'ltalia nè il coraggio cli Peel, nè il genio di Gladstone: basterebbe che rivivesse Magliani. Nessuno vuole arrecare all'on. Giolitti o all'on. Sonnino l'ingiuria di sospettar) i p:l.rtigiani della Jìncwza allegra. Entrambi, in diverso modo, hf.nno provveduto affinchè non si trod chi gratuitamentt'l voglia offenderli. Alla falla che verrebbe arrecata nella nave dello Stato è vano assolutamente sperare riparo da un maggiore gettito delle imposte quali sono attualmente. Nò mi dilungo ora a dimostrare la grande ignoranza di coloro che, confondendo le condizioni dell'Italia odierna con quelle dell'Inghilterra cli mezzo secolo fa, attenderebbero da un italico Peel, o da un italico Gladstone, una maggiore ent.rflta da una diminuzione delle imposte. Il risultato paradossale,. IDlL vero, fu ottenuto al di là della Manica per circostanze che non sono le nostre. Tra noi le imposte, come dimostrò il Couigliani due anni or sono. e come ,·enne qui stesso ricordato, sono al limite estremo della capacifa\ contribut.iva. Di che si ebl,e una chiara, esauriente prova nella constatazione fatta dalla buon'anima clel ministro senatore Perazzi, che constatò ufficialmente lo scomparso naturale aumento delle imposte che si ebbe pel passato; scomparsa testè lumeggiata dal senatore Cambray-Digny, che riprodusse nella Nuova Antologia la relazione notevolissima presentata al Senato sui bilanci consuntivi dello St.ato. Denominare ricche.::;:::a un reddito inferiore al piì1 stretto necessario è sanguinosa ironia. L'arrivodel generalissimoWalderse..e.. Epperò l'on. Giolitti, che uon vuole inscriversi sotto la bandiera del la finan::a ,.li egra, azzarda, ma abbastanza timidamente, l' ipotesi che il bilancio nostro, pel naturale increnumto del gettito delle imposte, possa sopportare lo sgravio da lui proposto,, purchè uon s' inscrivano in bilancio nuove spese. Ma egli, sapendo che nuove spese ineso · rabilmente ci saranno, risponde ritornando alle sue idee d'imposta progressi va, fermandosi con Ma dando alla riforma le proporzioni che vorrebbe lasciarle l' on. Giolitti, quale sarebbero le conseguenze per le finanze dello Stato 'I Non si esagem affermando che l'accennata abolizione delle quote minime, impol'terebbe una diminuizione di entrata di venticinque milioni all'incirca. E allora il bilancio insidiato cfa nu cattivo raccolto che costringerebbe all'abolizione del dazio di entrata sui cereali; minacciato brutalmente dai ministri della guerra e della marina, che vogliono milioni a, centinaia, anclrnbbe orgauicallleate e infallibilmente a gambe in aria. Si avverta, a questo punto, che si 111-0strò assai_ piì1 av\'eduto e piì1 pratico l'on. Luzzatti, che voleva l'esenzione dall'imposta, delle quote minime, ma per ottenerla intendeva costituire quel fondo di sgravio, che prima del delitto di Monza venne deriso come una utopia ridicola, o che ora, quasi con un colpo di bacchetta magica, si considera con disprezzo come una proposta troppo timida Arrivati a questo punto si sente il bisogno di accennare al conflitto tra il sistema finanziario, che ha trovato nn apostolo nell'on. Zeppa cd un organo nella '.1.'rib1rna, e quello che. in qttesto momento, è rappresentato chll'cmorevole ministro del tesoro. L' Econu1nista cl'llalia (l3 suttem bre), in un articolo che suscitò molto interesse perchè, oltre il valore intrinseco del le cose buone dette, ad esse se ne · dette uno maggiore attribuendole allo stesso on. Rubini - il cerbero del Palazzo di via XX Settembre - chiamò il primo sistem.a: fincm:ci z,atl'ial'cnle. La parola patricircalc venne discredita dal piri grande incosciente d'Italia, Luigi Ìlliceli, che applicolla al regime famoso della Banca Romana; il complesso delle pericolosissime buone intenzioni dell'on. Zeppa perciò, per non off0nclerne le giuste (Higc,ro di Parigi) particolarità e arditamente :·sul principio della progressione della tassa cli successione· applicati) in Inghilterra sin dal 1881, che giudica - e tale è realmente -· non ingiusto aggravio in un paese o~re i consumi popolari pagano il 40 per cento. A convrncere )e classi dirigenti che esse devono procerlore allo sgrano delle imposte per i meno abbienti, egli a,eva ricordat~ che i torbidi sanguinosi del 1893 e 1898 furono causati da,! disagio economico, e che tutte le sommosse po1~Obri ebbero <li mira gli esattori delle imposte .. Per mdnrl'e i ricchi a SOJlportare nuovi aggravi li avverte « che non può trovare credito e prestigio all'estero un " paese il quale ogni due o tre anni deve mettere l'e- « sercito sul piede di guerra per uianteuere l'ordine al- « l'interno. E conclude: • E' necessario persuadere °le classi dirigenti che a senza qualche sacrifizio esse non possono sperare du- « revole quella pace sociale senza cui non vi ò sicu- « rezza nè per le persone nè per gli averi. << Continuando ol'a nella resistenza cieca, sorgerà in « tempo non lontano, la indeclinabile necessità di sa- " crifizi molto più gravi ; .illora si cederà all'impeto « popolare, alla paura, ma i sacrifizi non servi.ranno « più ad altro che a dimostl'are la snperiorità delle <1 forze popolari, la debolezza delle classi ricche, e ne <I Yerrà a queste tale discredito da compromettere le « nostre istituzioni e il nostro ordinamento soci,Lle '11, E chi può negare la giustezza di queste considerazioni ammonitrici "l La loro efficienza, però, è condizionata: 10 ad un contenuto morale e intellettuale che lo noske classi dirigenti non hanno, o che non possono acquistare da un giorno all'altro. Le visioni di Damasco

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