Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 19 - 15 ottobre 1900

RfVISTA POPOLARI•.' I)/ POUTICA Lli'TTERE E SCfENZH SOC!Al,I vorranno far dimenticare i primi operando il uone nell'interesse del paese e in quello della rispettiva loro reputazione. Delle rlifferenr.e se ne rilevano clue soltanto. Iu politica l'on. Giolitti se non è nn radical.e, certamente, si ii chiarito, a fatti, abbastanza liberalu. Dico, a fo,tti, perchè, tutto sommato, clnrante il suo ministero fol'tt1noso, ch'ebbe pure sulle spalle l'agitazioue clei. Fcisci, si godette tanta libertà quanta sotto J)OChi::litri ministri dell'interno dall'83 in poi. Lo clicouo abuastanza largo tli vedute - tauto da arl'ivare a fare nn:t ptHte non piccola ai radicali se egli riafferrasse la Presideuza del Com•iglio. Sonnino, invrce, ha tntta la, stoffh, cli un 1:1:1ar.ionarioalme- .no tli un autorita,- « dopo cli 1ue, dovette provvedere alla fiuanza rialzando « ancora il pre:r.zo clel sale e il dazio sui cereali. Io de- « ploro quanto mai la lotta di classe; ma, siamo giusti, « chi l'ha iniziata? « Quando confronto il nostro sistema tributario con « quello di tutti indistintamente i paesi civili, quando a osservo le coutlizioui delle classi rurali in gran parte • d'[talia, e le 1mragouo a quelle clei paesi a noi vicini, <1 dove i nostri operai si recano a cercare lavoro e dove (( possono fare coufrouti molto dolorosi per noi, io resto « compreso cli ammirazione per la longanimità e Ja « tolleranza cl!'lllenostre plebi, e penso con terrore alle <I consegtLenze cli un possibile loro risveglio·. « No, il sis torna ,, tributario non clerio, reso più pericoloso rlalle sinceri t:ì delle proprie I dottori~al etto del malato. " ve, non può essere « lasciato quale è. convinzioni. E g I i pensa, ferma111ente, che molte riformo sociali non approtleranuo in llalia se non quando vi sarà llll Bismarck, anche in cinquantesimo, che sappia e voglia imporle. Portnnatamente, pare che pel momento si sia persua~o cli lasciar il miniinmn cli libertà attuale; che conserveremo cli sicnrJ, se sapremo mantenerci uuiti e vigilanti per la sua difesa. Sonnino Bisogna cl.isint'ettare ! Cl Da molti anni a <I questa parte nei « discorsi della Co- <I rona, ne i pro- << grammi ministe- <I rial i, iu qua s i « tutti i progra1t1- <1 mi elettorali si « ricouosce la in- « giusti zia del no- << stro sistema tri- <I butario, e si pro- « mettono provve- <l dimeuti a favore <I delle classi piì1 « povere; qual fede <1 presterebbe piÌI Cl il Paese al Go- <1 verno e al Par- « lamento se non <1 cominciassimo, « senza altri ritar- ([ di, a mantenere « almeno una parte « cli quelle solenni « promesse 1 ». « La questione " vera è una sola: « decirlere da dove « si deve comin- « ciare la riforma, " poichè le ingiu- " stizie sono molte, Di maggiore importanza ·attuale è la differenza tra i due nomini sul terreno economico-finanziario. Sonnino vede il lato esclu • si vamente fìnan- :dario del problema ponderoso che l'Italia deve risolvere; e per lui tutto sta nella conservazione e nel consolidamento del pareggio del bilancio dello Stato. Non si cura e non si preoccupa, perciò, della riforma tributaria. Giolitti, piì1 umano, ha avver.tj_.toda tempo il grave l)eGiolitti __.: ~o. Bestia! Bisogna amputare! Il Paese (.11emenclo) - Questi dottori discutono tanto sul mio male e nessuno di essi pensa a toglierll'li subito qnesto peso da dosso tutte gravissime, « e noi non pos- « siamo procedei;e << che gradatamente ~ per le tristi con- « dizioni alle quali « l'ecc<:,SSOdella « spesaharidottoil « nostro bilancio.» che mi toglie il respiro·! ricolo che si con - nette al disagio generale nella. economia. nar.ionale, e vorrebbe quindi ~gravare i contribuenti piìt iniquameute colpiti dall'attuale sistema tributario e ripartire meglio le imposte. Egli, ripetendo cose già dette nella Cnmera in tono da sovversivo autentico, scrive nella sua lettera alla Stampci: Il Paese, dice l'on. Sonnino, è mn,nalato politicci1nente « e 1norcilinente, ed è ve1·0; ma la causa piì1 gra, 7 e di « tale malattia è il fatto che le classi dirigenti spesero « enormi somme a heneficio proprio quasi esclusivo, e « vi fecero fronte con imposte, il peso delle quali cade « in gran parte sulle classi più povere; noi abbiamo « un grande numero di imposte sulla mi,;eria: il sale, <I il lotto, la tassa sul grano, sul petrolio, il dazio cli con- « sumo ecc.; non ne abbiamo una sola che colpisca e- << sclusivamente la ricchezza vera; perfino le tasse sugli « affari e le tasse giudiziarie sono progressive a rovescio; « e quando nel 1893, per stringenti necessità della finanza, "io dovetti chiedere alle classi più ricche un lieve sacri- « tizio, sorse da parte delle medesime una ribellione assai « più efficace contro il Governo che quella dei poveri » contadini siciliani; e l'on. Sonnino andato al Go,7 erno (Asino di Roma) Su per giù, le stesse cose ba detto a Catanzaro l' ou. Chimirri, le cui confessioni acquistano singolare importauza dal fatto che, essendo già ministro, nessuno potrà sospettare che le sue parole siano suggerite dalla volgare speranza di crearsi una certa popolarità in Parlamento e nel paese per acchiappare il potere. Prima di procedere all'esame delle riforme vagheggiate da Giolitti, promesse da Chimirri, ed anche in parte aocettate dal generale Afan de Rivera, mi permetto riassumere alcune premesse, indioazioni e conclusioni che pit1 ampiamente esposi, documentandole, nel mio scritto sul Problema fianziario itali<ino. Serviranno cli guida nel giudizio complessivo sulle proruèsse e sulle aspirazioni dei ministri presenti e dei ministri futuri. I caratteri generali clel nostro sistema finanziario, indotti dai confronti internazionali ai quali vagamente accennò !'on. Giolitti, sono questi: 10 L'Italia, tenendo conto della ricchezza privata, è la nazione che paga imposte in misura maggiore ,li tutti gli altri Stati;

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