Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 19 - 15 ottobre 1900

RIVIS1'A POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI lunghi, del dolore.La fame, ht stauchezzrt del lungo ca,m - mino, il freddo, la neve . . . . . . . . . ......... . Ecco egli donne ....... Ecco egli sogna ! .. Il nevischio scenùe sempre fitto, g'eliùo pungente, tormentato dal vento che passa. urlando, attraverso i rami degli alberi. Egli dorme! Egli sogna una lantla scaldata dal giocondo sole di Giugno, una pianura, dove le rose,fra le erbe. sbocciano arùenti come labura di fanciulle anelanti baci. Intanto .il nevischio lo cuopre a poco a poco,lcon una coltre c,indida che diventa sempre pili greve e la, falce piantata in terra, ritta, brilla carezzata dai primi albori del giorno. · Egli dorme! Egli sogn1t una terra fertile dove stel.i del grano si curvono sotto il prepotente peso ,lella spiga,; dove la vite porta gra.ppoli troppo gravi pe' snoi rn1111; dove l'aria i'! tanto calda a tanto olezzante che la testa diven·ta pesante aspirando profumi, ed il core p,n che s'inchiodi e gonfi in mezzo al petto. Egli dorme ! Egli sogna la gioia, ed il nevischio intanto lo ricuopre cl'uu'imruacolato sudario, mentre, in una accalmia del veuto,lo voci degli emigranti salgono dal fondo della valle, traversano la landa solitaria, e muta, la scuotono, la riempiono come se volessero destarne le vite ,issopite; resuscitarne le morte vite . . . . . . . . . . . . ..... ce ne aneliamo lontano ci lavorare. A. AGRl,STI. RlV[STA DELLERlVISTE Magyiorinn Ferrciris: Colonizzazioneinterna e riforma agraria. - Di tempo in tempo il proble1ua della colonizzazione interna risorge, solleva brovi discussioni, e ricade presto in oblio. Consiùur,lta in sè stessa non vi ha questione più simpatica; essa parla n,l cuore, alla immaginazione, al tornaconto di ogni cittadino, <)nasi d'ogni semplice viaggiatore di ferrovie. :'.fa difficilmente .v'lta argomento in cui le generose aspirazioni trovino così duro contrasto nella realtà dei fatti, come nella colonizzazione interna,. Anzitutto che cosa dobbiamo intendere per coloui7,- zazione interna? Vi sono due aspett-i essenzialmente diversi sotto i quali essa, si presenta. V'lta quello ristretto, unilaterale, meccanico che consiste nella spartizione del latifondo in poderi cli media e piccoh estensione affidati ai contadini, pel quale tutto st-a nel vedere che cosa costa, come si possa ottenere che nou rinasca il latifondo, e so sia applicabile a tutte le zone; e v'lta l'aspetto pit1 comprensivo e ra,zionale cli considerare il problema clolla colonizzazione interna, in quanto essa si propone di ripopolare e rinvc1·clirc le campagne d'Italia in ogni provincia del Regno: o questo, a mio avviso, è il vero coucetto e Io scopo pra· tico della colonizzazione internfl,. .Può lo Stato supplire all'iniziativa privata, e provvedere direttamente alla colonizzazione in terna 1 Anzitut.to bisogna supporre che la zona cli cultura presenti le condizioni cli fertilità, salubrità, ac<J.ua e pubblicfl, sicurezza necessarie; in secondo luogo lo Stato deve anticipare: 1. il capitale necessario p~r l'espropri,izione o per l'acquisto della terra; 2. il Cfl,pitale agrario per case, bestiame, scorte, semente ecc.; 3. l'anticipazione di un anno di vitto per il contadino e la sua famiglia. Nessuna cifra precisfl, può inclic,wsi al riguardo, ma per colonizzare un mili,rne di ettari, per creare cht 50 a 100.000 nuo,,i poderi occorre alllleno un miliardo cli lire (I). Basta esporre queste cifre perchè ognuno comprenda che il problema della colonizzazione int-erna diretta di Stiito non presenta alcuna possibilità prntica nelle attuali condizioni del crotlito e delle finanze. In Pru-;sia lo Stato dopo aver speso 100 rnilioni pc1· ripiu-tire un po' meno di 50 000 ettari non ritrncva sinora che un (1) Che sarebbero però meglio impiegatP., e certamente in 11:odopiù ;imunerativo, di quelle ?he _sinora si son gettate a piene mam per cose o dannose o mut1l1. N. d. R. interesso dell'l e 6[) per conto sulle sO1umc anticipate Ciò non cli meno b persistenza del Govemo prussiano in quel ca,ttivo affare si spieg,1 perchè lo scopo vero non è economico ma politico: è uua lotta dell'elemento, tedesco contro quello polacco. Piì1 fortunata fu l'opera del Governo Prussiano coi Rentengiiter; in cui la partizione dello terre è volontaria (2J, che prnova che la colonizza,,ione ha s11cceS$O ,r soltanto laddove è salda- « mente orgttnizzato il credito agrario a mite interesse « come accade appunto iu Prussia, grazie all'opera illu- ,r rniuat:i e pratica dello Stato D. Ma qni si af'faccia il problema assai pitì importante e generale della conservazione e difesa della piccola e media proprietà. La noncuranza dello Stato in Italia verso le cose agrarie è tale che manchiamo p~rsiuo cli un censimento della p1·op1·iekì, cosi<Jchè ci è irnpossi1,ile discorrere sopra thiti statistici precisi. i\fa è innegal.Jilo che la piccola e media propriet:ì attraversa, ila vent'anni, una crisi profonda, e che l'avvenire ci presenta tempi ancora piì1 diffìcili. In preseur.a di ciò. il problema della colonfa,,a;done interna pre$euta d11bbi e dom:=tntle logiche e naturnli. Prima di promuovere e creare la piccola e metlia, proprietà non fa rl'nnpo determinarle condizioni economiche in cui possa vi vere e prosperare, Perchè costituirla, se più tardi deve essere riassorbita rial grande posses~o e cadere in rovina, Non ò pii, logico e proficuo difendere la già esistente, Questo ò il vero problema che la politicfl, agraria italiana deve porsi, e così appunto foce l'a1nmiuil!<trazione della Prnssia.. Questo il problemtt politico ,:lte bisogna affrnntare e risolvere, e per alti fin i politici e so:iiali, e perchè i partiti estremi 11011s'impadl'oniscano dolle campagne o non rovescino col loro appoggio la costituzioue dello Stato. L'esperienza della Ger1nauia insegna quali sieno in condizioui silfotte, gli uffici dello St.ato, e i dornri degli uomini e dei partiti costituziona.li. Fu la politicii agraria che in Germania ha preservato le campagne dalla mareit socialista. « In Italia il problema non tarderà a porsi • nogli ste:1si termini. Lo diciamo, finchè ne siamo in « tempo, con profondo sentimentQ di dovere di uomini « devoti alle istituzioni ed ,illa ~fouarchi,i: o socialismo « o rifonna cigmria ». ( 71iova .Antologia - l ottobre). Prof. Francesco De L-ttca : La missione di Roma. - Roma ebbe una vera missione uel monùo antico : con• quistato tutte le provincie est,ese ad esse le norme del giure, e da ciò l'unità giuridica affratellante nelle nozioni della giustizia, dell'equità - unicttiqtw swwi trib1ie1·e - l'umanità: e questa non è piccola cosa per chi nel progresso vede l'ampia, indefinita, luminosa vifl, su cui tutti i popoli, cla.ndosi la mano; procedono operosi, tranquilli ad un unico fine. Impaganitosi il cristianesimo, i cui rappresentanti terreni si allearono coi tir'anni d'Italia; serYa e divisa la penisohi; la religione fotta strumento Ili corruzione e cli scltiaviti'1; ern inevitabile che, fra tante miserie, proLlotte dal papato e dello stra9iero, la tradizione di Roma laica, forte e civile riempisse il pensiero dei nostri grandi, iuse~nauti la superiorità della gente l:itiua, ùestinata a dare la terza civiltà al mondo. Di tale 0oncezioue s' imf)adronì Giuseppe Mazzini, ed attorno a lui, genio vivificatore, si formò e crebbe una scuola politico-sociale che nol c:lll1po dell'azione riesce al grido inebriante cli « Roma o morte D. e uel campo t1el pensiero si fa sostenitrice deliri, teorin, che solo Roma è capace a risoh·ore il grande problema della mocleruità., fondaa<lo, come citt:\ nuiversale, mm graucle istituzione umana in cui ogni razza abbia pace e libertà. La preminenza di Roma nella modernità mi sembra un'illusione. Fu la postura geografic,i che, piÌL cl' ogni altro, rese Ho111apotente e grande; ma l,1 Grecia la supera nelle arti e nella filoso/in.;· nè può essero altri· monti perchè lo scopo essenziale di Ro,mi è la conquista co11 tntti i suoi gancli. l,3 utilità pratiche; e \Terre, in un periodo ·torico ll' inevitabile decadenza, ne incarna i brt$Si intenti. La con11nista, la guerra st:n-ono negli incel'ti a I bori delle pri nci·pali civilt.ì, a concen - tmre, ilisciplinrtre, selc1,ionarn le sparse genti; ma, sor- (l) Vedi Rivista popolcire (Anno VI n. 6) La colonizza- -~ione interna delta Gumanin. N. d. R.

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