Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

344 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE F, SC!ENZF: SOCIALI Ma come raggiungere tutte queste altissime finalità 1 Sonnino entrn nella vecchia rettorica ed iu voca l'uuioue, lo sbandimento dei risentimenti personali e delle passioni politiche - invoca la famosa tregua di Dio - e spera nella ... stabilità dei ministe;'i. C'è da augurarsi, quindi che egli e i suol lascino vi,0 ere l'on. Saracco, ,tlmeuo quanto durarono gli altri ministuri sotto il regno di Umberto I: un buon itnnetto. In quanto, poi, alla illusione sua di avere prnposto riforme sulle guaii ci possa. essere l'adesione di tutti gli uomini e di tutti i partiti costituzionali, essa 11011 è che una illusione; e non può essere che tale se non dovranno esulare da Montecitorio la, sinoerità, la moralità eco. Il dissenso si manifesterà sn di ogni minimo particolare. L'armonia è prodotto artificioso dove ci sono servitori che ubbidiscono pur di racoogliern le briciole del potere e non uomini che pensano, sentono e parlano liberamente. Con questa armonia àrtificiosa che riesce alle maggioranze schiaC<lianti, ci saranno le crisi extraparlamentari e la deplorata instabilità ùe ministeri, che non si deve, in Italia, ai voti delle due Camere. Ma l'intento supremo, il bene i\el paese, si può conseguire, purchè col consenso e l'armonia ci siano (]ueste due sole cose: il rispetto delle leggi e il retto funzionamento del regime rappresentativo. Si adopererà Sidney Sonnino a raggiungerle? :-ìon dispero per parte mia. Troppo in basso egli scenderebbe se presto coi fatti smentisse le promesse ; e<legli non è volgare. Se le promesse mantenesse ci sarel>be da dichiararsene soddisfatti ; poichè del peccatore, nnehe ·se questo sia il nostro acerrimo avversario, 11oi dobbiamo volere non la morte, ma il ravvedimento. · Dottor NAPOLEONE CoLAJA:-1N1 Deputato al Parlamento. Dopo scritto questo articolo sono venuti il discorsoSacchi e l'articolo dell'on. Giolitti. li dissenso paniale col primo i lettori della Rivista lo conoscono. Egli è vittima rli una illu- ~ione: crede che le condizioni<l'Italiasiano identichea quelle delrloghilterra. Se lo fossero non esiterei a dichiararmene soddisfatto. In quanto all'articolo dell'on. Giolitti avrò occasione d'intrattenermene un'altra volt.a. Ilnartsiotocialista inI lia B inIn~hiltorra I socialisti italiani si sono rallegrati vivamente per l'esito del loro sesto Congresso nazionale tenutosi all'Eldorado e di cui abbiamo dato un resoconto imparziale, assolutamente obiettivo. Si temevano aspre discussioni non solo ; ma anche delle scissure. Furono evitate le une e le altre. In verità ci sarebbe stato da dubitare del famoso buon senso italiano se l'intransigenza propugnata da E. Ferri avesse avuto di nuovo il sopravvento : lo sviluppo del partito negli ultimi tempi, e i risultati delle elezioni generali di questo anno ben altro consigliavano. E che l'i~transigenza ~ia stata b3:ttuta, oltre che dalla magg10ranza non piccola che s1 ebbe sull'ordine del giorno Treves, risulta dall'entrefilet dell'Avanti! (15 settembre) in cui rammenta piuttosto aspramente il fatto al Bonavita, che in un giornale parigino lo aveva svisato. . . Ciò che noi avevamo notato sul programma mllumo· - il quale faceva presagire la fisonomia del Congresso - è stato ripetuto su per giù da altri ·giornali. Cosi l'organo dei mazziniani intransigenti -La terza Italia - avverte che nel Congresso socialista nulla fu discusso che non avesse potuto esserlo in un Congresso repubblicano. Ciò è vero, e non comprendiamo perché gli amici del Giornale del Popolo si mostrino alquanto imbronciati per le reticenze del Treves, suggeritegli dall'ossequio dovuto al Fisco, in quanto alle forme ~olitiche .. Ma que(le reticenze non s'impongono a tutti nella libera Itaha ? La ragione addotta dall'Avanti! - cui venne fatta una meritata ovazione in risposta agli attacchi cui era stato fatto segno - del contegno e della. moderazione del Congresso rende l'accaduto più significante. « Il partito socialista italiano, esso scrisse all'indomani delle riunioni dell'Eldorado, come i suoi fratelli di oltr'Alpe, ha temperalo certe concezioni nun risponden!i alta sperimentata verità storica. Ammette le riforme per elevare il proletariato; accetta le alleanze per conseguire le riforme. Niente di più logico e di più naturale - rispondente a quello che il belga A. Devinne ha adoperato nell'ordine del ~iorno, che presenterà al Congresso internazionale di Parigi - Di questo linguaggio e di questi ristùtati, nessuno più di noi ha diritto di essere lieto ed orgoglioso : è il lin&uaggio che adoperiamo da anni, e che solo il grande galantuomo, il tempo, ha costretto coloro che lo respingevano e lo deridevano ad adottare. Intanto, ad illustrazione, che sembrera paraùos-, sale, dei progressi del partito socialista in Italia noi vogliamo far conoscere agli amici nostri ciò che Edoardo Bernstein scrive sul partito socialista che ... non ci è in Inghilterra. Avvertiamo - e dovrebbe essere superfluo l'avvertimento per persone intelligenti - che in Inghilterra col grande sviluppo industriale, che servì a Marx per formulare le sue teorie, e colla coltura dei suoi lavoratori vi sono tutte le condizioni che si ritengono necessarie per lo sviluppo del socialismo; mentre tali condizioni sono appena abbozzate in Italia. Eppure il partito socialista é enormemente più sviluppato al di qua delle Alpi che al di là della Manica I D'onde la strana, ma innegabile contraddizione, che da sola basterebbe ad imporre prudenza ai fabbricatori di teorie ? È (!,iò che ci fa sapere il Bernstcin in questo articolo che riassumiamo dalla Zeit (8 settembre), e che dovrebbe essere meditato seriamente dagli uomini di Stato d'Italia, se essi fossero veramente conservatori intelligenti e preveggenti. La Riois(a. Dei lavorato1.•i ing·lesi (VO)[ ENGL!SCHEN ,U:BElTER) Engels mi dioeva nel 1895: " mi sono convinto clic i Javorat.ori inglesi non possono affatto fare andare in malora l'economia capitalistica, ma che essi sono· intenti a crearsi la migliore posizione possibile sotto di essa., I ùue rami della democraziti socialo inglese infatti hanno confessato• cl1e dopo IG anni di esistonza uon hanno conquistato cho 22,000 aderenti veri. E forse il computo è· troppo ottimista, dovrel>be ridursi a 9,000. Calcolo, però, che oltre un milione d'iudi vidui saranno stati penetrati dalla propaganda socialista. Si capisce che c'è um1 grande differenza tra il di~ chiarare accettabile un'idea, e mostrare in qualunque modo il rispetto per la medesima., e l'esserne interamente compenetrati e agire in direzione della medesima. Se tra i lavoratori inglesi vi sono solo pochi socialisti militanti, sono del pari poohiissimi coloro che negano il loro ,~pplauso ad un discorso socialista. Credo fermamente inoltre che vi sono pocld lavoratori inglesi, i quali siano con vinti sostenitori della teoria che suppone neooss~rio il sistema capitalistioo, e poohi quelli che por la sua difesa - se ne vedessero la necessitù, - prenderol>bero uDn scalmana. Ma sono altrettanto pochi (JUOlli poi quali il socialismo è un ideale custodito con religioso fervore, allii, cui realizzazione credono in un tempo non remotissimo. Ciò che impressiona chi s'intrattiene coi lavoratori inglesi è la loro scarsa fìducia nella. praticabilità del socialismo. Riconoscendo che nel socialismo c'è molto di buono,

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