Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLITJCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Ora noi ci domandiamo : se veramente il mondo civile o per una ben spifgabile curiosità, o per ragioue cli progresso scientifico, o per qualsivoglia sentirnento di nobile ambizione crede utile, nel più largo senso della parola, la scoperta del Polo o la cognir.ione più certa delle regioni polari, non è venuto il tempo ciJe le forze si uniscano, ed alle singole ma inadeguate spedizioni si sostituisca una gtande spedizione collettiva che per numero ùi navigli, per abbondanza di mezzi, assiimri il conseguimento dello scopo con minori pericoli e con più probabilità di successo '1• .La scienza, la quale desidera dei fatti e non delle difficoltà da superare coraggiosamente, sarebbe egualmente soddisfatta. Dal momento che non si tratta cli possibili gelosie per conquiste di territori, perchè sperperare tante energie singole, quando invece collettivamente organizzate potrebbt1ro dare più sicuri e pii1 ragguarde- ,oli rosultati? (Economista di Firenze. - 15 Settembre). Villimn Stead: In vista dello scioglimentodella Camera del Comuni (1). - Le voci sulla prossima dissoluzione continuano e persistono; ma crescono le probabilità ciJe essa venga rinviata al nuovo anuo, perchè Cham- · berlain e gli altri miniRtri temono del successo : uu governo che 11011 ha potuto dar termine in dodici mesi ad una guerra che nveva promesso di terminare in tre, è in una posizione ridicola; tanto più che militarmente ha messo il paese in una condizione pericolosa, avendolo lasciato privo di difesa. Nè si trova meglio sul terreno delle riforme sociali. Chi è fallito completamente, poi, è il ministro della guerra. Il Ministero uon dev'essere giudicato soltanto dalle sue azioni, ma anche dal contrasto tra le a&pettazioni J)Opolari e le sue promesse. Con 50,000 uomini sotto il comando, il generale Iluller aveva annunziato che avrebbe conquistato Pl'etoria a Natale; invece con 250,C'OO non siamo riusciti a debellare completamente i .Boeri ; abbiamo perduti 50,000 uomini nella guerra; e saremo costretti a mantenerne almeno 45,000 per un tempo indeterminato nel paese conquistato. I fatti sono tali che gli uomini in Khal.-i di ritorno dall'Africa sarebbero gli elettori pili ·avversi al Ministero (2). Essi conoscono il paese poi quale tanto sangue inglese è stato versato, e gli nomini che si vogliono esterminare; essi ora amano i Boeri come buoni compagni, civili, umani, cristiani. Il ricordo di ciò <J11e ha fatto il Ministero in Africa non è adatto per ottenere un su1-cesso Jiluiki nelle elezioni. li governo non è stato buono che a dimostrare la nostra insufficienza militare; la quale è stata riconosciuta solennemente da lord Wolseley, il nostro veterano comandante in capo. Se i ministeriali fossero della scuola di Slta\\·-Lefevre, che mette in rirlicolo il pericolo di una invasione straniera, o della scuola di John Morley che vorrebbe vivere in pace con tutti gli uomini, noi potremmo passare sopra alle nostro condizioni militari. Ma invece sta a capo del Ministl:lrO Lord Salisbury che ba avvertito che il nostro impero è in pericolo, e del Ministero fa parte il Chamberlain, in cui ogni potenza vede la minaccia di una imprudente e insolente aggressione. In tali circostanze un appello al paese per ottenere un risultato Khal,;i costringr. gli elettori a giudicare il ministero specialmente dal punto di vista mili tare. La lettera di un ufficiale indiano sui nostri armamenti in India, che il Tùnes ba pubblicato, giova a farlo condannare, percbè dimostra, che anche là la nostra situazione militare è pessima e pericolosa. Questa lettPra cli un amico potrebbe indurre il Ministero a ripetere il : 'J."it guoguc ! Noi ci troviamo di fronte alla stessa condizione in cui si trovò la Francia alla vigilia ili Sedan. ì\fa forse un grande clisnstro militare dovrà essere necessario pllr (I) Riassumiamo sotto questo titolo una buona parte della rubrica: The progi-es o( the World dell'ultimo numero della Review o/ reviews. N. d. R. (2) I(haki si chiama il colore del panno di cui sono fatte I~ uniformi dei soldati inglesi. L'adoperano per indicare tutte ciò che sa di militarismo. Le elezioni Khalci sarebbero qnelle volu~e da Chamberlain e che dovrebbero riuscire alla glorificaz10ne dell'esercito ed alla depressione della libertà. N.d. R. indurci alla riforma ed alla democratizzazione dell'esercito. Forse allo scioglimento della Camera il Ministero si sentirebbe iucomggiato dagli ultimi successi di lord Rober1s, che ha creduto già di potere proclarnnre !'annessione delle due repubbliche afric1tne. Ma anche questi successi sono oscurati da fatti vituperevoli. Il tentativo da parte dei nostri ufficiali di condurre la guerrn con principi umaui e civili ò sfato abbnndonato; oramai ci dobbiamo affidare al ferro e al fuoco. E sono confo1·rni a questi criteri gli ordini cli lord Roberts. Egli oramai segne la politica del generale \Veyler in Cubn, e fa uccidere e perseguita le donne e i fanciulli. Noi violiamo nel morlo più sfacciato gli articoli che abbiamo sottoscritto nella Conferenza clell'Aja; e H processo e l'esecuzione cli Cordua rimarrà come il 1·icordo pii1 vergognoso tra i tanti che hanno distinto questa disgraziata guerra. (Reviow of reviews. - Settembre). C. Loinbroso : La diplomaziain China - Nelb Fortnig71tly Ueview del luglio, il noto scrittore che firma <I Diplomatikus 1> rinnova le critiche che in questa Rivista furono fatte anteriormente da me. Egli afferma che i diplomatici non diedero alcun avviso dei gravi pericoli dell'Europa, mentre la stampa dell'Estremo Orieute già da parecchi mesi avTertiva i moti rivoluzionari, e il giovane Imperatore aveva chiesto l'appoggio ai diplomatici che glielo rifiutarono. Due o tre giorni prima dello scoppio, Biron, un illustre fì. lologo tedesco dimorante a Pechino, aveva già avvisati gli ambasciatori tedesco e americano, ma solo il nostro ne informò il Governo. Bisognerebbe che la Diplomazia tenesse conto oggi di quel che dicono illustri scrittori stranieri. Il dottor Stor Jordan, professore dell'Università di Sandford, seri ve dalla China, dove viaggia dit molti mesi: <r La a: Chinti non può essere conquistata nè tenuta dalle <I potenze. Per poco che duri a svegliarsi non basterà Il tutta l'Europa a fornire uomini per tenerla in iscacco ». Leroy Heaulieu nel Jonrncit des Debcits dichiara " impossibile 1> la conquista della China per parte dell'Europa Jean de Bloch, messe in luce nella Be1>ue des Revnes le itt1ision·i detta conqnista ohinese, scrive : « Le « nazioni più civili, gli uomini piÌl intelligenti &ono <I soggetti ad esser ingannati, ma quello che li di- ~ stingue clagl'im becilli è che sanno riparare ai loro « errori, me11tre gli altri si lnsciano andare in rovina 1>. La JI.olnische Zeitung vorrebbe nuove occupazioni da J)arte della Germania; ma a che scopo t>e tutti gli Stati nell'accaparrarsi i porti chinesi, salvo la Russia, dichiarano cbe l'accesso ue resterà libero e identico a tutti•~ Vt•lenclo esagerare nelle espansioni, gli Europei esaspereranno i chincsi, e li spingeranno a sollevazioni più pericolose, perchè meglio preparate. Il pericolo maggiore è che la China si getti nelle braccia del Giappone, perchè allora avremmo a fare con una Potenza formidabile. {Nuovci Antologici - 15 Settembre). Giorgio B. Sinyth : Le causedel movimentoantistraniero in Cina. - Il movimento dei Boxe1·s no_navrebbe dovuto dar luogo ad un intervento iu Cina; ma nd un'azione contro l'imperatrice. L'antipatia contro gli stranieri è di origine relativamente recente. Le prime tracce cli questo sentimento rimontano alla conquista Manchu, la cui dinastia ba fatto di tntto per impedire che divenissero amichevoli le relazioni coll'Ovest. Gli stranieri, però, sono molto responsabili dell'imbroglio attuale. I primi europei che andarono in Cina produssero una pessima impressione. Avventurieri, portoghesi e spagnuoli, olandesi ed inglesi, anelarono e vennero dalla Cina, e tntti vi si comportarono in modo abbomiuevole. :Pinalmente il periodo elci rapporti barbaricamePte sanguinoso, cessò, e gli europei si misero colla Cina nella relazioue delle leggi internazionali. l\fa bentosto sorsero altri motivi gravi di perturbamento per intendere i quali si <le,e tenere in considerazione la peculiarità della civiltà cinese : il suo lunghissimo isolamento. Nou si tenne conto abbastanza del carattere esclusivamente nazionale della civiltà cinese. La Cina, ad eccezione del Buddismo, nulla ha ricevuto dal cli fuori, mentre la civiltà europea è più o meno mista

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