Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

RIVISTA f>OPÒLARI? DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALi i\IARIUCCIA - Io, figlia 1 Cominciarono giorni assai tristi. Mio padre, appena si accors11 di qualche cosa, mi cacciò, via, e solo la b11onamamma mi fece rientrare. Poi venne il Pa,tore, e mi annunziò che il mio peccato era noto a tutti, che la gente mi gnarrlav,L scan cfalizzata..... ANNA (coprendosi il viso con le ?nani, con angoscia) - No, no, questo non lo sopporto. MARIUCCI.\ (ferm,a) - Si sopporta tutto, Anna!... ... (rl•ipo wi niomento). Non fu facile, è vero. Due volte p,·esi la via del fiume, per finirla. Ma Dio mi diede il mio figliuolo. J<,ritv.l,o chiamammo, come il padre. Ero così contenta, così allegra, e nella 11,ia felicità io ripetevo, che solo pe1· gli uomini era un peccato il mio, non pel buon Dio! AN:-1,1 - Ed il tuo figliuolo? MARIUCCIA - Me lo volevano togliere dapprima, e solo dopo la mia ferma rcsist,enm me lo lì\sciarono. Se 1'1LVessivisto, il mio Fritv. ! Pulito, svolto, con i suoi occhietti intelligenti, e serio. Sempre il prirno fra i suoi compagni di scuola (pause,). Eppoi volle andare anche lui a mani: la stessa clisposizione del padre. Eppoi, ern già ,~ostromo, e a venticintJue anni ..... anche lui non ò piì1 tornato, ..... come suo padre. Piì1 tardi nclìi che il suo bìlstimento era anelato penluto e che nessuno si era salvato. ANNA (commossa) - E Dio l'ha permesso! i\lARIUCC1,1 (levanclo lei ?nano inarici, trasformate! clal clolore, clie i ricorcli, mcm ?nano sgorganti da.t cuore, hanno reso qnasi cieco) - Si, Dio, il buon Dio! Se J'avessi,allora, avuto fra le mani ... gli avrei. ... non so che cosa..... (si arresta quasi spaventcita cli ciò che stnvci per clire. appoggia la .f1·onte sntta mano aperta). Ua mi coufortai, allora. Pensai che il buon Dio uon può averci nessuua colpa,, che risiede là, in alto, tra le nuvole. e non può occuparsi di tutto, cli tutto ciò che snccctle quaggii1 ..... Nella Chiesa l'org,mo comincia a far son tire la sua voce dolce e melodiosa. SODOpochi accordi prima, che spandendosi per l'aria dorat,L, si fanno piì1 larghi, piì1 solenni accompagnati da un cauto ieratico leiito .e non meno dolce, non meno soleunc. (Continiui). RlVISTA DELLERlVISTE Ugo Tonibesi : L'Italia Industriale alla ;fine del secolo XIX. - Nella grande effervescenza di vita che caratterizr.a questa fine di secolo, l'Italia occu1)a uno dei posti pii1 importanti per la rapidità dei• progresdi e l'intensità dei resultati. La lotta tra liberisti e protezionisti assunse cla noi un carattere positivista, perchè mentre alcuni teorici clisputav,,uo dalle cattedre, la grande maggioranza degli economisti richia.mava i teorici all'esame dei fatti, sorgente vera d'ogni indirizzo legislativo. Il liberalismo del Cavour ben presto tramontò dinanzi ali 'eloquenza delle statistiche incl11striali che solennemente affermavano l'impossibilità di continuare in una lotta troppo disforme per l'energia e l'audacia dei comb,ittenti. Già Cavour, sebbene liberista convinto, aveva detto, JH\lla seduta del 27 aprile 1851 che « noi non abbiamo « mai preteso che occona entrare immediatamente « nella via del libero scambio; noi non abbiamo che « ilichiarato che noi ca1umineremo in questa via, ma « con moderazione ». Libero scambio come fine, protezionis1uo come mezzo fu il motto dei nostri industriali, che seppero sfruttare tutte le congiunture per rafforzarsi all'interno, per poi irrompere serrati e audaci sul mercato internazionale. Dal l 878 al 188i l'Italia cercò cli mettere in pratica il sistema ùci dazi compensatori, coi quali elevò le condizioni di produzione interna al li vello di quelli dei produttori stranieri. Questo inclirizzo venne riconosciLito giusto e necessario da un liùerista impenitente, l'on. Luigi Luzzatti, che nelle sua relazione sulle tariffe doganali del 1888, così lo siutet;izzò: (( Ormai la pena del taglione regola i rapporti <• internazionali sul traffico, e non fu colpa clell'I.talia, « indulgente e mite anche in ciò; ma è sull'esempio « altrui che il governo uostro fu costretto a pensare per « la prima volta nei provvedimenti doganali l'art. 2 « contenuto nel presente progetto di leg~e, il quale, « per esprimerci con parole durissime, introduce i dazi « di ritorsione, che si possono commentare così: otte- « nere la facoltà cl' infliggere ad altri popoli, per atti • pronti e fulminei, im1ì'luui delle lentezze parlamen- «. tari, la stessa somma cli mali e di ostacoli che offen- « dono i nostri traffici. Decisamente siamo lontani dalle «. formole pacifiche del libero scambio I » · In forza del protezionismo fu possibile in Italia il sorgere cli un'industria cotoniera che dà lavoro a piì1 cli 100,000 operai; e solo dopo la tariffa del 1887 cominciò a dar segni di vita vigorosa l'industria della lana, quella metallurgica ed altre minori. L'Italia, cl1e nna volta faceva venire tntto dall'est,ero, comincia ad esportare con notevoli successi. M:a se questi furono i risultati che si ottenuaro nel campo industriale, ben disastrose conseguenze si ebbero nella nostra operosità agricola, perchè i proprietari di tel'l'e si addormentarono a tal punto da ottenere persino nna diminuzione di prodotti. Che hanno fatto i . proprietari del Mezzogiorno per migliorare le loro culture i Nulla. E tale inerzia è la negazione dell'efficacia dei dazi protezionisti per l'agricoltura. (La Yitci inte1·- na.dona.le - 20 settembre). Il Congressosocialista, - Dei sei Congressi tenuti sinora cla.i socialisti italiani, l' ultimo cli Roma si p, esenta come il più importante, non gif1 per le discussioni sui principi fondamentali, ma per l'atteggiamento assunto, la compattezza dimostrata, l'indirizzo politico e amministrativo deliberato. Ot'mai il socialismo in Italia occupa un posto tale da richiamare sel'iamente a studiarlo, gli spiriti calmi e ritlessivi, 11011 soliti a pascere sè e gli altri di frasi stereotipate, che potevano servire venti anni fa, ma avvezzi a considerare le conseguenze immediate e remote di un dato avvenimento. Ma, pur riconoscendo tutto ciò, bisogna couvenil'e che il socialismo in Italia non ha ancora saputo liberarsi tla certe puerilità; come nei casi De Marinis e Borciani, nè affrancarsi da certi caratteri chiesastici sommamente antipatici, e rima.ne un partito, al quale uomini che vogliono essere veramente li'beri da qualnnque giogo, non possono appartenere. Come nella questione se si doveva lottare o no per la conqnistt, del Comune l'opportunismo s'impose, cosl pure s'impose nelhi questione della tattica elettornle. Il Congresso dichiarò infatti « la pienci crntononiin delle « organizzazioni collegiali nel contrarre alleanze coi «. partiti dell'Estrema ecc »: mirabile sforzo, e non il solo, per conciliare le necessità della lotta politica con le tendenze intransigenti; ma in sostanza vittoria dell'opportunismo, e dimostrazione evidente che ancora il partito non si sente abbastanza forte per applicare ovunque la massima elementare che un partito deve lottare pel proprio programma e non già confondersi con a~tri, perdendo cosi la propria fisonomia. In ogni modo il Congresso ba dimostrato tutta la vitalit,ì, del partito, e come, pur tenendo conto della ne• cessit:ì, del momento politico, e quindi adattandosi alle esigenze dell'ambiente, esso rimanga avvinto ai canoni fondamentali della lotta di classe e della socializzazione dei mezzi di produzione e cli scambio Dal Congresso il partito esce indubbiamente piì1 forte. E' vano contestarlo e dissimularlo, come sarebbe vano negare che a questo progresso non abbia grandemente cooperato la politica governativa, e prin1a e dopo i fatti del 1898. Nè vi sarebbe da mer:wigliarQ che vi coope - rasse ancora con nuovi errori di azione e di omissione. (Econoinistci di Firenze, - 20 Settembre). La spedizioneal Polo. = La spedizione compiuta dal Duca degli Abruzzi dimostra più cli qualunque altra che, oltre al valore e all'abnegazione di chi si cimenta a tali rischi, influisce grandemente la quantità dei mezzi di cui dispongono gli esploratori. Se si analizzano le narrazioni delle singole imprese che vi sono state sin qui, si può concludere che ognuna cli esse si trovò mancante di qualche cosa necessaria tla impedire la prosecuzione ddlo scopo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==