RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA LRTTERE E SCIENZE SOCIALI CAMPANE DI PASQUA (Osterglocken) 00:M:MEDlA lN UN ATTO DI PAOLO REMER (1). PERSONAGGI: ANNA. LA VECCllIA MARIUCCIA. GIOVANNI (ccmclid<itoal dottomto). IL PASTORE. L'azione si svolge in nna città. nnivcrsit1irfo clcl!a Germania settentrionale. Una soffitta povera e lucente per orùine e nettezza. A sinistra, addossato alla parete, un letto coperto da una coltre rossa e protetto da un crocifisso che ago - nizza, sul muro. A destra un piccolo divano, un tavolo, sedie ed un vecchio armadio. Dappertutto, sul divano, sul tavolo, sulle sedie, coperte bianche, di bucato. La stanza, in fondo, è divisa in due parti, formando un piccolo bugigàttolo, dove alcune sedie, ed una macchini~ da cucire sono illuminate da una grande finestra, il cui davanzale è pieno di fiori variopinti. La finestra ò aperta. Si scorge il campanile di una Chiesa. E dietro il campanile sorge il sole. E' la Domenica di Pasqua. Raggi di sole, e tocchi di campane entran<J per la finestra e tutta la ,,soffitta è piena di luce e cli suono. ..,'\.NNA- (Una delicata, slanciata figura di donna: occhi grandi, viso pallido eù incorniciato in una enorme massa di capelli biondi. Siede accanto alla finestra, lavorando pel corredo di un neonato. Dopo un momento lascia cadere sul grembo il lavoro, e con le mani conserte, gli occhi socchiusi, resta immota, qua-si perduta in quel ma-re di luce e di suono. Da sinistra comparisce la vecchia Mctriuccia. Essa si twanza lentamente: r1J,ssomiglia, al primo sguardo, ad una di quelle streghe, di cui si parla nelle Je,,.,.•ende infantili: ma sul volto di lei, pieno di rughe, ";pleu. dono ùue occhioni buoni intelligenti, nei quali brilla una luce maliziosamente giovanile. . Appena la porta si apre, Anna sussulta, con mano tremante raccoglie il lavoro e tenta di nasconderlo rapidamente). MARIUCCIA- E' la vecchia Mariuccia, Anna. Xon c'è bisogno di nasconder nulla. ANNA (timida) - No... uo .. MARIUCCIA (sempre avvicinandosi) - Lascia vedere, dunque! Dove siamo arrivati'/ (pre-nde dalle mani cli Anna una _camiciola, e la ste11de cii raggi clel sole) Gesummaria ! che tela bella,, che tela finissima! ANNA Credi che andrà bene 'I MARIUCCIA- Sì, ma sì! Tutto sta bene, anche un abito di bambola. (1) Paolo Remer non ha bisogno di essere presentato: il successo di Signora Sole, non è ancora lontano. Campane di ~asqua è un la,·~ro degno del primo, come la giovane Anna e degna sorella d1 Carlotta. Entrambe restano due creature nelle quali la fode brilla sempre, attraverso la notte e la bufera. ~~li~ nuda casett~ di Anna la notte è più triste, la bufera p1u v10l!\nta. Ma il sano concetto ·della vita c'è, e d~lla coscienza incolt:i, della figlia del popolo erompe r&.gg1ante. Il prete, che m nome della religione vorrebbe disseccate le pure sorgenti della vita, raccoglie inver.e colla confessione, la rivelazione dolorosa, ed un!l convinzione superba, secura. L'azione si svolge tra le lacrime, è vero: ma il sole c'è, il sole entra dalla finestra insieme col suono delle campane. E sono campane di Pasqua, campane che annunziano la risurrezione di uomini e co,e, la eterna risurrezione del la vita, e dell'amore! A Paolo 1-lemer, che per la Rivista ha dCritto questo lavoro, la nostra infinita gratitudine. IL TRADUTTORE. ANNA (rinfrancanclosi -nia-nmemo) - Anche un paio di · calze ho pl'Onte. · ~[A1{1UCCI-A Mostrn, su ! ( levando i,i ctlto nn pctio cli cctlze) - Al.i, Gesuwwari1t, c,1lze rosso o con fettucce bianche! Paranno dell'effetto: oh, le piccolo gambe a due colori ! ANNA (se1npre piìi rinfmnccitc,: il sno volto comincict c1 JJCrdere il pctllorc) - E qni, ~farinccia, un piccolo berretto. Ci ho messo dello bande cli velluto celeste, pensavo ... ;\LARIUCCIA (tenenclo fermo nellct mano apcrtci il piccolo berretto, e alleg,·a) - No, no, questo ò a,cldiritturn uuo stato! E' un corn•do per un principe. uu principe in persona! (g1uirda a1norosmncnte il berretto, come se vel'limcntc fosse poggicito snllct piccole, testa di 11n ùiinùo ). ANNA (prorompendo) - Ah, Dio, so io lo ,wessi, ([Ili. trn le mie bntccia ! · ~IAm ucc1A (q1uisi spnventcitci, crollando la tcstci) - Anna,, non ,iosì impaziente. Verr,'t, verr,'t e presto. Ma un bimbo deve essere! ANNA (cirrosscnclo, tiiniclci) - Ah, ì\.[ariuecia, io uon so ... MARIUCCIA-· Un bimbo sarà meglio. Egli potrà stare accanto alla rnad.re. Una rag1tzza uon giova. No, no! La bricconcella più tardi vorrà esser madre. ANNA (serici e triste) - No, buon Dio, nessuna fommina ! Potrebbe aver la sorte cli sua madre .. i\'.IARIUCC1A (seria anche lei) - Daccapo bimba (passandole lei memo, clolcmnentc, trn i capelli). A.una dovrà dunque ... Anna, dovrà. una volta farsi ragionevole la, cosa! ANNA.- Lo voglio anche io, Mariuccia. i\fa torna, torna l'angoscia, sempre! Sedevo sola, uclivo quel suono delle campane, le campane di Pasqua ... MARIUCCIA (giungenclo le incm·i) - Sì, il bel s110uo, ò vero, Anna. Finisco ora il cinquantP.simo anno, e sempre udendo quel suono, mi pare che il buon Dio si ricordi a me. ANNA - ~Ii rendono così triste le campane: il cuore mi si gonfia. Vorrei piangere, piangere ... Pausa. Il suono delle campane cessa ad un tratto. L'eco tremante si sparge per tutta la soffitta. L'ultimo tocco ò come un grido del cuore, dell'anima. Poi silènzio. I raggi del sol<-1inondano la stanza. ANNA (piano, con cmgoscia) - Deve essere un _grave, un grande peccato. MARIUCCIA- Ecchè 1 (stringendo tra le mani -il piccolo conedo) Hai detto 1 (scuoto la testa' No, figlia, no! Che sai tu di peccati 'I Nessuna creatura no sa, ne può sapere, te lo dico io ! Solo il buon Dio, solo lui, sa che cosa sia pecca,to ! ANN.\ - Credi lJhe Egli possa perdonarmi 'I i\!A1uucc1A -- i\fa, sì, A.una. Egli lo de,Te ! Epperciò egli ò il bnon Dio. Se no, Egli sarebbe come gli uomini. Eppoi, tn amasti - bimba. ANNA (pro.fonclainentc) - Lo ho amato molto. (picmo) Lo amo ancora! ;\I.uuucc1A - Vedi, tu 11011 hai fatto nulla di male. E' naturale, e ciò che ò naturale non può dispiacere al nostro Signore. Puoi credermi (con rctpicla clecisione). lfo fatto lo stesso, io ! ANNA (levci la tcstci, q1iasi spcirentcita) - Tu, )[ariuccia. anche tu! ~L11uucc1A (clrfa::cmc1osi) -- Sì, la vecchia l\fariuccia è stata anche essa giovane, .ha avuto anche ess,L lo gua11cie rosse ed il cuore caldo. ?ifa, uo è passaLo tempo! ANNA (con insi8lcn::a riO'ett1wsci) - Racconta, racconta! MA1uucc1.\ - G ,·sù, figlia mia, che dcubo raccontare? Xon crn così delicato come il tuo: un semplice marinaio. Ma gliene volli, del bene, con l'aniu1a, col corpo! E fu un bel tempo, quello ..... fin ohe non andò via ..... ANNA. Anohe egli an<lò via... . MARIUCCIA- Per forza. Ern marinaio, doveva partire con la sna nave. In Australia - mi disse. Dopo un anno sarebbe tornato, cd avremmo celebrato il matrimouio - ·rpausci)· Non ò pitt venuto ..... Ed i.o aspettai, aspettai, fin l'he mi clissero che egli si era sposato, laggiù, con una bella nera, ed' aveva anche dei iìgliuoli. ANNA - E tu, l\fariuccia, Lu 1
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