Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

ll!VISTA POPOLARE Df POLITICA LETTERI!,' E SCJENZJ,,' ::iOClALJ 353 prosperi vigneti e di ville perfettamente sane; si riconobbe che, se i miasmi correvano su pei mari, era, strano che uon colpissero le ua vi dinoauzi alle coste (l ). Infine si cominciarono delle osservazioni e delle csperieoze condotte cou metodo rigoroso. l<'tt provato che nò l'assorbimento delle :tcque palustri, nò l'inoculazione della terra presa nei luoghi più temuti, ]Jro,oc:tvano eccessi. Dopo la rovioa di tutto le ipotesi caduche, si ripresero sn nuove basi lo osservazioni cliuicho o le ricerche microscopiche. luoltre, gli stndii iutrnprcsi al riguardo da un capo all'altro del mondo scieutifico concorsero a mettere in luce dei fatti incontestabili. E' certo ormai, che la mah1ria, non si respira, non si beve e che non è l'aria, nè il vento, nè l'acqua il veicolo do! flagello, nHL un volgarissimo insetto: la dea delhl }'ebbre è una zanzara. IV. Le due osservazioni iniziali su ·cui ripos1t la nuova teoria della malaria non sono state fatte in Italia. Al dottor Laveran, ora profesl!ore alla Scuola di Val-cleGriìce, spetta l'onore incontesta.to cli aver osservato, siu dal 1880 in Algeria, il parassita che con la sua presenza, e, nel sangue umano, la causa diretta e unica delcoucretare la loro azione. Influe le conclusioui a lungo preparate potettero essere formulate con autorità, e nel corso del .IS9D furono pubblicate in una serie cli memorie (1) L'opern degli scienziati italiani era stata precisa,meute uua combinazioue delle due. scoperte del Laverau o elci Ross. I professori ·Gmssi. Bignami, Bastianelli, Colli e Diouisi si erano trovati di accordo uel prov,tre che la malaria si propaga tanto fra, gli uomini· guanto fra gli animali per mezzo di mrn sola zanzara, che è l'Anopheles clcwiger; e avevauo descritto con la più rui □ uta precisione il ciclo di trasformazioni che nel corpo cli questa zanzara compie l'ematozoario della malada umana (2). Il professor Kccl1, l'illustre batteriologista tedesco, aveva, da parto sua, iniziate delle ricerche sui rapporti tra la malaria e le zanzare nell'Africa australe e in uu primo viaggio in Italia. Ritornato a Roma nell'aprile '1899, al momento in cui gli scienziati italiani avevano apportato alla soluzione elci problema i loro contributi decisi vi, provò forse un certo dispetto per essere stato preceduto. Si aprirono delle aspre polemiche su particolari di ordine infimo; si agitò la deplorevole questiono della priorità; e la disputa, avvelenata t.ra gli stessi italiani da gelosie di colleghi, occupò la stampa per alcuni giorni. Se gli scienz i a ti coscienziosi l'infezione palustre. Questo parassita non è un bacillo, ma uu protozoario, che, vivendo da prima a spese Ilei globuli del simgue e spandendosi poi nel siero sanguigno, dopo la distruzione del globulo da esso divorato, produce la febbre e l'anemia (2). Spiegata scientificamente l'esistenza della malattia, restava a spiegare la trasmissione. Il problema, ormai circoscritto, consisteva nel ricercare come « l'ematozoario del Laverau » penetra cl a Il' uomo infetto nell'uomo ancora immune.Molti scienziati che, nell' Europa intera, studiavano il paludismo, e lo stesso Lav,eran, reducidelle patriebattagliee Cariolato che avevano lavorato per la saluto della loro patria hanno potuto allora tollerare di veder l'opera loro sconosciuta e attaccata dagli stessi connazionali, la rivincita per essi non si ò fatta aspettare. La relazione con la guitlo il dottor Ross, al cominciare clell' a n n o 1900, ha reso conto delle osservazioni da lui raccolte nella colonia cli Sierra-Leone, era, punto per punto, una conferma dell'esposizione fatta e pubblicata molti mesi intravidero come possibile la soluzione che oggi si è stabilita come certa. Ma il Prima che ci fossero i milioni di Cariolato. medico inglese Ross determinò peJ'il primo rigorosamente l'agente di trasmissione cli una malattia aualoga alla malaria umana. Studiando nell'India la malaria a cui son soggetti gli uccelli, egli ebbe cura di osservare non solo gli uccelli malati, ma anche le zanzare che li mol<'stavano; e, sotto il microscopio, egli giunse a vedere nel corpo di uua « zaur.ara grigia» crescere e riprodursi con fantastica abbondanza gli ematozoarii speciali che provocavano la malattia. Intanto gli scienziati italiani non se ne erano rimasti inoperosi. Molti di essi, e specialmente il ~Iarchiafava, il Celli, il Golgi, avevano, con le loro ricerche· personali, conformata la scoperta del Lavernn, al tempo iu cui il suo ematozoario, male accolto dagli scienziati che ue vedevano contrariate le loro ipotesi, passava per un mito nella maggior parte dei laboratorii. Gli studii furono promossi e condotti con zelo nelle principali facoltà di medicina e particolarmente a Pavia e a Roma. La materia degli esperimenti era pur troppo abbondante. I febbricitanti si 1iJ:ovavano da por tutto: uou restava che a scegliere tra i soldati, i cautonieri, .i lavoratori della terra. Non occorse cercare a lungo per formare una collc1zione di tutte le zanzare italiane iu una sala dell'ospedale romano di Santo Spirito, che si ohiamen\ )Jet·molto tempo la Camera clelle zan"are. I mellici italiani sta- ,·auo per giungere al termine delle loro ricerche, quaudo la Società per gli studii della mahwia, fondata nel 1898, dette a.i ricercatori isolati il mezzo di intendersi e di (J) 'l'0)UIAS1-CiiuoEL1, Il clima di Roma - Homa 188G. (2) Per i particolari, si veda il 1'raitè clu Paludisme, pubblicato dal professor LAYERAN, nel 1898. prima dai professori Dopo scoperti i milioni cli Grassi e Celli. Infine, il Cariolato. 24 apri le ultimo, i dottori (ARino di Roma) Laveran eBlanchard,nel domandare ali' Accademia di Medicina di Parigi la istituzione di una com missione per il Paludismo, hanno citato come esempio da imitare, insieme con le missioni coloniali tedesche e cou le due scuole inglèsi di medicina tropicale, la Società italiana per gli Studi della ì\lalaria. La storia naturale della rnalaria, quale è stata' luminosamente esposta dal Grassi e dal Celli, ò un esempio notevole delle teorie nuove con cui si spiega la propagazione dei pili terribili contagi.« L'uomo, scrive il Celli, è l'ospite temporaneo e la zanzara l'ospite definitivo dei parassiti della malaria. Questi parassiti compiono nel sangue dell'uomo un ciclo di vita asessnale, meutre nel r.orpo della zanzan, essi compiono il ciclo ili vita sessuale, con cui la specie loro si perpetua all'infnori dell'uomo. Così l'infezione circola per cosi dire dall'uomo alla zanzara e dalla zanzara all'uomo ». Come si ,·ede, l'uomo e 1ft zam:ara hftnno qui la stessa parte rappreseutata dall'uomo e dai parn,~siti di ogni specie nella terribile cndomia che imperversa tra gl' Indiaui e che un ,tmmalato o 1111 parnssita annidato sul corpo di qualche topo giunge a portare fin sulle coste <l'Europa: la storia della malaria è hL storia della peste. Per l'uno r.ome per l'altro cli questi due flagelli, si possono determinare, senza (1) Citel'Òsopra tutto lo studio completo del Celli, professore nell'Università di Roma: IA malaria secondo le nuove ricerche, che è stato ristampato in una seconda edizione il I O gennaio 1900. (2) L'Università di Homa all'Esposizione universale, sezione d'igiene (accanto al Palazzo delle forze militari di terra e di mare) ha inviato, insieme con una ca1-tamurale della mala1·ia, delle fotografie di preparazioni microscopiJhe dell'ematozoario e del!' Anopheles, che costituiscono la parte più importante dell'Esposizione sanitaria italiana.

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