Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SClENZE SOCIALJ ciare clei militi, nelle aperte fauci del mostro. che custodisce la rocca incantata ? Salutare selezione, o necessario olocausto? Ah, ben fatto, dottor Scheel ! Voi dedicate una miserabile pagina del vostro Annuario, a codesti morti. voi al]a vita dirigete la prora del vostro grande uf~ ficio. Voi siete saggio! Voi non inda~ate cause, non parlate ·di eta, voi vi limitate a ciò che il cadaYere può offrire: il sesso. Che tutto resti nell'oscuro e nel silenzio. come nel bosco di Griinewald-. * * Volgete a destra. Ad un traUo Yi troYate in una piccola pianura circondata da alti pini, gendarmi severi contro coloro, che volessero tornare aHa Ma ecco finalmente, che neUa generale· desolazione, una tomba che ha qualche cosa di mondanità. Poca cosa, invero : un libro di marmo aperto. Sulla pagina di sinistra si legge: « Qui ri·posa E. S. nato il 12 maggio 1877 - morto il 12 mac:rgio1897. - Amato - Pianto » Su quella di destra l'ultimo· pensiero del giovane suicida : « La mia precoce tomba è la mia precoce felicità. Perciò, mamma, non mi richiamare. lo vivo ancora, io ti amo ancora » 11). Per quali vie, codesta anima buona e gentile, ùovette giungere alla estrema risoluzione ? .\.fa fra queste, quante tombe secche- ed abbandonate, senza una parola, senza una iniziale. Vigila la capanna nera col suo u-rrico occhio d: vetro, clal quale può scorgersi l'ultimo· suicida, troYato nel bosco, o nel lago: uno sconosci"u-to-i,l quale andrà fra gli sconosciuti. vita. Un piccolo cancello cli legno, alla minima spinta, si apre, sospirando dolorosamente. Nel centro una capanna di legno, dipinta a nero. ,paurosa. raccapricciante Ed intorno tomhe: un po' ,di terra solleYata, a mo' di sarcofago, che la piog• gia ha affondato. Qual- -che croce nera. che si piega s11cliun lato. come se volesse fuggir il luogo doloroso. 'luakl1c data. qualche iniziale. ma nessuno, nessun nome. La grandecavata di sangue E tutti, insieme, giacciono, in quella pianura silenziosa, lontani dalla vita faticosa e rumorosa. C'è quel fumaiuolo insolente, è vero, che nel suo fumo dritto e nero, pare esponga tutta la attività, tutto l'ordine febbrile, che giù nel l'opificio si svolo-e. Qui una corona di -spine, vecchia ed ingiallita, simbolo forse del -dolore elci morto, della passione dei sopra vviventi. Qui, ancora, una tomba coperta di rami cli pino, verdi, e selvaggiamente fieri. Anche essi ingialliranno, e saranno sterpi magri e miserabili. Più in là, fiori freschi: gerani rossi, e rose, innaffiati. E' una mano femminile. Durerà molto? 11 fischio del trenn, però fa tremar le foglie. come se in esse ridestasse la vita. Che importano diecimila, e quinrlicimila suicidi, quando la mortalità diminuisce. la emigrazione si riduce ogni anno, l'agricoltura fiorisce. l'industria fa passi &igantoschi. i delitti ctiminuiscono, la coltura cresce. il traffico si fa enorme? l{cstino, a Sclti.ldhom, codesti morti, senza nome, soli e nel loro silenzio. Su quest'altra tomba sono ancora dei fiori di carta, rattrappiti, come la povera anima del suicida. Dopo nna, cayata di sangue tli questa s1)0cie, la bestia <lonà star zitta per forzn. Anche slamane un treno prese tra le sue ruote llll incauto, un malaccorto, un audace, che volle, che dove! te passare sul binario. Le carni del miserabile furono trascinate. sanguinolenti, sulle rotaie Forse, anche qui, un c:riorno, furono portati fiori freschi. Poi l'amica pensò che il mondo aveva inventati dei fiori che non chiedono acqua e si affrettò a portarne, fabbricati di stoffa, clicarta. Poi non Yenne più. • • Accanto, c'è una tomba doppia: due amici, che, nel medesimo tempo, si tolsero la vita. Quale tragedia, o quale ultima comedia? E codesto altro monticello di terra racchiude ancora il corpo del celebre assassino di Spandau, il quale, per sfuggire il casti&_o degli uomini, affogò nella Sprea i suoi delitti. ::;otto una croce nera, hanno fatto incidere il noto verso di Schiller: la morte purifica. Convinzione pietosa di una YCcchia madre. o morale positiva degli uomini? ( Wa.hrc Jacob di Stuttgart) infuocate. Citi udi il grido del disgraziato? Il treno con un fischio rabbioso, continuò a volare verso la sua méta, verso l'avvenire, verso .la prosperità. Verso la felicità? Io non decido. Spnnòa11, 25 giugno 1900. GIUSEPPE PARATORE. (1) Meio fruhes Grab ist mein fruhes Gliic~. Dri:m Mutter rufe mich oicht zuriick. Ich lebe noch, und hebe d1ch. .Yel prossimo mmiero p11bblicheremo un interessantissimo articolo s1ille Piaghe dell' Istruzione dov1ito ad un egregio ùiseynante clie sa il fatto suo ... e quello degli altri.

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