Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 18 - 30 settembre 1900

.... RIVISPTOAPOLAR DI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI AnnoVI. - N. 18 Abbonamento postale Roma30 Settembre1900 IL PROGRAMDMI ASONNINO All'indomani ùel tlelitto di l\fonza, iu Parla1Uento o fool'i, ci fo 11110 scatenamento pazzesco di caluuuie, di minacce e di propositi brutali contro le falangi democratiche che disonestamente si vollero confondere e comprendere nel!'orbiti~ dell'anarchismo. I reazionari, i vinti umiliati e sconfitti nelle elezion i, le coscienze ayariate che sentivano fii)pressarsi qmtlche cosa ll' insolito che le iwrebbc fatte scompariAl Porticod'Ottavia (I) - Hai cambiato commercio, caro Sonnino? - Si, perchè n,desso è 1111 altro l'articolo che va. - E cho genere tratti 1 - Vendo vecchie forche in disuso, e fa,bbrico cravatte rosse. (Uiorno cli Roma) (l) li Ghetto di Roma. te tlalln, scena; di comnne i ntesn, cercarono la rivincita, e sfruttarono, come disse l'amico Pantauo, l'assassinio commesso da Tiresci. Dei piì1 furiosi assa- , litori della democrazia, quando non si potè dire con sicurezza matematica ch'erano in aperta malafede, non si correvn n,lcnn pericolo di sbagliare affermando che erano di una ignoranza fenomenale. Il delitto si tentò di sfruttarlo, 11011 solo designando nll'oclio pubblico ecl n.lle persecuzioni governath 7 e quanti militano nei partiti popolari, ma ancora assegnando alla lnanifestazione cli dolore e cl'indignazione, che veni va fu.ori dagli animi retti e umani, un significato politico es01·bitante; e, nuovi filosofi del la storia, che ecclissavano Bossuet o Gibbon, Herder o Hegel, dimenticando gl'insegnamenti della storia e della scienza, che dimostrano incontrastabile il continuo divenire, affermarono con tono eroi-comico l'eternitii. cli questa o cli quell'altra istituzione. Povel'i i11b1ecilli ! .l\fa, non ma11carono le voci o gli ammonimenti degli uomini, che non avevano smarrito la ragione. Con maggiore o minore timiditfi - era· facile iu quei primi momenti, anche per 1111 monarchico, passare per sovversi1:o! - da ogni parte d'Italia vennuro spiegazioni ragioneYoli degli :1YVOnimenti. Luigi Lucchini nella sua, Rivista. pcncile, fece una cliagnosi clolorosa, 'che a parte qualche inesattor.za, - ad esempio: quella 'snl Il programmadell'on.Sonnino Sonnino cleptilcilo Sonnino inin-istro - Ecco il mio pro- ... che manterrò scrugramma... polosamoute. (Asino di Roma) partito repttbhlicano pa,rlamentare, prima e dopo le elezioni del 3 giugno 1900, - risponde alla realtà, e indica la via giusta da seguire per guarire dai mali diagnosticati. La sua parola,, però, a, qualctmo potè riuscire_ sospetta. L'antico professore dell'ateneo òologuese n_on milita forse nel gruppo capitanato da Giuseppe ½anardelli, designato dalla reazione di ieri, come un vero sovvvrsivo? Potrei citare molti nomi di uomini politici, non sospettabili cli sovversivismo, e 0he pure non si lasciarono trascinare dalla follia, dalla ubriacatura dinastico-reazionaria, che segul al delitto cliMonza: mi limito a citare questi soli: Ercole Vidari nella Nuow .Antologia del 1° settembre; Prin.10 Levi (XXX) nella Rivista politica e lctterarici del

342 RTVIS1'A POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 15 agosto, seppero mantenersi ne: giusti limiti. Fecero la difesa delle istituzioni, attaccarono i partiti popolari; ma non negarono le colpe e gli errori dei difensori delle istituzioni, sferzarono a sangue - specialmente il secondo - le classi dirigenti, e sopratutto sconsigliarono la reazione come rimedio a quei mali che iu gran parte della reazione souo il frutto maledetto. La maggiore e prn gradita sorpresa ce la serbava la Nuova Antologia del 16 settemhre coll'articolo di Sidney Sonnino: Q1àd a_q1md1w1,? Appnnti di politicci e cli economia, che ba levato, come suol dirsi, il campo a rumore. Ed è rumore grande. Si chiami come si vuole il contennto dell'articolo: recipiscenza, con versione, coufessioni, ecc.; certamente 1100 è ipocrisia o viltà. E si dica pure che nulla contenga di nuovo: che. la diagnosi è conosciuta e sicura, e che i rimedi sono volgari o timidi o incompleti; rua è innegabile che le cose notissime e le proposte non meno note acquist:lllo importanza nuova dall'ora in cui vengono innanzi e dall' uomo che le ripresenta. L'ora è davvero solenne perchè l'alba del nuovo regno può avere grande influenza sull'avvenire, o aggra,- vando le tristi conseguenze (lei passato o avviando a vita diversa e migliore. L'uomo non è comune: ha molti difetti, ha commesso errori gravi, si può anche concedere che goda di una riputazione superiore al suo valore intrinseco; ma tutto questo nella politica positiva non conta o conta pochissimo. Sonnino è quello che è; ed è un uomo che può esercitare, come ha esercitato, una grande influenza sulla nostra vita uubblica. Sinora l'ha esercitata male 1 Ebbene, augnriamoci che nell'avvenire la eserciti heue, e che faccia diment.icare il suo passato recente, ritornando l'uomo dei Contaclini ili Sicilia della Rassegna setti1nannle. 11 coraggio e l'energia, per fare ciò non gli manca. Ma ci sono gli addentellati per questa speranza uel Q1iid agendmn ? Vediamo. * * * La diagnosi dei mali di cui soffre l'Italia è incompleta_; ma nella parte t.ratta.ta è esatta. Non l'ha espo• st,a diversamente, sulle orme degli uomini più autornvoli e delle più reputate effemericli, la Rivista Popolcire e nop l'ho riassunta in altro modo nell'Italia net 1898: e in altre recenti pubblicazioni. Sidney Sonnino, come un qualunque sovversivo riconosce esplicitamente quanto .appresso: il .paese 'è amrnalato politicamente e mora.huente; il malcoJJtento cresce e la disaffezione verso lo Stato è rrenernle anche nei fu11r,ionari che ne dipendono; l'~mmiuistrazione della giustizia ò senza prestigio ed è caduta in basso tanto la civile quanto la penale; i maestri stanno male dal lato economico e worale, e la Scuola non educa; i rapporti tra capitale e lavoro sono iniqui, e lo Stato spesso iuterdene peggiorandoli a danno del lavoro; l'emigrazione ha bisogno di essere protetta; è necessario ed urgente migliorare la condizione dei lavoratori, specialmente di quelli della terra che non hanno modo d'inteudersi, di associarsi di di~ fendersi ecc. ' Il quadro non pecca di esagerazione; sarebbe più ".e~·o e completo se acc~nto alla malattia morale e politica avesse fatto menz10ne di q nella economica. Non lo poteva: ciò contraddice al suo ottimismo sulla potenzialità economica dellit nazione, che alla sua, volta si ripercuote sulle sue vedute finanziarie. ' Ma i rimecli 1 Ecco il punto. Non bast,a riconoscere l'urgente necessità del risanamento politico e morale: b)s~gna indicare i mezzi efficaci, pratici e alquanto rap1d1. Si prova ad in<licarli l'on. Sonnino senza pretendere di dare fondo alla vastissima trattazione. In quanto all'a,mministrazione della giustizia se ne rimette all'ou. Gianturco. l\fa uon sarebbe stato male accennare che il problema oltre il lato tecnico - in cui può legittiruamente dichiarare la propria incompeteuza - ed economico - su cui un ex ministro del tesoro deve saperne qualche cosa - c'è quello politico: l'a11:torità della. magistratura. sarà rialzata quando non a s1 vorrà dcd1ca,t.a alla caccia dei politici o dei giornali sovversivi ; e quando dai giudici si vorranno sentenze e non servizi, come non li voleva Eula e come li prete,1deva, confessa,ndolo, Calenda de 'J'avani. Tutto ciò che rileverà la condizione degli insegnanti ser,irà rt rendere più efficace e piì1 educativa la scuola: di accordo. Di ciò dovrebbe ricordarsi il Ministro del Tesoro. E Sonnino vede giusto nella convenienza ammessa cli passare allo Stato l'istruzione element,tre; ma ha torto nell'astenersi dal propugnare l'importante riforma. I liberisti che la corubatterebbero alla Camera si conterebbero sulla punta delle clit.a; i partigiani convinti - e non sono pochi - la caldeggerebbero ; la massa dei servi del ministerialismo ubbidirebbe. Il Mezzogiorno, poi, gli sarà grato, se agirà in guisa da farlo più eqtrnwente partecipare alla distribuzione dei meschini sussidii. Ciò che egli dice per gli eniigrciti 110n basta per gli e1nigranti Utilissimo dilfondere le scuole italiane all'estero (l ) (I regolare meglio la questione grave della naturalizzazione; ma occorre dell'altro per proteggere gli emigranti contro l'iugordigirt dei mercitnti di schiavi bianchi, e pM avviarli bene nei paesi d'immigrazione. Jfa dello mende il disegno di legge Pantano-Luzzatti sull'emigra,zione? Ebbene discutiamolo e miglioriamolo. Sonnino dice che questa ò una dello prùne leggi che si dovrebbe discutere alla riapertura, della.Camera. Giusto. In questa nrgenza riconosciuta sta la condanna dei suoi amici che in luglio ricorsero all'ostruzionismo, tanto combattuto nell'Estrema, per non discuterla, facendo anche sospettare che vi fosse lo zampino del capitalismo e degli alfaristi. L'ex ministro del Tesoro, che non parlò di malattia economica, ,,, intrattie11e però di rimedi economici. Vede l'importanza della prossima scadenza dei trattati di commercio coli' Austria, colla Gertnan ia e colla Svizzera (190a) e delle convenzioni ferrovia.rie (1905). Ha ragione consigliando di decampare alquanto dal protezionismo industriale per non aggravare i mali dell'agricoltura, ed è bene anche che si conti sul ribasso delle tariffe ferroviarie (e marittime, aggiungo io) onde temperare le conseguenze della lotta doganale che ai nostri prodotti fanno e faranno gli altri Stati. Ma, nou è opportuno il suo silenzio sul regime da preferire in quanto all'ordinamento ferroviario. Certo è pessima la prova fatta dall'attmtle: bisogna, adunque, scegliere tra l'esercizio di Stato a quello privato. Per quale dei due sta l'on. Sonnino 'I Egli non può ignorare che delle tariffe ferroviarie non potrà giovarsi, come cli arma uella lotta doganale, quau<lo le ferrovie saranno in mano delle Società private; nè potrà maneggiarle alla Baross, all'Ungherese, adottitndo la tariffa a 7,one per temperare le sperequazioni geogrntìcl1e, se le ferrovie non sai-anno esercitate dallo Stato. Omissione ancora piì1 minacciosa è quella relativa all'ordinamento <lell'esercito e alla politica estera. Indica che l'antico collega di Crispi persiste nella megalomania l Avrebbe fatto bene, an-ebbe agito più lealmente, 1!' fa,rlo conoscere. Non può a lui sfuggire, però, che molti buoni propositi sfnmauo, per forza, persistendo nella megalomani,t: l'esercito mangerebbe tutto, rosicchierebbe in tutti gli altri bilanci, che avreul>ero bisogno di essere riuvigoriti se si dovessero adottare le riforme da lui proposte. Nè per giustificare il silenzio sulle s1Jese militari può bastare la negata nrgenza delht riforma tributaria -: negazione che lo indusse sictu·arnente a non accorgersi della malattia economica della nazione. - Rimanendo le cose come staDno il mitlcontento avvertito e deplorato crescerà fatalmente. In fatto di riforma tributaria, per parte mia ripeto ci? che dissi nel Problemci fi:nanziario: la vera e grande nforma per ora è quella cli diminuire l'aliquota delle imposte e sottrarre a certe imposte i contribuenti miserissimi, In fatto di finanza, poi, non bisogna dimenticare il circolo vizioso in cui oi dibattiamo: la finanza non è solida perchè non è bene fondata; alla riforma non si può procedere perchè la finanza non è solida! Ma <fa questo orecchio Sidney Sonnino non può sentire: ogni riforma tributaria, ogui diminuzione d'imposte pre- (1) Un recente Bollettino del Ministero degli Esteri porta la statistica delle scuole e degli scolari italiani all'estero. Fa vergogna l'eseguità del numero!

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCTENZE SOCIALI 343 suppone la diminuzione delle spese. Ma qual'è il servizio civile, che può sopportarla, se tutti quanti hanno bisogno cli un aumento dei rispettivi bilanci, Uu accenno solo alla riforma tributaria c'è, ma per soli corpi locali: e non è sbagliato. Vuole che si ponga un freno alla tassazione del pane e delle farine; ma gli sembra imprudente una misura radicale come quella proposte"' dall'on. Carcano nel 1898 Vuole eziandio che si ponga un freno alla dison\lstà o all'inettitudine dei :\1.unicipi, che alienano o vincolano per lunga serie di anni il patrimonio collettivo e i servizi pubblici più interessanti a compagnie ingorde. La botta va, diritta ai suoi ~miei della Concent1·azionemonarcliiw cli Palermo. A Sidney Sonnino doveva riuscire facile intrattenersi delle riforme sociali; su questo terreno ha buoni prececleuti: quelli dell,~ inchiesta sui contadini in Sicilia e della fondazione della Rassegna settinicinale. Delle quistioni sociali lumeggia il predominio odierno e si· può consentire con lui, anche lasciando correre l'ombra che vorrebbe gettare su ciò che riguarda la pura democrazia, quasi che possa ammettersi sul serio il di 1·orzio tra politica ecl economia. Egli si accorge già << che incliviclualismo e collettivismo sono principi entrambi necessari e prodotto di una Inghilterra,India,e China John Bull (ai Chinesi): Guardate la felicità di questi Indiani,e venite con me. Io vi preparo un simileavvenire. (Simplicissiinus cli Monaco) evoluzione secolare; che Stato e Comune si socializzano ogni giorno più, quasi senza accorgersene". Alla buonora! }'orse la fiducia che egli palesa nella cooperazione e nelle compartecipazione ai profitti è sovl:'rchia; forse esagera i mali dei tnists, quali sono attualmente, e l'efficacia che accorda alla pri11m per com batterli. Pure giova lasciarlo nella relati va illusione; infatti non saranno pochi i servigi che all'umanitii. potrà rendere la cooperazione; e bisogna incoraggiarlo· nel desiderio della riforma del contratto cli locazione d'opera nelle sue nuove e svariate forme industriali di salario e di cottimo. e nell'altro della riforma dei contratti agrari a base fe<lerale, cioè coll'assenza della bestiale uniformità legislativa italiana. Non c'è una parola sulla colonizzazione interna. Il silenzio cleriva dalla coscienza che nulla si può fare in proposito senza i molti milioni che lo Stato non ha 1 Se così fosse bisognerebbe lodarlo dall'essersi astenuto da .una promessa che si riduce ad una canzonatura volgare. Bisogna invece esplicitamente biasimarlo per altro motivo. Egli protesta contro l'iniquo intervento dello Stato nelle lotte tra capitale e lavoro, e pare che abbia avuto in vista, ciò facendo, la scelleratezza commessa dallo Stato mallllaudo i soldati a raccogliere il riso cli i'\Iolinella o a mungere le vacche di Cremona. Però vuole proibito lo sciopero in alcuni servizi pubblici : ferrovie, poste, telegrafi, illumiuazione. E per chè non pel servizio della panificazione, dell'acqua ecc.~ Con ciò si ritorna alla, odiosa militarizzazione, alla schiavitù larvata, Si potrebbe concedere che lo sciopero venga proibito - e sarebbe sempre enorme cosa - nei servizi, cui presiede lo Stato; ma proibire lo sciopero quando il servizio è in mano clelle compagnie è una tirannia ·senza pari esercitata a benefizio. esclusivo dei privati, dei capitalisti. Scioperarono i fpolicemens e i ferrovieri e gl' impiegati del gaz in Inghilterra, in Isvizzera, negli Stati Uniti, e il mondo non cascò, ed un poco più di giust,izia venne fatta a coloro, ehe la meritavano. Del resto se lo sciopero si vuole proibirlo, c'è una forma civile e moderna cla adOJ)erare: l'organizzazione dell'arbitrnto obbligatorio come l'ha stabilito la Nuova Zelanda. La militarizzazione come la proposero Di Ruclinì e Pelloux e com.e la ripropone Sonnino sarebbe il ritorno alla barbarie, alla servitù m~dioevale. Un tasto doveva riusl}ire doloroso al rappresentante per San Casciano: quello puramente politico. Su questo terreno egli è triRtamente pregiudicato dalla complicità con Crispi, dalla parte rappresentata nella presentazione e difesa dei provvedimenti politici, nella votazione del regolamento-capestro del 3 aprile 190). Ma egli ha preso una virile determinazione : ha rinnegato il passato. Partenzaper.ila China La nonna: I<.c: he vai a fare da quei massacratori V Il soldato: Andiamo a fare come loro. ( Cri cli Parigi) L'uomo mi fa credere che egli abbia ciò fatto con sincerità, e bisogna dichiararsene contenti - sia oppur no la determinazione il prodotto della lezione delle cose. Se questa ha giovato ai socialisti; perchè non deve ammettersi che sia stata, salutare anche per gli altri 1 Già è un buon sintomo il vederlo amareggiato dai « nomignoli odiosi ,, - forcàioli - coi quali lui e i suoi amici vengono clesignati; ciò farebbe sperare che egli si libererà da tutti i Cambray e da tutti i Digny che della forca furono gli a,pologisti; nè è dà tenersi in minor conto la dichiarata avver;;ioue per la conciliazione col Vaticano. Si spera solo che questa non sia la nota del n1omento, e che sarebbe poco spontanea perchè suggerita da quella celebre dell'Osse1·vatore Romano. Più esplicitamente dichiara che ~ i conservatori Ji. « berali non aspirano ad alcuna rC'azione...; che c'è la " necessità cli rinvigorire lo Stato, nel quale tutti de- << vono ravvisare la migliore guarentigia della giustizia .a civile e dell'ordine sociale, un organismo atto a tu- «. t.elare il raggiungimento delle più elevate idealità cli « patriottismo, di fecle, di libertà morale (1) e di pro- « grosso umano .. Che fiwri della libertà no·n vi è pro- " gresso dtwaturo e normale, perchè senza di essa intri- <r stisce ogni virtù, e che accanto ad essa conviene svi• « luppare in tutti il senso della responsabilità ... » In ciò possono anche convenire repubblicani e socialisti. I quali saranno pure di accordo con lui nel volere sbandito lo scetticismo, e nel far sl che la politica in ltalia clivcnti sinonimo di moralità,, di sincerità, cli onestà, di fede e di volontà,... tutta roba che nei nostri politici sinora non c'è stata,

344 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE F, SC!ENZF: SOCIALI Ma come raggiungere tutte queste altissime finalità 1 Sonnino entrn nella vecchia rettorica ed iu voca l'uuioue, lo sbandimento dei risentimenti personali e delle passioni politiche - invoca la famosa tregua di Dio - e spera nella ... stabilità dei ministe;'i. C'è da augurarsi, quindi che egli e i suol lascino vi,0 ere l'on. Saracco, ,tlmeuo quanto durarono gli altri ministuri sotto il regno di Umberto I: un buon itnnetto. In quanto, poi, alla illusione sua di avere prnposto riforme sulle guaii ci possa. essere l'adesione di tutti gli uomini e di tutti i partiti costituzionali, essa 11011 è che una illusione; e non può essere che tale se non dovranno esulare da Montecitorio la, sinoerità, la moralità eco. Il dissenso si manifesterà sn di ogni minimo particolare. L'armonia è prodotto artificioso dove ci sono servitori che ubbidiscono pur di racoogliern le briciole del potere e non uomini che pensano, sentono e parlano liberamente. Con questa armonia àrtificiosa che riesce alle maggioranze schiaC<lianti, ci saranno le crisi extraparlamentari e la deplorata instabilità ùe ministeri, che non si deve, in Italia, ai voti delle due Camere. Ma l'intento supremo, il bene i\el paese, si può conseguire, purchè col consenso e l'armonia ci siano (]ueste due sole cose: il rispetto delle leggi e il retto funzionamento del regime rappresentativo. Si adopererà Sidney Sonnino a raggiungerle? :-ìon dispero per parte mia. Troppo in basso egli scenderebbe se presto coi fatti smentisse le promesse ; e<legli non è volgare. Se le promesse mantenesse ci sarel>be da dichiararsene soddisfatti ; poichè del peccatore, nnehe ·se questo sia il nostro acerrimo avversario, 11oi dobbiamo volere non la morte, ma il ravvedimento. · Dottor NAPOLEONE CoLAJA:-1N1 Deputato al Parlamento. Dopo scritto questo articolo sono venuti il discorsoSacchi e l'articolo dell'on. Giolitti. li dissenso paniale col primo i lettori della Rivista lo conoscono. Egli è vittima rli una illu- ~ione: crede che le condizioni<l'Italiasiano identichea quelle delrloghilterra. Se lo fossero non esiterei a dichiararmene soddisfatto. In quanto all'articolo dell'on. Giolitti avrò occasione d'intrattenermene un'altra volt.a. Ilnartsiotocialista inI lia B inIn~hiltorra I socialisti italiani si sono rallegrati vivamente per l'esito del loro sesto Congresso nazionale tenutosi all'Eldorado e di cui abbiamo dato un resoconto imparziale, assolutamente obiettivo. Si temevano aspre discussioni non solo ; ma anche delle scissure. Furono evitate le une e le altre. In verità ci sarebbe stato da dubitare del famoso buon senso italiano se l'intransigenza propugnata da E. Ferri avesse avuto di nuovo il sopravvento : lo sviluppo del partito negli ultimi tempi, e i risultati delle elezioni generali di questo anno ben altro consigliavano. E che l'i~transigenza ~ia stata b3:ttuta, oltre che dalla magg10ranza non piccola che s1 ebbe sull'ordine del giorno Treves, risulta dall'entrefilet dell'Avanti! (15 settembre) in cui rammenta piuttosto aspramente il fatto al Bonavita, che in un giornale parigino lo aveva svisato. . . Ciò che noi avevamo notato sul programma mllumo· - il quale faceva presagire la fisonomia del Congresso - è stato ripetuto su per giù da altri ·giornali. Cosi l'organo dei mazziniani intransigenti -La terza Italia - avverte che nel Congresso socialista nulla fu discusso che non avesse potuto esserlo in un Congresso repubblicano. Ciò è vero, e non comprendiamo perché gli amici del Giornale del Popolo si mostrino alquanto imbronciati per le reticenze del Treves, suggeritegli dall'ossequio dovuto al Fisco, in quanto alle forme ~olitiche .. Ma que(le reticenze non s'impongono a tutti nella libera Itaha ? La ragione addotta dall'Avanti! - cui venne fatta una meritata ovazione in risposta agli attacchi cui era stato fatto segno - del contegno e della. moderazione del Congresso rende l'accaduto più significante. « Il partito socialista italiano, esso scrisse all'indomani delle riunioni dell'Eldorado, come i suoi fratelli di oltr'Alpe, ha temperalo certe concezioni nun risponden!i alta sperimentata verità storica. Ammette le riforme per elevare il proletariato; accetta le alleanze per conseguire le riforme. Niente di più logico e di più naturale - rispondente a quello che il belga A. Devinne ha adoperato nell'ordine del ~iorno, che presenterà al Congresso internazionale di Parigi - Di questo linguaggio e di questi ristùtati, nessuno più di noi ha diritto di essere lieto ed orgoglioso : è il lin&uaggio che adoperiamo da anni, e che solo il grande galantuomo, il tempo, ha costretto coloro che lo respingevano e lo deridevano ad adottare. Intanto, ad illustrazione, che sembrera paraùos-, sale, dei progressi del partito socialista in Italia noi vogliamo far conoscere agli amici nostri ciò che Edoardo Bernstein scrive sul partito socialista che ... non ci è in Inghilterra. Avvertiamo - e dovrebbe essere superfluo l'avvertimento per persone intelligenti - che in Inghilterra col grande sviluppo industriale, che servì a Marx per formulare le sue teorie, e colla coltura dei suoi lavoratori vi sono tutte le condizioni che si ritengono necessarie per lo sviluppo del socialismo; mentre tali condizioni sono appena abbozzate in Italia. Eppure il partito socialista é enormemente più sviluppato al di qua delle Alpi che al di là della Manica I D'onde la strana, ma innegabile contraddizione, che da sola basterebbe ad imporre prudenza ai fabbricatori di teorie ? È (!,iò che ci fa sapere il Bernstcin in questo articolo che riassumiamo dalla Zeit (8 settembre), e che dovrebbe essere meditato seriamente dagli uomini di Stato d'Italia, se essi fossero veramente conservatori intelligenti e preveggenti. La Riois(a. Dei lavorato1.•i ing·lesi (VO)[ ENGL!SCHEN ,U:BElTER) Engels mi dioeva nel 1895: " mi sono convinto clic i Javorat.ori inglesi non possono affatto fare andare in malora l'economia capitalistica, ma che essi sono· intenti a crearsi la migliore posizione possibile sotto di essa., I ùue rami della democraziti socialo inglese infatti hanno confessato• cl1e dopo IG anni di esistonza uon hanno conquistato cho 22,000 aderenti veri. E forse il computo è· troppo ottimista, dovrel>be ridursi a 9,000. Calcolo, però, che oltre un milione d'iudi vidui saranno stati penetrati dalla propaganda socialista. Si capisce che c'è um1 grande differenza tra il di~ chiarare accettabile un'idea, e mostrare in qualunque modo il rispetto per la medesima., e l'esserne interamente compenetrati e agire in direzione della medesima. Se tra i lavoratori inglesi vi sono solo pochi socialisti militanti, sono del pari poohiissimi coloro che negano il loro ,~pplauso ad un discorso socialista. Credo fermamente inoltre che vi sono pocld lavoratori inglesi, i quali siano con vinti sostenitori della teoria che suppone neooss~rio il sistema capitalistioo, e poohi quelli che por la sua difesa - se ne vedessero la necessitù, - prenderol>bero uDn scalmana. Ma sono altrettanto pochi (JUOlli poi quali il socialismo è un ideale custodito con religioso fervore, allii, cui realizzazione credono in un tempo non remotissimo. Ciò che impressiona chi s'intrattiene coi lavoratori inglesi è la loro scarsa fìducia nella. praticabilità del socialismo. Riconoscendo che nel socialismo c'è molto di buono,

RIVISTA POPOLARE Dl POLlTlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALl 345 i htvornLori inglesi se ne Lengono louLani, porchè lo giudicano uu sogno da millenari per la cui realizzazione non esiste una vici recite (royal road) che ,i conduca. Intanto non si creda ohe il socialismo inglese non abbia ,wuto e nou abbifL ancora sostenitori eltJvati cl.te hanno raggiunto un'alta posizione nella soiernm, nell'arte, nella letteratura, nell'amministrazione. llasti ricordare che Sidney Olidor; impiegato uell'uffioio delle 1.1olonieinglesi e mandato ad org,mizzare le finanze della Giamma.ica, ohe Olivier Lodge, il noto fisico, e nuovo di rettore dell'Università di 13irminghmn, ohe ,Valter Crane, già direttore della scuola superiore di Bello Arti, sono soci,Llisti. Pari menti i propagandisti socialisti inglesi i;ion possono essere snperat,i. Se i ht\'oratori inglesi sentissero un vi,·o bisogno di un forte partito socialista, ossi potrebbero averlo. I quadri vi souo, o non vi è clefìoionza di ufficiali. Mancano i soldati. Come spiegare questa mancanza 1 Forse uou si sente il bisogno della cosa 1 Senza toner conto dei giudizi giudizio, lo fo riteuere corue esattissimo. Statistiche dei salari, statistiche dei prezzi e del consumo, dei mezzi di sussistenza do! popolo, dati sulla mortalità, sui delitti, sul panperismo, tutto contribuisce a dimostrare il miglioramento della condizione dei lavoratori da quolla ohe la storia ci dimostra che era nella prima metà del secolo. Certamente non mancano i punti neri - e non piccoli - ; non li nega lo stesso Nostitz: il quale ammette cho molto si può migliorare ancora, e in un tempo relativamente pili breve cli quello impiegato sinora. E di fronte a questi punti neri sorge sempre la domanda: perchè manca in Inghilterra un partito socialista? Sono forse tali i lavoratori inglesi da non comprendere che la, loro condizione in molti punti ha bisogno cli essere migliora.ta ed è suscettibile di miglioramento? Ecco la risposta. Non manca agli operai inglesi la coscienza della possibilità di migliorare; ciò che manca è la fichlCia nell'azione della democrazia sociale. L'esperienza <li tre generazioni di lotte politiche ha reso la massa I volontariper la China Il Capitano (cii soldciti;: Chi non vuole venire con me in China faccia due passi indietro? Il Sergente (dietro lafilci: Voglio veclere io, ohi. sarà l,Lcarogna ohe si azzarderà a fare due p_assiindietro! parziali e interessati dogli agenti dei partiti borghesi, so ue hanno altri cli ilh1stri ed obietti vi cultori della economia sociale, i quali dàuuo la oluave del movimento operaio inglese. Essi hanno constatato che i miglioramenti av\·euuti nella condizione dei lavoratori inglesi f\ono stati tanto considerevoli di fronte alla passata lorn condizione, ohe ossi non ritengono necessario l'inter'vento tli un particolare partito democratico o sociale, come indispensabile per ottenere ulto:iriori miglioramenti nel-· l'avvenire. Una tale conclusione si trae cfa una grande opera compar~a tostè sulla 001Hliziono:idei lavoratori inglesi, il cui titolo ò questo: Das .À.ttSleigendes Arbeilerstcinclcsin Englcmcl. J·JinBeitrng ~ur socialen Geschichte der Cer1enwcirt e n'è au ture t111alto funzionario sassone, Jians \'On Rosti tz, oonsigli1.1rodi legazione. Quest'opera colossale supera, per la serietà e poi· la imparzialità e la copia e l'es,ittezza dei dati e ileIle notizie, qnella di Sohn lze• Giivernitz, (Ziwi Socia/on Erieden), ohe 1mre fece tanto profoucfa impress.ione. Economisti o sociologi devono convenire nella giustezza del gi11dizio t1i Nostitz, ch'è pure quello dello 8chttlzo-Giivemitz: (( Chi getta lo sgnardo sullo sviluppo « sociale dell'Inghilterra nel secolo XIX si con vince ohe « il tratto essenziale del medesimo ò l'ascensione dello << stato dei Javorntori. » 11 1uat,eriale sn cui è foncl;i.toil ( Wahre Jacob di Stuttgart) dei hworatori scettica verso le proposte teoriche. « Da noi non si fanno riforme, ma rivoluzioni i. diceva un giorno a Cobden, Napoleone 3° r!J,ttristato clall' opposizione ohe Thiers faceva al libero scambio. In Inghilterra invece cla due secoli si fauno riforme. E le riforme pii1 rivoluzionarie e pi11 ardite furono anche fatte col si• stema elettorale ristrettissimo : nella legislazione, nell'amministrazione e nella stessa organizzazione dei partiti. D'on.Je la prodigiosa forza o resistenza cli entrambi i partiti. Con tntti i loro difetti e con tutta la parte d'impegni non mantenuti, essi clw·cmte il loro governo hmmo semvre jatto alcirne riforme ed hanno reali.:zato una vcirto delle promesse fcitte nei periodi elettorali. Gli eletto1·i izitincli, vivono sictiri cli loro: e in ciò sta la grande difficoltà di indurli a volgersi ad un n11.ovo partito, che non può ancora dare tale sicurtà. In questa difficoltà si sono, sinora infran1,i tutti gli sforzi della democrazia sociale per divenire nn partito politico. La difficoltà verrà rimossa quando gli operai inglesi avranno visto una forte rappresentanza parlamentare della· democrazia sociale. Nè questo è un circolo. vizioso in cui si debbano sgretolare le sue forze. La cosa non è cattiva. Si tratta soltanto di liberarla da un certo dqttrinarismo, che ha impedite sinora alle sue forze di trovare la leva in una azione uuit,Lria, nella quale sono deboli i suoi

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI oppositori. Occorre un programma pratico e circoscritto a pochi determinati punti, sopra riforme opportune relative al benessere delle masse. Quasi tutti i socialisti inglesi sentono questo bisogno, e non mancano coloro che si sforzano di trovarlo. Ma ancora non sono riusciti ad assicurare una lunga vita agli sbozzi relativi. Ma sino a tanto che a ciò non si riesca, sino a tanto che non sarà superato il periodo dei tentativi indeterminati, ò vano sperare di vedere un grande numero di deputati socialisti nel parlamento inglese, non ostante la dissoluzione del partito liberale. Il lavoratore inglese meno ehe il lavoratore cli ogni altro paese soggetto al regime capitalista, crede alla possibilità di vederlo rimosso in breve tempo. Invece gli sembrano impossibilisticl10 tutte le propo~te che vengono fuori da un tale ordine d' idee. Questa, e non l'amore o l'ammirazione per la present,:i organizzazione industriale, è la causa che lo induce a considerare tutti i progetti intesi a trasformare la sua esistenza come speculazioni astratte o immaginarie verso il millennio. EDOARDO BERNSTEIN. LaCina ~ laIliDlomazia EuroD~a (!) I Il mondo va verso l'Oriente ! La frase eh V. I-Ingo oggi ha un senso assai piì1 largo ed esteso. Iu Oriente si trovano alle prese duo civiltà; da ciò il conflitto fatale. L'ideale umano, come l'acqua, cerca di livellarsi ; tende a realizzarsi in tutte lo parti del mondo, se non nello stesso modo, almeno collo stesso 111et-0do.La verità cliviene una in tutto il mondo a misurn che la civiltà diventa scientifica. La gnerra, fenomeno che richiama maggiormente l'attenzione pubblica, si disse che aprì le porte della Cina; ma ciò non è vero. Prima della guerra inglese dell'oppio, le iclee europee vi erano penetrate. L'esplosione dei Taiping nel 1848 lo prova,: essi ei:ano mossi dal bisogno di eguaglianza. La penetrazione delle idee nuove avviene in ragione inversa della massa; perciò avviene p!Ìt rapida nel Giappone che in Cina ; e la forma iusulare rende il Giappone pii't accessibile. Ma se la teudenza normale al livellamento delle ci vilti't è la causa gen<'rale e profonda del conflitto, si deve aggiungere che l'avidità industriale dP.ll'Europa u'è stata la causa prossima. e diretta .. L'Europa vuole guadagnare un grande mercato in Cina; e al tempo stesso vuole esportare tut.ti gli aspiranti acl impieghi che non trovano più collocamento in casa loro. Certamente sono orribili i massacri cli Pekino ; ma i massacrati potrebbero dimostrare che erano amici dei cinesi 1 L'imprudenza provocatrice dei missionari ha contribuito ad eccitare i Celesti, che sono la gente pitt tollerante del mondo. I missionari hanno esercit.ato una strana azione : non coutenti cli predicare le loro credenze, ciò ch'è nel loro diritto, intervengono negli affari del commercio, della finanza, della politica. Come cristiani essi aspirano alla corona del martirio ; come Inglesi, Francesi, :/.'eàeschi domandano vendetta per la minima offesa, e minacciano <li fare punire con un colpo cli cannone ogni colpo di pietra che Yiene loro tirato. Contraddicono, così, il Vangelo che predicano, e agli occhi degli indigeni si trasformano in clinvoli strani~ri. Il moclo come avvengono le conversioni contribuisce a discreditare missionari e cristianesimo. Le con versioni non avvengono spontanee ·da uomo ad uomo ; ma sono il prodotto della compra dei fanciulli iu tempi di fame ( 1) I nostri lettori avranno osservato, forse con sorpresa, che la Rivista, ti-a le prime ad intraltenersi del problema ~inese con speciale ampiezza, non ha fatto sr.ntire la sua parola mentre si svolge rapido il dramma di Pekino. Ciò deriva perchè non ha bisogno di parlare essa quando parlano gli avvenimenti, e le pt·incipali riviste del mondo le danno piena ragione. Più tardi farà sentire la sua voce. Oggi intanto pre- ~enta, alquanto ridotto e liberamente tradotto, questo stupendo e profondo articolo del più grande geografo vivente che togliamo dall'llurn.anité Nouvelle del settembre. (N. d. R.). e cli epidemia. Ciò viene praticato principalmente dai cattolici, che hanno così 500,000 aderenti ritenuti stranieri dai cinesi. I costruttori cli ferrovie, tli telegrafi, ecc., che furono chiamati pionieri della civiltà-, hanno aggravato il risentimento. Essi invece di studiare i costumi, le tradizioni e i bisogni locali sono andati da padroni disprezzando orgogliosamente tutto e tutti. Essi che in Europa cercano conciliare gl'interessi in conflitto tra, comuni e proprietarii, in Cina hanno creduto di potero calpestare tutti gl'interessi legittimi. Non hanno rispettato che la famiglia imperiale: presso Moukden hanno fatto un giro di 40 chih,metri per evitare la profanazione delle tombe della dinastia. Gli europei, nei porti a loro aperti, trattano i cinesi con supremo disprezzo: alc,mi capitani cli vapore hanno tagliato in mezzo barche cinesi che incontravano nel loro cammino. I gialli per essi non contavano. L'eliniinci;ione clctrviniann vi fu praticata con cruclelt:\ inaudita. Così gl'ingegneri russi fecero fucilare alla spiccia i lavoratori cinesi affetti da malattie contagiose nella co~truzione delle ferrovie della Manciuria; perciò gl'incligeui che non sono convinti della superiorità dei russi li odiano come carnefici. In 11ari modo si sono comportati i tedeschi a Khw-ceu fu questa guisa i 20,000 europei banno accumulato un odio immenso contro di loro, che ha a,vuto per conseguenza l'esplosione e le vittime di Pekino. Questa l'origine clel moto èlei Bo.ters, che non ha avuto camttere nazioualo a cansa delle dissensioni t.ra inanciuri e cinesi, tra principi e priucipi. Perciò il moto è fallito e non potr,\ risorgere se non in seguito a.Ile follie delle potenze. Tntanto ciò ch'ò avvenuto in Cina pro1·a l'insipieuza, della cliplomazia europea. Con ragione si sospetta che .\Iou ravieff si sia su icicla,to perchè a.Ila sua leggerezza - si deve molta pa,rte della situazione attuale in Oriente. Se la, dipl<,mazb~ inglese avesse potuto pl'OV<'(hlre la, resistenza boera, a,vrebbe forse intrapresa la guerrn del Transwaal? Ma, il diritto della forza, ch'è cosa diversa dalla _giustizia e dalla saggezza, nei suoi inizi parve fortunato. L:osl s'iniziò la spartizione del CeleRte Impero colla occupazione di Kiao-Cen, seguita cla quelle della Francia, dell'Iughilterra, della Russia. Oggi tutto è in questione e la diplomazia europea parla cli clisintercsse, di purc~:rt d'inten;ione, quasi it far dimenticare o perdo1,are l'avidità e l'imprevegge11za dei primi anni, su• peraudo nella doppiezza e nella menzogna i cinesi, che sono considerati maestri in tali 111,tlearti. Di fronte alla Cin:\, però, 110n ostaute la preponderanza commerciale clell' Inghilterra, le dllc potenze che sono destinate a rappresentare la parte priucipalo souo quelle limitrofe: la Russia e il Giappone. Perciò ver~o il Giappone si rnostrn ipocritamente ossequiosa la diploma1.ia inglese, dopo a,1·erlo hrutalnlf'nte offeso. per servirsene cotJ1e freno contro la Russia. Russia e Giappone si guardano in cagnesco porchè c'è tm loro nn g1:osso pomo cli discordia: la Corea, sulla quale ciascnua potenza vanta .liritti alla Roberto Macaire L'Inghilterrn per timore delh\ Russia favorisce oggi il Giap11one e dimentica che i giapponesi appartengono alla razza gialla, e che quando si saranno solidamente stabiliti sul continent-e, faranno causa comune colla massa dei cinesi, per richiudere le porte dcli' Oriente. Ciò è logico, perchè ò umano che i giapponesi conservino risentimento contro gli europei che disonestamente im~ pedirono loro di trnrre profitto dalle vittorie del 1895. E la Russia potrà rinunziare all'ambizione di sostituire uno Ozar bianco allo Czar giallo in Pechino 1 E l'Inghilterra, potrà sottrarsi alle pressioni dei snoi banchieri e dei suoi inclu11triali, o la Francia a quella tlei reve• rendi padri ? Guglielmo II, che hi, fattori vi vere Attila, potrà rinunziare ad essere il nuovo flagello cli Dio 1 Ecco l'origine dellfl, politica d'inganni, di diffidenze, di gelosie cui è condannata l'Europa; la quale llal pericolo imminente è costretta fatalmente 1111' unione cli fronte ad un complesso di avvenimenti irnpredsti e imprevedibili. che banno un'importanza mondiale. Si clice,'a che la rivoluzione fra,ncese non ave1·a avuto anniversario alla fine di questo secolo. Eccolo il giubileo, celebrato a Pechino! La riyoluzione francese a,C'va teoricamente proclalllati ·i cliritti àell'uomo, cd oggi tutto il mondo è in rivoluzione perchè i clii'itti dell'uomo non furono rispettati sulle rive del Pei-ho ! Contro questo grande movimento sern brnno vero miserie le arti della diplomazia. Gli ottimisti che credono ora all'onnipotenu1 dogli Sta,ti dopo elio hanno ccssat,o

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 347 di credere nella onnipotenza di Dio, sperano che dagli iw,·enimeuti ciuesi sorgeranno gli St<iti Uniti di Eu,- ropa, e del Gi<tppO'lie ..... Nou ò desiderabile um~ uuione di mti farebbero 11arte despoti come Guglielmo II. Gli Stati Uniti cli Europa devono sorgere, per segnare un progresso, dalla volontà di popoli liberi. Ad ogni modo gli ottimisti s'ingannano. Le potenze resteranno unite per imporro la pace a Pechino; dopo, ciascuna si sforzen\ di faro il danno dell'alleata del rno1ueuto e di tirare l'acqna al proprio mulino Ad ogni mollo, del bene è ,·e1rnto fuori <lai grande dramma ciuese: la Russia, la cui arroganza non a,0 eva piì1 limiti, 11'ò uscitii fiaccata ed umiliata. La Russia possiede tutte le condizioni per dominare e farsi strada in Oriente. Che sarebbe stato se questa potenza senza scrupoli, che ha agito con tanta violenza e disonest:\ nella J\fancimia, in Finlandia, e verso gli Armoni cho fascia sterminare dal Stiltano Rosso; se questa potenza che nei tiu-coroanui, noi kirghisi, nei rnongoli, lm come soldati una mciteria mnana incomparabile ed ha, ancho lo carezze di una repubblica elio si credo alla testa delle ci vilt:ì,; cbe snrebbo stato della civilt,'L europea se la Russia avesse continuata incontrastata la s1111, marcia trionfale vorso l'Oriente l ll vero pericolo gic,tlo nou è quello intradsto dagli storici ; osso sorgerebbe il giorno in cni la Russia potesse discipliuare sotto di_sò contro l'Europa i Mongoli, L'ANATOMIA. DELLAMISERIA (t) li Litolo di qutlsto libriccino di Kenworthy, !a cui seconda edizione viene dopo sette anni, e data ~ppena <la un mese, farebbe supporre che si tratti di uno scritto cli propaganda sensazionale, in cui vengano squadernate tutte le miserie morali e intellettuali dell'umanità, e che dovrebbe riuscire, anche contro il desiderio dell'autore, ad inspirare se non a consigliare la violenza. Nulla di tutto ciò. Se, del resto, della violenza vi fosse traccia in questa Anatomia della miseria, il volumetto non sarebbe presentato da una lettera di Tolstoi datala da Yasnaya Polyana (2 giugno 1000), nella quale si dice che in esso si Lrova una guida morale ed uno stimolo al bene. Come riconosce lo stesso Tolstoi, e come promette nel sotto titolo l'autore, si tratta di una serie di letture, dedicate ai più importanti problemi dell'economia, trattate in modo semplice e piano e che contengono in poche pagine la materia di molli grossi volumi. Cosi il grande romanziere-riformatore russo. E realmente chi legge lo scritlo del Kenworthy Verrà lo Czar? . ~ z. .. - ~- . . - r \ ,,, il,\'~Wll~~t· "' nrJ\t11J1 1 . -. ' Il ministro delle Finanze di Russia: Frant:esi, datomi prima cli tutto clel denaro ... .. _3.!, i Manciuri, i Cinesi. li tentativo è fallito, il pericolo ò scongiumto almeno per molti anni; e il benefico risultato si cleYeai cinesi che hanno mostrato cliesistere e di non essere nmi q1umtité 11égligeable. Certa.mente i Russi tentoranuo la rivincita; ma essi hanno perduto il momento favorevole; nè s11,nìfacile cho lo ritrovino, perclJè lo armate europel' potranno aYere ragione in battaglia dei cinesi ; ma non si potn\ alla lunga trionfare contro una massa cli tre o quattrocento milioni cli uomiui che si risvegliano! Ad ogni modo pare che ci avviciniamo alla finodello vecchie arti della diplomazia europea. Certamente i di11lomatici europei sono esport,i nelle menzogne; ma hanno trovato i loro ma.estri: i cinesi spingono l'art,o delle menzogne sino al gonio. Si afferma spesso che la mentalità o la moralit:\ dolio razze differiscono, e che giammai europei o cinesi s'intenderanno. E' un errore. Il giorno in cui i popoli si sbarazzeranno della men• zogna ufficialo, essi s'inten<loranno o trat,toranno dei loro interessi comuni con rettitudine. E' la meur.ogna che ci divino; è la verità che ci unir1ì. ELISEO H1,cu;s. Cl.ii speùisce Lire Quindici alla nostra Amministrazione, ricc\"Orà, franca di porto, uua _collezione compleui della Rivista Popola1•e (1893-96) diretia da Antonio Fratti. .... la festa verrà poi. (](ikeriki cli Vienna) resta ammirato della chiarezza, della semplicità colla quale vengono esposti e criticati i princrpii fondamentali delle due grandi scuole economiche - quella di Smith e di Mili e l'altra di Owen, di Ruskin e di Marx - e tutto ciò che s'intende o dovrebbe intendere per divisione del lavoro, ricchezza, produzione e distribuzione della ricchezza, proprietà, terra, capi· tale, fattori della produzione e della distribuzione, moneta, scambio, costo della produzione, valore del mercato, imposte ecc. Tutto questo è trattato in meno di novanta pagine e in guisa da fare risaltare l'ingiustizia della presente organi·lzazione sociale, ma senza adoperare mai una parola o una frase altisonante. Epperò il Kenworthy, che si rivela socialista sin dalle prime pagine in cui esalta la formola di SaintSimon - da ciascuno secondo la sua capacità; a ciascuno secondo i suoi bisogni, - tale si conferma ulteriormente nelJa designata finalità da raggiungere: l'abolizione della proprietà privata. E i mezzi per conseguirla? Nella parte V,. consacrata alla Rfforma, egli ricorda che i mezzi per ottenerla di cui fa menzione la storia sono tre: la rivoluzione; l'azione poli tic~; la condotta personale. Da buon tolstoiano esclude la rivoluzione. « La violenza, egli osserva, non ha mai posto fine all'op• (I) The anatomy of misery. Plain Lectures on Economies by John Coleman Kenworthy. London. Clarion 01tice 72, Fleet Strect, E. C. ::--; . d. R.

34.8 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI pressione: la lotta e la passione distrug~ono nell'uomo il senso della giustizia e il giudizio sereno, necessari per islabilirc un benefico sistema sociale. J ,a violenza genera la violenza. Robespierre è il profeta di Napoleone. Ciononostante l'incedere della storia é avvenuto sinora attraverso il sangue e la lotta; e può clarsi che ancora il progresso non abbia trovato via migliore che conduca alla pace ! ». Non si é più fortunati coll'azione politica che si svolge colla modificazione delle leggi e col mutamento delle forme di governo. Da secoli si fanno leggi per migliorare le sorti delle classi lavoratrici; ma con quali risultati, domanda il Kenworthy ? Con questo solo : che la classe lavoratrice rimane sempre senza prosperità; che vive nella incertezza della sussistenza; che é condannata ad un lavoro superiore alle sue forze,.. Le grandi città, il cancro sociale, distruggono il popolo colla miseria e la degradazione, con una intensità sconosciuta nei secoli passati. Il pessimismo qui é evidente ed ingiustificato, e la impressione che desta non viene cancellata da ciò che l'autore dice in ultimo sulla via da lui preferita per arrivare alla meta: la riforma interiore, individuale, e la coopera~ione; molto meno ancora dalle parole improntate a quel misticismo, tanto comune tra gli anglo-sassoni, colle quali si chiude inattesamente L'Anatomia della miseria. Eccole: « I principi dell'economia sono governati da considerazioni morali. Le morali sono,. dipendenti dalla concezione che noi ci formiamo della soluzione del più grande mistero: che cosa sara di noi nel mondo di la? Cosi é, le morali sono fondate sulla credenza religiosa. Ciò che equivale a dire, che le quistioni economiche sono, in conclusione, delle quistioni religiose ». Laiconclusione può essere buona per un cristiano, chcfspera{soltanto nella carita; ma non per chi desidera con atteggiamenti anarchici - anarchia alla vVilliam Morris, di cui in una ad Owen, a Ruskin e Tolstoi, il Kenworthy si professa entusiastico ammiratore - di vedere stabilito sulla terra il comunismo. E non se ne dichiara soddisfatto il Dr. Alfredo Russell "'allace. Il grande emulo di Darwin in una lettera del 14 lùglio 1900, e pubblicata in appendice, dichiara ammirevole, poderosa, chiara la dimostrazione fatta nell'Anatomia della miseria, ma respinge il nichilismo della conclusione. « Per me », scrive Russell W allacc, « ogni esposizione cli mali senza mostrare che vi è << un reale, completo e pratico rimedio si ricluce ad « una pura perdita cli tempo. Centinaia di libri cli tal << genere si sono pubblicati, ma quale bene essi « hanno fatto? The Bitter Cry e Darleest Engtancl « e le Statistiche de Londra del Booth e The \!Vhite << Slavery e Life in fVest London ecc. ecc. sono inutili. << Non hanno proposto rimedi. Destano un giorno di « orrore e poi vengono dimenticati! Ciò cli cui c'è << bisogno é d'insistere sopra un programma definito « come i cinque punti dei Cartisti. Trovalo il quale << si deve seguire la massima: agitate! agitrde! agi- « tate! » (1). • E il programma per arrivare alla repubblica coope· ratioa vagheggiata, il Russe)! ìVallacc, dopo escluso il metodo cooperazionistico puro e semplice perché troppo. incerto e lento, lo formula in questi tre punti: << 1 ° nazionalizzazione delle ferrovie e della terra con « assegno vitalizio agli attuali possessori; 2° aboli- « zione della eredita; 3° uguaglianza nelle condizioni « dello sviluppo completo, data a tutti coloro che « nascono». In attesa della realizza7.ione di questo programma, il Russell \Vallace ne espone uno che (1) La parola: agitate! nel testo è sc1·itto in italiano ed in corsivo. N. d . .R, potrebbe considerarsi come il suo programma minimo, che egli chiama palliativo temporaneo e che propose nella sua Wonclerfut Century, e cioé: libero pane, libero carbone e libera casa per tutti. Questo minimum cli mezzi essenziali per la vita si potrebbero assicurare a tutti con una imposta progressiva sopra ogni proprietà al disopra delle sterline 100,000, e sino a quando si assorbirebbe l'intero al di più di un milione. Ecco delle proposte concrete; ma che sinora sono lontane dalla realizzazione; tanto che chi le fa conchiucle: « Mentre noi cicaliamo e vaneggiamo, il po- « vero muore di fame». Lo Zonco. Il progresso degli Stati Uniti Michele Mulhall nell'ultimo numero della North American Reoiew _preannunzia alcuni dei risultati del censimento del 1900. Paragonandoli con quelli .dei due uliimi si ottiene: "' , ~ .E -El Ricchin, -miliodnidoli, Popolazione Alunni .e:;; :E ----~ dellsecuqle ~ -~ ~ ricchl.ol, Manila li, Miniera 1880 50,156.000 9,870,0(0 53() 43,642 5,370 270 J8!10 62,G22,000 '12,710,000 623 64,876 9,372 452 l:.JOO 76,200,000 15,610,000 728 (Jl,040 13,326 495 Col sistema dei numeri-indici nel 1800 si aveva Popolaz,AlunniTerracollivala Ricch. lo!. Valm. ani!. Valm, iniere 100 100 IOO 100 100 100 che nel 1900 divengono Popolaz,AlunniTerracollviala Ricch, tot, Valm. ani!, Val, miniere i-) ;J. 158 136 209 249 18.'l Il progresso non potrebbe essere più colossale. Lo sviluppo della ricchezza, come si vede, è stato assai piu rapido di quello della popolazione; cl'onde il benessere. E dire che gli Stati Uniti sono devastati, secondo il linguaggio dei liberisti, dal flagello protezionista!.. Pare che con questa malallia si cresca bene e si progredisca meravigliosamente I A Schildhorn. (Note di victggio) Il bosco di Grlinewald, selva~gio e fitto cli pini sottili, le· cui foglie verdi nasconcton il cielo, in un silenzio solenne, interrotto solo dal arido rauco del corvo, o dal chiacchierio loquace cle?ia gazza, si estende per uno spazio cliparecchi chilometri. A destra, a sinistra scorgi spesso l'acqua scintillante di un laghetto o cli un canale - in alto qualche fumaiuolo cli una fabbrica, che sorge trionfante ccl insolente, sulla campagna quieta. È una buona ora cli cammino, lento e fresco, che bisogna fare per "iungere a Schilclhorn, un villaggetto presso Spandau, sulle rive cli un lago, dall'acqua lucida e calma, solcato da battelli, da biciclette marine. Le birrerie, colossali locali, in cui c'é posto per tremila persone, rallegrate dalla musica di una banda militare, non sono mai vuote. Ogni buon tedesco, ogni buon berlinese specialmente, cli-videla sua esistenza tra il lavoro ed il divertimento: lavora dieci ore con quella tenacia, cui

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