Rfi 1jST.1 POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI L7 IDElALE fl'n1, le sponde gialli'lStre, sotto il éielo violct,to 1 il fittme scoiTern, lentissimamente, gorgogliai1do alle rivo. Le a_cque torbido si allarg:wauo in cerchi enormi, sotto i salici piailgonti E si.tlle acqtte non era un sortiso di verde e ,ra,,znrro. E sulla ca,1opagm1, desolata, brul111; scendeva lo squallore dell'autunno. Mario CanUs rist,otto. Il ciclo, il<'l tramonto, si oscurava sfolgorando. Molte nitvolc biune;l1e si rincorrevano, sullo sfondo di viola, si illuminavano ai riflessi caldi del sole morente. Qualche abete in lontananza, si tingeYa di rosa. Le colline rimanevano all'ombra. Molti contadini tornavano dai campi. Procedevano, nell'ombra; lenUssimarnentc, sognendo le acque con lo sgtJa,rdo smarrito, lividi, affranti. Sàlùtavano Mario, 1òssando. Alcuni fumavauo certe pipette corte e anncrite: molti procedevano a testa bassa, cou le brnccia abbandonato sni fianchi, laceri e seminudi. Mario Cant.is li vide spaiire alio svolto della strada, dietro i grandi alùeri" sfrondati. - Domani: forse - pensò egli rabbrividendo, - qualcuuo di essi non torJ1crà a lavorare la, tena. Qnalcu no morirà, certo. La miseria li uccider>1,,improvdsameute, mentre essi sognano forse il ritor□ o della vita. Ed io d1iuderò gli occhi ai miserabili uccisi dalla miseria, tlagl: st·?•)!.\. dal lavoro. L'atroce .-isi<>nc com1Jariva dina\1zi il suo sgnardo smarrito I h, · ah,ri cadevnuo, sull'orlo della via, i11vocando la '.11, , la giovinezza, l'amore, la Vita! Negli ~guardi ciel cadut,i erano tutte le terribiU a ngosciu della 1,,ro c.:,istenz:i cli ,lolori. Essi implornrnno il Cielo, prot:'uchmdo le mani ,9rso l'nzzuno, courorccndosi negli ~p:i ;i1ri dell'agonia. i\I,,iti :·nvrecavanQ. Le donne pruga,vano, aùuandonate sul .;01. (.',ero, su Ile sponde !lei fiumi, vin te, rassegna te, ùenc1E,·cndo. I bimbi succhi11vano le mam mcl le esauste, c,u~e:c'.1, deformate nella loro curva soavissima, dalla ;;rnm;_1in·saimprovvisa del latte. J11 mrHmorìo siuistro saliva dalh1, turba dei cadnti. ;\lolti kutavano di rial:rnrsi, e ricadeva110, lividi, muti, ~ 11l'erl,a giallastra. E il cielo si oscunwa: la notte dincndera, improYvisamente, sulla terra, infeconda, sui l:tvoratori moribontli. i,'rmbra li terrorizza\'a. Già i bi111bi ]Jia,ngevano. La vallata si acldormentava, sotto le ornhni della, HoUc, e per i ca,mpi non era un canto cli grillo, 11110st orrn in, lli insetti. una voce umana.. I cani , urlavano, nello lontananze grigie, si 11istrnrnente. Mario Cantis impallidiva. Tntlo al suo sguardo co111pariva, luci!famente, come se unn. luce fulgida di sole, rischiarasse l'enorme rovina, che egli intrnvedcnb mli• l'ombra. E proseguì il carumino. B, ancora, pensava: - Io vado ad un cooveguo c1'amore. La gioia 11i1attende, e·Jo spasimo <lolla voluttà. Forse domani u11,b vita novella si iuizieri\. col primo palpito del grcmho della donna che mi ama. Io darò ltt Vita, e molti soggiaceranno alla fine ! E' atroce! Il desiderio della voluttà si acuiva in lui, posse11temente, al cospetto delle visioni lasci V!J cho gli Lurliiuavano a torno, iiell'aria umida clélla sern rli ottobre. Egli pensava il tepore dell'alcova, il tepore dello urneeia ignude, morbidissime, il tepore dei Sflni irrigi!lit,i nello spasimo voluttuoso. Oh, dare la Vita, o co11 la Vita, l'amore, la voluttù, la Gioia, il delirio della Gioia! Il sogno dell'adolesceuza aNeva per lui - 11oll"orn dolcissima - fascini n11,raviglio ·i. Già Mario C1tntis soggiacern all'oùlìo. !·:gli er.1 solo, nella, campai:;na deserta. I lavorato;·i della terra era110 scomparsi, nell'ombra, liddi e mnti. E .\fario Cant-is fuggiva incontro alla Gioia, all'amoro, alla Vita! Nuove energie si risregliav.ano in lni. I pol~i gli artlevano. Nell'anima dilagava una gioia profo11cb, il presentin;cnto dolcissimo rii una ignota felicit,\, clic gli faccv:1 ora desiderare - con grande violenza ,li 1lesi1lcrin - la luco, l'a1/.Zlll'I'O, il verde, il c1mdorc dell'alcov::, il tepore delle lemrnola, dei guanciali. Q•.1alcuno, dietro lni, parla 1·a. Egli si volse: - Buona sera, dottore - disse il contadino avdci11amlosi rnpidMucnte - 'forno al paese. Jlia moglie muore. - Tua, moglie muore'/ - Sl, - rispose l'twmo frnddameute, - il male l'ha ripresa. Quando la paralisi salirit al cuore, la donna dovrà morire. Non parla pii1, om. i\Ci g1111.rr.lQa.nan.do sono venuto via mi ha scgt1ito con lo sguardo, ha ten· tato di protendere verso di me le sue povere braccia a,tfaticate. Io souo fuggito piilngendo !lalla mia casa. ]<'orse al ritorno essa non potrà neppure guanbrmi! E morirà, mentre io sono lontano; ed io non pot,rò chinderle gli occhi; ah signor Mario! E l'uomo taoque. Ma fu il silcmio, terribile. Mario Cantis rabbrividiva, come so clina,nzi a lui si sp;dancasse un abisso, efl egli procedesse sul sentiero, cou gli occhi chiusi. ~ Dimmi, - prornppe con uu impeto irrcfreuabile di terrore, - il medico ... - li dottore non ci ha lasciato noss11un. spcra11 in,, - rispo e l'altro, sordameute. - AnnaMaria è condmm,1,ta a morire. - Io vcrr<Ì nell,1, tua casa, - disse Mario, - forse potremo ancora sai varia. - E' inutile, è inutile; - disse l'uomo, con voce r.li sconforto, - nulla potr:\ arrestare il male. ì\Icntrc u• scivo, io scorsi la morte sul Yolto di Anna Maria. J,'ultimo sguardo che la !lo1ma rni rivolse fu lo sguardo <li un moribondo. - Forse potremo sa.Jvarla, - disse a11cornMario Cantis, i11cosciente, - vieni. - E' inutile! E' inutile! Proseguirono il cammino, silcuzios,1,mcJ1te, disgiL1ut.i l'uno dall'altro, ignoti l'uno all'altro, pallidi entrambi, soflereuti (li d110 atroci sofferenze. Improvvisamente, l'uomo pianse. - Forse Amrn )fari.i, è morta! Forse Anna Mari:t mnore, in questo momento! Fo:·se essa llìi chia111a, mi vuole, ed io sono lontano! Mario Ca.ntis 11clh·apiangere il misera.bile; nel silem:io i dne nomini udirono uno squillo. · - Suonano a morto, - clissc l'uomo, arrcstan1losi - torniamo. · Il cammino pa,rve eterno a Mario Cautis. L'uomo piaogcv,1, sempre. Giunsero alla c:isa; e Mario singhio,,zaya. .. * * - E' morta - disse umil111ouf,cla, ,·ecchiu, scorgendo ,\lario Cantis sul sentiero - è c,1,lda ancora. Dicci lllinnti fa, respirava. L'uomo ern scomparso noUa casa . .\[ario rimaneva fnori, preso da un folle spavento. Mai, mai egli avrebbe potuto fissare quel cada.vere! La morte lo terrorizzava. Pensava egli che anche la sua amaut·e, in quell'ora, avrnbbe potnto mori.re, e il pensiero atroce gli metteva nell'animo una angoscia disperata. - i\forta ! Morta! Anna Maria è morta! Il lamento (li dolore risuonava, nel silenzio, eon1e il lamento di nn agonizzante. La voce delì'uomo cm sorda, rauca. Egli non piaugeva pili, di11a11zilo spettacolo terribile: quasi le fonti delle laeri111e 8i fossero estinte nel. suo petto, durante il cammino lloloro;so. E ~fario pensò: - Perchè non piange, quel! 'uomo? Ma fn costretto ad eutrare. L;t sta nat era oscura. Un lume acl olio, solo, arclent snl tavolo, vicino al letto. Il volto clclla morta compari n1 11ella lnce, li\'ido, osseo, SCM'UO. ll crocifl~so rii ottoue, aclngiato sul petto clolln,morLa, luccicava nell'ombrn. .\la.rio C,1ntis, affascinato, protese le braccia verso il cadavere. Nella stttnza fl11Ltuava l'odore clella morte. Un prete, giovanissimo, già calvo, inginocchiato ai piedi elci letto, pregava. Due donne piangcvauo sommessamente. in un ,H1golo dell,1, sta11za.. Or si, or no, con un gesto lento tielle IJniccia si asciugavano lo lacrime. - Potete chitHlere gli occhi a Yostrn moglie, - disse il prete, seuza, solle\"are la testa. - E' mort,t nella grazia del Sig11ore. L'tt01110si a\"viciHò al letto; piauamcmto, co11le mani
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==