Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 16 - 30 agosto 1900

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI quale é anzitutto un problema sociale, e non pare, nella condiziono presente di cose, che suscettibile di una perfezione assai relativa. Quando la nozione sociale dell'inse~namento sara stata chiarita, quando il passaggio cta un ordine d'insegnamento ad un ordine superiore costituira finalmente una selezione, un primo adattamento dell'unita sociale al suo determinato lavoro, allora, dicono i fautori della riforma, che cosa importerà a noi delle congregazioni autorizzate o proscritte? Chi vorra contestare che l'insegnamento deve rimanere nelle mani dello Stato? Ma questo suppone una rivoluzione ... Questo é certo ed innegabile però: che oggidì, come nel 1880: tanto in hancia quanto in Italia (ma presso di noi chi si. cura della scuola?) inquietanti statistiche, fatti noti che ogni giorno si rinnovellano, ci rivelano l'incessante progresso dell'insegnamento sècondario congregazionista. Il ministero francese attuale1 dinanzi.a )~gravita ed all'imminenza del d_ann?, con 11 progetw d1 legge ora presentato da G1org10 Leyo-ues, cerca, vuole combattere il nemir.o, proponenjosi un fine limitato, ma determinato, ed un'azione politica decisiva. Però la soluzione, dicono i fautori del radicale Rabior, é incompleta ed inetta: vedremo ora se i suoi sforzi approderanno ad ottenere il ritiro del progetto Leygues ed il trionfo dell'art. 7 dell'antico progetto Ferry. . S:=1-re_bbu~na b_elJae grande vittoria; piena por noi 1taham d1 grandi msegnamenti. Ma di ciò forse parleremo altra volta, persuasi però sin d'ora che le nostre idee saranno, chissa per quanto tempo ancora, condannate a rimanere nel campo delle buone e belle illusioni ... GIACOMO MARIA LmrnARDO, Guglielmo Liebknecht Lo vidi per la prima volta seduto su i banchi del Reichst_ag: la t~sta fra le 1_11anaiscoltava un discorso acre, violento d1 un cattolico. E poichè, ad una frase dell'oratore, dal gruppo socialista si levò un mormorio, egli, alzando la mano, impose il silenzio. Quella ~es~a leonina, ~uegli occhi pieni di disprezzo e cosparsi cli un velo d1 melanconia, quel corpo robusto, erculeo e cadente, quel gesto sovranamente sdegnoso, mostravano il lottatore ardente feroce di una epoca non lontana, ma passata. ' ' I socialisti hanno perduto il loro vecchio. Era lui che salutava i compacn1i in oo-ni concrresso: fu lui il primo socialista, il pri1~0 ribelle che ~ntrò a testa alta nel Parlamento dell'impero. Non lascia parole, non lascia libri. Era egli infatti, uno cli quegli uomini necessari con la loro energia, con il loro corao-gio con la for~ d . d "' ' au aCJa, quan o un popolo dorme : un lottatore violento che non conobbe pruclenza e non curò la vita. Ben lo piange il Vorwaerts! « Il conduttore dei soldati della Rivoluzione é morto ». .L~ sua natura si delineò fin dai primi anni della g10vmezza; presto abbandonò l'Universita o rinunziò al dottorato. . Si entusi_asma p~r la cau~a . dei Polacchi, pensa d1 andare m America e commc1a ad apprendere in una bottega l'arte del carpentiere: nella rivoluzione del febbr~i~ si_ trova a Parigi, ma poco dopo è a Ba~en. pr1g10mer? : passa a_Genf a dirigere una assoc1az1one operaia e tenta 11 moto svizzero del 1850. D'allora è una agitazione continua, senza un minuto di riposo, tra il carcere e la propaganda correndo l'Europa e l'America. ' Chiunque ricordi la evoluzione del socialismo tedesco dal movimento dei tessitori della Slesia, alla idea•cli Bernstein, trovera sempre Guglielmo Liebknecht. Un. pezzo di storia tedesca con lui è caduto nella tomba. Dal '48 fino alla crisi europea del '59, dalla fondazione della Rheinisehe Zeitung alla agitazione di Lassalle, egli è un gregario modesto ed un rivoluzionario coraggioso. Dalla morte di Lassalle fino alla soppressione delle leggi eccezionali é un vero capo, ed un lottatore gigantesco. La fondazione gloriosa dello corporazioni, lo sfruttamento abile Jel conflitto fra gli Habsburg e gli Hohenzollern, il congresso di Eisenach sono trionfi suoi. Ma quali lotte! Quella contro Schweitzer, il socialista bismarckiano; le divergenze della riunione di Amburgo : la scissione di Gotha sono fatti che la storia sociale non può dimenticare. Poi venne il giorno in cui Bismarck telegrafò da F:riedriehsruhe: « leggi eccezionali contro i socialisti ». Guglielmo Liebknecht fu il degno avversario del Cancelliere. Entrambi giganti nel corpo, nell'anima, nello sprezzo, nella tenacia. . La lotta fu tremenda: i resoconti parlamentari dell'epoca solo una pallida idea possono darne. li socialista fu vinto, e non fu rieletto. Ma la sua azione fula stessa,continuata con maggiore violenza. li carcero, la propaganda, il viaggio attraverso popoli non ancora illuminati, continuarono ad essere il modo e la sostanza, come egli stesso si esprimeva, della sua vita. E le leggi 1,ccozionali furono abolite, - la legislazione sociale raggiunse tali cime da essere in certi punti socialista, - il benessere cominciò a spirare tranquillo fra gli operai - gli istituti di previdenza e cli assistenza numerosi - i Sozialdemolcraten non furono più combattuti, mentre la maggior parte delle loro pretese veniva riconosciuta giusta - un soffio di paco si sparse intorno. · L'opera di Liebknecht era compiuta: il discepolo di Voigt restava solo. Cosi in questi ultimi tempi. Ebbe qualche volta una parola amara contro i giovani, che pure amavano in lui il veeehio, ma si ras - segnò : continuò ad apparire tra le riunioni, continuò a parlare, a lottare, cercando di adattarsi, dimenticandosi di tratto in tratto e tornanrlo, tra l'elegante e scintillante Vollmar, fra il suo biondo e serafico Heine, fra l'impassibile e serio Singer, il rivoluzionario intransigente o violento. Gli fui presentato nella sala di lettura del Reichstao-. Parlammo lungamente dell'Italia, cli Crispi, della Sicilia, del Socialismo, cli Turati, di Ferri e di Colajanni. Io confutavo tranquillamente certi suoi giudizi, certe sue informazioni ; ed a un tratto egli, guardandomi, in volto, stupefatto, mi domandò: - Ma Ella non è socialista? - No! - gli risposi. Continuammo a conversare e ci congedammo. :Vli salutò senza calore. r-.fa il giorno dopo ci vedemmo di nuovo, e fu lui che mi venne incontro sorridendo, e proponendomi una passeggiata nel Thiergarten. Uscimmo, mentre i campanelli annunziavano una votazione. La conversazione di quel giorno restera scolpita nella monte mia. Parlammo di arte, di letteratura.. Egli mi esponeva tutta la sua ammirazione per la tragedia in~lese. - li maggior godimento mio a Londra era il teatro. Quante volte ho udito l'Irwing ! J\fa ora - e la sua voce tremò cli commozione - ora non ci vado più. Non c'è più la mia Tussy (1). (I) La figlia ~i Ma1·x, suicidata.

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