RIVISTA POPOLARE:DI POLITICA LETTERE E SCTENZE SOCIALI dell'esercito amantissimi - che c'è sproporzione tra i dodici corpi di esercito e la potenzialità economica della nazione; tra il numero dei soldati e l'armamento e il muni?:ionamcnto; tra l'ordinamento generale dell'esercito e la configurazione geografica dell'Italia e gl'insegnamenti della esperienza e dell'arte della guerra. Ed eccomi, senza volerlo, a discutere sul serio col sig. Guerrini; al quale, se non fosse inutile, potrei divertirmi a consigliare la meditazione su certe affermazioni di Francesco Crispi - considerato dai militaristi come un semidio - e la lettura delle .opere del generale Marselli, del generale Von der Goltz, nonché di alcuni discorsi del colonnello Marazzi. Mi limiterò, invece, a rinviare il mio contraddittore a ciò che disse in Senato il generale Primerano all'indomani di Adua: quel generale che deve saperne più del signor Guerrini, perché per parecchi anni fu Capo dello Stato maggiore dell'esercito italiano ... * * Il signor Guerrini, ringalluzzitosi per certe gonfiate In quanto poi ai sentimenti del popolo delle caserme che si mostra « docile coi superiori », in verità è enorme che se ne renda interprete un superiore. Il sig. Guerrini suppone che i lettori della Rivista di fanteria siano degli imbecilli, che ignorino come pei soldati non doctli ci sia la fucilazione nella schiena ... E confidando sui sullodati lettori continua asserendo che i soldati nostri sanno dove vanno e perchè vanno... in Cina, Sia : essi lo sanno l Ma, sapendolo, sono forse liberi di non andare? Vuole forse, che si prenda sul serio l'offerta spontanea? L'ha descritta un poeta- dialettale, e non c'è bisogno di tornarvi sopra. Il ~lou della sconclusion~ta pappf!r.della - come la chiamerebbero a Napoli - del s1g. Guerrini, é questo: combattendo la spedizione in Cina manco di fede, non sono in buopa fede e parlo per risentimento. Qui c'é la sciocchezza, e c'è la calunnia. Dopo disastri f erroviarl. ,,. ~·-,, . . .-- . ~ ·:--. ~:.-,. - E quelle croci t - Segnano il luogo delle varie catastrofi ferroviarie italia!le, e servono be.mssimo ad indicare le distanze chilometriche. dimostrazioni per i soldati . partenti per la Cina, crede che oramai il popolo sia coi guerrafondai. Potrebbe darsi ; poiché non mi è ignota la malefica azione che esercita sulle masse popolari la stampa, che in Inghilterra e negli Stati Uniti chiamano gialla (yellow presse), e che tra noi viene designata ... dai muletti e dalla relativa biada. Però, mi pare che egli s'illuda troppo sul valore di certi applausi, che non hanno bisogno di organizzatori di claque per essere provocati. L'assoluta ignoranza della psicolo~ia popolare certamente suggerisce al sig. Guerrini fo sproposito attribuitoci di supporre che le dimostrazioni pei partenti per la Cina, siano state organizzate da agenii pagati. Del resto la cosa non sarebbe impossibile : non si sa forse che i famosi camelots di Parigi, che nel 1870 gridavano a squarciagola: à Berlin! a Berlin!, erano degli agenti di polizia camuffati da operai? Sulla importanza delle manifestazioni guerrafondaie - che potrebbero essere interpretate più rettamente come segni di simpatia e di commiserazione verso tanta balda gioventù che va a mettere a repentaglio Ia vita per ordine dei superiori - c'è anche da fare la tara. Ho assistito a quelle di Napoli - le più clamorose - e posso garentire che qualunque avvenimento che esca un po' dall'ordinario ne provoca di uguali, ed anche più calorose. (Pasquino cli Torino). Risentimento che mt rodeva dentro ! Contro di chi? e perché signor militare? Forse i massacrati in Cina - e ancora non si sa chi siano e quanti siano - erano miei nemici personali o politici?· E in quanto alla mia :fede, essa meglio che dalle sciocchezze del signor Guerrini risulta dai miei atti. Per la mia fede nell'unità d'Italia presi le armi a 15 anni e seguii Garibaldi ad Aspromonte, ed ebbi in premio la prima prigionia; per la stessa fede seguii di nuovo Garibaldi nel Tirolo nel 1866 e mi p~o-· posi di seguirlo nell'Agro romano nel 1867. Per la mia .fede politica subii non breve imprigionament~ nel 1869; e per la stessa fede lotto da trentotto anni cogli scritti; coi discorsi, con tutti i modi consentiti dalla le(J'ge e dalle mie forze. Ma chi è questo signor Guerrini, che tanto impertinentemente parla della fede altrui; e qual'è mai la sua? e a quali prove l'ha messa? Comunque, questo è certo: la mia .fede non mi ha procurato onori, cariche, quattrini; e, se esatte le asserzioni del signor Guerrini, non mi ha procurato neppure la popolarità, perché sono un apostolo senza discepoli. E' certo del pari che la mia fede mi ha procurato invece sacrifizi di ogni sorta, minacce, calunnie, insolenze a iosa: da quelle del signor Guerrini alle altre di un giornalucolo di Lucca, che mi
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