Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 16 - 30 agosto 1900

RIVJSTA POPOLARE DI POLJTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Aggiungiamo che, a parer nostro, questa intenzione di affermare la propria volontà venne esagerata cla certi giornali e da uomini politici, che mostrandosi supinamente cortigiani hanno sperato assicurarsi la grazia e la benevolenza del sovrano. Epperò é chiaro che in queste condizioni la lode, scompagnata dalla critica necessariamente rispettosa e tutLa infiorata di eufemismi, cli circonlocuzioni, di reticenze, avrebbe dato luogo a giudizi equivoci e spesso maligni. I monarchici in massa non si sarebbero onestamen te comportati ; ci avrebbero chiamati ipocriti, opportunisti, ecc. Nella migliore delle ipotesi ci avrebbero fraintesi ; come è stato frainteso il simpatico Crepuscolo di Milano per un breve trafiletto sul nuovo re; come fummo fraintesi noi quando onestamente dichiarammo che una repubblica bastarda e militarista non l'avremmo -mai augurata all'Italia. E dalla parte opposta ci sarebbero stati i repubblicani intransigenti, i quali ci avrebbero chiamati transfughi, e peggio. ll silenzio, quindi, ci si s'imponeva. Ma giacché siamo stati costretti a spiegarci, ci sia lecito rilevare che il nuovo regno comincia male, e, certamente, non per colpa del re. Comincia male pel contrasto stridente tra la parola solenne del re, che promise che le leggi cCora innnanzi saranno rispettate ed applicate con rigorosa giustizia, e gli atti del governo. Infatti la libertà, sotto tutti gli aspetti, é statta ridotta a ben poca cosa. I procuratori del re sequestrano i giornali invisi con unafuria incredibile; ma•ai sequestri non seguono i processi e i giudizi. Ciò che è contl'O la legge.A minori proporzioni è stata ridotta h libertà personale, lasciata in piena balia delle spie. Si arrestano in massa i pretesi anarchici senza che ci sia la minima prova che essi abbiano commesso alcun delitto. Ciò ch'è contro la legge. Si condannano a centinaia i pretesi apologisti del regicidio dando luogo ad episodi brutti, indeccntf:' Qui l'applicazione della legge è più clte farisaica. Ci si parla, infine, anche di manomissione del segreto epistolare ; ma noi non vogliamo crederlo, e non lo crediamo. .. * * Dallo insieme di questi fatti siamo indotti ad una conclusione, che formuleremo in un voto. Enrico Ferri ha risollevato l'antica bandiera dell'intrausigenza, che dovrebbe condurre inevitabilmente alla rottura dell'Unione dei partiti popolal'i. Dall'altro lato tra i repubblicani ce ne sono alcuni, ~he inclinano anch'essi all'intransigenza, e lanciano scomuniche contro coloro che la intendono diversamente, tentando una risurrezione di quello che Alberto Mario chiamò braminismo. Nel campo socialista contro il Ferri, pur consentendo nei due cardini del partito : collettivismo e lotta di classe, si sono levati Filippo Turati e Leonida Bissolati ; e non mancano in quello dei repubblicani, coloro che avendo chiara 11 visione dello stato delle cose, consigliano di continuare per la via battuta sinora, che procurò al partito successi mai ottenuti pel passato, e non sperati neppure dagli ottimisti. Agli uni e agli altri noi consigliamo calorosamente di abbandonare la intransigenza adesso pericolos~ più che pel passato. L'Unione dei partiti popolari s'impone oggi come ieri, poiché il pericolo per le pubbliche libertà dura non solo, ma a nostro avviso é cresciuto. La Rivista. gliore funzionamento del sistema parlamentare in questo p_i~ attivo e diretto intervento del Capo dello Stato nelle cr1s1 ministeriali. Gli esempi che esso porta dimostrano che le crisi e le crisette furono quasi sempre risolufe senza alcuna indicazione delle Camere, e che non fu il Parlamento che indicò al Re le soluziol'i. .. Dunque! M un militacrlernrsercliata~ro~~riraofess\o Il sig. Domenico Guerrini, un militare, mi dedica una lunga e amena pappolata nella Rivista di Jantel'ia del 31 luglio. Gii rispondo per procurare un pò di svago ai lettori della Rivista popolare. Egli ha creduto di renderla spigliata ed arguta col semplice titolo dedicandola: A Napoleone Colajanni dotto,,e e deputato, infiorandola con una certa pretenziosità letteraria di parole e di frasi come queste: nani morali, nani fisici, potenti e prepotenti, lazzi osceni .... Si ,capisce che i nani morali sono i democratici, che trovano riscontro nei nani.fisici che altra volta divertiYano i signori coi loro lazzi osceni; e sono anche i democratici, i potenti e prepotenti del giorno. I quali, poi .... Ma procediamo con un certo ordine. Al sig. Guerrini ha dato ai nervi il discorso da me pronunziato nella Camera dei deputati il 6 luglio; e per calmarseli si ò permesso uno sfogo in cui afferma; « che io ho difeso il diritto della barbarie contro la « civiltit; che in Cina i militaristi difendono il diritto « nostro; che io non sono in buona fede affermando << che abbiamo un esercito soltanto sulla carta; che « il popolo delle officine e dei campi, nonché quello « delle caserme, è coi guerrafondai; che il giorno 6 « sign(ficai non come una jede mi dettava, ma siccome « un risentimento mi dettava dentro» - sottolineo per fare intendere che l'eleganza della frase é tutta dell'ottimo signor Guerrini -; « che mi manca la fede, e « se fede ho, mi mancano i discepoli; che tutti i rap- << presentanti dei partiti popolari nascondono la verità << e ingannano tutti; che non solo mi manca la fede << ma sono anche in malafede; e che egli, finalmente, « ama la discussion.e e m'invita a ribattere come so « e posso'?>· Come si vede, la filastrocca che occupa dieci pagine, come indice è assai importante. Ma non è che un indice. La documenta.àone da lui affermata è una · prova d'insigne sfacciataggine e cli colossale malafede, se non fossi sicuro ch'è il prodotto ~enuino cli quella incoscienza che rende audaci e sicuri di sè tutti gl'ignoranti. Se questa incoscienza, poi, dovesse ~ostituire un titolo per la promozione, nel Guerrim è tanta che potrebbe essere promosso da caporale .... a parecchi gradi più in su. K k Il signor Guerrini, affermando che ho difeso la barbarie contro la civiltà, - escludendo sempre la malafede - prova che non ha letto il mio discorso; o, se lo ha letto, non lo ha capito. Probabilissima qnesta seconda ipotesi. In quanto al diritto nostro, che i militaristi vanno a difendere in Cina, io, non potendo sperare che l'ottimo signor ufficiale abbandoni il reggimento, per andare a fare un corso di diritto internazionale in una Università del regno, mi limiterò a ricordargli che quel preteso diritto è quello dei briganti. Pu~ t~oppo i militari in genere, salvo nobilissime eccez1◊m - e ce ne sono parecchie nell'esercito italiano - credo1:o il diritto sinonimo cli forza e di violenza, e che sia scritlo soltanto sulla punta della spadai Dopo tutto, io penso che il signor Guerrini non se la sarebbe presa tanto calda per la Cina, per la civiltà e pel dirit_to, se non avessi osato dire_che abbiamo un esercito sulla cw,fa.... Ecco, la ragione vera della sua sconclusionata tiritera. Non comprendo, però, perch_é egli se_la debba prende~e. con me. Bisoana 111tenders1.Nessuno ha mai mteso negare il valo~e dei soldati ed anche dei nostri ufficiali; ma nessuno, però, osò mostrare ~ducia n~lla i_nt~lligenz_a e nella competenza dei nostri generali. S1 d1mo~~ro, da innumerevoli critici, - e moltissimi monarch1c1, e

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