288 RIVISTA POPOLARE DI POLITIC,1 LETTERE E SCIENZE SOClALl egli prepara l'impunità ai suoi misfatti e la base all'azione dei suoi discendenti. La causa della civiltil ! Millanta volte lo sentirete ripetere, a gote enfiate, tali parole quando si appresta a vulnerare e rinnegare le conqui5te della civiltà stessa. E questa già di per sè è lenta nel progredire ; ma lenta più ancora per colpa di Tartufo, talchè per lui ba forza e vita l'affermazione, da pes simismo positivo dettata, esistere assai più del progresso morale quello materiale che allieta e perverte i sensi, ma che la mente non accende e l'anima non sollev,1. :ViaTartufo odia tutto ciò che è fattore di cultura, tutto ciò che aguzza gli occhi dell'intelletto e li fa sconfinare oltre i vecchi orizzonti. Più si procede e più la scienza diventa sua nemica : essa che ormai si atteggia a mae-tra della vita, 11 regolatrice della sorte dei popoli. Ormai tntto si critica, tutto si vaglia, tutto si pesa. E questo delirio del libero esame gli mette i11cuore un'ansia indicibile e presagi buj nella mente, cui tanto è caro il poltrire nella nicchia che i tempi, ciecamente propizi, hanno scavata. Ma lo sgomento tocca gli e-tremi limiti quando la prole sua, il sangue del suo sanguP., .-on le vergini ed impregiudicate percezioni d Ila giovinezza, osa sottoporgli que• stioni gravi e poi, clinnnnzi alla perplessità ben legittima di lui. r,solverle con tanta semplicità cli ~iudi7,io e ritorcerle ingenuamente a danno della paterna autorità Quest patenti dissidii, questi ordi conflitti fra persone dello stesso sangue dello stesso ceto, ma di varia elevazione intellettuale, ci porgono una chiara visione del movimento psicologico della società contemporanea e di quello della società futura. Certamente un giorno saranno disperse ai quatt,·o venti queste falan2i di sofismi, cli ipocrisie, di il!ogicità impersonate in individui che non i-appresentano neppur più il passato, che rinnegano e falsi• ficano il presente. insorgendo contro l'avvenire con un solo effetto: accrescere la tristezza dell'ora attuale e la brutalità degli ostacoli, i quali, in ogni modo, saranno superati come per volere di fato. II. Un si lungo preambolo sorse dal desiderio di apparecchiare maggfore ammaestramento con un dialogo che tra padre e :figlio s'accese improvviso pochi giorni or sono. Ospiti essi della frescur:1, campagnuola ed io cli loro, parea che nepput· l'onda della politica, riflessa dai giornali quotid ani, potesse giungere a turbare i b~ati ozi della calda stagione e a smuovere le lll stra fibre a·lentate. Tuttavia ... Ma prima due parole sui prota~onisti. Il padre : una mezza intelligenza, ricco, g,rndente. ricoperto di rariche pubbliche d'ogni SOl'ta, fa da pilota ai pescicani del potere, quasi per abitudine, inconsciamente, E' un Tartufo come m:1,11eanzadi senso llll'rale, ma non come p•·esenza d'ingegno e cli scaltrezza. Sa però che esiste una mora'e e si stilla il cervello affinchè in casa ne esistano i segni esterni e ne siano professate le solite formule. riò è più che suf:ficic>nte a'I accontentarlo e a renderlo fiducioso della propria influenza etica tra le pareti domestiche. Fuori di casa sua questi segni e queste formule qualche volta gli fanno comodo per il lustro ciel nome, ma qualche altra lo seccano maledettamente e gli impediscono una certa agilità cli movimenti; al che egli rimedia dichiarando-i privo di pregiucli1.i e sciolto da ogni legame di convenienze sociali. E non sono i pretesti che gli fanno difetto. Col figlio ostenta una grande rigidezza di costumi ed ama eh ·egli creda aver le cariche e gli onol'i ricercato l•1i;non il rovescio. Sogna per il rampollo laute propine ed un posto nelle ambasciate, come -oclùisf.,cimento depii studi non negletti, del casato non oscuro, del censo pingue E' insomma uno di quelli che la Società designa coll'appellativo cli <r bravi uomini. » · Ecco, per iscorcio, il ritratto del padre. Il figlio : non è mai stato un fannullone sin da bambino. For-e la sua gracilità. lo ha difeso anche per tempo dall'ozio e dalla scapigliatura dei suoi coetanei. Dotato cli molto spirito di osservazione e di molto senso criti ·o, nutrito di sode letture e di varia cultura, assimilate senza molto sforlO, trovasi a seguire il tei-zo anno cli Giurisprudenza. ment1·e già il soffio dei tempi n ,ovi non lo ha trovato insensibile. Non prova entusiasmi, ma è molto obbiettivo. E' per ciò che il padre non ha ancora intuito la trasformazione sostanziale del figlio e lo reputa sempre ligio, senza condizioni, al proprio interesse e a q ,elli di casta. D'altronde si vedono di rado; a pranzo di solito; e, se qualche argomento di :,Jta politica viene in giuoco, tutta la discussione si frange e •ntro la n1n1·ut·anza e la poca stim:i ,·he il fig iuolo ha della comp te1,za del genitore. Ben lungi dal metterne in dubbi,) la buona fede, 1·igua~·cla i gill'li,i di suo padre come derivanti da una certa ,niopia intellettuale, da deficienza di attitudine, da arresto nelle facoltù critiche; tutte cose che la vita senza priva,.ioni e senza grandi attriti è giunta a determinare e svilupp:1,re. Di ciò non fa certo le meraviglie, perchè, portato per , aturale inclinazione ad essere diligente spettatore della ':omedia umana, ha già compreso che J'eno1-me lllaggioranza degli uomini è mossa sotto l'impero cli queste qualità negative, spe,so ereditate ccl alcune \. Jte acquisite, nel primo caso per mancanza cli e,·citabilità e nel secondo per mancanza di stimoli. Ecl è questo fatto ohe ~li fa risentire tutta !"umiliazione, da cui sono colpiti gl'indiviclui di larghe veclut.e e di alta intellettualità, 1 qukndo tanta forza viva debbono consumare per ottenere un mini 1.0 lavoro nella dinamica sociale. E talune vo.lte è anche spre7.zo che risente ve1·sJ il gregge degli umani, dopo tanta inopia cl'effotti, spre1.zo che lo conclucJ :1,riguardare ironicamente, con una lieve sfumatura di cinismo, gli avvenimenti di qnesto mondo così curioso e così uniforme ella sua va,ietà. Quale stato d'anim ', dunque, lo portasse a prolungare ed inacerbire in questo memorabile giorno la discussione col padre suo, rnrebbe difficile definire con esattezza. Era forse la presenza cli estranei che solleticava il suo amor prop, io e la sincerità della sua fed ', facendolo uscire dalla sua indolenza? Oppure la eccitazione susse• guentc ad un· 1auto pranzo, l'ora del tempo e la c:ilda sta»ione i' :Forse tutte queste C)ndizioni raggruppate. uerto si è che la dialettica scaramuccia si svo·se mentre il s ,le chiazzava di macchie gialle la queta ombra dei platani e delle acacie, mentre le cicale stridevano, i grilli trillavano e le pecchie avernno subitanei ro111.iinel fulmineo volo. Sorbito beatamente il caffè, eravamo rimasti noi tre so'i, avvolti in t[Uell'atmosfera cli pace verde e odorosa, che persuadern al silenzio, quasi a far vieppiù assapora, e tutto il benesser,) di cui sentivamo la nostra p_ersona compenetrarsi. Ciascuno di noi, a caso, avea dato di piglio ad un giornale, e, sprofondati nelle sedie a sdraio, nasconclev:1,mu l'un l':1,ltro, dietro la grande apertura dei fogli, il nessun <lesiderio di leggerli ed il frequente am miccar delle palpebre sugli occhi a qtundo a quando ann ·bbiati ... Ad un tratta, nel colmo della scena muta, scoppiò, come il fragore di una fucilata una esclamazione rauca dietro il giornale, che il signo1· Padre parea leggere. Il torpore, che già ci dominava, fuggi da noi come un gatt,l spaurito, menlre le braccia, col foglio squadernato, ricadevano sulle ginocchia e gli sguardi correvano a lui intenogando. Il Padre - (buttando via il giornale con mal garbo). Per Dio! questo è troppo ! E' una solenne birbonata ! li Figlio - Di chi parli? Che è successo? P. - P:1,do di quel Colajanni che in piena Camera ha eletto che l'Europa è anelata in China ad esercitare u11 b1·igantaggio collettivo. Ci vuole un bel coraggio! (con aria sdegnata•. F. - Oh I si, un bel coraggio.. (sorridendo) per dire la verità. P. - (sgi·ct11wiilotanto :d'occhi) Sei pazzo' gli daresti forse ragione? F. - I~ come no? Non è certo J"on. Colajanni che mi fa avvertito cli questa verità. So, da un pezz ,. studiando la vita delle società, che •1uanto è riguardato per un c1·i· mine negli atti di un individuo o cli pochi individui, non lo è pitì negli atti delle collettività erette a naz:oni Tu mi dirai che esiste un clirit• o delle ge1,ti per 1·egolare i rapporti intemazionali, ed io ti risp ndo che esiste solamente la forza larv:1,ta di diritto; tanto è vero che i casus 1,elli esistono solo in quanto conviene o non conviene cli considerarli per tali (Il lJCtcli'eguarclam con occhi imbambolati il figlio. lo taceva, ve enclo che la discussione stava per farsi scottante, nella t,ma cli 1Jortm-e qualche interf c1·en:zadeviatrice 1. F. - (al padre che accennava a ribattere). Aspetta_; voglio compl~tare il mio pensiero, se me lo permetti. Appunto, facendo questa constatazione, io non vi fa,·cLO entrare criteri di etica civtle, perchè so che vi stanno a
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