Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 15 - 15 agosto 1900

286 RlVlSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI L'OCCIDENETELACINA SECONDO l DISCEPOLI DT AUGUSTO COl\ITE La Revue Occidentale cli Parigi ha preso occasione dagli ultimi avvenimenti Cinesi per ripubblicare le Considerazioni generali 1ull'insieme della civiltà cinese e sulle rela:.ioni dell'Occidente colla Cina, che fanno parte del corso cli lezioni professato nel 1859 e nel 1860 da Pierre Lafitte in Parigi sulla Storia generale dell'umanità. Ora è notevole che in queste lezioni scritte dall'autore nel 1861 - si badi alla data! - il Lafitte abbia fatto questa dichiarazione nell'Introduzione: <r Il mio scopo, distaccando questa parte cli una vasta <1: esposizione, è sopratutto di chiamare l'attenzione degli <r spiriti e dei cuori elevati sulla necessità cl'instituire «: una politica ad una volta razionale e morale per rego- <r lare le relazioni dell'Occidente col restu del pianeta. «: Queste relazioni sono clominate sempre più rla ,,n igno- « bile mercantilismo o claun proselitismo stretto, eh•, del « resto, non è il più spesso che un prct3s' o alle opera- « zioni politiche o commerciali. I> Il Redattore capo della Reoue Occidentale, C. Hillemant, alla sua volta appone allo scritto questa nota: « Gli avvenimenti tragici di cui la Cina è divenuta teatro ci decidono a riprodurre queste pagine scritte nel 1861, or sono circa quarant'anni, ma che sembrano datare da ieri e che potranno essere lette cori· profitto dai nostri compatrioti occidentali dell'anno HlOO. » a: Eseguendo questa pubblicazione, noi testimonieremo, sotto la forma la più discreta, la più conveniente, ma del pari la più efficace, la nostra simpatia e la nostra stima per una civiltà essenzialmente pacific1, ecl industriale, che non potrebbe rortare dinanzi alla storia impàrziale la responsabilità di eccessi contro i quali protesta il suo 1 ungo pass,ito, e che sono stati troppo evidentemente prodotti dall'inqualificabile politica cli aggressione e cli provocazione che da più cli mezzo secolo ls diverse nazioni occidentali non hanno cessato cli praticare di fronte all'Impero <li Mezzo. » LAMORADLELLA DISFATTA (l) 1 ruttociò che si riferisce alla sorella latina, che servì per tanto tempo di termine di paragone per confortare gl'italiani, ci deve ancora interessare vivamente clal punto di vista generale e nazionale. Ciò che è avvenuto ed avviene nella Spagna p•1ò e deve servire di ammaestramento all'Italia, e molt.o di più alla Francia. Egli è perciò che ho letto con vivo i teresse il volume che il Morote ha consacrato alla disfatta della sua patria, per trarne argo "ento di studiarne la storia, i costumi, le tradizioni lo ali, il carattere, le istituzioni politiche ed ec,mon.iche. A giudizio dello scrittore - che ha preso parte all'ultima guerra di Cuba e ne scrive con passione intens-, e con senso elevatissimo cli pa'riotti mo - clop) spente le libertà locali ed iniziata la degenerazione della Spagna, specialmente per opera del governo degli stranieri, due fenomeni rimasero caratteristici <.!ellape isola iberica: lo spirito di autonomia delle vecchie regioni e la guerre civili. Insiste altresì nel dimostrare che la Spagna fu grande sino a ta,,to che fu un paese industriale; d'onda trae una indicazione per l'avvenire. La Spagna, scrive il l\forote. ha meritato la propria disfatta, l'ha preparata e quasi acc:1rezzata ; e i s :oi maggiori uomini e le masse hanno in essa grande re sponsabilità; soltanto una minoranza intellettuale, nella quale erano rappresentate le più opposte tendenze - Pi y l\Inrgall, l\fanè y J?laquer, Pablo Iglesias: repubblicani, conservatori e socialisti - mise il paese in sull'a,·viso sulla via disastrosa, che si percorreva. (1) Lurs Mo1t01'E: La moml de la deYota, Madrid - Establicemiento tipografico dc G. Just Calle de Pi1.1-arro. N. 15 bajo 1900. Pesetas 5 (Un volume di 784 pagine). Ma in Ispagna è avvenuto ciò che non si è mai ·verificato altrove. In Francia, all'indomani di Sedan nè O1livier, nè Bazaine, nè altri responsabili della disfatta furono chiamai i al governo per ripararla. In Ispagna, invece, i generali che non seppero vincere a Cuba e nelle Filippine i generali che non le seppero e_vitare il Se lan coloniale, all'indomani osn-ono presentarsi al paese come redentori i Tremende sono state le conseguenze finanziarie ecl economiche della guerra di Cuba e delle :Filippine: circa due miliardi cli pesetas come spese dirette. l\Ia ciò ch'è più istruttivo è lo apprendere quale è stato il cancro roditore della Spagna. Il militarismo: ecco il euo grande e inesorabile nemico; militarismo che è cosa ben diversa dallo spirito e dalla fona militar.l, che può salvare un p1ese. Nelle pagine che il l\forote consacra alle variazioni nel numero dei generali che la Spagna ebbe nei suoi quadri dal 1817 al 1891 si trovano i migliori insegnamenti - di vera attualita per l'Italia, che ha voluto darsi il lusso dei suoi dodici corpi di armata. Dopo i vuoti fatti dalla guena cli Cuba. e delle Filippine, al 1° settembre 1898 la Spagna aveva 4.99 generali, 578 colo1tnelli e più cli 23,000 ufficiali' Queste cif're acquistano un valore, un significato più eloquente, dal confr.mto che uno sc1·ittore militare spagnolo, Jenaro Alas, ha posto colle cifre dell'Italia e clella Francia, e che giova riprodurre integralmente. <r Si dice - sono le parole di Alas - che la professione militare oggi ha molti nemici in Ispagna. e questa è una granrle ingiustizia; poichè la Spagna è la sola nazione che si priva cli mantenere un esercito per darsi al I 1 professione militare con le arrelianaclures (avanzi;:., della sua pov_ertà. Ecco le jrove. Bilancio_ di previsione della guerra m Ispagna_ ·1_7 ,000,000. Effettivo del!~ ,trupp~ pre~ visto 128,000 uom1111.St pendio della uffic1ahta 66 mihorn di pesetas. Numero degli ufficiali 23,000. Bilancio della guerra in Italia 280 milioni di pesetas. Effettivo della truppa 240,0'JC uomini. Stipendio della ufficialità 48 milioni. Numero de~li uf'fìcial1 1'1,500. Bilancio della guerra in Fra·1cia GlO milioni. Effettivo di truppa 573,000 uomini. Stipendio dell'ufficialità 80 milioni di p setas. Nu mero degli ufficiali 29,000... Se le altre na~ioni imitassero la Spagna nelle proporzioni cle~li ufficiali, l'Italia dovrebbe averne 46.000 invece di 14,500 e la Francia 115,00J invece di 29,0001. I> (p. 19 e 201 • In questo parassitismo militaresco sta la causa principale della rovina economica, politica e morale d6lla Spagna; Ja sua rigenerazione, quindi, non può venire c~e dal seguire una strada diametralmente opposta. Perctò con ragione Pi y Margall propone che l'esercito venga ridotto a 30,000 uomini - che la Diga cle procliictores eleva al massimo ,:i t>'l,000: quanti sc>nonecessari al mantenimento dell'ordine all'interno lJall'articolo tanto interessantedel I ucchesi, corrispon· dente della nostra Rivista cla Madrid, sappiamo che c'è tutto un movimento intellettuale ed economico per la rigenerazione della penisola iberica, nel quale occupano un posto importante il •lott. Costa, 'a Camera agricola clell'Alto Aragon ,i la J,iga Nacional de procluctores. A questo movimento aderisce il Morote; il quale saviamente non scorge salute per il suo paese che nelle economie, nella diffusione dell'istruzione, nella rinunzia al militarismo ed alla politica imperialista; e conclude eloquentemente: « Rispetliamo, sì, conse1·viamo la memo- • ria rendiamo culto al passato glorioso, che fo della ccSpagna. come si fa cli un morto adorato; ma non m - ,, ten liamo risuscitarlo nella sua grandezza guerresca e « imperialista, perchè questo sarebbe un tentativo vano « e cli più dannoso ali' esistenza na1.ionale. ()erto, non " tutto si è perduto, e la patria abbandonando la sua « storia ha lasciato profonqe vestigia, tras□gur ndos1. ,, Non e è opera cli civiltà che si estingua completamente, « non c·è for,a morale che si perda, data Ja legge. etern_.~ « della conservazione della energia. La lingua d1 (asti- «: glia. che ò una delle quattro più diffuse nella tera, ({ vivrà attraverso ai secoii. La nostra lingua, scultura. « arte, genio e spirito di razza, vivranno_ e saranno '.~ « ragione di essere di una Spagna nel pianeta, _la prn « grancle Spagna, patria morale e mentale cli c1Ic1otto a: nazionalità, di quasi tutto un continente, di un mondo «: separato cla noi politicamente, ma che cerca e pei1Sa «: le stesse cose tlella sua augu~ta madre ... E sintanto <r che esso viva, e che sarà difficile che venga distrutto

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