RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SC!ENZE SOCIALI abbia fatto verso l'incivilimento. E sorge spontanea la domanda: ma cos'ha fatto il Governo, cos'hanno fatto i rappresentanti di quelle regioni per migliorare le co?clizioni sociali di nobili provincie, che con slancio generoso si sono sacrificate per l'unità 7 Cos'hanno avuto in premio de' loro sforzi ? Come sono state soddisfatte le loro speranze? L'uomo di St3,to, gli ottimisti, i panegiristi potranno con s_ottigliezze distinguere e suddistinguere per scusare 1~ qualche modo l'opera dei nostri• governanti, ma noi eloquentemente presentiamo loro il suaccennato bilancio, il quale- è un grave rimprovero e, nel tempo stesso, una cupa minaccia. Rimprovero per l'opera fatta e m!naccia per l'avvenire, perché guai se quelle popolazioni conoscessero le loro condizioni e concepissero il disegno di migliorarle ! Il male é grave e nemmeno i più tenaci conservatori lo negano: ma quando assisteremo ad un generale risveglio, alla formazione di una nuova ?Oscie~za iniziatrice di vita novella? Ecco la grande mco~mta sconosciuta a~le nostre classi dirigenti, le qual~ stanno bambolegg1ando e sonnocchiando sulle glorie passate senza punto pensare alla vera spaventosa tempesta che s'addensa sul loro capo.' UGo ToMBESr. I sistem.eiducativifnInghilterra I. Le Università libere. Certo tempo fa Ugo_ç>jettisul ccGiorno», G. S Gargàno sul « Mar?Occo ,, e p1u recentemente, I. Me!ani Scoclnich e U. Borsa nella« Vita Internazionale "si occuparono clelJa creazione cli Università !ibere, le quali, qui in Italia, ccme I~ loro omonime del Belgi_o e di Francia possano portare I msegnamento_ super10 e 1~1mezzo al J?Opolo, e far profittare_ anche i _meno abbienti, purche volonterosi dei grandi vantag~, che lo stuclw reca a tutti i popoli. Questa q_uest,one, tanto leggermente e superficialmente trattata - 11Gargàno proponeva sul « Marzocc 1 " di ri volgere l'invito anche a( S gnori ed alle Signore che non ha!lno nulla da fare·- e una delle grandi questio ..i cli cui ~ovrebbero occuparsi la stampa e tutti coloro ai quali sta a cuore l'avvenire ed il progresso del nostro paese. Pur troppo il popolo italiano è uno dei più io-noranti d'Europa, e singolarmente contrasta la naturale 0 vive1.za della intelligenza dei nostri operai e dei nost.ri contadini c_on la pov~rtà delle lor~ cognizioni e del loro sapere. 1, 1_1opera, mglesi e belµ,1 non posseggono lo spirito sveglio ed acuto che caratterizza i lavoratori italiani. I a finezza dei nost~·i lavori_ ~ntichi. l'arte con la quale m lte deHe no_stre piu sempl1c1 cose furono eseguite. rivelano in noi 1tallam una naturale prontezza cli spirito ed una ten. denza al bello che agli altri popoli mancano. Non bisognerebbe dimenticare che la riforma r'elle arti industriali che fu opera e vanto dei Preraffaellisti in gle~i, e costituisce oggi la grande voga delle ca e Morris e Liberty cli Londra, ebbe origine dallo studio e dalla 11rntaz1one de, lavori deo-li utensili. delle sto"·e, dei di. segni dei maestri e degli artefici italiani del X[ll XIY e XV secolo. ' Epp?re quanta differenza oggi. fra i lavori, le stoffe 1 mobili, le stampe, Ja gioielleria. i tessuti cha ci vengono cl 'Inghilterrr. ed i nostri. Non parlo certamente della ricchezza delle cose in sè stesse; paese più ricco ciel nostro, dà, naturalmente, cose più ricche. Parlo del gusto. artistico col_quale anche le più semplici cose sono eseguite; parlo della cretinesca nostra abitudine di co - p1are soltanto senza volere innovare; e dico che ques a defìcenza della nostra in,·enzione è il risultato della mancanza d'istruzione nel nostro popolo. Non c'è ?peraio o contadino nel Belgio, in Inghilterra, 1 11 Germania che non legga tutti i giorni il suo .,·iornale, r,]je non discuta tutti i giorni gli atti del goYerno del suo paese, che non si appassioni alle questioni di poli• tica, d'arte o cli scienza che giornalmente la stampa agita e. mette in campo. Da noi la grande massa del popolo vl\·e sordidamente e bestialmente indifferente a tutto ciò che è vita cittadina e sAmbra felice di crogiolare perennemente nelJa oscura miseria e crassa ignoranza, d'oncle le classi dirigenti hanno ben cura di non toglierla mai. Sanno esse che all"ignorante povero bastano un tozzo di pane e una cipolla, a tempo dati, perchè si stimi felice. E questo è anche uno dei danni della mancanza cl'ecluca,.ione e d'istruzione del popolo. . ì\li si potrebbe o~servare che, da certo tempo, un risveglio c1·intellettualità si va facendo nel nostro popolo e che una certa minoranza delle masse s'appassiona per la lotta ed i problemi politi i odierni. ed io, riconoscendo la verità del fatto, rnlgo questa considerazione a mio prò, e dico che questo risrnglio e questo interessamento sono il risultato d'un più largo sviluppo della educazione e della istruzione del popolo. In noi man0a l'elemento primordiale della libertà. Mentre pretendiamo dagli alt;:i il rispetto delle nostre opinioni e la libertà delle nostre azioni - ben inteso nell'ambito d"ogni az one e libertà possibili - noi ci opponiamo ad ogni sforzo che altri fanno per la difesa delle loro opinioni. ed ogni atto emanant~ dalla libera vulont:ì di altri o che tenda a difendere quella libertà è da noi c_onsiderato come una diminuzione della nostra propria libertà, come uno sfregio od una offesa alle nostre opinioni. · Questo _anche è uno dei deplorevoli effetti della deficente istruzione e della mancanza d'educazione civica nel nostro popolo. Non credo sia necessario citare fatti ed esempi a sost,egno di questo mio dire . • . E'dunque con grande piacere <'he io ho letto gli articoli clell'Ojetti, del Gargano. della signorn Melani-Scocl111chdel Borsa; ed è con somma soddisfazione che da letteJ•e d'amici miei e da 1·elazioni pubblicate sui giornali ho potuto costatare l'estendersi della idea cli fondare Univer·sit-, libere, ove i volonterosi, che p r le loro condizioni non possono seguire i corsi delle Università ufficiali, possano acquistare ne! più breve tempo e con la minore spesa la mag~iore somma di cogni,doni possibili. Ma bisogna al tempo stesso fare in 11odo che Je Università lib re possano diventare veramente utili, non solo per lo studio pratico e· per il sapere sparsi largamente nel popolo, ma anche nei loro effetti; bisogna che l'Università libera renda possibile l'esame che è dato nelle Università dello Stato. e possa far concorrere ad ottenere la licenz I ufliciale in tutte le Università, senza che sia necc•ssario che per dare l'esame uni1·ersitario l'esamina_nclo presenti le licenze liceali e ginnasiali che oggi 1n esigono. E' d'uopo che l'insegnamento cli queste Università lii.ere sia scevro di pedantismo e di inutili perdite di tempo. GJi organizzatori e gli insegnanti dovranno non negligere mai il fatto che l'insegnamento si 1·ivolge ai giovani della piccola borghesia e del popolo e che quindi bisogna non sia l'insegnamento barocco, scolastico.,noioso, cattedratico, elementare o quasi, che è caratteristica speCiale di tutto ciò che si dice fatto per il popolo; ma deve essere. nl tempo stesso che comploto, attraente, informato a libert~ completa e poco costoso, tale da essere veramente gradevole, possibile, utile. a chi ha pochi meZt.i, poco tempo e, soltanto molta buona volontà. . Sembra ch"io abbia dimenticato completamente il sog getto del quale \'O]evo scrivei-e. ma non mi è sembrato possibile in questo mome1,to, dato che appunto la questione s'agita in Italia. parlare delle Universit.y Extension, (L 111versità libere) in Ingliilterra, senza dire la mia parola su ciò che è nei voti di quanti in Italia, amano l'e· ducazione del popolo e sarà presto, giova sperarlo, un fatto compiuto. L'Italiano clie per la prima volta assista ad una lezione su qu~ lsiasi soggetto del Politecnico a Londra, o ad un corso della l niversity Extension, non imagina certo che questo grande m ,vimento, che si estende in tutta \'Ingl1ilterra conta migliaia cli allievi, ed è uno rlei principali fattori della supremazia e della forza del popolo lnglc~e. sors · per iniziativa individuale e con una povertà di mezzi clie sorprende, dati i resùltat.i raggiunti. Noi siamo abituati ad aspettare tutto dal governo e dalla gente ufficiale; in Inghilterra tutto si fa per sottoscri1.ione volontaria ed iniziativa individuale. Dalle so-
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