'G1.,0-. Ftl G1iido SaÌvialiÌ. Àr·:rrrn vqçt _:__ Fu hli, fu lui. :i-\N,T-. J<:glici vol.lc annientare non per org0glio industriale, no, ma per avidita di capitalista ingordo! Mo1.TE AI.TRG YOCT - E' la verità. Awr. - (incafaando). J•: quando fummo costretti ad arrenderci per pagare il dchito cn0rmc che avevamo oramai soltanto verso di lui, noi dovemmo mettere nelle sue mani la nostra officina, la nostra casa, e bruciare i nostri ideali come i vinti hr11cin.no lo loro bandiere prima di darle al nemico; voi vi rassegnaste ari avcrl0 un'altra Y0lta padrone, 111ai0 non p0lctti rassegnarmi neanche a questo. E sapete pcrchè? .... Egli mi scacciò! (ride come un forserina{o). Ar.TRr - J•:' infame! ANT. - E ben presto una sinistra fama di amhibizioso, d'impostore, cl'inctt0, di ciarlatano e di ribelle si diffuse intorn0 al mio nome. e non trovai prù credito, non trovai più un industriale che mi accoglics.·c con fi1lucia, e mi si fuggiva c0mc un appestato, e a casa mi aspettavano, intanw, mio L'Imperatoredella Chin<l e le Potenze. L'IMPRnATOttl•; DELLA C11rr-A (tra sè): - lo sarei mollo felice di poter dire alle I 'otenze che, per· parte mia, io stemlerci loro con piacere la mano .... (J,ìgaro di rarigi). padre - che aveva lasciato 1111IJraccio fra i denti di una 111accl1ina - un figlioletto di sei anni e la mia povera compagna incinta. Incinta, sissignori. · 1nn lo nego! Incinta! ( come Hna proclruno.~wne:) Ho commesso il gran peccato di amare una donna onesta cl1e rni amava! E ho fatto di peggio; non ho voluto condannarla alla sterilitid Non ù forse il maggiore dei delitti il mettere al monrlo dei figli? Turri - ( f)l'l1les{r1110 :) No! no! ANT. - E questo peccato e questo delitto mi hann,) dato la f$ioia di consumare un'altra turpitudine, 1111 ··altro delitto e ho sottratto c.;inquantarnila lire dalla cassa forlc cli colui clrc eli111inamlo la lllia persona come quella di un intruso, s'era irnpos-;cssato delle mie idee e delle mie fatiche. s'era i111posscssato del prodotto più utile e più· YiYo della mia mente cd aveva sottratto a mc tutto quanto m'era ~cmbraLO non potc.rsi 111asi cindere dalla rnifl. Yila, dal mio sangue, dall'anima 111ia. (( ;ridando pa::;::;a,,ienle:) \la ditc111idunque pcrtlio. ditemelo, ditemelo, se avete ancora un'avanzo di coscienza umana: chi di noi l111c,chi di noi rlue ù il ladro??! G1Ac. - No, che il ladro non sci tu ! \IANG. - Con le tue macchine meravigliose. la casa Salviati guadagna il 20 per cento sui suoi capitali! G1Ac. - Ed ora dcvi fuggire! . ...... . Axr. - Io sono qui per affrontare la legge, e non per eluderla. ll banco degli accusati dovrà essere la mia bigoncia, e parlcrù ficrarncntc quando tutti voi avrete detto a voce alla, ai giudici, e al popolo, quello che pensate del mio nemico e di mc. G1.,c. - (quasi limido e commosso) Antonio, il dovere che compircm1110 YCrso di le ci rirl11rrcbhc sul lastrico della strada.... Dohhiamo soffocare ogni grido di sinccritù. LAz. - O tacere e fingere, o m,irirc di farne. ( Un silen~io). Ai'\T. ( Abbattuto, abba,iclonondosi rt una sediri:) Voi avete ragione. (poi con dolcc::;::;a) Voi non potete parlare. 1-: poi che lutto gli mancava, poi che il terrore della Corlc cli Assise, delle curiositt~ della folla, delL'Imperatricedella Chini e le Potenze. !1. i\lA:--DARJNo: le fortezze sono prese. e \'o;tra !\!aestà , e 11 e pericolo di essere deposta dal le Potenzt'. L'h11•1-:nATn1cE: Oh! state per tran,1uillo, le Potcnt.e hanilO sempre preso, non ha11no mai deposto. • (Uik di Ht-l'lino). l'accusa, della condanna, della pr1g1onc lo invade, e i poliziotti sopravvengono, egli si uccide con 111c1olpo di rivoltella, sulla via, dove pure è riu:>cito a fuggire. Lo riportano sulla scena, nella lwttola, per soccorrerlo. e morente. morendo, egli della cosi:« Dichiaro di a~cr sottratto' dalla cassa~ forte di Gui..lo Salvial.i lire cinquantamila per provvedere alla vita della 111ia famiglia. Dichiaro rii aver ripi'CSOcon questa somma una parte di c.;iòche era vcrarnc11tc mio. » E spira. Cosi, il !a,·oro di l{obcrto Bracco, Il rliriUo di cioe1'e, ò profondamente suggestivo. a clii intenda c0mc per vivere tra le condizioni sociali del lc111po nostro, una gran parte <li umanità, quella clic si trayaglia nell'azione o per l'a:~ione, 11011 ahhia sca1npo. Si deve essere o spietati, o hassi, o ribelli. :\' on saranno tutti spie tali come il Salviati, hassi come .\Iarti no, ribelli come l'Alticri, s'intende: in costoro sono tre cpisodt individuali di Yita, di questa Yita nostra sociale alla quale non si può reagire clic con la cruclelt,t, la bassezza o la ribellione. Tanto è che in ognuno dc' più fortunali - dico quelli che son fuori dal vortice dell'azione Yiva - impiegali pir't o meno certi ,lei loro posto. signori inoperosi più o meno certi delle loro rendite, pro''cssionisti noti più o meno certi de' loro affari. anche in ognuno di costoro, c1uante yoltc non ·or::;c l~ necessità di una caUivcria,
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