RìV!STA POPOLARE Dl POLlTJCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI bocca al suo ipotetico compagno Ferretti, contro l'isola sventurata. che egli stesso onestamente deplora non sia visitata dagli italiani. Sulla Sar<legna, sui suoi uomini e sui costumi delle sue donne vengono ripetute tutte le leggende chè assunsero parvenza statistica in seguito a certe pubbl:cazioni, di cui la Rivista si è occupata più volte Che il fondo degli abitanti dell'isola sia buono ed onesto, e che essi suhiscano malvolentieri il danno e l'onta del banditismo, il Bechi stesso non nega; e ciò riconferma quando descrive le feste fatte dalla popolazione ai trionfato i i nella Caccia groiBCl; feste che ispirarono anche delle canzoni popolari. Non ci nascondiamo ancora che in un militare non ci sembrano da lodare le narrazioni fantastiche di eroismi, di bravure e di squisita generosità di soldati ed ufficiali in quella putita di Caccia gnssa, nella quale « miL'alberodella cuccagna chinese e Ja probabile sua fine. (.Veue Gliihlichter di Vienna). « gliaia di scariche rintronarono nel vallouel in un fi:a- " gore assordante ». Ch.e dire del paragone del brigante P?,u con Capaneo ribelle, elle implora pietatc? In tutto questo si deve scorgere un .nane tentativo Ji creare una leggenda soldatesca. E come non protestare contro la inutile.-crucleltÀ mostrata ricordando che per opera ·dei soldati il brigante « Pau non è più che un mostro b echeggiante, un bran4 dello sanguinoso, sul ')Uctle continuciuo ad infuriai•e i u colpi ? ". E chiudiamo con una lode al Bechi, che clev'EIsere cli ani'TIO buono che scrive bene, e che ha solo forse la colpa della legg rezza degli ufficialetti che s'inebbriano colle prime fucilate alle quali prendono parte Egli rivolgendosi al marchese Cassis si augnra di riuscire a convincere che non c'è bisogno di traversare 1 Oceano per colonizzare una fantastica Patagonia, mentre in casa nostra abbiamo una Patagonia vera. Il paragone non è molto lusinghiero per la C:arclegna; ma noi lo accett.iamo per la intenzione buona. E la intenzione buona egli ha riaffermato in una risposta inviata alla Nuova Sarde:,na. Nor. « IL DIRITTODI VIVERE }> ·< 1 ) Dubito forte io non debba in fondo sembrare assai temerario - anche allo stesso sig. Bracco, che non conosco personalmente - prendendo a scrivere cosi come fac~io intorno a un dramma già noto e discusso, io appunto che non ho mai esercitato l'ufficio di « critico drammatico » né voglio per avventura esercitarne il mestiere. Dichiaro subito dunque che non mi anima alcun proposito di atteggiarmi a jeuilletoniste per diritto di natura. OJ.;,., ~:;_s-J Io manifester.ò'.soltanto la mia impressione ingenua L'opinionedèllaScuola di Guerradi Pechino. f' ·'f.::', " )~ )~ ---·j. A?. I ,..J ~ ~ . . . \.4. --' l ,+j:, , "' ft~~. ·1 :q\\ ' " , \ ...,.....,..__. . t\ i \ I I \ ~ ', -: . . :{J\· Generale, bisogn1 esser felici d'essere chinesi, perchè la · China è !.. prima potenza del mondo .... - Infatti, ciò è provato percl-iè il mondo intero si mette contro noi. ( Rire di Parigi). cedendo al gusto mio per idee e sentimenti che mi sono cari. e che il dramma del Bracco rievoca e suscita. Parlerò insomma come uno del pubblico che ha pagato il ,;uo posto a teatro. E a dirla schietta contro l'olimpo dei superuomini, per me il pubblico che paga, e va a teatro così come prenderebbe una tazza di caffè - si può esser buongustai nell'una cosa e nell'altra - il pubblico semplice, é il critico dei critici. Eh, sì ! Fra l'opera rappresentata e il gusto, l'intelligenza, le tendenze dGI pubblico degli spettatori v! hanno rapporti,. né evidenti sempre, né sempre facih a riconoscere, non nego, ma certi, e proprio nelle impressioni del pubblico che riassumono quel gusto quell'intelligenza e quelle tendenze, un critico dovrebbe, secondo me, ricercare direi quasi i motivi della sua (l) Tre atti di ROBERTO BRACCO.
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