Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 14 - 30 luglio 1900

RIVISPTOAPOLAR DI POLI'fICALI~TTERE D l'J SCIENZESOCii\LI AnnoVI. - N. 14 I Abbouamenfo 1rostale Roma30 luglio 1900 Richiamiamo l'atlen;;ione dei nostri lettori sulla rtcca rivista di caricature rigua1:..dantila (luistione Cltinese, che diamo in questo numero traendole dai miyliori gioma__lisatirici intcrna~ionali. Noi non rispCll'miamo nè cure, ne spese perchè [rt l{,iYisla rijlclla, nel limite del possiuile, il momento politico in cui esce. Siamo costretti a rimandare, oltre la GaUeria, dell'Estrema Sinish•a gli articoli gia preannun.~iati, e uno ùileressanfissùno del nostro Giuseppe Paratore sulla UasaBdei socialisti a llet•- lino dtlfr!__qualedarc1,w wia·splendida_/oto-incisione._ La verità sulla Cina Nazionalismo nostrano. - l I gior.mlismo na.,ionalista italiano si è commosso! Innaiza inni :ti popolo che ha applaudito ai bers~glieri - quasi che i bersao-ii,, i no., fosser 1 fig-li del popolo, e in tntti non do,·e~se"'essere a·- dente il desiderio d, vederli ritomare ,·ivi ed ancbe vincitori ... l I giornalismo net~ionalista nr:strano, non meno miglie si ,no s dvi, e che tutto si riduca all"assassinio di KeUPler ministro della Germania, siamo sicuri che la questio e cinese rima.rnì, aperta per molti mesi, e per molli an ,i ancora, e che tutte le con iclerazioni intorno alla medesima. quindi, resteranno di attualità. Intanto, notiamo, con sincero compiacimento, che, trannE1 pochi !.• ionudisti disonesti, pochi idrofobi e analfabeti, si comincia a ticonoseel'e che l'on. Colajanni a,·ev.i ragio e, e che rlis e il vero alla Camera. Non se ne fa che una quistione di modo. 'r.utto ciò che disse J'on f'olajanni e tutte le dospregevole cli <juello cbe fa capo ai .Judet, ai l\Ii 1levoye del'a vicirrn repubblica, non trova paro!~ di lode adeguate I er questo popolo in cui si risvegli ano arti ·ziosamente t.ntti i selvaggi S·'ntimenti atavici. Ma quando que to popolo ha fame ed osa dirlo in pubblico, nelle strade e nelle pia:r.ze, oh! allora il popolo diventa canaglia e per esso i na: "zionalisti i,wocano la mitra:~lia, e pei superstiti le monette e la galera ... guerrafondaì. mande cbe egli si pose ha accet,tato i I signor Gemma in nno dei più veechi giornali moderati dell'r\.l · ta Italia: nell'Arena cli Verona. E, perchè si comprenda che questo accordo sosta· ziale non sia un ac cidente, ci piace ricordare che un giornalista di Yalore, che milita in un altro campo, uno dei più JedeJi amici cli Crispi e dei più fanatici sostenitori della polit'ca espans'onista, il sig. J-'rimo Le,·i, nella Rivista po 'ilica, in un artico I o (L'Italia e la missione civil~ ne.'l"Estremo Oriente) che abbiamo riassunto, nella nostra Rivi~la Il giornalismo nazionalista italiano, che mangia spesso alla greppia dello Stato, si è tanto artificiosamente rnontato, che ha delle Riviste, sc1·i ve : ,, Il osato ciò che mai fu nelle sue abitudini: ribellarsi agli uomini del governo Esso ha :fieramente criticato il cliscoi-so pronunziato tlal generale Ponza cli San l\fa•·tino che ha par- - Bravo s:ild~to, va in China a soffi·irne di tutti i colori; ma se anche lr ac~oppano, non importa; pensa che noi ti moclo come « si è parlato « alla Camera italiana del <I diritto nei cinesi di ser- «: bar fede indisturbati alla «: loro fetle antica e, nei « suoi principii fondamene tali, non certo odiosa guardiamo. lato come un galantuomo e come un politico avveduto ai soldati chepartivano da Xapoli. I nazionalisti, i mist:1l'a11ili, ne sono f'urio i. lon sanno rassegnarsi a sentir parlare un ministro. per· clippiù ministro della guerra, come poti-ebbe parlare un sovversit'O; e lo clich arano traditore .. Sicuro: traditore dei loro loschi interessi. . Colaja·nui in fondo ... lra ra!l'iou~. - .\.' discutere la parte che l"Jtalia va a rappresentare in Cina - quali interessi va a difendere - quali fini, più o meno ideali, va a p2rseguirvi; ad esaminare quale pr nde ri-ultato eco110 nico l'Europa e l'Amer ca potranno ottenere dal conflitto tra il mondo giallo e la civilt!i. occidentale, che oggi follemente hanno voluto 1·iacutizz1re, ci sax-ii, semp1·e tempo. Anche se fosse vero, come ci auguriamo di gran cuore, che i ministri esteri e le loro fa- (Uomo di Pietra di Milano). « neppure alla nostra ci- " viltà, non era tale da provocare certamente il gene- • raie, e neppu1· un parziale éonsenso acl un eonce\to « :.:-insto ili ~è strsso ». .\.b I è il rnoclo soltanto che offende . l\Ja in quanto a rnocli cli dire la verità vera non ce n·è che uno solo; quello di dirla_ tutta intera, senza iniìngimenti, senz 1 ipocrisie che la sform~no, la deturpano e la rnndono spesso iniconosciliile. E' il modo che l'on. Colajanni ha adoperato nel denunziare i ladri della l'anca Romana; è il rnoclo cui non venne meno nello srnascbera1·e il firmatissirno e il tra/lato ili Bisacquino; è il rnodo stesso, per tacere cli altre occasioni, adoperato nel denunziare le spogliazioni del Sud a benefizio del :::S-orcl.nel prevedere con precisione matematica, e con alcuni anni di anticipo i tu-

262 RlVIS1'A POPOLARE Dl POLlTlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI multi del ·93 e le ferocie di Minervino Murge... E con qnanto hanno detto e vanno ripetendo i piu feroci o i più sciocchi calunniatori dell"on. Colajanni. rimane assodato che c'è il diritto e c'è il dovere di esamimire e di discutere gli avvenime;1ti, di spiegare come e perchè la folla ubbriaca d1 Pechmo e i !Joxe1· inferociti siano arrivata all'assassinio degli europei L'esame, la discussione e le spiega ioni degli avvenimenti non si poterono mai confondere colla loro approv ,.;ione. Epperò la spieo-azione della conciotta scellerata dei boxers è utile e doveros~, per~hè può giovare ad i~peclire che gli stessi avvemmentl s1 ripetano. Il processo alla Cina. Cinesi immobili, i11tollerauti, cru•leli, vili, sporchi i - La stampa na2'ionalista, in Italia e fuori, non è poi rappresentata da minchioni. Conosce che per fare ingoiare al pubblico il disonesto e l'inverosimile bisogna fare l'ambiente. La stampa nazio11alista francese creò i Krumiri della Tunisia, e creò u1r mondo cli buffonate e d'imfamie per riuscire all'affaire Dreyfus. Quella inglese, agli ordini del Capita]ismo e cli Chamber ain, denigrò sistematicamente i Boeri. L'italiana non è da meno delle altre e fa il processo alla Cma con una leggerezza e con una impudenza, c· e susciterebbero l'ira e lo sdegno di Marco Pulo, del Padre Ricci, di Cattaneo e di Ferrari ... I na"ionali$ti nostrani creano dei cinesi a loro immagine e somiglianza. e sna. • turano le ste~se loro buone qualità, quando assolutalT!ente non l!l possono negare, per conchiudere che i cmes1 sono immobili, intolleranti, crudeli, vili; e sopratutto sporchi ... L'accusa d'immobilità è antica. Rilevandola, Carlo Cattaneo, quarantanni or sono, rispondeva: « Chi reputa immobile la Cina, se consulterà le istoJ·ie, <r la vedrà in a;?itazione contmua. La vedrà dissodare « primieramente un Yasto territorio, arginare fiumi, « s arnr canali, diffonder· lungo le mille valli dei due « fiumi colonie d'ao-ricoltori, città innumerevoli; assor- <r bire le ·tribù barbare dei monti; abbra ·ciar tutti i suoi « popoli in una sola civiltà col vincolo d'una sola lingua; « inventar leggi, arti e scrittura; e tuttociò, quando <r l'Europa stava pertinacemente selvaggia e impotente. « Poi scomporsi in più regni fecle,·ati; e in qriella com- « parativa libertà, srnlgere popolari e varie filosofie; « poi rannodarsi, ora in un impero, ora in due, il Catai « e il Mangi di Marco Polo; soffrir come I Italia due ,< volte la conquista dei barbari; la prima volta cac - <r ciarli; la prima e la seconda ammansarli e ag,;regarli « alla sua civiltà. Intanto un assiduo lavoro mentale <i: propagava da una parte la filosofia socratica di Con• <r fucio, la filosofia astratta <li Lao Tsju, la metaLsi-:a in <r veste teologica <lei 13udclisli: i11fine m pocbi anni, sotto « i nostri occhi trasse dalla lettura della Bibbia il fo- <r mite cli una nuova rivolu ione l>. Sono tanto immobili i cinesi the Giusep]Je .Ferrari ad ogni movimento cinese trovò il riscontro analogo in un movimento europeo. Ma il grande filosofo della rivoluzione previde forse che i suoi concittadini non iw1·ebbero letto e molto meno compreso ciò che egli scrisse. Perciò pubblicò in francese la sua opera genialmente paradossale: La Chine et l'Europe, leiirs hisloire et leurs traclictions comparés \Paris - Ed. l)iclier e C. Bcliteurs - 1869 - pagine U07). Più in là si avrà modo di conoscere, perchè oggi i cinesi odiano i missionari. Ora basta ricordare che l'essenza della loro relig one è contraria all'intolleranza. Sono tanto poco intolleranti che parecchie religioni Yissero sempre nell'Impero celeste nella massima pace ed armonia, e rispettarono s:no ad un certo punto, i cattolici e spesso li onorarono come tali. Il signor Enrico Fossata1·0, ch'è stato in Cina, sulle orme del celebre Richthofen, ricorda che i Francescani erano assai stimati dai cinesi, e che quando mor\ monsignor Egidio Cosi gli furono fatti funerali solenni (l tedeschi in Cina - Nuova Antologia 1° luglio). Avverliamo c1,e questo di monsignor Cosi è fatto recente, e che il Fo,sataro è uno degli espansionisti, cui viene l'acquolina in bocca al pensiero di prendere il Ce-Kiang. Un giornalista che si firma G. V. dal F. nella. Stampa di Torino (15 luglio) narra che trovandosi in Cina coll'ammiraglio Accinni a bordo della Cristoforo Colombo durante la guerra delle Bancl ere nere, i francescani ad un certo punto vi furono malvisti e perse_;uit.ati, ma non perchè predicassero la religione del fraticello di Assisi, ma solo perchè fmncesi . .Appena siJposero sotto la protezione della ba cliera ital'ana - che pure potevasi confondere facilmente coi colori della francese - essi furono rispettati « La nostra bandiera, ,, egli scrive, fn sempre salutata con rispetto dalle po- « p !azioni delle numerose ciWi lungo il :fiume Ya g- <, Tze-Kiang; nè mai i nostri f1·ati, ne le nostre mo- « naclic, che hanno istituito un granclioso baliatico cli « trovatelli a T,V,, -Chctng sulla riva sinistm ~lel fiume, « dirimpetto ad Haukou, ebbero mai a so{lrire alcun « <lanno » Ma allora la handiera italiana non aveva fatto la sua g'oriosa apparizione nella baia di :--an llfon ! Infine il sig .:llt conferma , iò che tutti sanno: lo scetticismo dei cinesi ed esclude recisamente ch,i nel movimento dei boxers vi abbia alcuna influenza il sentimento religioso. C1WDEL1! « Le scene selvagge, che si narrano avve- « nute a Pechino non hanno riscontro nemmeno nella « raccolta delle torture e d i snpplizi cinesi. li celeste « ama molto i bambini, e, perchè sia giunto :fino a « scannare i piccoli figli degli 1·.uropei, biso,na che la <e sua rabbia sanguinaria sia giunta ad un grado di esalc, tazione somma ... » Cosi lo scrittore p1·ec·edentemente citato. che si nasconde sotto lo pseudonimo di R. Alt nell'Ora cli P. le,mo (_N. 88), scrive dei cinesi. Egli li ha studiati sul luogo; ma in fondo è costretto a riconosce1·e che sono miti e buoni, sopratutto verso i bambini. E il citato articolista della Stampa descrivendone il carattere, d ce il cinese dolce, pacitico amatore della t.erra, ocliatore della guerra, lahorioso ; tanto laborioso che la somma di lavoro ch'esso fa non può par,,gonarsì, che a quella cl Jle formiche. .Ma su que ta bontù, mite1.Za dei cinesi, non ci sono contraddittori seri: la ricon.'st1ono tutti. Gli ,.mericani e gli europei l'hanno potuta studiare in casa propria nei (.,'oolics immigrati. E,1 a Londra il cinese, come m.arito, fa aspra conco1'l'en1a all'europeo. Le donne inglesi lo preferiscono ... Non è male aggiungere, dice il monarchico moderato sig. Gemma (Arena 12-13 luglio), che i · cinesi, dovunque, vanno co,nmettendo meno delitti ... degli italiani! llfo c'è modo sempre d'intendersi ... colla menzogna e colla calunnia! Perciò il sullodato sig. Alt nel Jfattino di Napoli, spiega la bontà e l'amore della terra colla viltà; e ciò in rispost, a Cesare I o ,,b1·0s0 che aveva es ltato l'aborrimento dei cinesi pel militarismo Sentitelo: « I cinesi - continua l'egregio uomo - si mostrano « cosi inferiori ·a noi nell'arte della guerra, perchè hanno « in dispreao J militarismo!». Ma no, illu.,tre profes- « sore, i cinesi non hanno in disprezzo il m litarismo: «: hanno JJ~iura delle schioppettate! .E;ad, comodo ad un « soldato, che scappa, di esch,mare: « Sono fuggito perchè « disprt:lZZOil militarismo! ma questi so o prete$ti da « Arlecchino. Il cinese non è incl1fterente al militarismo; i « snoi grandi mandarini sonc,, spesso, dei generali e dei « marescialii. Però, il cinese è codardo per temperamento, e, e quantunque il Lombròso scriva che l'arte di ammaz- " zare il prossimo s'impara facilmente, i celesti, finora, « non sono stati capaci che di uccidere dei missionari. « dei vecchi, del'.e donne e dei fanciulli, o cli sopraffare e, con il nume1·0, dei distaccamenti di soldati europei ». Strano! Lo stesso signor Alt, poche linee più in giù, accenna alle cento insunezioni dei cinesi. dal!' invasione di Gengiskan in 1,oi ed a quelle dei 'l'ai -ping, che non indicano affatto viltà o rassegnazione o immobilismo ... In quella ihsur.rezione dei 'rai-ping i cinesi mostrarono valore; e tornarono a mostrarlo le bandiere nere contro la .Francia. B valorosa fu la resistenza che oppose a Y,,Iu l'ammiraglio 'ring contro le forze superio1·i e meglio organizzati; dei giapponesi. Dell'amore si11cero alla terra ed all'agricoltura, dell'aborrimento per il militarismo fanno fede tutte le feste e tutti i costumi dei inesi. In propo-ito ci1iamo un libro non recente : La cité chinoise di Eugenio ~imon; e si cita questo scrittore non recente perchè non si dica che sono rifritture cli occasione. E in quanto al disprezzo per la morte, la storia dei suicidi cinesi costituisce una singolare documeì1tazione del medesimo: un chinese ,i ,uicicla per far dispetto al nemico: si suicida se non può pagare un debito ... Uel resto ·nell'imbroglio in cui ci siamo messi aug 1riamoci pure che i cinesi continuino a mostrarsi vili e disorganizzati. Con un po' di coraggio e con un po' di ordine, un nuovo Gengi-kan farebbe passare un brutto quarto d'ora all'Europa. Oh! ma se i cinesi non sono immobili, non sono in

RIVISTA POPOLARF. DÌ POLITICA LETTE.RE E SClENZE SOCIAL! tolleranti, non sono crucleli, non son,, i·ili hanno però qualche cosa che li rende intolleraL,ili e li condanna alla distruzione: essi sono sporchi! Li denunzia solennemente il sig. Alt come sporchi, e perchè sporchi, gli europei, specialmente di alto rango e che rappresentano i governi civili - ma non pul-iti di coscienza - li trattano con tanto disprezzo, che soltanto ui,o schiavo assolutamente incosciente dei dirirti umani l)Ot1·ebbe tollerarlo. Un asino non lo tollererebbe. E' lo stesso sig Alt che ve lo c ,nfessa candidamente. Sicchè, per una questione di sapone l'Europa si è divertita a provocare un grandi> inci;ndio. E l' Europa vorrebbe rendere puliti i cinesi sottoponendoli ad un grande bagno di sangue! P!'rchè d 01li:rno i cinesi. •- Il sig. AH, ~tante volte citato, per chè pe1· n i fa testo come ardente e pansionista, guerra 1onda~o e conoscitore della Cina, attr bu sce scarsa mpo rtanza ali, occupazioni ed ai rni;sionari nella genesi dell'odio dei cines.i, e na ùà una massima alle quando questa viene esercitata presso le tribù barbare colle quali gli Stati civili non hanno altri rapporti ed altri interessi da difendere e da sviluppare. Ma i rnissio• nari diven~ono un p ricolo ed un inciampo allorchè altri obbiettivi, che non siano quelli religiosi si propongono le potenze straniere, che veng-ono a contatto con un popolo o con un aggregato di popoli, qual'è la Cina, il campo di azione dei missionari. Noi non abbiamo bisogno d'insistere sullo spettacolo nor. bello, che dettero i missionari in Cina, in altri tempi; e lasciamo ai curiosi della Storia l'indagare se aveva ragione Voltaire, che oi si divertì a descrivere le lotte aspre tra gesuiti, domenicani e francescani, cbe discreditarono la religione di Cristo nell'Impero celeste due secoli or sono. L'impressione che nei barbari (?) dovettero susciLare le lotte di quei primi missionari non poterono essere cancellate o modificate mii nostro secolo dalle discordie di cui hanno continuato a darvi spettacolo gli europei tutti -diplomatici, commercianti, ingegneri, istruttori milipaesi barbari...in casa. differ nze delle ci\·ilt,i, che residua in una questione di acqua e di sapone ..., questio· ne che inJuce l'europeo a trattare il cinese cullo scudiscio peggio di come si tratta un cane Ed il trattamento è stato tale che cnn rara ones• ,ì egli conf'essa: «. L"Euro- «. peo ha .seminaloil rancore, « che oggi lo col1dsce. " Il sig. Gemma ~ll'insaputa d"llo stesso Alt, si do111anda come lui: come va che un popolo mite, pac fico. laborio.,o è divenu o ad un tratto così feroce? Egli risponde: « Il fatto mi par di po- « terio così sint tizzare. In « questi ultimi anni i cinesi « si son visti ,-onsiilerare « dall:t diplomazia europea « come una vera res m.tl/ius « in ba ìa del primo occu- " pante. l\ei lorn territorì « si vid semplicemente un « oggetto cli sfruttamento « per chi fosse abl ,astanza " audace o abbastanza a- « stuto da saperne proJit- « tare. Quanto alla popola- «. zione, si tr·oi•ò comodo di - Rallegrati, soldato Gambalesta, andremo a portare la « vedervi ... un accessorio tai·i ecc. Vi sono rivalità piccole, continue, pettegole, dice monsignor Pia,zoli, di cui i cinesi ridono e profittano. E in questa grande tragedia, al cui prologo ab• biam , assistito, si susrnrra già che il Deus ex macchina sia stato rappresentato dalla Russia: la quale non contenta 'ella rivincita presasi, dopo la guerra Cino-giapponese, delle i rn posizioni dell'Europa - che defraudolla dei vantaggi guadagnatisi colla guerra contro la Tur• chia ed assicuratisi col trattai.o di Santo Stefano - non contenta di quella prima lucrosa rivincita ottenuta a danno del Giappone, ripetiamo, si assicura che abbia soffiato nel!' incendio, che ha preso pro pori.ioni minacciose per essa si essa R itornando all'azione speciale dei missionari si sente subito che essa non p11ò che essere d'incomodo alle potenze che poco o nulla si curano della religione di Cristo e che nella Cina non vedono che uomini e terre da sfruttare, commerci da sviluppare, dollari e sterline da guadagnare. « del terreno. Confess amo civiltà nei paesi barbari ! « francamente che ce n'era - Sia lodato il cielo, signor capitano: così pot1·òriabbrac- ({ abbastanza per far per- ciare la mia famiglia. « dere la pazienza anche a « chi di pazienza è fornito « in massimo grado. Un « popolo che ave se con- « tinuato a tollerare gli stessi sis'emi senza reagire « avrebbe segnato iJtesorabilmente il p1·oprio .<uir'idionella « storia. " Avanti, s gnori i[Jocriti na.,ionalisti che ve la prendeste coll'on .Cola,janni 1)01 moclo con cui annunziò la verità: scatenatevi contro i' discepoli incoscienti, ma più cauti. che sorgono in ogni angolo d'Italiil ! Intanto torniamo ad esaminare i due motivi principali, che in fondo &i riducono ad uno, che indussero i cinesi alrultim11 levata di scudi. I M ssiouari. Se la mancanza dell'uso dell'acqua e del sa11one ha esercitat.o tanta influenza nel determinare rapporti intollerabili tra Europei e cinesi, e c1Jrto che gli altri fattori della solleva,ione selvaggia dei òoxrrs ne hanno esercitato una più visibile e più diretta. E tra questi fatt,)ri oc ·upa110 il !)rimo posto i missionari e le occupazioni territoriali I missionari di una fede, cli una reli;.done qualsiasi, che vanno ad affrontare ogni, sorta di pericoli - la morte e le torture più terribili della morte stessa - sono certamente degni cli ammirai.ione e di ri · petto; e con particolarità qLiando éssi sono disinteressati e danno spettacolo cli unione, di abne1p1.io·,e e di virtù tra gl'infedeli. Questa azione non puo e non deve trovare altro limite, se non quello della n,sponsabilità personale cui si va incontro colla propaganda religiosa, (Asino di Roma). Questa preoccupazione esclusivamente materialistica, anti-religiosa, non poteva più autorevolmente ed anche più cinicamente essere espressa da lord Salisbury nel discorso volterrian0 indirizzato proprio ai Missionari ad Exeter Hall nel g:ugno scorso. <l. Moderate il vostroardore di propa andisti l ll. disse loro e ripetè su tutti i toni il primo ministro dell'foghilterra cui premeva soprattutto di mantenere la famosa porta aperta per farvi entrnre l'oppio e tutto il resto dei prodotti inglesi e coloniali. · J.\Ia la propaganda della religione cristiana - in Cina 11' n vi sono soltanto missionari cattolici, ma anche prote.- stant,i - nei modi conelti e pacifici, data l'indole m te e tollerante dei cinesi - assai più mite e tollerante di quella delle nostre plebi urbane e rurali - non avrel;>be suscitato inconvenienti. Le onoranze rese a mons, ( ·osi, di cui si disse precedentemente, ne fanno fede. E deve essere così indubbiamente se un missionario cattolico i ,tervistato da un corrispondente dell'Osservatore cattolico - la fonte non è sospetta!. - potè ricordare che il padre l\Iatteo Ricci si meritò un monumento in una pubblica piazza di Pechino, insieme al nome di Li rna-to, cioè grande della Cina, e che tutti i missionari in altri tempi erano tenuti in grande considerazione, stimati e q ua-:;i amati da tutti i figli del Cielo ... Est moclus in rebus, però. Se fosse vero ciò che la

f RIVISTA POPOLARE DT POLITICA LETTE/V•: E SC!F:NZ/<.'S{)CfALI T,·tfno~a pubblicò sulla pess.ma qualità <lei neofìti, reclutll,ti tra i delinquenti, <'i sarebbe gi:ì tanto da discreditare qualunque religione e da rendere legittima _la persecuzione contro i missionari e contro i conve1·t1t1. l\'(a stando alla narrazione ,1' 1111 tale che il Co1-riere <lelln Sa1•ci presenta come tipo di utile, laborioso colono: che ba passato in t ina :Il anni, oi ~arebbe ancora d1 peg~10 . . . . . . - a. I a ,e1•a colpa cieli odw c-ontro glistran1er1 »·cosi scri,e al giornale in e_ui espettora la sua filo;:;o~a del a Moria, il signor Conado Ricci - « che ha fatto d11·entar_e <r tanto feroci i pacifici cinesi. ce l hanno quasi escl11s1• « vamente i missionari Essi, col loro pro~e·itismo a « /ittli i costi, banno offeso profondamente il sentimento « religios0 non solta1;1to dei confuciani e dei bud,~isti: « ma anche - e I iu ancora - quel o dei seguaci d1 a: Laotse. E se i confuciani, che for., ano l'elemento b:iro- " cratico. il mandarinismo del paese, seppero far bocca « da ride1·l' e i buddisti parvero ra~segnarsi. i seguaei e di Laotse. c:oè una grandissima parte del volgo, nella « 101·0 rozzez?.a, arnl>uono man mano accomun ndo nel- « rodio questi missionari, insidialori clellc coscien:e e clel « l'eclue<L3ione clei loro figliuoli, con gli altri stranieri. « Non ci fossero stati mai in Gina altri europei che dei a: commercianti e, lo accerto io, che di eccidi non si sa- « rebbe mai parlato I Per conto mio, ho vissuto t e1tta- « quattro anni in Cina e non vi ho mai avuta alcuna « seccatura, neppur tale cla potersi meUere a fare il paio Il con le tiratine che i monelli cli Berlmo si rlivertono " ad applicare alle code_ cl_ei cine_si.To . e la mia mogli~ u abbiamo un'ottnna optmone cle1 c1nes1 e non tanto dei « mandarini, delle classi colte, quanto proprio dei popo 1( !ani. E vi ha ,li peggio. Non contenti di « .insidiare le « co,-rienze a tutti i costi D (uno degli a· gomenti persua· « sivi usati dai missionari per potersi vantare di aver~ u aumentati i seguaci della loro religione ern . il danaro. ~ col quale coni-erfiv,ow i piìt tristi sc.gg-etti! 1 preti « consigliarono essi medesimi ai goyerni d'f~nrupa l'uso « della forza brutale contro i cinesi ». ,\ ltri europei hanno narrato di ogni sorta cli offese fatte da missionari e da soldati europei alle credenze e alle superstizioni dei <'inesi; tra le •111ali tipiche ,p1elle narrale da un soldato tedesco nel!' ln,ticalol'r <li Il ct:lal'(' - un giornale conservato e: « Un bel mattino ci mettemmo in marcia ; dopo pas- « sali alcuni villagg, d fece alt in un temvio inn ,nzi alla eitti1 d1 'rsimo. Alt11ccmnmo z.. nostre l,ranrle alle figure clcgli idoli e degli clei... ». Chi non vecle cl,e a questa stregua non e'è tolleranza possibile e cl.1e la pazi, ma scapperebbe an ·lte a_isan~i del paradiso? Ne que,te sono fontast1cher1e cl, ,. don, n d1 ~nl ,•alt io-nora11ti. C'è infatti il rapporto ufficiale del °Jfinistro clel 1i";,1gioin Cin_a_ cl~e attribuisce ali' imp_rudenza. dei mis~ionan cattol1c1 l or1g111e de la sollernz1one. R1tiene più accorti i missionari protestanti e crede che SJ i russi sono meno malvisti dai cinesi, ciò si de,·,, alla minore propaganda che fan o per la chiesa ortod.ossa. Ohi V·. ngano a negare, se a tanto arriva la loro faccia tosta, i na:ionalisti d'Jtalia che i contadini d1 1 alabria o ,lei Yeneto. e i popola• i cli Napoli o di l'ergamo permette1·,•bbero in casa loro una siffatta propaganda dei loro principii ai confuciani e ai bonzi! ),on os ante tutto ciò: non ostante la discreditante qualità clei rn~ofiti clelin• quenli e la imprudenza e intolleranz:\ dei missionari, noi crediamo C'bt, i cinesi oggi non si sarebbero mossi se altro non ci fosse dietro la propaganda religiosa. t 1)() ci sia dell'altro è e1·identi~simo. Yediamo. Sin dal febbraio 1898 il ministro von Biilo" dichiarava al Hefrhstag che il vescovo An7.er era 9tato il piì1 cate• gorico e-1 insistente nel ,·onsigliare come imlispen~abile J ·occupazione di l, iao-C'e 1. J I Fossa taro nell' artico o citato della Nuo1•a .Antoloyia (I tedesr·lti i, Cina\ dimostra che neg i ultimi tempi le persecuzioni ai mis~i{)n!\ri tedeschi non furono che pretesti 11c1· le 01·c11pa.Jiorii. Se a qualcuno sernhrerà icarsa l'autoril:ì cli nn privato, che pur con ,sce cle 1'isu la Cina, non pofr, ne:a1·e fede a clii di ben altra autorità god,,. Fu proprio !orci ~alisbur.v, il primo ministro d Inghilterra, che :vl Exe:er Hall ricordo ai missionari che e!'!si non sono più dei precu,·- sori della stoffa cli Giovan Battista; eh ' essi erano accolti con diffidenza perchè ritenuti stnimc,,ti dei goi•crni eu-- ro()ei. Ciò doveva arrecare grave danno alla causa della religione cristiana. E aggiungeva test m !mente: u: I ci « nesi si snno falli /'i,fo,1 e/te l'opcm <lei mis~ior.ari « è ~opra/11//0 un 111e.•.•o ,lei v_o1·er?ii secolari p_e1· c.011!: e< 7iiere i 7,rogett', ch•i /11mno m rista. (Jufsla ,. l!L prn ,,.periroloSfL e tc,·,il,ile insi<l e, . 'l'utt_o questo assume le proporzioni della eYicle, ~a nrntemat1C'a c·olle rel1~e1~zo eloq11entissime o colle ,l1ch1araz10111 esphc1te del m1ss10nario intervistalo dal corrispo11cl,nte dell Ossc·r1•a ·ore cal/olico. l·gli rimpiang-en o,.i tempi i!1 rui si rendevano onoranze '!ole1111i a Pad 1·€1 l\lat Leo l{1cc1, sugg,unge,·a: " .\l'orci per,) i missionari non ~i_i·e1·mw_ dietro di s: la (( l'l:OTEZlONE l>El-1,E POTl-:NZI•:.( ,iac,·hè 11 nodo della ([UP- • stione è qui ... I ,11~~10:-.u:1 i-oi, uor1:r.1rnE1:o 1•:~,-,1-:·1:1•: l'lt0TE1'TI ! 11 * * 1,1' orcnp!\1.:0111. X0n e'è dnbbio: &e i rn1ssion J'i sono odiati in Cina ciò si deve <ti l'alto che <l1Ptro a loro e',~ la prn/e.Jiona dellt> potenze. e che 1,ella loro propaganda si scorge il 1>relesto per_ le oc~upazionL . . . I e occtt1><uioni I ecco ti n,ot1vo pr111c1pal1ss1rno,~e non esclusivo della grande solleva,ione e delle stragi commesse da'i ùo.ccrs <'Olla com plicit:ì. più o meno esplicita dell'lmperalore e dt,i grandi fun,ionari dello Stato La febbre delle occupazioni non è recente: è tanto poco recente eh• Carlo Cattaneo, s ompar~o da Il' nta anni circa, potè scrivere: « quando veliamo . i tre più « o-randi o-ol'e ni di Europa introdursi nelln Cina.I' nelle ,, ~icine r~gioni con qu<>lle m!lclesime arti di am a<;cia- ,, tori armati, d1 inerranti e nquistatori, ,li ::.oldat, rnpn<'i $ <' di turbolenti missionari, col e quali ,ennero g1:ì.spo- • glinti e a,·viliti cento e più milioni di nomini nel! In « 11ia; quando li vediamo apportare semprn n110,·e 111- " sidie e m10,e ferite al diritto delle genti in Oriente; • poca fiducia possiamo concepire nei destini di quellt• • 11a ioni dell'Occidente che clo,·es.sero mai rasseg1,ars1 • :\Ila giust 1/.ia e all'umanit,\_ dei p~tenli •· I.a febJ.re delle occu,.m,.10111non <' rece11I('. ma da poco ha preso uno sviluppo gig.,ntesco I' per di piì1 semrn il menomo decente prett'~to S1 capis<'P chp in s('guito ad una guerrn sfortunatn il ,intn paghi <' subisca I(• consC'gu0 nz•' ·d,•lla disfatta an<'lte colla perdita d1 una pari<' del tel'l'itorio. '1'11tto ciò è umano. )Ta le o<'cupazioni che seguirono a 'luella ,li hiao-('eu non hanno l'asp tto brutale ,lei brigantaggio comune P volgare cli chi , i attende al pns•o e I i g,·ida: o la lwl'S{l o 1'L i•ita.' ~oltanto i! c nagliume nado1111lisl11 p 11·:ì11egal'lo !.'Europa si i• d:\ta al hrigan aggio volga1·e pt>rchè si convinse eh· la Cina era impotente e che i c1ne~i erano ,·ilissimi e si pote,·ano unpunemente calpestare come le for iche. 1:: sir :\lichael l[icks Beach, il cancelliere dello scacchie1·e in Inghilterra che parlando il 27 giugno scorso ai banèhieri della Uit)', disse lo o che in Europa dopo la guerra tra il Giappone e la t ina si era diffusa J'op1nio,1e che il Celeste impern fosse un pa~tircetto che q1 pot·,·, rlivi ·ere tra le potenzti co, tanta fadlit~ e senza alcuna resistenza come qe si trattasse di dh·ide e una totfa tra gli scolari ~fa i ho,.coni de' p1sticcetto non ~i poterono inghiottire fa,·ilmente; il pasticcetto si i> animato e cerca lacr rare il gorguzzule degli avidi e in<iaziabili scolari. Di <'hi la colpa? Fo1·se <'egli impertinonti c!Jfl non si \'ogliono lasciare divorare? Questa è l'opinione del sunnominato canagliume 11<L3ÌO nalista it llico e I europeo, l L cui morale è proprio quella che si può desumere cla un apol"go degli Animali i>,,. - tanti di ('asti. Il po,·ero istrice torturato dal mim~lro di polizia emette, a lamenti ; od ,I ministro, che uon ,·o leva disturbat l il sonno del Re suo padrone, cliqspgJi: Zillo bfr'.,anle ! il leoncino rlor e I l'l'oprio così: 1 l>irbanli in ('ina sono i cinesi, rhe non ,·oglion0 saperne di essere divorati. L'J~uropa li redar, gu1sce perchè essi hanno osato rompere I 'allo sonno nPlla testa lle potenze brigantescamente occupatrici l\[a che le 01·rnpa.:ioni siano la causa di1·etta d<>gli ultimi a,'1·enimenti ,iene attestato ron tale unani nità che ri vuole soltanto J'impude 1za nazionalista per metterlo in forse. (Tn corrispondente ,lei Timcs che si Jirma Slurngluti così descrive !'.origine della solleYa1.1one: « L'occupazione di l\iao Ceu da parte ,lella Ce ma- " nia, come misura d1 punizione dell'ass:issinio de. due « missionari cattolici in ~J1an-tung, e .a conseguenttJ oc.

U/VISTA POPbLAR'J;; tJI P'C!LITJCA Ll<:TTJ,;{{I~' E SCl/i.'NZI': SOCIALI « èupa;,ibnè di l;ort-Artlatr e 'l'a-lieu-lla,v da part.e della « Hussia, di ì\.ei-=-h:,l-\\.ei clrll'lnghiltena e di Kwang- << f'fiau della Ftancia:, diffuse la convinzione tra i cinesi « che la causa principale èe!Je complicazioni internazio- " nal stava nella propaganda delle tnissioni. • g il parlre , ezar<l della Compag11ìa cli Oesi1 scrive, che la rivolta dei /,o.t·ers è una rivincila to,1fro il colpo cli forza dei tedeschi a JZiao ceu. B munslgnor Pia¼ oli ri conosce che i cinesi sono esasperàti p·er lfl tonth1ue occupazioni degli europei; S!:'ntono che il loro' vasto l1rq,ero scompa1·isce e,1 agg-iunge che gl'italiani sono ,lisprè·zzati specialme,1te dopo l'impresa. di San Mun.... (-.\uesta a1v rsinne giusta, legittima, naturale contro le occ•1pazion , el suolo della patria da parte ,]egli strànie1·i; queste occupazioni, non preeedute da guerre e da disfatte, che resero com pren ibile la rassegn:uione cine~e dopo il trattato di Simonosak, resero altrettanto spiegahi le la ri be li ione do po 1,iao-cen Ed ora, seni.a intrattenerci delle ragioni economiche che accamparono gli abitanti di Kaom e cli ('himao per ispieg re i loro tumulti del gennaio 189!) ,Fossataro: 1 tedeschi in Cina noi domandiamo se non erano a,·venimenti prevedibili ,1uelli che si s1'olsero t·'Stè , angui110~amcntc in Cina., · Erano t,snto logici e naturali, o perciò prevedibili che Il Leone,l'Orso e il Boxer. I i-3."- -~':.·-::~ --- Il Leone (l' ]nghìlie,·ra) ali' Orso (la llussia) : - Adesso sono nu.lecleltamcnte o~cup9.to e non posso dedicarmi com~ vorrei a 911elmuso giallo. Puoi darmi u a mano? Poi cc lo lavoreremo insi( me. ( 1Vestmimter Ga;ette di Londra). lord Bel·esford, sei mesi or sono, difese la guerra del SudAfriea El la nece,sit,1 cii sbarazzarsi di Kruger in vista d~ll imminente conflitto in Cina B dev'essere grande l'amar ez~:Ldell'Inghilterra pel fatto che non , ssenùosi sh ,razz~ta rapidamente di Kruger si trova adesso molto imbarazzata del conf-litto cinese che ha il grave torto - altra colpa d i birbanti cinesi! - di esse1·e scoppiato troppo presto. Il 1Uritt, (((llla rihell Ì0!1e. - Contro le occupazioni violente t111ti i popoli reagirono sempre; reagirono quelF, la cui oro-an nazione è elementare, che sono quasi allo stato cli ~morfismo politico e nazionale, e che non hanno civiltà non hanno coscienza cli sè e non hanno storia. l'.Jt~va non I e gir · la Ci a ,he ha una s ona di 111il- 'enni che ha una civiltà I iu , ntica e non mol,o uiv, r a della' nos•ra e la cui co cienza nazionale assopi a, e n , g-11istudio' e e n ogni mezzo viei.e ridest ta d ,ll'Europa? Se non ave-se reagito avremmo clovu~o c edere ad un miracolo o alla cancellaz1one della storia e de la civilti di un im; e o i 400 milioni , i nbitanti ed alla obi terazione completa della sua cos ienla na;,ionale. A parte i II odi se -Ile ati e gli episodi crudelissimi, che la , eturparono, ,, sui quali ri orneremo un,'altra_ V?l!3:, per tutti i popoli di Europa e cli Ame1·1ca cosi d~tt• cwzli, d1e ,ubirono il , ioo-o , elio tra111ero, tale re'\z1one 110·1 può essere che· sa~ta. Sa ·tissi 11a per gl'italidni, che han'no sfritto mezzo :;ecolo di storia di pugnalazi'Oni, ,lii · co ,pi razioni, df 'orche d galere, cli ri e!Ji,oni e cli battaglie contro gH arrsfria ·i. che pu e li tra,ttava110 più civiln,onte che gli eu1·upe· non tr.,ttino i cinesi, colpevoli, di non adoperare abbastanza ae-qua e sap ne . . Queslo loro dir.tto alla reazione crntro le occupa1.ion~ slran·er ·, i cinesi lo hanno formulato in una maniera viva e caratteri tica per bocca cli un Joi-o cor.nazionale, che si I roclan:ò un bo:cer. La fui mulazion, clel diritto rinese;, tale, che n i crediamo oppo tun, chiu 'ere quest, lunghissimo ar icol colla intervista cli un redattore del lktily E.rpl'ess (13 giugno) « Noi -, dis~e il bo.--cer di Londra - abbiamo bisog o cli, «: essere Jibeti; <li god, 1·ci il nostro I el paese e i frutl i• « della 11stra secc,fore- esperì, nza Qnanclo noi vi chie• « diamo cli andarvene voi 1·ifiutate e ci minacci·1' e se non, « vi accordiamo i nostri poteri, la nostra tena, le nostre.· I tre in:eparabili. (Il lUilitarismo onropeo, il Capitalismo o la )[orte'). . / , ✓--:-:: ,..,., ~---? .t:]:'y_, 11. C.\PIT.\ ·sw>: Sento odvr cli sangue, attenti! ( Wahre lacob di Stu~tgard '. « citt,\. Ades;o aven 'o a tcntamente esa'l1inata la (!lii- " stione, noi delle cosidette Societi dei Bo.t·ers abbia,110 « deci ,o c'1,, la sola maniera di l'ber,,rci èi v<>i è quella « cli u cidel'vi Noi non siamo naturalmente sitibondi di « sangue. ;s'oi e ·r amante non siamo ,'ei ladri Jlla quando « la persuasione, le ragioni, gli appelli al vosll'o senti- « mento ,li giusli:Jia ,,on valgono affatto, noi ci tr~viamo « costrel/i a riconoscel'e eh · la sola risorsa che et resta " è quella di sz1egnere la vostra e isten:m " . . E si pr testi pul'e contro la s l rngg1a ferocia che spira da '1 uesto linguaggio; ma si dica. in C?scieo1z3:se _eradi· \·ers, il linguaggio e se furono ~1ve~s1. 1_fotti de1 mila~ nesi del lS:)3 contro gli austr1ac1, de, s1cil1a111cle1vespri contro i francesi! Gli oppressi a tanta cli tanza di secoli parlarono ed agirono ugualment ·. La Rivista. Gli nbhonati clic ill\·i0ra1u10 lire Una e cinquantaalla 110:strnAmn)i11i::,Mazionc,riccvcranno: POLITICA COLONIALE clcll'on. dott. ~apolconc Colaja11ni.

26G RIVISTA POPOLARE DI POLITICA Llt'TTERE E scnmzH SOCIALI Per dare un'idea clell'impo1·Lanza e clell'i11Lcrcsse della pubblicazione diamo il sommario dei capitoli : Parte prima : Cap. I. Il colltar;iopsichico - 2. I t'esponsabili. - J. Era pt'eparata l'Italia alla politica coloniale ? - J. Lo scopo cic:iledella nostra ùnp1·esa africana. - 5. Sto,·ia. - 6. Economia, Grnsti::;iae Aniministra::io,ie. - 7. La nostra missione di cioiltà. - 8. La conclidone dell'Eriil'ea. - 9. Pastori.:ia e or;!'icoltura. - 10. Necessità di sbocchi alla 11npola,;io11iwe tiruw. - 11. Necessità cli sbocchi ai p1'0Clottiitaliani. - 12. Le colonie miste. - 13. L'Eritrea è colonia di sfruttamento? - 1 f.. La politica cli raccoglime//,to. Parte seconda: Cap. 1. A,vws post lJuaclmrJinta etiam t'ùwiscit. - 2. Dit'ilto, civiltà e colonie. - :3. Il brigantaqgio coltettic:o. - 1. Caratteri generali della Politica Coloniale. - 5. il 1wlclitto diretto. - 6. Colonie e comme,,cio. - 7. Emigra::;ione, Questione Sociale e Colonie. - 8. L'inclicadone causale. - 9. La coloni::;:::a::ione scientifica. 4Italia B In~hiltorra n n UlliStiOCiliBilBSB Caro Colaja1mi, In Italia presso a poco tutti quanti dicono che la nostra politica chinese deve essere regolala su quella inglese. E io non dico di no. Ma domando : e quale è poi la politica inglese ? La questione non è per noi di secondaria importanza. Se volete che io faccia come fa un altro, o che io faccia d'accordo con un altro, ma adattandomi io a lui e non lui a me, bisogna pure che io mi chiegga, cosa mai intende di fare il mio protagonista l E non solo questo. Seguire l'Inghilterra, o appoggiare l'Inghilterra. o non contrastare l'Inghilterra, significa pure, nel caso, fare contro Tizio, e fare contro Caio, e fare contro Sempronio. Or bene, anche per questo rispetto conviene di saperp « contro chi facciamo » col sapere « contro chi farà l'Inghilterra ! » Ci siamo mai chiesti che interesse ha l'Inghilterra e che interessi hanno le altre potenze che si agitano intorno alla Cina ? Una lettera, caro amico, non è il luogo per trattare consimile questione, nè io la so lunga alJbastanza per trattarne a fondo .. \fa, un punto può essere sollevato anche in una lettera, ed è tale che non occorre essere il principe di Bismarck per scorgerlo sull'orizzonte politico e ricouosccrlo cli fondamentale importanza. In altro articolo della tua Rivista già. ti segnalai l'orientamento mongolico della Russia. La Russia vuole e può dominare, o amministrare, o proteggere, o sfruttare, - di 1111 po' come ti pare - tutta la Cina settentrionale. Ebbene, questo dominio gli inglesi non glie lo contrasteranno. Non hanno alcun interesse a contestarglielo e ne hanno molto a lasciarglielo. Vediamo un poco. Se la Russia si mette la Cina sulle braccia, lascierà gli inglesi in pace nelle Indie e nella Persia. Se la Russia :,frntta la Cina Settentrionale, non creerà agli inglesi imbarazzi a Costantinopoli. Se la Russia amministra la Cina, fin dove le bastano le forze, lascierà l'Inghilterra digerire in pace le due repubbliche sud-africane : non raffor.zerà l'Abissinia e lascerà che gli inglesi connettano Alessandria d'Egitto con il Capo: non sosterrà neanche i reclami francesi in Egitto. Ion ti pare che se la Cina non ci fosse stata, bisognava inventarla? Dico, sempre, dal punto di vista inglese. Ma, clira taluno, - non te, che sei tr0ppo accorto e pratico - gli interessi commerciali dell'Inghilterra in Cina, cosa mai divemano, se la Russia vi mette piede? Riflettiamo. Gli interessi commerciali dell'Inghilterra sono connessi con la Cina meridionale e orientale, a mezzogiorno di quell'enorme fiume, il Janglsekiang, che spacca la Cina in due parti e scorre clai monti del Tibet a Oriente, verso il mare Giallo, sboccando sopra Shancrai. E' in questa regione che stanno Canton e 1Iong1ong e gli altri porti che sempre hanno fatto gola a~li europei dacché conoscono la Cina. E' questa Ja regione in cui gli inglesi hanno un monopolio commerciale di fatto, che -gli avvenimenti di Pechino non possono tangere. :\Ia, v'è cli più. La Russia, dominando la Cina settentrionale, sara un ~ovcrno infinitamente preferibilC' all'attuale regime Lìinese e per le popolaziohi governate-e per coloro che con la Cina hanno affari. Ne conta il dire che non prati- ·cherà la politica della porta aperta. Basta considerare che la Russia, mancando di capi lai i llÙanto ne manchiamo noi, non può dare :3viluppo ad affari industriali in Cina che ricorrendo ampiamente al capitale europeo, e che perciò il capitale inglese entrerà nella Cina settentrionale con sicurezza e facilità anche maggiore se questa è in mani russe che se è in mani cinesi. La Russia diventa un semplice tramite e un avallante del ·capitale europeo. Certo, non sarà soltanto il capitale inglese che avrà per \'eicolo le imprese russe; sarà anche· il capi tale tedesco e il t:apilale francese; sarà il capitale in genere, e gli affari saranno di chi può fornire il capitale a mio-lior prezzo. Ma, questa é una cosa che gli inglesi avrebÌero anche se essi stes.'i dovessero amnunistrarc la Cina settentrionale cd· é una cosa che accettano in tutto il globo terraqueo. li governo e l'amlllinistrazione russa sono perfettamente tollerabili per le classi popolari cli paesi non europei e perfino in paesi europei sono spesso migliori dei governi e dei regimi amministrativi che hanno sostituito. Così, p. es., in Polonia il popolo propriamente detto noh rimpiange punto il governo aristocratico che la Russia ha rovesciato. Cosi pure nell'Armenia russa il popolo ha migliorato cli molto la propria situazione allorché cadde sotto la dominazione russa, la quale é preferibile alla dominazione turca non soltanto, ma anche al regime che gli armeni saprebbero dare a ·sè medesimi. :''folla quindi porta a ritenere che il popolo cine ·e non abbia da fiorire assai meglio -'otto il regime russo di quello che fiorisca sotto il mandarinato cinese. ;vra, c'è dell'altro ancora. La Cina, ora come ora, non può che scegliere l' una o l'altra di queste tre Yie: o resterà autonoma, più o meno; o sarà dominata dalla Russia nella parte setten lrionale; o sarà dominata dal Giappone. :\essun altro le sta abbastanza vicino per rendere l'impresa profittevole. Questi dominii non tolgono che abbiano un piccl-h-terrc anche largo e lungo quanto uno Stato europeo, altre potenze. i\Ia, il premio grosso non può essere <li altri che non siano o la Rus:sia o il Giappone. a meno t:he non sia di nessuno. Posta cosi la questione, t\ ovvio che all'Inghilterra con\'icne di non osteggiare la Russia. Sorgerà una inimicizia secolare tra la Russia e il Giappone, a profitto clell'Inghillerra, e sarà la Russia. anzichè una rnina~cia per l'Europa un baluardo di fronte agli or·1entali. Or bene, io non dico che subilo e apertamente l'Ingl1iHerra prenderà l'a\'Viamento che ad C!:l.satracciano ~li interessi esposti. Può conYenirle cli ondeggiare, o cti parere di on1leggiare, per qualche tempo, poichè il problema comprende molti altri elementi in conti•

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nuo movimento. E le soluzioni possono essere provvisorie, a tale segno da essere soltanto momentanee, o più durevoli, cioè sistematrici delle difficoltà per un decennio o un ventennio, o più solide ancora, cioè, relativamente più definitive. Dico soltanto che gli interessi esposti segnano una mèta che ha qualche cosa di normale, di primeggiante, di centrale. ossia che stanno al fondo di tutto il movimento come motori più forti di ogni altro. E allora mi chieggo se ancora possiamo dire che la nostra pnlitica cinese deve essere conforme a quella inglese. E continuo a dire di sì perche è que!Ja che a noi costerà sacrifizi minimi, mentre ci frutterà vantaggi parecchi. All'Inghilterra dell'Italia preme poco, nello stato in cui questa attualmente si trova. Ma all'Italia preme assai della Inghilterra. In sostanza - e questo ho ragione di crederlo un fatto certo, per la fonte d'onde l'ho - all'Inghilterra l'Italia pnlitica chinese debba essere conforme ar qnella dell'Inghilterra. Addio. Ginevra, 1-1 luglio 1900. Tuo aff.mo MAF~'F.O PANTALRONl Deputato al Parlamento. la II Ri~i~sota~olaeriel " II JourdneaGlenève ,_, li Journal de Genève rispose lungamente e cortesemente, per la parte che lo riguarda, al nostro articolo, pubblicato sul numero del 1. Luglio di questa Rivista, I Pa,,titi Popolari all'eslel'o. L'argomento più importante del ~iornale conservatore ginevrino è il seguente : Noi (esso dice\ conservatori svizzeri siamo partito di minoranza; abbiamo lottato e lottiamo per va- non preme per altro chQ per l'appoggio che può fornirle il porto della Spezia in caso cli una ~uerra con la Francia. Gli mglesi valutano la nostra flotta a zero e a meno che zero il nostro esercito. Hanno tutti i torti, ciò ben si capisce, clipensarla così. Ma è cosi e non c'è che farci. All'incontro, il porto della Spez·ia è cli un valore inestimabile come puntoJ'ap-. poggio per la loro flotta in un mare che ad essa altrimenti Tolone e Biserta chiudono. Sotto ogni altro aspetto inglese gli interessi italiani sono soltanto non contrarii ad interessi in~lesi. Nia, manca ogni utilità diretta del l'Italia per l'Inghilterra dacché l'Italia non si è nemmeno mostrata disposta a servirla come altre volte l'hanno servita, pur facendo il proprio tornaconto, e l'Austria e la Prussia. Comunque ciò sia, un orientamento mongolico della Russia è perfettamente consono agli interessi italiani. La Francia, ognora maggiormente delusa nelle sue relazioni filorusse, sarà costretta a convergere maggiormente verso di noi. Gli slaIl perchèdi un'astensione. rie riforme, e, attualmente, per esempio, per l'introduzione della rappresentanza proporzionale nella nomina del Consi-' glio Nazionale. Eppure non abbiamo mai fatto, nè vorFemmo mai fare dell'ostruzionismo! - Perchè il sindaco Mussi dati partenti per la China 1 ·1·1 .,, I ' l I~ . I .. ; ·H ... t\i' ~1Yr-::· : I t · 1 il: . "J/1\~- r ,,,. I , I " 1!i ,.1, Grazie tante! Neppure l'Estrema Sinistra italiana fa dell'ostruzionismo per introdurre, per esempio, il rejerendum Qomunale o per ottenere l'abolizione ·del dazio sul grano, sebbene queste due riforme siano per l'Italia assai più urgenti, e incontrino minori difficoltà che non, per la Svizzera, l'applicazione della rappresentanza proporzionale al Consiglio Nazionale. Ma il aiornale ginevrino nun ci dice che cosa farebbero esso e i suoi amici se la maggioranza del Consiglio Nazionale (supposto che la Costitmione federale fosse, non è andato a salutare i sol- come lo Statuto italiano, immutabile per giuramen- - l'el'Chè il vero rappresentante della cittadinanza milanese, stette in casa a piangere sulla fatalità che pe1·seguita l'Italia e la trascina alla malora ! to del Capo dello Stato, e che non contenesse il capitolo lll, il quale prescrive che ogni revisione costituzionale sia sottoposta al voto popolare) vo- (L'Uomo di pietra di Milano). vi d'Austria e della penisola balcanica dovranno svilupparsi con Je proprie forze. Per poco che noi siamo accorti, l'Albania non sarà mai austriaca e la Macedonia può riuscire autonoma, cioè, né bul9.ara, nè serba, nè greca e meno ancora austriaca. ::;ono paesi che sanno difendere egregiamente da per loro la propria indipendenza, purchè a tempo debito vendiamo loro le armi occorrenti e prepariamo in altri modi ancora il terreno. Di che ci sarà occasione di discorrere con te in altra occasione. Per ora a me premeva di insistere su ~uesto: che l'Inghilterra non contrasterà alla Russia 1 egemonia in Cina, in particolare, nella Cina settentrionale; che a noi conviene che la Russia si avvii ad oriente; e che i nostri interessi sono altrove e che è gran tempo cli pensarci. Con ciò si chiari:;ce un poco la frase che la nostra lesse abolire a proprio profitto e contro ·le minoranze, gli art. 49, 55, 56 della Costituzione federale cioè la libertà di coscienza, di stampa e di associazione! - E ciò col bell'argomento che la maggioranza ha sempre diritto di far prevalere il suo voto. li Journal de Genève si dilunga a combattere, in teoria, l'ostruzionismo. Tutti d'accordo. Ma la questione era di vedere non se l' ostruzionismo, in generale, sia buono; bensì particolarmente, se l'ostruzionismo continuato fino alla caduta del ministero Pelloux dall'Estrema Sinistra italiana era giustificabile. Che Pelloux e la maggioranza abbiano coi provvedimenti politici e col regolamento capestro violato lo Statuto, nonché la lealtà politica, non v'è più nessuno che ne dubiti ora, dopo la vittoria dell' Estrema, dopo il discorso Villa, dopo la clégringolade

R!VIST1l POPOLALU: DI POLITICA L/'.TTHJU~ 1:·SCIENZJ~· SOCIALI della macr<:rioranza, In <Jnalc si dimostrò affatL0 priva di quella 0 f~rza morn.lc che viene dal sentimento di essere nella giustizia. La questione che il Journal de Genève doveva disc11tere era, adunquc, questa: E' lecito usare l'arma dell'ostruzionismo contro una violazione della Carta costituzionale? È lecito 1tsare questa piccola violenza, che è l'ostrn:!ionc parlamentare, nel caso di vi0lazioni slatutaric, contro le quali, secondo _tutti i trattatisti di diritLO costituzionale, il popolo può opporsi perfino con quella grande violenza che 61>1. rivoluzione? Ovvero, per il Journal dc Uenèvc nessuna violenza politica, nè piccola nù grande, ù. mai lecita contro le violazioni del diritto compiute dal Governo contro il popolo? Allora Gesslcr era « l'ordine» e Tell « le parti clii scandale »! Importazioneid esportazioni (A1. PRO!•'. A. BERTOLI.N'I) Gli at'ticoli che,ho pubblicato nella Nuova Antologia da alcnni anni in qua, hayno avuto l'onore di richiamare l'attenzione degli scrittori del Giornale degli Economisti, che mi hanno fallo segno a critiche vivaci e non sempre cortesi. Ho rimttndato la 1·isposta a tali criticl,e ad una speciale pubblicazione intei·amente dedicata all'arsomento che le ha provocale: il pr.otezionismo. Oggi, però, non Yoglio lasciare passare inosservato un altro gruppeLlo di osse1·vazioni che mi rivolge il prof. Hcrtolini togliendo occasione dal mio articolo: Le nostre esportazioni, che vide la luce nel numero del 'll:i aprile della Nuova Antologia. li Bertolini avrebbe dovuto fare il sunto dell'a1·ticolo, per darne un'idea ai leLL01·idel Giornale degli Economisti: invece ha prnferito sLaccarnc alcune frasi alle quali ha fatte seguire dei punti ammirntivi o interrogativi, e delle osservazioni che prnferisco credere effetto della incomplcla lettura del mio scritLo aozichè da malafede, come si arebbe indoLti a supporre guardando al loro contenuto. li prof. Bertolini non sa darsi pace pel fatLo che io ho consLalato più volle che alcune nazioni hanno mollo progredito economicamenle sotLo il regime protezionista,. e mi rimanda ad una memorietta del signo,· Giffen. Non mi passa per la merile di negare l'autorilà dello statistico-economista inglese; tutLc le sue a1·gome11lazioni, però, rnlgono poco di f'l'onLe ai fatti. I (Juali dicono inesomhilmcnte che gli Sla.ti Uniti_ del Nord-.\.merica, la Germania, ccc., he11chè sottoposti al regime pmLezionisLa, hanno avuto uno ,;viluppo industriale e commerciale \'ei-an'lenlc cnorn1e; sviluppo tale, specialmente in Germania, da impensierire molto seriamente gli uomini cli Stato, i consoli, gli economisti, gl'industriali dcll'lnghilterra, che sco1·- gono nell'impero Leclesco un formidabile concorrente. Spero che il prof. Bertolini non \·o,·rà contraddirmi su questo punto; e non farniJbc male poi, a riflettere che la memorietta del Gilfon, siccome fu scrilta non poco tempo fa, come egli stesso afferma, forse non potè tener con lo dei fatti più recenti, che han110 tanto allarmato gl'inglesi. In quanto alla influenza del protezionismo non m1 sono mai espresco con quel fanatismo, che il mio contradditlorc mi appioppa; l'aver deplorato questo fanatismo nei liberisti m'induceva naturalmente a molla prudenza; e dalla prudenza non mi sono mai allonlanalo in tuLli i rniei scritti, che non sono ormai pochi. ITo riconosciuto empre la grande diflkoM. che s'incontra nella interpretazione dei fenomeni sociali. l•:d a proposito di quesle difficoltà faccio mie le seguenti osservazioni che sono state esposte per lo appunto in tema di p1·otezionismo e di liberismo da un illustre economista vi\·ente: « 1':' impossibile di at)" plicare il metodo sperimentale, nella sua forma strella, ai fenomeni sociali, visto che non si pUò sepamre, come sarebbe necessario, i differenti fattori che agiscono. Quando, in conseguenza, il libero cambi,la cerca di attriiJui,·c certi risultati cattivi all'influenza della protezione, il suo an•crsario può replicare che essi sono dovuti a qualche altra causa; e sintanto che la controversia si riduce alla discussione di e"perienze non analizzale, nessuno dei partili può dimo- _strare la propria opinione con qualche sicurezza. » ( 1). Giova av,·e,·tire, che il BasLablc è uno dei più auLo1•eyo[iteorici del liberismo. J I modo con cui il prof. 13e.rtolini enuncia il giudizio mio sull'azione esercitata dalle tariffe generali del 1887 farebbe supporre che dalle medesime, io pensi, I' I lalia non aver tratto che benefizi. Ora il mio poco bcneYolo critico non ha ccrlo l'obbligo di conoscere la modesla opera parlamenta,·c mia; ma giacchè ha preso in esame l'articolo mio della Nuova Antologia per fal'lo conoscere ai lettori del Uiornafo degli Hconomisli, a \Tebbc dovu Lo leggerlo tu Llo, perchè ciò facendo, si sarebbe accorto che ho fatto menzione dei danni che quelle tariffe hanno arrecato specialmente all'Agricoltura ed al Mézzogiorno. li prnf. Be1·tolini non può mandar giù, sopraLuLlc, il desiderio da rne moslrato - e ch'è diviso da una infinità di politici, di economisti e di slaListici di ogni paese e di ogni colore - di vedere pareggiala per l'llalia la parlita dello esportazioni con quella delle irnporlazioni : e, per provare che io sono un asino calzato e ve.stilo, mi ricorda l'Inghilterra. che non ostante l'eccedenza considerevole delle importazioni sulle esportazioni, non è una nazione perduta, falli/a. 1,: si àc essa, dal 1859 sino al giorno d'oggi, esclama egli, ha vi Lo super·are in luLlo le importazioni sulle esportazioni della somma formidabile di 02 miliardi di li1·c ! Pel ,:ig. Bertolini la teoria, ce,·tamente non nuova, che non mi sono mai sognalo di proclamare tale, com'.! per alcuni altri fanatici liberisti, non ha alcuna importanza - neppure, sollo l'aspetto monelario. Cosi non la pensa il ,:opra citalo economista inglese, il 13astable; il quale scrive: « Un pa~se, durante un periodo considereYole, può avere un eccesso di esportazioni rnllc imporlazioni ed essere prospero o Yiceversa. Ma un paese che ha 1111a bilancia di debiti contro di sè dovrà modificare alcuni degli clementi del conto o ri,;Lahili,·c la bilancia con un certo numero di hancherotlc. L'esistenza d<•I· l'equazione dei debiti r, per ogni paese, ciò che Cairnes dichiarava ch'essa era per gli Stati I '11iti: scmpl cemente la condizione perchè ci;so r, slassc un paese solvibile. » 12). . ~[a essendo vero, come ritengo nella buona compagnia di lanti eminenti cconoinisli e statistici, che sia utile, anzi necessario ristabilire l'equilibrio tra le impo1·tazioni e le esportazioni e fai· sì, anche, che le sccont.le superino le prime; cd essendo altl'etta11to ,-ero che le importa·,.ioni in fnghilterrain quarant'anni hanno superato le espot'lazioni cli 92 miliardi; com'è avreuuto che la grande nazione anglo-sassone non è pe,·dala, non è fallita, ma ha anzi visto aumentare prncligiosamenle la propria ricche?.Za? Prima di vedere come va spiegata l'apparente con- (I) Bast,ible: La theoric du commerce intern,1tion<il. Paris Giard et B,·ière '1900, pag. 180 e '\8 I. (2) Up. cit. pag. I O't.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==