Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 13 - 15 luglio 1900

RIVISTA POPOLARE Df POL!T!Crt LETT!;;RE E SCll~NZE SOCULI l'Australia meridionale., Rowlancl Hill, ispirandosi al medesimo concetto, propose una legge che, secondo <'!iceTommaso Hare, venne nel 1839 stampata Lra gli Atti della Camera de' Comuni in Jnghiltena. Tra noi, nel 1848, il Ma1hiani parlò di rappresentanza delle minorità: e il Rosmini, di cui non clividiamo il concetto cardinale sull' clettoralo - pcrchè contrario ad oani progresso civile - intravide nullameno un lato ~cl disegno legislativo cli II are. Il Garlh Mars Hall nel 1853, scri,·enclo al Russe], delineò la fisonomia caratteristica del quoziente: e se è ritenuto, come è, propugnatore del voto. cumulaliYo, si spiega perchè, nel parer suo, il voto cumulativo non presenta le difficolta tecniche ch'ci scorge nel sistema del quoziente. Chi diede grande impulso a questa idea e se ne fece il vessillifero .ru nel 1855 T. lfare; ma ingiustizia grande sarebbe atlenuare la molla inltuenza che nel progresso del sistema hanno avuto presso i contemporanei l'Andrac, il Fawcctt e il :-liii. Una breve scrittura del FawccLt, uscila riel 1860. compendia i Lratti principali del sistema, così da renderlo intelligibile a tutti : e il Mili l'ha poi divulgato nel mondo civile, con quella sua chiarezza di esposizione e profondità di osservazioni, che niuno disconosce nell'eminente pubblicista inglese. * • Eccone, per sommi capi, il meccanismo. Il sistema, come dice la parola, consiste in una :semplice operazione aritmetica - si deve divi<lcrc il numero complessivo de' volanti con quello de' seao-i della Camera elettiva: il quoziente, che~ ne risufi~, determinera la somma dc' suffragi necessari per la elezione. Cosi, essendo 508 i seggi dell'Assemblea italiana, e_di votanti, nelle ullime elezioni, 1,:310,480,, il quoziente sarebbe stalo di 2579. Ebbene : coloro che in tutto lo Stato - come collegio unico -avessero raccolti 2579 voti, sarebbero stali proclamali rappresentanti del paese. Per lo che, come nota il Mili, l'unilà rappresentatiya - e cioè la quolità di elettori a,·enli diritto a un rappresentante - è determinata dal processo ordinario, onde si ottengono le medie. Ma, cosi soltanto, non si conseguirebbe la finalitù civile superiore della proporzionalità giusta. Si e· detto che un numero determinato di voti basta per la elezione del deputato. E se si tratta della • candidatura di personaggi autorevoli del partilo, popolari, illustri per coltura, per ingegno, per patriottismo? li quoziente sarebbe superato. Berlani nel 1882, raccolse più di 30 mila suffragi : il Turali ha avuto, in giugno, 5833 voli. Or tanta !'orza elettorale eccedente andrebbe perduta? E questo sistema, dunque, non saprebbe evitare il difetto precipuo del voto unico di Saint-J ust e cli Conclorcct, propugnalo poi strenuamente da Emilio di Girardin? Tommaso llare previde la giusta obiezione, e col quoziente elettorale propose il volo di pr(!feren:;a: cli cui Lubbck fece il puntello, nella celebre disputa del, 1884, alla Camera de' Comuni, per il suo sistema del single lrasjerable vote. L'elettore, se vuole, scrive su la sua scheda più nomi, in ordine decrescente o di preferenza - ma, se il primo nome ha già raggiunto il numero richiesto per l'elezione, la scheda sarà computala al nome seguente, e cosi via. In tal modo, la volontà dell'elettore è rispettata sempre, il suffragio non si perde mai: nel che consiste il gran secreto del quoziente. Ecco la linea fondamcn.ale del sistema di Ilare - che il Mili non esitò di collocare tra' più grandi progressi, che finora si siano fatti nella teorica e nella pratica del Governo: cosi che nell'ordine morale e legislativo ei lo paragonò alle ferrovie ccl ai tcJeo-rafi nell'ordine materiale. " li gran principio della cr111ivalcnza dc' suffragi, che dev'essere la base della democrazia moderna, trionfa mirahilmcntc col quoziente di IJare; - mentre esula col sistema vigente e con.lo squiUinio per lista. Un Yoto non è uguale all'altro: e cotesta è ingiustizia grande, immorale, che falsa la ragion d'essere, politica cd etica, del regime rappresenlalivo; - e, mentre combattiamo coloro che propugnano il volo plurale, pcrchè lcsiYo del principio di eguaglianza, noi as.·istiamo ogni giorno, senza sgomento, al trionfo co stante di questa ingiustizia, cito è intimamente connaturala al sistema elettorale italiano. Se diamo uno sguardo alla statistica del 1897, noi vediamo che i voti espressi allora sommarono a 1,H)!),575, e si ditribuirono cosi: agli eletti 80G.216; ai candidati non eletti 303,35!). Così, sopra 1,199,575 votanti, quasi un terzo non fu punto rappresentalo dai candidali che preferiva: e cioè 393,35!) voti, ollre il 30 010, rimasero senza effetto. F:d è questo giusto? Pcrchè questa ineguaglianza? Forse q11cgli elettori non erano una parlo Ilei paese? non avevano una volontà? non conlr-ibuirnno alle lasse ccl alle leve dello Slato? E avca. <lunqi1c, torlo re E1loardo I d'Inghilterra, quando diceva che la regola più equa si è che quelle cose, le q11ali interessano tutti, debbano essere approYate cla tutti? E se, nella costituzione delle grandi· uniU1, nazionali mo1lcrnc, non è possibile, come faceva il popol9 romano nel Campo :-farzio, governare sè stesso. non rimane soslanzialrncnte vero il principio (li Housseau che la volon'é genérale cloit partir de ious pour s·0;ppliq_uer à fm1s: e però necessario 211e Loulcs les 001:rsotenl compfées? li nostro sistema elettorale rappresenta un vero monopolio del diritto cli rappresentanza alla metà più uno della totalità elci votanti. Col sistema di Uarc non p_otrcbbc né lampoco aver luogo l'altra cnorrnczza: che, mcnlrc in un collegio ris111la eletto un deputato con pochi voti, altrove il candidato della minoranza rimane per terra con un numero quattro o cinque volte maggiore. Anche colcsta è offesa equivalenza dei suffragi. Scorrendo la tavola: cito contiene i rc.-ullati delle elezioni politiche del 18D7 per i singoli collegi, si scorge clic, men tre in ?\izza i\Ionferrato non bastarono al canclidato 3·28:3voli per essere eletto, un candidalo rilisci in un altro collegio con soli 511 voti. E il candidato non elcllodel collegio di ?\izza:VIonferrato avrebbe occupato, se fosse riuscito, il 10° posto, per numero di suffragi, fra gli eletti. Così, restarono per terra Del Buono in Livorno con 226G voti, Arconati in Varese con 2167 mli., etc. Disse ingegnosamente il Genala per l'elezione di Ozicri e di Subiaco nel 1876 - quando Umana fu sconfitto con voti G33, e Baccelli vinse con -voti 217 - cito Umana, sebbene non eletto, era virtualmen tc tre volte più deputato, cli Baccelli: pcrchè il gruppo cli Yotanli, il quale non riuscì ad eleggere il proprio clepulato in Ozicri, era più di tre volte superiore a quello dei YOlanti di Sul;iaco. Cosi ora non ò stato eletto .il Rocrna con 3??? voti; mentre nel collegio cliZogno il dcp1ttato eletto ha avuto 617 voti. Col quoziente ciò non è possibile: ogni gruppo di ·257!) Yoti - dato il quoziente elettorale cli 2579 - è certo che avrebbe avuto il rappresentante suo: né 100 YOLinella bilancia elettorale peserebbero più di 200. Badiamo : con la rappresentanza proporzionale per quoziente, i seggi nella Carnera elettiva dc' partiti polari - che hanno raccolto 345,59-1 voti - sarebbero s(ati non U3, ma t:3;:i,

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