Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 13 - 15 luglio 1900

RIVIST1l POPOLAR{.; DI POL/TfCA LfZTTERI•: 1:: SCIENZ/i SOCIALI mag~iori potenze di Eurepa nella politica clibrigantaggio esercitata verso la Cina, solo perché si riten: nero vili i cinesi, non vi è chi non lo riconosca. Avevo appena terminato il mio discorso, il giorno 6, quando venn~ a stringermi la mano il generale Luchino Dal Verme - il cui giudizio mi è cli grande conforto - confermandomi che riteneva esattissimo il mio apprezzamento sulle conseguenze prodotte dal primo atto cli brigantaagio - si capisce che la frase è mia- consumato clafi'Imperatore Guglielmo II. (Occupazione cli Kiao-ceu 15 novembre 18!J7; cui segui immediatamente quella cli Porto Arthur per parte della Russia il 18 dicembre 1897; quella cli Weihai-vVei da parte dcli' In°hilterra; e che, infine, incoraggiò l'Italia alla ri~icola spedizione di San Mun). Il Dal Verme - e ciò fa onore al suo spirito di preveggenza - non attese gli avvenimenti per ~iuclicare arrischiato il passo del brutale Tarlarùi della Sprea; ma tale lo dichiarò nella Nuova A,dologia, immediatamente dopo, nel 1898. Forse il sentimentalismo italiano indusse entrambi a mostrarci severi contro gli illustri briganti, che andavano a prendere la cosa altrui? Ebbene: anche i superiori della razza anglo-sassone non pensano diversamente. Ecco qua The 1iVestminster Gazette del 4 luglio, arrivata in Roma all'indomani del mio discorso. Nel leader articolo dal titolo suggestivo: Three years after (tre anni dbpo) rammenta a Guglielmo II, con sanguinosa ironia, che l'assassinio dell'ambasciatore di Germania è la consQguenza diretta della donchisciottesca intrapresa compiuta dal principe Enrico. Nè si espressero diversamente, prima e dopo del mio discorso, molte altre riviste e gio.rnali inglesi ed americani. Fu severissimo il The !lew York Herald (7 luglio). Esso scrisse: · « Pochi negheranno che i cinesi siano stati tormen- « lati sino a tanto che la sollevazione non sia divenuta « inevitabile; sino a tanto che non divenne più a lungo « intollerabile il tormento. li territorio è stato usurpato « da una nazione dopo l'altra. Le ferrovie sono state « costruite attraverso ai sepolcreti guardati con ri- « verenza dagli indigeni ... » Poscia l'autorevole giornale nord-americano, quasi ripetesse ciò che dissi io relativamente all'indignazio_ne che susciterebbe un prepotente che venisse ad usurpare i punti più belli dell'Ilalia, si domanda: « Subirebbero gli Stati Unili un lrallamenlo simile « se 9lielo volessero infliggere le polen..e straniere? « Quale risposta si darebbe ad un invasore usw1Jatore, « che Cf sangue J reddo volesse prendere un porlo colle « specwse preteste di volere una sfera cl' influenza? « Come sarebbe ricevuta una compa9nia che volesse << costruire una ferrovia allraverso ad 11n camposonio << americano ? » E conchiudeva: « L'EUROPA 11A s1;,11NATO 1L VENTO, <( ESSA ADESSO RACCOGLIE LA TE\TPESTA .•• » E ~lcll'altro avrò da aggiungere in risposta ai vituperi, alle calunnie, alle indignazioni a fredllo eleo-li avanzi della banda guerra-fondaia la quale ,·orrcbYic continuare la disonesta speculazione che condusse l'Italia ad Abba-Carima. Ma per ora basta. Ritornerò sul!' argomento. DO'l'T. KAi-OLEONJo: COL.\,J.,HDII Deputato al Pai-lnmento. H.imancliamo al prossimo nunH'ro Ja pubblicazione di un adicolo rlel no::;tro Direttore sull'Imporla::ioni eclesporta::ioni e quC'lli già anuun" ziati di Salemi-Pace GinoTrespioli. • Gli abbonati che i1wieranno lire Una e cinquantaalla nostraArnministmzione riceveranno: POLITICA COLONIALE dell'on. dott. Napoleone Colajanni. · Per dare un'idea dell"importanza e dell'intc1'c::;sedella pubblicazione diamo il ::;ornmario dei rapitoli : Parte prima : Cap. 1. Il contagio psichico - 2. I responsabili. - :3. EJ'(l preparala l'Italia olla politica coloniale? - 4. Lo scopo cioilc della nostra impresa africana. - 5. Storia. - 6. Eco- ,w,nia, Giusti::iae Aniministra:;ione. - 7. La nostra missione di civiltà. - 8. La concli;:;ioncelell'Erilrea . ....:... 9 Pa lori~:iae agricoltura. - 10. Neccs ità cli sbocchi alla popola:;ioneitaliana. - 11. Necessità di sbocchi ai p1'oclottiitaliani. - 12. Le colonie miste. - 13. L'El'itrea è colonia cli sfruttamento? - 1-1. La politica cli raccoglinw,ito. Parte seconda: Cap. 1. Annos post qnaclmr;inta elicun riuoiscit. - 2. Diritto, civiltà e colonie. - 3. Il brigantaggio collettivo. - 4. Carattel'i genel'ali della Politica Coloniale. - 5. Il rerlclittocliretto. - 6. Colonie e commercio. - 7. Emigtadone, Qaeslio;w Sociale e Colonie. - 8. L'indicazione causale. - 9. La colonizzazione scientifica. Laranvrosontanza ronorzionalo Io so1_10antico propugnatore della rappresentanza proporzionale. · Ricordo che nella Lega del Mario cd in una monografia del 1881 esam111ai largamente questo problema fondamrntalc di libertà. Fin da allora definii giusta la rappresentanza proporzionale: e, nel Pro Patria del 1882, intitolando uno scritto dall'antico responso del aiureconsulto romano, sostenni l'unicui9ue suwn nella rappresentanza. Poi, ne' discorsi elettorali del 188G, 1890 e 18!)5 - in questa Rivista istessa, anche il 1885, e testò nella polemica con !'on. Torraca - ho sempre detto e dimostrato che il prohkma moderno dell'elettorato politico deve, con una norma giusta di rappresentanza sicura, riverberare nell'assemblea legislativa le grandi voci del Paese - tutti i bisogni, le ·opinioni e le aspirazioni, che si cnntcndono il dominio delle società umane. Ricordo q11c.;;tiprcccilcnti - pcrcbè le mie parole su la rappresentanza proporzionale ap()aiano oggi, non il ri!fos:·o della recente esperienza belga; ma il frutto maturo di una convinzione antica e profonda. Dichiaro che l'esperienza belga ha una grande importànza per i seguaci della rappresentanza proporzionale e per i destini futuri della civiltà politica nel mo_ndo contemporaneo. . E la prima volta che il gran principio della giustizia nella rappresentanza entra trionfalmente nella scena politica di uno Stato, che nella storia moderna ha cospicue tradizioni costituzionali: e la esperienza belga dimostra che, non 0stante i difrlti inerenti al ·islc111aD'lio!ldt, sL1cL1ila rifor,na è fo11uata, e 1~

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