260 RJV!S1'A POPOLARI~ Dl POLITICA Lfi:TTF.RE F. SCTENZR SOCIALI canape, il sommacco, lo zolfo ecc, che noi esportiamo in Germania, poicbè il dazio costit11irebbe un aggravio per l'industria tedesca. Nel cornp'e-so i vantag1i risultanti dalle ricl11zioni daziarie del J891 furono molto modesti, mentre ben altro è stato il profitto della Germania. Le sue esportazioni che batt -vano una media intorno ai J67 milioni nel 18\JO, hanno supArata, nel ·189!), la cifra cli 147 milioni del 1898. È bene notare che si tratta di prodotti industriali il cui prezzo essendo diminuito, rappresentano una quantità maggiore di importazioni. Si può anche ammettere che i dazi attuali in alcuni di questi prodotti possono Yenir ridotti, ma a patto che siffatta riduzione abbia per correspettivo favori effettivi che liberino le nostre den-ate agrarie, prirrio il vino. Dall'accor~imento e dalla sapienza del nostro Governo clipenclera di r,nnovare il trattato a condi,ioni anche più favorevoli delle attual pei nostri prodotti agrari. - Può dirsi altrettanto rispetto all'Austria-Ungheria con cui i rapporti economici sono molteplici? Il punto su cui cadr;\. la controversia sarà quello dello concessioni relative al ,·ino e agli agrumi, due prodotti di capitale importanza rei Mezzogiorno, e si aggirerà sui compensi che si chiederanno dal!' Austria-Ungheria. Il per:colo per talune:nostre esportazioni, J?iù che dai dazi, è minacciato dalla concorrema cli altri paesi specialmente di quella della Spagna - I negoziati pel rinnovamento ciel trattato colla Svizzera saranno non meno lunghi laboriosi e difficili cli quelli del 1'ì92, tanto più per l'aumentata nostra produzione e per la concorrenza dei paesi vicini alla Svizzera che hanno ristretta l'esportazione del la medesima Lo svolgimento che hanno avuto gli scambi tra J, Sviz7;~,a e l'Italia, per cui non risultiamo creditori nella bilancia r.ommerciale, ci fa essere la Confederazione tutt' altro rhe ben disposta a nostro favore: le importazioni dei prodotti elvetici nel nostro paese da 81 milioni nel 11'86 sono discese a 55 milioni nel 1890 e a 30,">72,000 nel J898, mentre le nostre esport.azioni cli prodotti alimentari rono salite da 88 milioni nel 18%, a lù8 milioni nel 1890, a 185,114,' 00 nel 18!J'l, malgrado la concorrenza tlella Spagna, della Grecia e della Turchia pei vini. - Quale via dovrà seguire il Go.erno per tutelare nel modo migliore gl'interessi del l\Iezzogiorno agricolo che sono quelli che trovansi magg,ormente impegnati nella questione 1 Gl'intendimenti del governo non sono noti, il suo operato fino1·a non affida punto, e l' esper:enza deve aver dimostrato al Governo la necessità di concretare un programma nuo,·o di politica commerciale che tenga conto di tutte le eventualità, affinchè le pretese eccessive e il nuovo indirizzo che gli altri Stati potranno dare al loro regime doganale non ci trovino im - preparati. Molte, complesse (' difficili sono le questioni che involgono l'arduo problema. E' e-se.nziale vedere fino a qul\.l limite alcune nostre derrate agrarie, primo il vino, potranno tollerare i dazi stranieri in rela,.ione alla concorrenza indigena e più ancora cli quella òi altri l aesi est.eri su ciascun mercato. E' mestieri determinare la struttura organica e Ja forma che si deve dare alla nostra tariffa di fro ,te òl diffondersi delle tariffo autonome e alla esclusione o limitazione delle clausole della nazione favo ita. Bisogna determinare quali potranno essere gli effetti della adozione cli ta· e sistema in Ger mania e in altri paesi sull'esportazione di alcuni prodotti del nostro suolo che, per la loro natura di materie prim , sono ora quasi genernlmente esenti da da,ii Occorre vedere :fino a qual limite si possano ridurre i clazii sui prodotti industriali tenendo conto che alcune industrie cominciano a svolgersi nel Sud d'Italia e hanno bisogno cli un regime cli vrotezione. al quale, probabilmente, rinunzierebbero le industrie del No1·d che lo hanno avuto per 15 anni. O, corre, infine, aver riguardo alle necessità in cui già si trovano alcune industrie italiane di cercare nell'esportazione uno sfogo alla esuberante procluzione. Che Dio ci salvi eia una ripetizione dell'errore del 1887; non aggiungo altro. (Rivista 7Jolitica e letteraria - Giugno). Achille Loria.- Le idee sociali di L. Tolstoi. - La pubblicazione dell'ultimo romanzo cli 'foJstoi dev'essere argomento di letizia, non solo ai letterati, ma agli economisti ed ai sociologì, i quali vi trovano completate le sue dottrine sull'argomento della prop1·ietfi. ì'i si narra infatti Ja storia del principe Neklincloff, il quale, avendo appresa clall'opere di Spencer e George l"ingiustizia della proprietà privata tlella terra, e dalla propria esperienza la desolata miseria cle' .-:ontadini si accinge ad un'opera eroica di rinuncia e di riparazione Ed ai lavoratori cli gran parte delle sue terre oTre queste in affitto per un congruo corrispettivo, il quale dovrà poi accumularsi a_ vantaggio dc' contaci ni stessi, e devoh·ersi al pagamento de' tributi ed alle migliorìe del terreno Ciò tuttavia non è che un avviamr>nto alle più ampie e decisi1·e riforme che gli fervon nel1'animo. Quali codeste riforme sareb · bero, il principe esplicitamente non dice: ma esse appaiono abbastanza nitide dali'esame del romanzo, come dall'opere precedenti dell'autore. Perchè, Tolstoi non è solo un socialista agrario. ma appartiene alla falange del socialisa10 integrn!e. Egli condanna la proprieta teniera; ma non ravvisa in questa unicamente la fonte cli un reddito immeritato ai pr ,prietarii del terreno, al modo cli Spencer e George No; Tolstoi vede benissimo che la pro• p.rietà della terra non è S)llanto la base della rendit_a, ma cli ogni reddito ottenuto senza lavoro, ma è il fondamento della estorsione e della differenziazione economica, la fonte secolare della nequizia e del privi! gio sociale J/a\·er compresa la derivazione del sistema capitalista dalla appropriazione esclus va della terra costituisce appunto Ja superiorità di Tolstoi rispetto ai socialisti d'Europa e d'America, che si ostinano a contestarla od ignorarla. l\Ia egli ha una assai grave ragione cli in:·Prioritil di fronte ad essi, perchè mentre i comunisti europei affidano J'at tuazione de' loro disegni riformatori all'intervent · provviden iale dello Stato, od alla 01·ganizzazione della insurrezione proletaria. il pensatore russo condanna ogni violenza e si affida alla propagan(la cle'.le virtù evangeliche ecl alla spontanea rinuncia de' proprietari. Ora finchè l'uomo SJrà qual"è adesso, quale sempre fo, dominato dal l'istint, di conservazione e cli ego smo, i proprietari alla r eklindoff saranno SE!mpre c1·eature fant· stiche. le qua i popoleranno i romanzi. ma non a,vranno esempio nell,1 vita E qualch::i maligno già va sussunando che lo stesso Tolstoi è di tale avviso, che egli stesso è perfettamente consapevole della utopia_ costituziona'.e del suo sistema, e che $0 ne giova a uisegno come di Ln prezioso emolliente delle sue teorie sociali, il quale solo può preser varie ,'ai temibili c ,rrucci della « terza sezione» di P,e trobur.o l\Ia i:) penso, che al fondo del misticismo sociale di Tolstoi, stiano Je stesse condizioni sociali russe, che esclu '.ono qualsiasi iniziativa umana. Ed ·in vero a chi mai un socialista russo potrebbe affidare l'avveramento d Ile proprie ide:dità innovatrici? Allo Stato forse 1 l\Ia quello - lato, che pone in ferri gli operai scioperanti e deporta in Siberia i pensatori, non potrà farsi iniziatore di una •ignificante ri orma sociale Alla resistenza com patta delle masse proletar:e? ].Ha queste langu·,110 nella Russia accasc ate sotto la tripli e cappa cli piombo, della ignoranza, della superstizione e della povertà, oppresse dal terrore del gendarme, disorganizzate, incapaci a qualsiasi valida riYenclicazione Cosi, per una strana antitesi delle cose, è appunto dalle età cli barba1ie, cli servaggio e di infamia, che erompe il vangelo della rinuncia e della bontà sovrumana od estraumana Come dall'atmosfera romana. cli sangue. di brntture e climorte sorse il cristianesimo primitivo col suo dogma ascetico esagerat, ecl inan-erabile, cosi dall"am biente russo de' nostri giorni, erompe il cr;stianesimo sociale di 'l'ol~toi dimostrando che le forme patologiche del pensiero sono un prodotto delle forme patulogiche della convivenza umana (.ilfctrzocco - 24 Giugno). · Preghian10 gli abbonati che ancora non si sono lll~ssi in regola coll' aJ:!l:m.inistrazione di volerlo far subito. On.Dr. Napoleo11Ce olaj,11111i proprietario, direttore respon~ 1bile noma, Tip. I. Artcro_ Pi:11.1.l ì\Iontccitorio, 124-25
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