RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ADnnntl sul aDOlitica aliana i Cina . SuHa ..P?li_tica italiana in Cina ha dato il proprio parere 11Cr1spt. Ciò facendo ha dato un buon esempio. 11 perchè si vede subito. I/influe1)za che la volontà del paese può esercitare sulla pc;ltt1ca estera, ora come ora, noh può essere che indiretta. All'atto pratico, e nl-'lla generalità dei casi, q_uesta infl~enza è !1uJ:1a;talvolta, neJla migliore ipotesi, riesce tardiva e qumd1 soltanto riparatrice. Comunque si sia1 la volontà del paese è sempre condannata a contare per poco, perchè i trattati non si fanno con il con_, corso del J>a~lamento, e basta già un solo trattato per v:ncolare mt1eramente la condotta politica del parlamento e del paese, e quindi anche là dove in teoria di questa con- ?Otta pos~on? sembrare restati arbitri.Ma, quella qualsiasi mfluenza md1retta che la volontà del paese può esercitare sulla condotta della politica estera, potrebbe essere mao-- giore di quella_ che è, se in tempò ut,Je venissè prov:fcata a rendersi palese. E questo ha contribuito a fare il Crispi. E~li ha portato in piana la quistione dei nostri interessi m Cina. Ebbene, gli risponde la. piarrn! · E la piazza a me pare che dica più cose. 1. Là dove s1 massacrano degli italiani, e non vi ha modo di ottenere in via diplomatica che i colpevoli siano puniti e i danni ri_sarciti, bisog,,a che ci ,facciamo ragione da noi_ste s1. Il governo 1 - troppo spesso la piazza ha dovuto ri?ordarglielo, -: 1ci sta princi"palmente per questo: che rtescano tutelati la vita, gli averi ed i cliritti degli italiani all'estero, e l'esercito e l'ar~ata non hanno alcun altro scopo legittimo e confessabile all'infuori_ di quello cli garantire gli italiani contro ~iolenze stJ·amere. A questa !unzione t~trice degli italiani all'estero, governo, esercito, e mar1Da da molto tempo s01Vl venuti ~eno. Al C\1ilì, in Colombia,_ agli Stati Uniti, che dico, ID Francia, m Svizzera, in Austria, gli ita iani sono costrett! di pensare ai casi loro da per loro. Il governo · non li protegge. . Se quin~i or_a il governo sente il proprio dovere di intervemre ID Cma e di vendicare ivi i torti subiti da cittadini italiani_ e di provvedere a ciò che non si possano r11?et~re, la_p1az_zasaluterà l'o]:Jera del governo come un prmc1p10 di resipiscenza. Faccia presto, faccia bene, cioè ID modo da non doverct mettere le mani due volte! E p1:enda l'ab_itudine di regolarsi. secondo il precetto bibltc_o: occhio per occhio, dente per dente, ossia lincia, - dosi italiani in America, lasci linciare americani in Italia espellendosi un italiano dalla Svizzera, si espella un~ svizzero dalPI1al a, e facendosi una perquisizione e un arresto austriaco su nave italiana, facciasi una perquisi- ~1one ed un arresto italiano sn nave austriaca. Questa e_la r~gol~ della piazza. E' dunque la nostra cooperazione ID CIDa un punto sul quale può dirsi esseni consenso uni versale. 2. Ma,. qui finisce pure l'accordo generale. Al_tr_oe la_tut~la della vita, ~]egli a\·eri e dell'onore degli 1_tal1antali estero,_ e altro e cogliere il pretesto dei d1sordm1 ID Cma per rmnovare la politica megalomane, accrescere permanentemente le spese dell'esercito e dell'a1·mata, arricchi, e cantieri e fabbriche fornitrici stimolare ~ediante una stumpa prezzolata il chauvini~mo del pubblico, accentrare ii~ tempo di p_ace i poteri politici come occor~e che lo_s!an,o s~ltanto ID tempo di guerra, aumentare t mandar1m d Italia e mettere a servizio loro a Mi~ano o Napoli le forze che sembravano destinate per P~chmo e San Mu_n. 11 t~nore dello scritto del Crispi, gh argomenti suoi e quellt della stampa affarista Il guer· rafondaia, qualche discorso in Senato, autorizzano a ritenere che all'intento puro e semplice di tutelare il nostro diritto in Cina, si associano altri intenti. E la piazza non vuole essere distolta dalla ricerca di soluzioni per i problemi che sono il tormento delle masse in Italia da sciocchi miraggi di imperialismo africano orl orientale. ~ on già che le plebi italiane e coloro che le guidano siano tutti quanti ascritti alla le~a della pace eterna! i' essuna p_rofessione è stata esercita~ dal genere umano con m~gg1or11 costanza e frequenza d1 quella delle armi e non e. P:evedib1le il giorno i~ cui ciò sia per cessare. Le. plt>bt, m particolare, sono ricche di istinti atavici. l\Ia, in~ominciano ad essere i-J_luminate e quindi a non voler pm fare guerre che tornmo a beneficio esclusivo di una classe di affaristi, alla quale finora riuscirn di utilizzarne le forze. Le plebi a~cett_ano la guerra, se per esse vi sono delle spoglie. Ora, ID CIDa, pe: le plebi d'Italia queste spoglie non sono visibil'. ' 3. li timore che ora il mondo si spartisca in modo definitivo e mai più rivedibile, è una ehm ra. Spesso è stato spartito il mondo. Ciò non ha mai impedito che colui il _quale _a una divisione non aveva preso parte, non sape~se come mvocarne una nuova, il giorno in cui era pronto per prendervi !?arte. Cuba era spagnuola. Ora è ;lmeri~ cana. I tedeschi non avevano colonie, quando già ne avevan? assai i francesi. gli spagnuoli, gli olandesi, gli mgles1. Eppu. e, le cose ~t sono aggiustate • ome desiderayano glt um _e non <le~1deravano gli altri, il gio1·no in cm la Germa01a ebbe ricchezze e for·za sufficiente per farsi asco Itare. Dunque, se anche Russi, Inglesi, Tedeschi e F1·ancesi avesse1·0 adesso da dividersi la Cina, anche noi non saremmo imbarazz~ti n Ila ricerca cli un posto per noi sul nostro p1a!1eto, sia lì,_ sia altrove, il giorno in cni dispon~ss1mo dt argome~t1 veramente validi sui quali poggtare le nostr~ r1ch1e~te.Non occorre farci_prendere dal la febbre per 11 timore d1 arrivare troppo tardi. Troppo tardi, secondo _la fa~ola,n~n giunse che il poeta, quando 11 Signore d1v1sc i bem dt questo mondo. E anche a lui venne dato un com penso. 4. Gli eventi della Cina possono avere molti r·sultati ora del tu~to !mpre"'.edibili,~ di queste conviene clinon ragionare. Alcum r1sultat1 sono ID\·e.·e certi. Questi soltanto vanno .considerati. P1:imo Ira tutti è ovvio il se~uente: la Russia diventa, maggiormente d1 quello che già ora lo sia. una potenza mongolica. Per un secolo almeno essa avrà lavoro nell'estremo Oriente. Ne segue che diminuirà la sua press!one sull'Europa ed in particolare si affie\·olirà J'appogg10 _che essa fino~a ha p tnto dare. agli slavi dell'A.ustna e della pemsola balcamca.In que,10 sta per noi un grande vantaggio, diretto, imm_ediato. Occone forse cli spiegarlo •~ 5. Altro aspetto dell'attuale contatto con la Cina è questo. Là, dove nella spartizione della Cina, o nell'assegnamento di zone di influenza, sventolerà altra bandiera che non sia quellit inglese, il mercato sarà chiu-o per noi, come lo sarà per tutti, da colui che ne avrà fatto un monopolio. Sarà questo un danno i' Ecco qua: 1I mercato cbmese, come del resto moltissinii altri mercati, il brasiliano, l'argentino, ']Uello dell'India e del Giappone, ce li chiudiamo noi stessi con i nostri dazi protettori e con quelli fiscali. Volete vendere merci in Bra $ile?_ Ebbei:e, bi~o_gn~che ai brasiliani .sia lecito di pagarct. }[a, i bras1l1am soltanto con caffe possono !laldare i_·oro co,,ti, e caffè i nostri dazi non ci permettono di ncevere I Vc-lete vendere vino e tes,uti nell'Argentina? 1?bbene, _bisogna ".olei· accettare in cambio grano del1Argentma e cuoi e lana. i\la, g~·ano noi non vogliamo, e altra roba nemmeno! Volete Tendel'e in Cina? O te se siet" disposti a ricevere del riso, ciel thè e della seta I Altrimenti, che discorso fate col volere mercati! Mercati nei quali si venda senza essere pagati non occorre anelarli a cercare in Cina. Sono notissimi a ogni contribuente italiano. Ravvi qui un punto che è fondamentale. Se !"Italia vuole vendere all'estero, bisogna che sia disposta a impo~tare merci estere per uguale valore. ~e poi essa preferisce d1 proteggere 11 mercato nazionule con dazi, e quin<i impedisce, ne'la misura in cui la protezione è efficace, merci estere a essere comperate dall'ltalia, essa non può vend_ere all'estero. La prot.ezione accordata, p. e, alla fabbr1caz1one dello zuccher,l in Italia, diminuisce l'esportazione_ di quegli articoli italiani con i quali si pagavano gh zuccheri provenienti dalla Germania, cioè, l'esportazwne per la Germania di prodotti ao-ricoli, ve eetali e a11imali. 0 - Se abolissimo i nostri dazi pro'.eltori, avremmo subito una esp rtaiione notevdissima, cioè, avremo un mercato estero dei più ampii a colpo sicuro e senza muovere una sola nave da guerra. L'Europa intiera, ad eccezione dell'Inghilterra e dell'Olanda, ma tuttavia in misura assai varia .e quindi con risultati di\·ersi, teme l'importazione di merci estere ed è desiderosa di vendere le proprie. All'Estremo Orienta P?,t l'En.ropa ha acconsentito :prestiti _vistosi, come prime gia aveva fatto con l' Argentma e ti Brasile. Or bene 1
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