lUV!St'A PoPOlAllE DI POLlt'ICA LIJ1'1'ERE E SCIENZE SòCIALl !3Ìortlfurono imposte dalla Corona, èhe avrebbe eseròitata quella prerogatival ch'era stata ricordata qui !!tesso alcuni mesi or_sono da un deputato sincera'"' mente monarchico; cui stavano a cuore le istituzioni vigenti. Ma la sùpposizione non può avere alcun fondamento. Se la Corona avesse voluto fare uso cli una sua prerogativa che si adclice al regime costituzionale ed è la negazione del regt~e parlamentare ; se la Corona, ripetiamo, avesse voluto fare uso della sua prerogativa non avrebbe atteso il giorno 18 giugno, non si sarebbe presentata al Parlamento a fianco del morituro mimstero, del predestinato alla morte, - non avrebbe accettato i propositi fatti manifesti col discorso reale - non avrebbe consentita al Gabinetto la nomina dei nuovi senatori (1) La pietosa ed accorta interpretazione del giornale di Milano, quindi, rimane .esclusa definitivamente. Non è men vero, però, che nessun altra più plausibile se ne può mettere innanzi. Si può dire soltanto, che il Ministero sentendosi morto da tempo, visto che 111, maggioranza non aveva neppure il coraggio di seppellirlo, volle risparmiare ·a sè stesso ed al paese la continuazione di uno spettacolo indecente e grottesco, che poteva divenire pericoloso, Coi,i assistemmo a ciò che dovremo denominare : suicidio di un moribondo, suicidio tardivo che non può ispirare nemmeno quel sentimento di commiserazione, che suscitano i disgraziati, che pongono termine ad una vita che fu di danno agli altri,idi disonore e_ di peso a sè stessi. * * E saremo parchi di commenti anche sulla successione. Tutti comprendono che la soluzione Saracco preconizzata nella Rivista popolare ( 31 marzo) è venuta tardi ed è inadeguata alla situazione. Comunque, passando sopra allç genesi misteriosa del n~ovo ministero ed alle sue prime inconcludenti ed equivoche dichiarazioni, noi metteremo al suo attivo, per ora, una grande partita: la buona, l'eccellente intenzione dimostrata d1 voler tornare alle rette consuetudini parlamentari ; intenzione in gran parte realizzata, mentre scriviamo, e che sarà coronata domani, o doman l'altro, coll'approvazione del nuovo regolamento, col sepJ?ellimento di quello criminoso, irrito e nullo del 3 aprile - d'infausta, di vergognosa metnoria. ~ulla buona via si· fece un gran passo il giorno 28 colla nomina e col discorso dell'on, Villii ·: discorso che rimJrrà impresso nella memoria di· tutti, e che stampò un marchio d'infamia sulla fronte dei reazio• nari e. dei vili che, credendo morto il paese, avevanél tentato di sopprimere di soppiatto il Parlamentò. Quando ron. Villa - che. col suo discorso e colla sua leale e coraggiosa condotta ha c.ancellato qualche pagina non bella della sua vita pubblica - con voce commossa accennò al pensiero che lo guidò accettl:tndo la carica di Presidente della Camera, la Sinistra tutta, e qualche punta della Destra applaudi. freneticamente. « Restituire all'istituto parlamentare tutta la vigo- « ria, tutta la sincera integrità delle sue funzioni ; « fare che la tribuna parlamentare rimanga, come fu « sempre, la libera palestra sacra alle lotte del pen- (l} Come segno dei tempi togliamo dul Giorno (30 giugno) questo brano del resoconto della seduta del Senato: « L'onorevole Finali dà lettura del progetto d'indirizzo in risposta al discorso della· Corona. L'on Guarnieri propone che 11elli'ndirizzo si aggiunga questa frase: nell'ora in cui potess!ro essere in ·pericolo le istituzioni, il Senato d'Italia sarebbe al suo posto ironore, a fì.anco del suo Re, per adempiere al suo alto ufficio di vigile custode dello Statuto. L'on. Finali si dichiara contrario all'aggiunta anche per non dare occasione ad allarmi ingiustificati... • (( sjero ; ~erbare inconta.~inata e pur~ da ~gnj pre~!U• « d1z10d1 parte, da ogm mfluenza d1pass10m e d'm- « teressi, dalla brutalità, dalla violenta sopratutto, « questo sacro deposito delle lib-ertà parlamentari, che « una Venerata tradizione ci ha affidato e che deve « essere sacro per tutti ; ed in questo intento can- « celiare dall'animo ogni traccia di meschine ambi- « zioni, ogni ricordo di vacue discussioni, di lotte in- « feconde per raccoglierci tutti ad un opera 'seria, « inspirata soltanto dalla coscienza dei nostri doveri ; « ecco la buona novell:;i., ecco la promessa, che, io « pensavo, avrebbe dovuto, come annunzio di pace, « inaugurare i lavori della nuova legislatura. Questà « promessa riceve oggi per opera vostra la sua cqn- « sacrazione : io non sono l'eletto di un partito, sono « l'eletto della Camera. » Queste nobilissime parole delJ'òn. Villa, interrotte spesso da entusiastiche acclamazioni dell'Estrema, discesero come gocce cli piombo liquefatto sull'animo dei servitori della maggioranza, che rimasero :muti, allibiti, che non ebbero nemmeno il coraggio di una qualsiasi protesta, destando soltanto una sprezzante commiserazione nel pubblico, che le ascoltò. Questo discorso onesto e fiero dell'eletto di Villanova d'Asti, com'egli si chiamò, furono la giustificazione piena ed intera della lotta per la liberta combattutasi per oltre un anno dall' .Estrema : ne consacrarono, e solennemente, fa vittoria clamorosa e meritata. Nel numero rrecedente, constatando il significato del verdetto de 3-10 giugno, noi dichiarammo quali erano i propositi dell'Estrema: « essa v_uoleseguire « una po)jtica di discussioni proficue sui più vitali « problemi economici; essa vuole ritornare alla calma « dei forti ed al lavoro utile. Non esige che la rea- « -lizzazione di questa sola condizione:· la rimozione « di un ministero che ha disonorato l'Italia sinchè « visse, e che l'appesta ora ch'è virtualmente morto. » Cosi scrivemmo ; e, sperando in un barlume d'intelligenza e di percezione esatta della realtà nella maggioranza, aggiungemmo:« E alla calma, al lavoro, « al retto funzionamento del regime rappresentativo « si arriverà di sicuro, se la maggioranza sentira il « dovere di seppellire il cadavere in putrefazione. » Ebbene: l'intento è raggiunto, ma contro l'intenzione e la volontà della maggioranza, la cui inconscienza sbalorditiva serve soltanto a rendere più strepitosa la nostra vittoria. La Rivista. :ìas Biso~mnuatla'rinodirizzo di ~ vorno Diamo un largo sunto di un opportunissimo articolo del senatore Ugo Pisa - pubblicato nell'ultimo numero della Nuova .Antologia diretta dall'on. Maggiorino Ferrari11 - percbè, e per l'autorità dello scrittore e della - rivista in cui l'ha scritto, e per essere le idee consone a quelle espres3e dal nostro Direttore dell'Italia del 1898, ci sembra meriti esser rilevato;se non altro per mostrare che tutti gli uomini intelligenti e sereni erano d'accordo nel condannare l'indirizzo forsennato di governo del ministero Pelloux, ispirato dall'Eminenza Grigia Sonnino. LA REDAZIONE. « I dolorosi fatti del maggio 1898 erano dovuti piu « che altro al malcontento sempre crescente del < paese, acuito dall'aumento del prezzo del pane : « malcontento spiegabile in un popolo impoverito dà. « una lunga criBt economica, oppresso da ,un sistema
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