RlVlSTA POPOLAR.E Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI lunga che da noi : due anni e mezzo. - La Camera non ha mai respinto un disegno di legge ispirato a ·vera utilità pub lica. Se colpa ha la Camera è quella di essere stata soverchiamente docile ai Miuisteri « così solenni. " nelle uniformi di gala e così poveri di volontà pro- " pria ». In Africa è avvenuto quel che è avvenuto, contro il volere della Camera; per volere della Camera -iamo fuori, per fortuna, dalla pazza avventura di Sau Mun. È merito del"a Camera se i bilanci non sono più una insigne sofisticazione. La Camera additò al paese i responsabili del marcio delle Banche. Essa è la sola difesa contro la tirannide burocratica che conchiude alleanze, macchina imprese, stringe trattati. rivede tariffe, prepara leggi, fa tutto. - Se la Camera non contasse più, che pioggia di tasse. che fr.?nesia di apparecchi militari, che baldoria di appaltatori, bors;sti, progettisti, capitalisti! Dal l~~-o al 1890, nella età eroica, l'aumento delle spese fu di 44 milioni e mezzo l'anno·: dal 1890 ad oggi, di soli 5 milioni. Se avessimo amministrato prima del 18W come dopo, avremo una minore spesa annua e di 307 milioni., i quali rappresentano tutta l'imposta governativa sui teneni, tutto il canone governativo del dazio consumo, tutto il reddito netto del lotto. tutto il reddito netto della tassa sul sale, e oltre la metà dell'imposta dei fabbricati. Eppure non mai come in questi ultimi dieci anni il pregiudizio contro la Camera si è fatto gigante I P6rchè? Perchè il male più che nella Camera è nel Paese ....... I deputati, senza dubbio, hann,1 la loro colpa, di non esser divisi, per idee, in partiti determinati, ma di trovarsi casualmente ag-grupvati intorno i capi e sottocapi i quali, non <li rado, risuscitano delle ver,~ compagnie di vent· ra. Ma questo non è vizio ingenito della Came1·a, ma delle classi dirigenti, la cui gran maggioranza non sa ancora per quale via incamminarsi. I a Camera è quel che è, il Paese, e poichè rappresenta una selezione, nel suo insieme, è II igliore Quante volte non mi sono domandato: che cosa io rappresento l/ quale forza è dietro di me che m'incoraggi e mi sostenga? Ma mi pare che la confusione accenni a scemare, e a ciò hn nn poco contribuito e giovato la propaganda socialista che ci ha indotti a raccoglierci intorno a idee, ad ave e una vitalità seria e proficua. Si dice che i deputati non vivono se non di gare di ambizione e di cupidigia di onori. • • • .A.hìmè, la amera orn,ai brulica di ambi1.iosi e, quello che è peggio, di razza minuscola Ebbene in tutto ciò la Ca- . mera non è che la fotografia del paese. « E' v<:'ro o no « che dappertutto ove più ove meno, si estende come « una gramigna funestissima, la mala pianta della glori- " fica:.ione del successo . Ohe il miglior augurio <liogni elet « tere al suo deputato, sia quello di una splendida carriera, « e che per carrie1·a altro non s'intende che. il posto di « ministro! che raggiungere quel posLo, il più dei casi, « significhi l'assicurarsi, a vita. del favore popolare, E « ci meravigliamo che i deputati facciano ressa intorno « alla croce del potere;, • I deputati hanno il torto di crearsi agenti d'affari dei loro elettori e d1 patro,·inare gl'interessi locali anche se contrari all'interesse generale; ma se facessero diversamente arriverebbero alla seconda elezione,! (1} \._Flegrea, 5 giugno). • I doveridei partit_gi iovani. - Giacchè ormai i vecc;hi partiti del Parlamento italiano dànno perseveranti prove d'impotenza e il partito del Centro è riuscito un aborto mostruoso, pieno di pericoli per la patria e per le istituzioni, c,onviene che la nazione rivolga le sue speranze ai partiti giovani. Le ultime elezioni hanno dato un certo nucleo di personalità stimabili, per qualità e dottrina le quali provviso1·iamente si sono ascritte all'Estrema Sinistra. senza appartenere a nessuno dei tre partiti dei quali essa è composta. Questo nuovo partito giovane può, se lo saprà volere, attirarsi a poco a poco le simpalie del paese ed affermarsi; ma per far ciò occorre prenda una posizione decisa: staccandosi dai vecchi partiti che hanno con<lotto la nazione nelle attuali miserevoli condizioni, e distinguendosi dagli altri gruppi dell'Estr ma per la praticità rlel programma e per il corredo delle cogni ioni necessarie a sostenerlo e conseguirlo. Può essere benis- ( 1) Siamo sicuri di far cosa grata ai nostri lettori· dando un largo sunto del notevolissimo discorso che !'on. Giustino Fortunato ha rivolto ai suoi elettori. (N. d. R.) simo che, per qualche tempo almeno, convenga al gruppo di cui parliamo di allearsi con coloro cbe vagheggiano ideali diversi e mirano magari ad utopistiche mète, ma, d'altra parte. socialisti, repubblicani e radicali hanno dato cosi scars~ prove « sin qui cli conoscere i più ur- « genti bisogni del paese ( Il). hanno impiegata tanta parte « delle loro energie nelle sterili (/) lotte politiche che, e sulla opinione del paese, non si crede alle loro capa- " cità di agire se non in quanto facc ano opera critica e " negativa. >> Se le nuove elezioni hanno avuto un lato buono, noi crediamo appunto sia stato quello di aver mandato alla Camera un certo numero di uomini dotti e risoluti che possono dire una parola l'ompetente ed il• laminata, ed esprimere idee molto diverse da quelle che sino ad oggi si sono sentite annunciare. Questo isruppo dovrebbe concordare alcuni punti preliminari di un programma polit co, economico e finanziario a cui tutta l'Estrema possa dare il suo appoggio. Verrà il tempo in cui ognuno· andrà per la sua via; ma le condizioni del paese sono a tal punto eh·) vi può essere per lungo tempo ancora un largo campo in ~ui gli uni e gli altri possono trovarsi d'accordo per fare il bene· (Economista di Firen e. 17 giugno). Francesco S. Nitti. Bismarck (1). Nelle difficoltà dell'ora presente, molti ripetono che l'l'talia avrebbe bisogno di un uomo Non pochi parlano di Bismarck. Assai piccoli e grandi avvocati o rentiers r'ella nostra Camera ripetono che è temi.lo di finirla con il Parlamento, che bisogna dare stabilità al governo, che bisogna sottrarlo ali e infl uenzeparlamAn tari, per avere una monarchia grande e potente. Ora è strano che tali cos · vengano ripetute più cliè da altri da avvocati. Senza ma11caredi riguardo a questa rispettabile _e troppo numerosa classe, bisogna notare che se l'Italia fosse ordin ta com'era la Prussia prima del 1848, la P1·ussia prima di Bismarck, essi non siederebbero già nelle Camere legis ative, ma piuttosto nelle anticamere di qualche potente signore, insieme con i capic·:ic~ia e con i maestri di scherma. La piccola gente che ,'a ogni dimostrazione vede venir fuori il pericolo della rivolu1.ione, ha creato una specie di Bismarck di ferro, immobile, obbediente solo al sovrano, pronto a schiacciare qualunque movimento popolare. Ma il llismarck di maniera, che i nostri piccoli parlamentari amano raffigurarsi non è mai esistito. Bismarck è stato il più grande rivoluzional'Ìo che la Germania abbia dato da cinquanta anni a questa parte. La politica estera di Bismarck fu la lotta a tutto il vecchio mondo legittimista. Fu Bismarck che ruppe la Santa Alleanza, fu Bismarck che travolse insieme alla fortuna dell'Austria conservatrice quella delle monarchie di diritto divino. Anche ripetendo sempre che i sovrani rappresen• tano Dio, e61i fece in Germania la più grande rivoluzione, determinando la supremazia assoluta del potere civile: imponendo un diritto laico, riducendo l'azione della chiesa o delle chiese in sfera quasi esclusivamente reli- <>'iosa.La monarchia tedesca ha ancora qualche cos 1 di feudale: ma è una monarchia che ha a base il suffragio universale, con cui Bismarck non ha disdegnato cli ve - nire molte volte a patti. Bismarck ha combattuto aspra• m·ente la democra1,ia sociale: ma ha voluto che fosse proclamata la libertà dello sciopero. Ha creato con l'assicurazione obbligatoria la p:ù grande opera di previdenza sociale. Agrario e grande signore prussiano ha resistito a tutte le p essioni e ha apinto con tutte le forze la Germania sulla via della grande industria. Sarebbe possibile un Bismarck italiano 1 li problema può parere ridicolo : anzi t ile è dal punto di vista sto• rico e filosofico. La Germania oramai cambia più ministri dell'Italia, e a Berlino l'idea di un uomo che duri ventotto anui di governo parrebbe comica. D'altra parte il m_ondo è mutato; sono mutate le condizioni di esistenza; vi sono problemi nuovi, che prima non erano; il popolo comincia a partecipare potentemente alla vita pubblica. Bismarck, appunto perchè era grande, in uno dei suoi ultimi discorsi, affermava: " Noi non pos,iamo pitì vivere di una politica puramente dinastica; abbiamo ui sogno di una politica nazionale e ci occorre fortificare le convinzioni nell'opinione pubblica e nel Parlamento ». (1) Per la eccezionale importanza . del soggetto, specie del momento politico che attraversiamo, diamo questo largo riassunto di un àrticolo pubblicato in un giornale quotidiano.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==