Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 12 - 30 giugno 1900

RIVISTA POPOLARE.DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCTALI Il MezZ0giorno é il trionfo della candidatura officiale >> (1). Più oltre, lo stesso giornale, parlando della candidatura del D'Annunzio, scrive : « .Esteticamente parlando, sarebbe doloroso che egli nori venisse eletto. Io paragonavo testé la monarchia italiana a quella di Luigi Filippo. D'Annunzio é il Lamartine del regime». Giacché il nome di Gabriele -D'Annunzio ci venne sotto la penna, notiamo che nessuno sarebbe megli~ di hù atto a compiere con efficacia questa ope_ra dr incanalare la simpatia dell'opinione pubblica estera a pro' dei partiti popolari. Egli è, all'estero, conosciutissimo ed ammiratissimo. Nessuno meglio di lui potrebbe !"ar rivivere e colorire superbamente i precedenti storici della presente situazione politica italiana, e lo sforzo secolare di questo mirabile popolo nostro per afferrare, e rendersi veramente padrone de li a propria libertà, fin da quando, a tal fine, spez: zava l'unitarismo mo- ·narchico di Odoacre, dei Longobardi, di Berengario, di Arduino d'Ivrea. Se Gabriele D'Annunzio compisse quest'opera, sarebbe davvero immensamente benemerito dell'Estrema Sinistra. GIUSEPPE RENSl. ~ .f'. DCL ·J;! IJ . ENT ' possa essere colta da· uno di quelli impeti ò.iimpazienza nervosa e tenhi, a un tratto, rinnovare tutto, o tornando al p~ssato, o buttandosi, a capofitto, nell'avvenire. Il problema del parlamentarismo è un problema de_ipiù gravi che, non solo in ltalia, ma dappertutto affaticano la mente Jei pensatori e commuovono 11 cuore delle moltitudini. L·i teoria predominante nel campo conser• vatore è quella con cui si vorrebbe sostituire al governo di gabinetto, quale si è esplicato dal '1868 ad oggi (?), l'istituto del Cancelliere, irresponsabile dinanzi al Parlamento. In F1·ancia, se ne fece gii l'esperimento sotto il secondo Impero; in Austria e Gnmania si riesce a fare i governi meno mutevoli, ma l'azi, ne legislativa non è nè più sicura nè più coerente: le stesse difficoltà, e qualche voi ta, più aspre e più d iftici li. E poi, nel fatto: il Parlamento avrebbe o no il diritto di veto sui ministri? Se .si, non s'intende quale sia l'utilità del provvedimento; se no, ecco in ballo la responsabilità giuridica e politica del Sovrano I li problema è ben più alto e profondo! Perla solita tirannia dello spazio siamo costretti a rinviare la pubblicazione dell'ultima parte dello studio di Luigi Gnelpa sul1' Utopia cli ie'l"i,realtà di oggi, e quella degli artic@li di ti. Trespioll sulla Riforma positiva del Pa'/"- lamento e di Panl Louis sul Valoi·e economico e sociale dell' Esposizionr' internazionale di Parigi. Ionathan: Ah! l'entusiàsmo pei Boeri!? Come grido elettorale va bene ; ma come espressionedel sentimento nazionale Sei"!Parlamento non fosse, noi avremmo,comein Russia, da un lato un'amministrazione più accentrata, senza controllo, irresponsabile,corrot issima,'e dall'altro le intercessioni delle amanti, dei camerieri, dei ciambellani di Corte, di tutti i grandi funzionari po' enti a Palazzo. - Io credo la Camera italiana infinitamente migliore della fama che ha. É di moda ormai dire, ogni volta che si chiudono i battenti di Montecitorio: « iinalmente si potrà avere un po' di governo, si sta cosi bene senza questa accolta di chiacchieroni, di am• biziosi, di privil1>giati, dì buoni a nulla I "; ma tutto ciò è puerile, sciocco, e contrario al vero. [rachiaro ciò che volesse la Camera nel 1876, all'assunzione della Sinistra al potere: voleva un indirizzo tutto intento all'esplicazione della vita materiale del paese. Non fu certo colpa della Camera se a codesto indirizzo si agCol prossimo numero ri • prenderemo regofarmeute la pubblicazione della Galleda dell'Estr. Sinistra. male assai! RIVISTADELLERlVISTE Gi'iislino Fortunato: Il regime parlamentare e la XXLegislatu1·a. - E' in utile cercare d'ingannarci con parole: l'aria che respiriamo è satura di diffidenze e quasi di spregio. Succede in Italia un fatto veramentcl straordinario, Senza sentimento religioso siamo riusciti a creare un partito clericale; senza un largo strato di lotte cli classe abbiamo alimentato un gran partito socialista. Che nome dobbiamo dare a un ribollimento così inconscio, ma così largo degli spiriti ? Che cosa vuole il popolo italiauo? Chi lo sa chi può dire con sicurezza qnel che pensa il popolo italiano I Jl grido ,, abbasso i deputati " che sino ad ieri soltanto i nemici della patria osavano elevare, si estende ogni giorno di più, acquistando forza e valore, assumendo autorità e consacrazione politica Ce1·to, la tendenza piazzaiuola di denigrare il Par:amento di fronte al potere esecutivo è prova manifesta della soarsa educazione, della ottusa coscienza del paese. E per questo io temo assai dell'o:ra presente; temo ohe l'Italia (1) Se ciò fu vero finora, crediamo che ora non lo sia già più. Le nuove elezioni di Estrema Sinistra di Noè a Messina e Ciccotti a Napoli, possono informare ! (Moonshine <li Londra). giunse quella tendenza di grandiosità e vanagl01-ia che, da Tunisi in poi, è stata la vera cagione di tutti i nostri guai. I grandi errori derivarono all'Italia dal- !' opera nascosta, antiparlamcntare del Governo. Da anni assistiamo allo spettacolo di Gabinetti che il caso determina e che la logica nou può risolvere: e ognuno di essi va su in un momento di scompiglio. Ma oltre le cagioni delle catastrofi, ve ne sono altre· che la Camera non giunge mai a conoscere. Vi è com& un fato che incombe su di essa. Fino ad un dato giorno abbiamo un Gabinetto, messo insieme non si sa come; l'indomani un altro giuntoci non si sa donde; poi un altro ancora, capitatoci fra capo e collo senza un solo perchè. Così le maggioranze si decompongono alla prima occasione per ricomparire poi, rifacendo lo stesso lavoro, il quale non arriva a nulla e sfibra sempre più l'organismo parlamentare. Una cosa non muta, l'ente Governo che scegliendo nella Camera e nd Senato i suoi componenti « li pla<ma d I proprio spirito e della propria vo- " lontà ». Se il Senato recalcitra o borbotta: v'è per a1·ia la minaccia di una buona e infornata». Se la Camera insorge, resiste a coercizioni, o lusinghe, o protesta; la si castiga sciogliendola - <I Dal 31 gennaio 1891 la Ca· <I mera non ha potuto mai più, col suo voto, condannare « un Ministero, e, per conseguenza, dare alcuna indica- ~ zione per le sucoessioni. Il Governo le è venuto sem- ~ pre dal di fuori, ed è stato suo torto - se mai - di " averlo costantemente seguìto ». Non è vero che le cospi.razioni di corridoio abbiano rovesciato i minist~ri : !~ nf,lssun paese d'Europa i Ministeri hanno una vita p1u

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==