·R[VISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE sdcutr solo per sottrarsi a una multiforme e oramai insopportabile oppressione, di cui il Journal de Genèv(,/ non ha ·neppure la più· lontana idea, che il popolo italiano accenna ad organizzare una resistenza legale, e ben più pacifica di quella messa in opera da altri popoli, contro il governo che gli pesa sopra. * * Un'altra causa del sospetto che suscita nell'opinione pubblica estera il nostro movimento è dovuta ad un equivoco creato da una uniformità di parole. a cui è lungi dal corrispondere una uniformita di concetli. Quando un conservatore svizzero o francese ode pronunciare la parola radicale o l'altra bstrema Sinistra, pensa al radicalismo e all'Estrema Sinistra del suo paese, a un partito cioè che, per lui, rappresenta l'ultima audacia rivoluzionaria. Il radicalismo, infatti, nei paesi che, come la Svizzera, hanno raggiunte e saldamente attuate tutte le più ampio liberti civili e politiche, può presentarsi come una tendenza davvero audacemente sovversiva, nel senso che mira a spostare o a cangiare i cardini su cui, perfino una società politicamente la più progredita, si re~ge. Un conservatore, adunque, svizzero o francese cne ode parlare del radicalismo o dell'Estrema Sinistra italiana, attribuisce a queste parole l'istesso contenuto che hanno nel suo paese, e convercre contro questo partito, italiano, l'istessa antipatia, fistesso sospetto, l'istessa paura che gli desta il partito che con quel nome si intitola nel suo paese, credendo che .i metodi, le tendènze e gli scopi del radicalismo che egli In questo suo paese combatte, siano i medesimi noi radicalii!mo italiano, Ciò è un gravissimo errore, Dato lo stadio arretrato dellò sviluppo politico deWitaliaj il radicalismo italianb rappresenta umi fase ancora meno avanzata di quello che non sia l'attuale conservatorismo, pèr esempio, in !svizzera. La nazione armata, il Senato elettivo, l'abolizione dei sequestri dei giornali, la magistratura elettiva, sono postulati cui appena si osa accennare talvolta, e vagamente, nei periodici più incendiarii della penisola; e sono invece principii non solo accettati, ma generalmente difesi ccl amati, anche dal conservatorismo svizzero, · Il radicalismo italiano, causa il ritardato sviluppo politico del regno, corrisponde, adunque, nel suo contenuto reale, appena a quello che é il ,:onservatorismo delle nazioni più progredite. Ed è chiaro che se l'opinione conservatrice cli queste nazioni conoscesse tale situazione di cose il sospetto e la ripulsione contro l'opera dei partiti popolari italiani dovrebbe cli necessità scomparire. . Di questo equivoco abbiamo un esempio splendido appunto nel Journal de Genéve. Q~iesto foglio, nel suo numero dell'8 Giugno, dopo aver notato, sempre a proposito delle elezioni italiane, che il regime rappresentativo è colpito dalla malattia infettiva e contagiosa dell'ostruzionismo, addita come mezzi per curare questa malattia la rappresentanza proporzionale, il diritto di r~ferendum e d'iniziativa, e l'abolizione della facoltà del Governo di sciogliere la Camera. Ora, è evidente che il giornale ginevrino non sa come il radicalismo italiano sia appunto caldo partigiano dj queste •riforme, le quali anzi costituiscono la parto massima del suo programma. Noi pensiamo che davvero una nuova e splendida vita si aprirebbe allo Stato italiano se quei principii venissero attuati tra di noi ; e che il parlamentarismo risorgerebbe pieno di fecondo vigore, clacchè, con l'introduzione di quei postulati, cesserebbe la possibilita che chi vi ha interesse metta in opera un piano sistematico, organizzato e pensato per discreditare agli QCChidel popolo le istituzioni rappresentative. E per quant0 riguarda specialmente la rappresentanza proporzio- ,nale, chi sç,riye ~ue~tl) linee sosten,eva appunto, sulla Critica Sociale del 1 settembre 1897, la necessità cli introdurla nel programma minimo del partito so..;; cialista. Ecco come quello che in Italia é programma socialista sia semplicemente programma conservatore in !svizzera. Il Journal de Genève, conservatore, è infatti caldo parti~iapo della rappresentanza proporzionale e la vorrebbe applicata anche al Consiglio nazionale. Ma il giornale gfnevrino evidentemente non sa che quei rimedi che egli sucrgerisce per guarire l'ostruzionismo italiano, sono ~ai conservatori italiani considerati come principì assolutamente sovversivi; e che è appunto perché noi professiamo quei principi che i conservatori italiani ci perseguitano e ci dipingono all'estero come « un gruppo fazioso» con tanta insistenza de persuadere persino il Joumal de Genève che siamo talL Il giornale ginevrino ignora che in Italia il Governo ordinò lo scioglimento cli Giunte municipali solo per aver voluto introdurre il referendltm comunale sopra un oggetto pariicolare. Il giornale einevrino ignora che una seria propaganda condotta m Italia per quei postulati importerebbe miriadi di sequestri di giornali e cli processi. È chiaro dunque che se all'estero si sapesse quanto, in confronto coi partiti' degli altri paesi, è discreto, modesto e poco audace nelle sue mire il radicalismo· italiano, si cesserebbe di trattarlo cosi male I * * * Da tutto quanto precede deriva la necessita che crli 11ominidei partiti popolari italiani si curino, imitando l'esempio dei loro precursori del 1821-60, di rischiarare e coltivare l'opinione pubblica estera. Ed è possibile far ciò, giacchè questa opinione non è poi ostinatamente chiusa ad ogni argomento e ad ogni evidenza. Abbiamo già visto come il Journal de Genève, uno dei nostri principali detrattori, abbia proposto, da ultimo, una serie di riforme tali che se i radicali italiani potessero ottenerle, sembrerebbe loro di toccare il cielo col dito. Anche il New Yorle Herald ( edizione di Parigi) ebbe, recentemente, (6 giugno) un articolo di fondo sulle elezioni italiane, nel quale, discutendo intorno ai propositi di resistenza ad oltranza attribuiti al ministero, e alla possibilita di espellere dalla Camera manu militari quasi duecento deputati, conclude: « Ciò sarebbe più presto detto che fatto. Le magnifiche pacrine cli Chateaubriancl, riguardo alla rivoluziono del 1830, giungono come un messaggio d'oltre tomba a ricordarci che sarebbe giuocare un giuoco pericoloso ». Secrnaliamo, a questo proposito, anche una corrisponJenza da Roma (9 giugno) ddla Gazetle de Lausanne conservatrice, nella quale è importante questo monito: « En butte à la haine des pal'lies d'extrémegauche et d'extréme-droite, la dynastie se trouvepour ainsi dire prise entre deltx Jeu:x:.C'est à peu de chose près la situation de la monarchie de juillet qui avait à la f ois conil'e elle les légitimistes et la coatition républicaine ef socialiste. On sait commen' celle dynastie ·a .fini. Il Jaut se cléfier des analogies en histoire, mais certaifl.ement il n·y a qu'une politique de vigilance et de prévoyance extréme, ce qui équivaut à dire une politizue des réf ormes, qui poltrra sauver la monarchie ita ienne cles clangers qui la guettent ». E più oltre: « Il Mezzogiorno d'Italia, cioè gli Stati romani e l'antico reame cli Napoli formano una massa ministeriale unita o compatta. Oh! se il llfez:;ogiorno si levasse! Ebbene, la monarchia italiana ha la grande fortuna di vedere il Mezzogiorno levarsi in suo favore. Questo fenomeno non ha in sè nulla cli lieto. Le provincie meridionali sono le meno avanzate in coltura cd istruzione, e presentano, per conseguenza 4na pasta elettorale più malleabile e più maneggiabile.
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