Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 12 - 30 giugno 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 233 diciamo, che il buon conservatore finisca col convincersi che le classi popolari italiane sono la quintessenza dell'indisciplina, del disordine e della turbolenza ; e che coloro i quali vengono da esse mandati al l?arlamento siano poco meno che energumeni, manigoldi, ~or di birbanti. Q1,1èsta è, noi crediamo, la causa che rende cosi ferocem<;mte e ingiustamente avverso ai partiti popolari italia11i, per esempio il Journal cle Genèoe, il quale sembra essere ancora sotto l'orribile ossessione d'uno sciopero cli operai italiani, un po' tumultuoso, accaduto a Ginevra due anni dell'opinione pubblica estera, non ci sconforta, ma· ci fa pen!:l,. Non ci sconforta, perchè l'opinione pubblica estera non era meno contraria ai nostri rivoluzionari del 1821-59, e, ciò non ostante, i due intenti principali di quella generazione furono raggiunti. Quando nel gennaio del 1859 ·Carlo Cattaneo mandava alcune lettere al Times sulla situazione dell'Italia, il ~rande giornale londinese, vi intercalava un articolo, nel quale si diceva che « gli esuli » erano stati « cacciati dal dispotismo che la loro violenza ha prodotto »_; che le pazzie dei deor sono. Il Journal cle Genève ha un bulletin consacrato alla rivista estera, il quale gode, per quanto ne sappiamo, a Ginevra la fama di essere bene informato. Dio non voglia che l'estensore cli quello sia informato cosi profondamente e cosi esattamente delle condizioni degli altri paesi, come lo è di quelle dell'Italia! Le ingiurie più atroci e le menzogne più smaccate contro ed intorno ai democratici italiani .. Inghilterrae Transvaal. mocratici « hanno distrutto ogni albero cli libertà in E~- . , ropa, e hanno trasformato rn vasti accampamenti le monarchie che progredirono nel rispetto per il diritto individuale e peri principii di diritto civile»; che le teorie « di questi dogmatici impenetrabili ... avrebbero, in pochi anni, distrutto tutto quanto illavoro e la scienza avevano fatto per l'Europa attraverso i secoli » ; che « il fiasco del 1848 » era dovuto « alla violenza e alla tirannide che minacciava ogni campione del partito conservatore », e: agli « assassini che degrada-· vano la causa democratica in più d'una ragione Europa» (1.) .ingiurie e menzogne che nep: pure la Sera, neppure la Ga.:rzetta cli Venezia oserebbero ripetere, si fanno strada sul bulletin del Journal cle Genève. Ma, noi pènsiamo, ciò proviene piuttosto clall' ignoranza che dalla mala fede. Il Journal de Geneve ha, per esempio, sernpre attribuito, con grande lusso clifrasi di esecrazione, - e attribuirebbe ancora se gli accadesse di tornare sull'argomento - ai condannati dei Tribunali militari di Milano del luglio 1898, il reato cli complotto contro la monarchia ; ed è, invece, un reato che come ognun sa, fu esclusÒ dalle stesse sentenze militari, la insanità delle quali fu poi, del resto, ampiamente dimostrata da tutte le sentenze successive dei magistrati ordinari. Con tutto ciò il vincitore è malandato ! Come si vede, queste invettive e queste calunnie lanciate nel 1859 dal Times contro il partito d'azione che ha fatto l' Italia, superano, forse, in violenza quelle che scagliano, oggi, contro i partiti popolar!, il New York Heralcl e il Journal cle Genèoe. Questo prova come un partito nuoyo che si propone di innovare un paese, di rigenerarlo, d'infondergli nuova vita, rompendola col sistema dominante, sia, sempre nello stesso modo, disconosciuto e oltraggiato. Ma come le calunnie e le invettive di quella parte dell'opinione pubblica estera clicui il Tùnes Il Journal cle Genève, per citare un solo caso, il 6 giu- (Neue Gluchlichter di Vienna). gno, dedicava un suo bullettin a commentare le ele · zioni italiane. Cominciava col constatare il successo del « partito detto avanzato, che sarebbe più giusto chiamare partito dello scandalo, perché è sopratutto questo »; deplorava che le elezioni riescano « a permettere a questo gruppo fazioso di dirsi incoraggiato a continuare l'opera abbominevole ch'egli prosegue già da parecchi anni e che consiste nel paralizzare la costituzione del paese». E concludeva, esso giornale repubblicano, organo d'un gruppo che si intitola democratico, col dare nuovi suggerimenti al forcaiolesimo italiano. « Se si vuole sbarazzarsi da questa peste politica bisognerà decidersi a prendere contro di essa alcune misure necessarie, a stabilire che il baccano in Parlamento è Lll1 delitto perseguibile da un tribunale e a rendere chi è condannato per questo motivo ineleggibile, dichiarando poscia il seggio vacante per un tempo determinato. Allora forse gli elettori ci penserebbero due volte prima di perdere cosi per propria colpa la loro parte nella rappresentanza del paese ». • Que~~ atteggiamento d.'~na parte della :5tampa e era l'organo, non imped!rono al partito d'azione i taliano il raggiungimento dei suoi fini ; così non saranno le nuove calunnie e le nuove invettive contro i partiti popolari che impediranno a questi il raggiungimento del loro scopo. Ciò non tbglie che questo atteggiamento d'una parte della stampa e dell'opinione pubblica estera faccia pena. Questo diciamo sopratutto per quanto riguarda il Journal cle Geneve, giornale di quella nazione, e più particolarmente di quel cantone alle cui istituzioni stanno fissi con intensa simpatia e con immenso desiderio gli occhi di quel « gruppo fazioso » che esso tiene in cosi grande disdegno. Ciò fa tanto maggior pena, in quanto che, se la nostra voce fosse cosi autorevole da arrivare fino al Journal de Geneve, ci sarebbe facile dimostrargli come « la peste politica » non osa neppure aspirare a realizzare in Italia il quarto cli quelle istituzioni cli libertà che esso difende e., sebbene conservatore, non vorrebbe m·esse in dubbio nel suo paese ; e come sia (1) C. CATTANEO - Scritti politici ed epistolario, pubblicati da G. Rosa e J. W. M,u-io - Barbera, t894, voi 2°, pag. 137-38.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==