206 RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALE non rappresentano che il pensiero e l'interesse dei pochi. . Ricapitolando, su questo argom 'nto si dovrà ricordare che la lotta tra il bene e il male, tra Ormuzd e Ari mene, è eterna, e che anche il bene 11011 è assoluto ed ha i suoi lati oscuri. . L'ostr:i;-;ionismo è l'espressione più legale, più civile, più umana della resistenza <li una mino1·anza contr,) la prepotenza cli una maggiornnza; perciò è un correttivo dell'assolutismo di un regime in cui Sua .l\faest:\, più uno comanderebbe incontrastato. L'ostruzionismo cacciato dal Parlamento scenderebbe nella piazza; ed allora si avrebbe q00 esto bel guadagno: ai discorsi. agli appelli nominali, ai voti si s'ostiluirebbero le fucilate, le stragi, ;d'incendi, Questo insegna la storia; questo si deve evitare che si ripeta. * * * E conchiudo per ora: dal Parlamento non possiamo pretendere ciò che DO\l è nel paese. Lasciamo i parodossi pseudo scientifici cli Sigh"le, di Le Bon e guardiamo alla realtà: esso rappresenta la grande valvola cli sicurezza nella macchina politico-sociale, e se non vale a darci la pace e la concordia as oluta, se non può darci tutto il bene desiderabile, è certo, però, che maggiori mali ci risparmia, e ci risparmia s:iprat::itto le convulsioni rivoluzio11arie e reazionarie. Il Parlamento è e rimane la gr.,nde fucina delle ri''orme, il grande laboratorio delle idee; e e rimane lo strfimento il mezzo per conseguìre la maggior somma possibile di progresso pacifico In nome, adunque, del benessere sociali', e della umanizzazione della lotta e del ontrasto tra'·i principi e gli interessi: difencl iamo il Parlamento; difendiamolo contro gli attacchi palesi e contro le insidie occulte. Difendendolo avremo fatto il nostrn dovere cli uomini e di cittadini. DOT'll, NArOLIWNE COLAJANNI Deputato al Parlamento. Al Mezzogiorno Milano con una vittoria grandiosa, epica ha affer rnato solennemente e· fortemente cementato i due principii, pei quali combatte l'umanita moderna: liberta politica e giustizia sociale ; li ha anzi viccnrlcvolmcnte integrati, dando la ,ianzione di popolo cosciente alla affermazione del nostro forte filosofo repubblicano ed a quello che il profeta cli Staglieno aveva intraveduto: ·che, cioè, a raggiuno-cre l'ideale della giustizia sociale è necessaria la evofuzione morfologicci dell'ideale della liberta politica; Palermo rispose, sottraendosi maestosamente all'impero della maffia; Napoli diede un primo e già vigoroso colpo alle radici putride della camorra; da Firenze il giovane poeta, attratto alla vita, intonò l'inno magnifico alla idea nuova, riannor1andola alle tradizioni splendine della patria; da Torino, da Roma, da Venezia, da Ravenna, da Porli, cla Parma sono accorse, frementi ed avide di lotta, nuove schiere di militi dell'ideale ! Che importa se nel Mezzogiorno in un collegio abbia trionfato un imbelle dcgcQcrato, la cui figura potrebbe dare una pagina ad un atlante cli antropologia criminale; che importa ::;e in· un altro la fierezza,· l'intelligenza di Teodorico Bonacci siano . tate sopraffatte dalla incoscienza, dalla nullita di tal Grossi ; se a Reggio di Calabria 11na candidatura illegale, illegalmente imposta, illegalmente sostenuta sia riuscita a mistificare la coscienza del popolo; che importa, infine, se Paola ha volontariamente rinunziato all'onore cli aver per suo rappresentante Roberto Mirabelli, se ha voluto cedere tale onore a qualche citta dell'Emilia o della Lombardia, della quale il valoroso sarà fiero di avere i liberi e coscienti suffragi? Dinanzi ad una vittoria dei; partiti elci popoto cosi completa, così magnifica, il primo Bibh bl.,a Gin sentimento deve essere quello di un intenso senso cli gioia, di una dolce e fondata speranza, cliun avvenire non lontano di tempi migliori. Ma, dato libero sfogo a tali sentimenti naturali, é necessario, e doveroso richiamare l'attenzione dei nuovi apostoli, dei nuovi agitatori di coscienze, dei nuovi tri6nfatori, sul Mezzogiorno, che, ancora una volta, è stata la fucina, donde l'astuto lucano ha tratto la massa amorfa ed eterogenea che fra qualche giorno obbedira ai cenni di un qualunque spavaldo - e pur trepido - sottoministro. È doloroso per noi meridionali, il doverlo costatare; ma da 1 apoli a Reggio, nella lotta presente, non un sentimanto alto ha sco·sso le masse, non una serena battag]ja di principii ha agi Lato le coscienze; il nostro paese si è infingarderncnte conceduto ai rappresentanti della reazione, ai rappresentanti della microcefalia e del rachitismo politico, ai rappresentanti del nichilismo economico! Perché tanta vigliaccheria collettiva, perché tanta vergognosa clcclizionc, che rende. violenti ed arditi, coloro che, altrove, del~- bono, vergognosi, proclamare la loro impotenza? E un male costituzionale, è un vizio atavico; o è un effetto patologico del funzionamento del cuore della nuova costituzione, che non ha la forza di spingere l'onda sanguigna a:lla estremità inferiore? E tu li.o insieme, purtroppo ! secoli di servaggio hanno accumulato nelle nostre masse istinti servili; una lunga tradi>:ionc di io-noranza ottenebra ancora gli intelletti delle nostre classi dirigenti ; e di questo ha profittato un governo, sempre corrotto e sempre cor-· ruttore, che ai mali degli altri governi ha aggiunto quello proveniente cla un sistema completo, organico di sfruttamento economico: una vera pompa, però soltanto aspirante. Perché il vizio di cuore ha paralizzato l'azione presente: il nostro organo aspira per disperdere, o per distribuire inegualmente;· non assimila le forze che gli vengono, ma le sperpera in tutti i modi : le sperpera in un ordinamento amministrativo mostruoso, in imprese pazze, male ideate e peggio condotte, in lavori inutili, atti solo a formare capitali ingenti di cottimisti, nel mantenere in vita una istituzione, che, lungi dal produrre quel piccolo effetto benefico, che forse pur potrebbe, esercita invece un' azione nefasta nella vita costituzionale del paese. Ma, parlaYamo del Tviezzogiorno: ad esso, dunque, :ii rivolgano gli apostoli, i propagandisti; ad esso volgiamoci noi, suoi fi~li, con un' azione quotidiana, costante; svegllarnolo ctal torpore malsano; con un fuoco assiduo distruggiamo, a volta i germi putridi che l'ammorbano, e a volta favoriamo lo sviluppo delle nuove sementi ; stringiamoci tutti in un fascio di forze giovani ; investiamolo rla tutti i lati : formiamo la sua coscienza. morale, diamogli un sentimento po]jtico, esponiamogli i sistemi economici, che meglio potrebbero sanare le sue miserie, ripetiamogli tutte le calde, esortazioni che !'on. Colajanni rivolse or sono due anni nell'appello agli italia,ni del Niczzo- · giorn0 (1). Se é vero che é servile, é pure vero che non ama il suo padrone, come non può amarlo il servo, che 6 sistematicamente affamato, il servo che é c stretto a versare nelle mani dell'ingonlo tutto il peculio dolorosamente accumulato. E tutte le classi più numerose del Mezzogiorno ci :seguiranno. perché tutte hanno immenso, urgente bisogno della nostra cura; tutte noi cercheremo di elevare a vita civile; verranno a noi i lavoratori, ai quali cercheremo di dare non solo il pane quotidiano, non sufficiente a vivere, ma soltanto a non morire, ma anche un J1lltrimcnto intellettuale e morale; verranno a noi i possidenti, che, contemplando la tasca vuota, i rigogliosi campi popolati (I) i\'.ello scrit•o: Settentrionali e meridionali. (.Roma, Prcs!io la Rivista popolare, 1898).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==