RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl 20<; assegnato al governo nuove funzioni ; tanto che la_ progressione del bilancio è fenomeno comune alla libera repubblica Elvetica ed al dispotico i "pero russo. In ciò che può avere di morboso, la re,ponsabilità va al paese cioè agli elettori. I deputati quasi sempre 1,romuo;ono nuove spese rispecchiando i desideri e i bisogni veri o artificiosi del collegio ; e lo perilono se non hanno saputo o -voluto contentarlo. Il male, perciò.non è cagionato dal Parlamento; ma è nel paes ', e quello uon serve che a metterlo in evidenza. Però il paese vuole le spese, m·1 non vuole le imposte; ed urla e strepita quando si trova dinanzi alle consegueni~, cli cni esso ha posto le premesse! Che /JOlpa ha in ciò il Parlament,) i Forse ne ha una sola: non spende abbastanza per istruire e illu · minare il popolo affinchè avverta il ravporto giusto tra cause ecl effetti. . In ultimo si appunt,ano le critiche sul fenomeno clelI'ostru ..ionismo, per fare le. più nere previsioni sulle sorti del regi1ne rappresentativo. com'è oramai cli moda tr . .o c:onservatori ed uomini d'o1·cline. Il }:{acca è benevolo piuttosto verso quello italiano, perchè imposto dalla neceszioni, la lott.a secolare della Boemia e della Moravia czeche contro l'egemonia, spes o tiraunica,dei tedesdli ecc. Tutti questi contrasti dalla piaz7,a si sono trasportati nell'aula del Par·lamento per darci le scene dell'ostriu·ionismo, ln cui violenza e stata sern pre minore, infinitamente minore, cli quella che sarebbe stata se si fossero svolte altrove. Senza il Parlamento. - coll'acuita cosc·ien,1a dei diritti uguali chs hanno le varie nazionalità e che rende sempre più intollerabile qualunque egemonia esercitata cla un'altra a differente grado di coltura, - senza il Parlamento, ripee0, il conflitto sarebbe degenerato, come in altri tempi, in feroce gue:rra civile; nel Parlamento tutto finirà colle innocue escandescenze dell'ostrudonismo, e si arriverà ad un equo componimento sulla base della libertà e della uguagliama federale, la sola che potd, dare pace vera all'impero come l'ha data alla Svizzera, all'Urqheria sulla base del privilegiato dualismo, buono come segnalatore della soluzione possibile e desiderabile. Non voglio lasciare del resto qilesta quistione clell'ostr1t;,ionismo, diJcui i maligni e gli ignoranti si servono come di arma bene afsità di difendere i brandelli della libertà ancora esistenti; ma teme che in appresso se ne servano - lo previde Giuseppe Colombo nel discorso del 28 giugno, che i lettori della Rivist:.i conoscono - i conservatori e i I eazionari in difesa di una causa cattiva. Durante le elezioni. fìl ata per ferire a rn orte il Parlamento, senza ricordare due prececlent,i. che si devono aggiungere agli altri ricordati nei numeri precedenti della Rivista, e che furono esposti da Giuseppe Zanardelli nel• l'ultimo magistrale discorso d'Iseo,e chedovrebbei<ovalere a calmare gli scrupoli sciocchi o ipocriti dei farisei clel costituzionalismo. Nello stesso corpo legislativo del secon''o impero napoleonico, egli ricordò, così esiguo di numero e di competenze, la discussione della sola legge sulla stampa durò dal 21 ;2ennaio al 9 marzo 1868 I pub-· blicisti inglesi, poi, fanno risalire l'ostruzionismo ad un uomo molto, ma molto ortodosso, aRoberto Peel, il quale nel 1831 sulla legge 'di riforma elettorale pronunc'ò 79 di; scorsi, ed uno dei suoi amici, il Crooker, ne pronunciò ses • santasette. Non è evidente che la oosa è antica e non suscitò scandali, quando venne adoperata dai conservatori, e che Nella smania· di accumulare i torti del Parlamento, il nostro critico si vale dell'o struzionismo aust, iaco ; ed è qui, che appare maggiore la sua dimentican ·a della Storia, c!ie lo conducEl ad apprezzamenti erronei dei fenomeni contemporanei. Ciò che avviene a Vienna da due anni in quà potrebbe somministrare materia per accusare 'il Pilrlamento se questo fosse ~tato la c msa dei fenomeni lamentati. Ma è stato forse il Parlamento a creare il grave conflitto per le lin·rne e tra le varie razze e nazionalità che costituiscono l'impero AustroUngarico ? Il Parlamento non ha che rispecchiato, at- - E tu sei ministeriale o d'opposizione'/ - Mah! Ecco.. Attendo che il mi'o Comitato abbia deliberato in proposito. tenuandolo, il conflitto storico ch'è nel paese. Basta leggere il succo ;o opuscolo clel prof. Savelli, o il libro magistrale dell' Auerbach (1) per uon citare , he due scrittori di nazionalità latina, che trattarono l'intricato problema della nazionalità dell'impero alleato per convincersene. <, L'Austria, dice l'Auerbach, è come un corpo, di cui ogni membro, ogni organo è ammalato perchè non ce n'è alcuno, che abbia la stess,t funi.Ìone, uì lo stesso movimento che il membro o l'organo ,·icino » (pag. 147). Ora questo stato morboso si traduce· necessariamente in co,nvulsioni multiformi, in jacquel·ies, rappresa&'lie, insurrezioni e repressioni sanguinose di 'uno o piu element.i etnici contro gli ;_;Itri. Per· giudicare onestamente l'ostruzionismo austriaco, si devono ricordare i moti della Gallizia nel 1 '46, l'entusiasmo dei croati di Jellacich nel I848, la rivQluzione dell'Ungheria nel 1848. l'intervento russo nel 1-4!:J, l'oppressione deg'i ungheresi contro i rume11i della Transilvania e le relative insurre- ( 1) AGOSTINO SA VELLI - I con/1,itti na.cionali nellrt mo- 'l'Virchia Austro- UngfJ.rica. - Homa, presso la Rivista Popolai·e. Cent 60; AuEROA• H - Les races et !es w1.tionalités en A utriche-II,m_qrie. - Paris, 189-'l; F. Alcan edite11r (si legga specialmente ,I capitolo 1° e il 5° da p. 143 in poi). In Ger• mania su q:.1estoconfl,tto c'è 1o1na copiosissima letteratura; la questione è stata an•:he trattata dall'illustre socioloo-o L Gu,nplowic,;. Mentre correggo le bozte, leggo una imp~rtante COl'- rispouJeni.i d_a Vienna alla Stamp7. rii Torino (! 1 gingn1) nella qu~le v1 sono apprJi1.am~nti idclnti~i ai miei. BibliotecaGino Bianco (Falstaf! di Genova). ne valgono i democratici? s·>lo il nome è nuovo e fa ribellare i reazionari ora che se Intanto riesce di conforto avvedire che uomini e riviste autorevoli non cercano nemmeno attenuanti ali' ostnizionisnio, ma ne giustificano il principio stesso e scorgono in esJo un temperamento contro la tirannia cieca del.le magg-ioranze. Ciò fece Cesare Lombroso in un notevole articolo pubblicato nel Secolo; ciò si può leggere nel penultimo numero dell'Economista. L'importante rivista fiorentina nell'assegnare una maggi·ore responsabilità a Colombo ed alla- maggioranza per gli ultimi incidenti della Camera, nota esp'icitamente cli'è falsa la dottrina della onnipotenza della maggioranza e che l'ostruzionismo servirà a temperarla ed a costringerla ad accomo lamenti equi (N.0 del 3 giugno). E bene a ragione lo stesso Zanardelli ricordò. a proposito del regolamento --capestro, che fino d 'gli inizi del regime parlamentare in Francia, lV[irabeau, nel settembre del 1i89, sosteneva che nell ·1 stessa Costituzione si dovessero sancire prescrizioni. le quali impedissero ad una assemblea di schiacciare la minoran~a sotto un regolamento opp1·essore. Questa difesa delle minoranze da tempo - cla Alessio de Tocqueville a Spencer, per non citare che due sommi, - costit;uisce la costante preoccupazione dei più. grandi scrittori. Vero è che essi per lo più hanno guardato all'avvenire in cui vedevano la tirannia delle maggioranze democratiche; ma i loro ragionamenti con maggior diritto si applicano alle maggioranze conservatrici, che sono 'spesso fi~ti?iie: sono maggioranza nelle assemblee, ma
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