Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 11 - 15 giugno 1900

218 RIVISTA POPOLARI~ DI POLITICA L/1,'TTERJ.; fì: SCIENZE SOCIALI suno protesti, anzi tra gli applausi del popolo. Questi fenomeni della vita inglese contemporanea, non sono gra,·i in sè, ma sono gravi pc1 chè avvengono senza opposizione: la nazione è unita in una concordia funerea nel male, le forze del liberalismo s.ono consumate, e altr-1 non ne hanno preso i posto Questi avvenimenti mettono · in luce e fanno comprendere una differenza c-he passa tra quelli che si sogliono chiamare i pae~i germanici, sµecialmente l'Inghilterra, ·e i cosic1.letti paesi latini, la :Francia e l'Italia. In Inghilterra l'ordinamento delJe· a·,- tiche fortune è sparito del tutto La grande industriaha distrutto in eramente gli artigiani e i piccoli industriali casalinghi; la piccola propriet.\ è ·sparita in molta parte dell'Inghilterra; l'agricoltura è stata addirittura sospesa; la classe dei grandi proprietari che tanta parte fu dell'antica Inghilterra, rovina rapidamente; e anche lo spaccio al minuto delle cose vi è, almeno in parte, esercitato da grandi capitalisti, che a Londra aprono 111tterie e negozi, vendono giornali e li ..ri in tutte 113stazioni. Invece, politicamente e intellettualmente i progressi dell'Inghiltena non sono stati così considerevoli. L'Inghilterra ha goduto la libertà di stampa e le i,titu?.ioni parlamentari prima di ogni altro paese; ma il diritto ereditario di sedere alla Camera dei Lordi e il maggiorasco non sono stati aboliti; l'ordinamento dei ( ·omnni è in molte parti quello medioevale; solo nel· :i870 fu abolita lii compra dei gradi nell'esercì o; l'istruzione sino a dieci anni fa è stata cosa privata. le università sono ancora corporazioni con statuti medioevali. La costituzione sociale dell'Italia e della .Francia è più mode,rna Tutte le istituzioni inglesi, la Monarchia, il Parlamento, la Magistratura e anche le libe1·tù politiche, si recgono sopra interpetrazioni giuridiche, consuetudini, tradizioni e non mai sopra una teoria e idea iu cui la nazione creda; esse si mutano, nei loro rapporti, secondo i bisogni del momento e l'urto delle classi e degli interessi. Il glaclstonismo ,i servì forse più di sentimenti e di idee religiose che delle grandi idee liberali democratiche derivate dalla rivoluzione francese. La debolezza di queste idee ha generato la crisi presente dell' ,nghiiterra, dove l'anima nazionale poco o punto imbevuta di esse, si è lasciata sopraffàre cla un delirio selvaggio di prepotenza, che le potrù costar caro nell'avvenirci. Le sue libertà che nascono da consuetudini e formalismi giuridici e non da idealismo, non hanno dato forza a nessun partito per tener testa all'impazzimento generale; è lecito anzi dubitare che que to castello di principi giuridici, di consuetudini e di tradizioni sia esso così solido come molti credevano ; un avvenire non lontano ci dirà forse, se noi dovremo vedere un'Inghilterra reazionaria e protezionista. I isgraziatamente però se per noi latini la nostra costituzione sociale è più moderna, lo spirito della nost a ,ocietà è più a11ti;:;o,perchè gli antichi ceti, le antiche professioni, l'antico stato delle fortune si conserva molto più che in Inghilterra, rendendo vano in pratica quello spi1·ito liberale e progressivo della costituzione sociale. L'ammirazione del passato tra noi risorge sempre, e le più belle conquiste intellel- ~ual_i e politiche del secolo sono rimesse periodicamente 111 pericolo : proprio in questi giorni Parigi ha eletto al Consiglio municipale i nazionali ti, gli antisemiti gli ammiratori del generale l\Iercier I Sarà questo il segno che l'fnghilt"rra e la Francia, i due paesi chè hanno condotto il movimento della civiltà in questo secolo, stiano per lasciar la direzione ad altri popoli? St prepara forse il tempo in cui la clinzione del mondo latino passerà dalla Francia all'Italia, e quella del mondo anglo-sassone agli Stati Uniti e alla Germania? (Vita Internazionale - 5 giugno). Giuseppe Ren::;i La ragion d'essere dell'unione·dei partiti popolari. - Sotto l'urto degli avveniment.i del 1898 i partiti popolari si e stituirono cli fatto: di fatto non ,li dritto perchè essi n n sono che raggregato materiale di tre partiti, e perchè mancò l'elaborazione cli un pro• gramma , omu1,e, la formazione stabile e salda di essi partit.i in un organismo politic:) se non unitario, almeno federa'e. Di qui i frizzi e l'ironia cl i conservatori, ogni qualvolta la coa izione dei partiti ha ottenuto una vittor a Come, i socialisti che vogliono colletti vizznre i mezzi cli I roc1Ùzione danno i loro voti al prof. Pantaleoni, liberista? Come, socialisti, repubblicani e radicali sorreg gono ora la Giun.ta Mussi? ecc. E i conservatori concludono: « Vi diciamo in verità che vi siete uniti ..per BibliotecaGino Bianco « immobilizzarvi che vi sarete alleati per procacciarvi • qualche successo elettorale, tutto a beneficio dei più « avanzati tra voi, ma- tutto a detrimento del vostro. pa- "' trimonio d'idee». E queste son'l ipocrisie belle e buone Minacciato quel meno che è parte sottintesa (appunto 'perchè necessaria, l' necessaria a noi socialisti come ai repubb icarii e ai radicali del progra 11111anostro, è O\"Vio e naturalissimo che ci si restringa a difenderlo e assicurarlo prima cli procedere a combattere per quel più, che costituisce la parte del programma e0 clus1vamente nostro. Nel fatto i p~rt,iti repubblicano e socialista coll'unione dei partiti popolari, si sono affermati. sopra l'istesso programma se,11plicemente democratico sociale E' queste un be.ne o un male? Non vogliamo ne pretendiamo risolvere la questione; ma ricordiamo che Carlo Cattaneo il giorno prima delle Cinque Giornate non aff"eciava ancora i.I postulato :finale, la cacciata clr•gli cii1striaci. e si limitava il delle domande parziali, attua bili, nel!' rnbito del c+o,,erno in quel giorno vigente. Quando il post.ulato'iìnale si presentò possibi'e 1e fu presto), allora il programma s ingrandi e crebbe fino a com prencle1·e que to medesimo postulato finale. Perchè non potremmo fare e.osi anche noi? lCritica sociale.- l giugno,'. • Maggioranzae minoranza. Sembra ver ..mente a moltì di aver· eletto tutto, asserendo che la maggioran1.a deve essere capace cli legittimare: qualunque voto, e che la minoranza deve sottomettervisi; ma nn ragionamento, anche superticiale, porta a concludere facilmente, che questo potere supremo de'la 11,aggioranza può essere un metodo •[Uau que, ma non è per questo, nè la giustizia nè la logica. ::-i potrà sostenere che è giocoforza, concedere che la ragione stia daJla parte dei più, m , nessuno potr.:. in buona fede sostenere che i più abbi no la r.1gio,.e e la giustizia 11e1'chèso"o i più. Molti votano. colla m~ggioranza non per· convincimen.to di ra ione e di giustizia, ma per solidar età di parte, per disciplina di partito. per ripugnanza ver.so le dottrine avv. rsari , oltre che per cause non confessabi,i. E' falsa lii dottrina dell'onnipotenza della maggioranza, perchè questa bisogna tenga co .to, della volontà e dei desideri anche della minoranza, S<l non vuol provocare la resistenza e le viole111.e, le quali più ta1:.1i costringono a quelle stesse transazioni che erano state negate prima, come avverrà in Austria ove si combatte con tanta costanza una lunghis,ima lotta; e come è avvenuto in Germania per la l,·gge Heinze. Bisogna che le clas i dirigenti si persuadano, che se il potere è nel].-, loro mani. es_ e 1:on po_ssono _governare che per l'interesse della rnolntudme dei c1ttaclm1 e cogli intendimenti della moltitudine « Sono i Governi che « debbono adattarsi ~11a volontà del pàese e non i paesi « che debbono a :attarsi alla volontà del Governo. » ::: e anche il paese non si ribella ad atti che non sono conformi ai suoi intimi de ideri ed ai suoi sentirne ti. non passa molto che la coscien,a pubblica si risveglia,· e la ragione subentra al momentaneo adagiamento .,Jentre le v:olenze d ll'estrerna saranno dimenticate, o considerate come , n eccesso commesso da un partito che per la sua r atura stessa vi è predisposto, il tentativo del clecretoleo-ge, l'irregolare procedere del!' onorevole ( ·olornbu, la ~nozione t :ambray Digny, sono fatti che a ~uo tempo si ricorderanno perchè partiti dai Consiglieri della Lorona, dal Presidente della Carnera, da un deputato moderato, e pe1·chè furono approvati dalla ·maggioranza per sola dis _iplina cli partito. Se l'ostruzionismo è u~1 male gravis imo, è peggio anche combatterlo con decre:1lego·e,' colle votszioni cli sorpresa, con colpi cli maggioran~a. ~·e si mantiene e si esagera il concetto, che le maggioranze p. ssono fare e legi timare_ tutto quello che vogliono, e se I fatti p1·ovano che rnot1v1 estranei alle quf'stioni che si discutono, tengono compatte le maggioranze, quale sarà la ragione di es·st n a delle minuranze? E' a sperarsi che nella nuova Carnera prevalgano idee di conciliazione· e si manifestino con atti più prur!ent1 e serii, di queHo che non si sia fatto in questi_ultimi 1:11es1. La presentazione a tPmpo dei pr ..vvecliment1 poltt1c1, nel novembre 1· 93, avrebbe risparmiate le se ne del decorso giugno. Se il Governo si fosse inchinato, al responso della Corte dei Conti e della t assazione, avrebbe risparmiato k scene cJ·el rnal'Lo che condussero al ritiro del decreto. Nè fu prJde ..te voler modificare il regolament~ immediatamente, ~ fu <;er:o indecente il modo con ~m il regolamento ancora si volle approvato .. « Il paese ch1a-

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