Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 11 - 15 giugno 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLfTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 213 psichiche. Anche per questo duplice genere di lavoro ha il nostro organismo, sano in tutta la estensione del termine, limiti di resi,tenza, olt1·epassati i quali siamo in pieno campo di patologia. Non credo si debba fare un'eccezione per il cervello. Ogni malattia può sorge1·e, per la prima volta, da un terreno fisiologico, cioè senza ragione negli ascendenti. Certo che più facilmente gli effetti dannosi si ve1°ificheraono in un substrnto µredisposto, ma ciò nulla toglie alla giustezza del mio ragionamento. In ogni modo è questo un particolare fra tante considerazioni e ragioni da me addotte che non bisogna perde1·e di vista nel loro as;;ieme. V. E vengo infine alla inibizione da parte del cervello (circonvoluzioni frontali attive nella attenzione e nella rifies ione) ammessa da me per spiegare la fisiologia dell'estro. Celesia si meraviglia cl.e « il lavoro mentale più intenso si voglia spiegare, come egli si esprime, con un fenomeno di inibizione che è cli natura chimi.ca integratÙJa ». Lascio da parte il fallo che sotto il titolo di i!1ibizione si raccolgono a torto processi assai diversi (Heidenhain); e che in alcuni casi, 1 più facili e meglio studiali, il fenomeno d'ari·esto non è spiegabile l'interferenza. Solamente potra concedersi, lo ripeto, che da parte degli elementi che ricevono il dello impul 'O \inibendi) si determinino, per effetto del riposo \apparente), processi di trasformazione inversa o lavoro negativo nel ,:,enso di vV unclt. Ricordo• il modo di acrire del vago sul cuore (e dei nervi inibitori in genere). In fisiologia ( Albertoni e Stejani, ~I ed. del Man. di Fisiologia umana pag. 88(5) prevale 11concetto espresso dallo Stejani, fino dal '187.J che nelle fibre muscolari del cuore ove arriva il vago abbiano a provocarsi a preferenza i processi di assimilazione, mentre nelle ordina1·ie fibre motorie si provocherebbero i processi di disa•similazione, così che a norma · di questo concetto il va,?'O non sarebbe che nervo trofico del cuore ( Stefani, Gasl,ell, Fano, Biedermann, Tigerstedt). Albertoni e Stefani soggiungono: nelle condizioni ordinarie di riposo vi ha equilibrio fra i processi della assimilazione e quelli della disassimilazione, e come vi sono COi1dizioni, sLirnoli, che producono ·la prevalenza dei secondi, così vi sono stimoli che provocano la prevalenza dei primi. Ma anche qui s'intende che l'assimilazione e la disassimilazione avvengono nell'urgano periferico inibito o meno ; il centro da cui parte il vago e che manda attraverso questo impulsi. sia pure, per l'effetto, inibitori, sarà sempre in fase disinlegrativa. che come una manifestazione di vera altivilà per sviluppo _dienergia cinetica, il cui effetto inibitore non consiste che nella opposizione ed elisione di una altra forza conkaria, sempre con con"umo di materia (disio teg1·azione) da vero lavoro. pe1· quauto l'estrinsecazione di enel'gia, mai mancan Le, si trasformi piuttosto in calore che in movimento , perchè nulla si crea e nulla si distrugge in natura. Pu1·e ammettendo che, durante l'atto Il nazionalista barricato: Con tutti questi stranieri a Parigi, io non mi sento più tranquillo ! Una prova di ciò si ha nel fatto che anche a nervi tagliati, divisi quindi dal ceutro, con l'eccitamento p. es. elelt1·ico del moncone periferico si possono provocare gli stessi feuomeni opposti, o dinamici o inibitori, a seconda del nervo eccitato e, sia pure, a seconda del modo con cui viene eccitato. E lo stato stesso di riposo, o al trimen Li detto da Wundt lavoro molecolare inibitorio, si compiano davvero processi sintetici, di ricostruzione (integrazione), con diminuzione o ar1·e•to degli atti chi miei di analisi (disintegrazione), quantunque ciò sia tutt'altro che dimostralo se si sta al linguaggio dei fatti certi e alle constatazioni ineccepibili, pure fa altamente meraviglia, che · supera certo quella provata dall"ill'illustre critico. come questi, amme,sa la base chimica della inibizione, ritenga che sia proprio il centro nervoso inibitore, da cui parte cioè l'impulso ed il comando d'arresto (attività), quello che trovasi in istato integrntivo e non piuttosto l'organo o il centro inibito, a cui arriva Ilimpulso od il comando d'arresto (1·ipo~o), or~ano o cei:itro che appunto ne_l caso _si può 1mmag1nare passi dallo stato catabolico (d1s111Legrativo) all'anabolico (integrativo\ o meglio che in esso preYalga quest'ultimo processo ('1). Anche nella inibizione v'è da parte cl i centri relativi lavoro positivo (processo di trasformazione di lavoro interno in esterno nel s nso di 11Vundt), come v'è impulso speciale che da essi deriva e che non deve negarsi per questo solo che l'effetto è il silenzio, (I) Se non I i tenesse ciò non si potrnbbe comprendei·e la sua obbieiione, perchè io non mi sono m~i sognato di <I spiegare il lavoro mentale più intenso come un fenomeno di inibi1,'one ma come un fenomeno pro, ocante in altri centri la inibizione medesima, ciò che, per chi vuol comprendere, ba un significato ben diverso. E' cur:oso e sti-ano dav, ero poi, che egli stesso atti ibuisca pi:1 avanti ed imp:icitamente questo ultimo V8lore (oµpo,to) al mio pensiero, quando mi vuole opporre i fatti di Lenau e Montesquieu e dei tic convulsivi, di cui parlerò fra poco. BibliotecaGino Bianco (Cris di Parigi) interno, non è per questo autore che apparente, per compensi ed equilibrio nei processi contrari dissociativ0 ed associativo. Il lavoro interno resta press'a poco costante, l'esterno press'a poco nullo. In natura, dice vVunclt, non si ha che trasformazione di un modo di movimento in un altro, in guisa che resta _sempre invariabile la somma delle tre forme di lavoro: meccanico (massa), disgregativo (molecole), dissociativo (atomi): (legge della conservazione del lavoro). Anche la divisione ipotetica di '\Vunclt in due re· gioni delle cellule gangliari, una periferica, sede di lavorn positivo, cioè di proces ·i di trasformazione del lavoro intemo in esterno, e unct' centrale per il lavoro negativo o dei processi di trasformazione inversa, può servire a spiegare come un determinato stimolo, agendo più su l'una che su l'altra regione degli elementi gangliari dei centri" inibendi, sia in caso di prndurre in essi, a seconda delle vie percorse dagli impulsi, ora un fenomeno dinamico (disintegrativo ), ora di arresto (integrativo) Ma, si capisce, ogni funzione con provocazione di impulsi noi non la -sappiamo comprendere, con il Celesia, che· da un tessuto in f~se disintegrntiva e, come dice lui, tanto per il genio, come per il cretino; però aggiungiamo, a scanso di equivoci, non soltanto quando la detta funzione consiste in provocazione di impulsi dinamici, ma anche di impulsi inibitori. In conclusione i lobi frontali sono eminentemente inibitori, perchè per la loro funzione (semp1·e, si sa, disintegrandosi) mandano stimoli per le vie atte a determinare altrove a preferenza fatti di arresto

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