Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 11 - 15 giugno 1900

RIVISTA POPOLAR J DI POLIFl~ICA LETTERE E SCIENZESOCIALI Anno VI. - N. Il Abbonamento postale Roma15Giugno 1900· Nel prossimo, numero pubblicheremo un articolo di Paul Louis sul Valo,·e economico e sor,iale clell'Esposizione di Parigi, uno cli Cesa■•e Renzi en J partiti popolari all'estero, e quello già annunziato, e che ci ha urnndato da Berlino Giuseppe Pa.ratore, su La Politica della Ge1:manicie la '1.'ril)liceAllea,n.za, articolo della massima importanza. in questo momento politico, Per sovrabbondanza di materia rinviamo la Galleria dell'Estrellla Sinistra per _la quale ab• biamo già pronto un ritratto splendido di MatteoRenatolmbriani. Dopo il verdetto Dura ancora la eco dei metodi nuovissimi adoLtati dal generale Pelloux: nell'ultima battag]ja elettorale e che sono stati tali da fargli ;vincere ff record nella violenza e potra fare la storia documentata dei metodi elettorali cli questo ministero della follia, della bestialità e della vergogna; intanto, preme :rilevare nettamente e rapidamente, il significato vero e preciso delle ultime elezioni. Se e quanti siano i ministeriali eletti nèi !giorni 3 nella corruzione in questo paese d'Italia, che tante volte ha visto largamente adoperata l'una e l'altra, da quaranta anni in qua, con un crescendo ultra rossiniano. Se all' una e ali' altra· erano abituati gl'italiani, in che cosa, adunq ue, sta La Risposta del Paese. . e 1o;giugno, diranno tra breve le urne di Montecitorio, meglio che la aritmetica ufficiale degli uomini capaci a delinquere che rispecchiano · la novità? In questo: nel trattamento inflitto ad alcuni prefetti recalcitranti e nell'invio di messi straordinari presso altri prefetti, che si sospettarono tiepidi o disadatti nella esecuzione degli ordini ministeriali. Chi conosce la stoffa di cui soho fatti i Prefetti del Regno dovrà rimanere sorpreso s traordinariamente apprendendo che ve ne sono stati di quelli che non se · le idee e gli umori cli Palazzo Braschi. Una indicazione eloquente si potrebl e avere da due votazioni veramente caratteristiche: quella di Milano, che caocio dalla Carnera il Presidente fedifrago, l'autore principale del regolamentotruffa; e l'altra di Napoli, che per la prima volta mandò alla Camera un socialista, il Ciccotti. L'articolo, che la Rivista pubblica in questo stesso numero sul JVle.izogiorno, proclamato dagli organi do! governo, cittadella clella monarchia e della reazione, spiega l'importanza eccezionale che a tale successo dei partiti popolari annettiamo. Ciò che i giornalisti più impudenti, più esercitati nella menzogna · la sentirono di eseguire ciecamente le istruzioni ricevute dal quartier generale di Palazzo Braschi : e la rimozione dall'ufficio, in piena battaglia elettorale, toccata, ai comm. Ferrando e Bondi, e l'invio di un R e g i o Commissario straordinario in rinforzo Pelloux ha interpellato il Paese, e questo, C)lne si vede, gli risponde. , non sanno, non tentano nemmeno attenuare, è la vittoria strepitosa dell'bstrema sinistra sottolineata dalle votazioni al Prefetto di Siracusa, e il segretario particolare del ministro dell'interno mandato a apoli a ilirigere la lotta pel ballottaggio alla Vicaria, dicono che realmente ciò che si chiedeva da quei funzionari era talmente enorme e fuori dell'ordinario che essi colla certezza di danneggiare la propria carriera rifiutarono di obbedire. E dire che si tratta di Prefetti, che sono stati allenati nel male dai precedenti !l}inistri ! Quando verranno le discussioni innanzi alla Giunta e alla Camera delle singole elezioni contestate, si Biblioteca Gino Bianco (A;ino di Roma). gplendide, che, un po' dappertutto e specialmente in Toscana, a Roma, nell'Alta Italia, raccolsero i candidati popolari senza riuscire al trionfo. Gli ufficiosi se ne èonfortano gonfiando le proporzioni della rna~gioranza ottenuta dal governo ; ma per valutare al giusto l'uno e l'altro fatto si devono lasciare da parte le fickes de consolation che vanno a cercare col lanternino i suddetti ufficiosi, e si deve tener conto delle dichiarazioni esplicite e solenni fatte dal capo del governo alla vigilia delle elezioni.

202 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SClENZE SOCIALI Bisogna richiamare alla memoria lo scopo che si prefisse il generale Pelloux sciogliendo la Camera, e ~iuclicarlo vittorioso o disfatto a seconda che il medesimo venne raggiunto oppur no. Se i Comizi fossero stati convocati in seguito ad un conflitto tra la maggioranza della Camera e il ministero, si comprenderebbe facilmente che la vittoria sarebbe stata del governo, quando colle elezioni fosse riuscito a crearsi la maggioranza che gli mancava; ma il ministero la maggioranza ce l'aveva numerosa, fedele, disciplinata, umilmente servile e clispos_a ad ingoiare serpenti vivi, secondo l'immaginoso linguaggio di Matteo Renato Imbriani; ... dunque? Altro era l'obbiettivo da raggiungere: annientare I' Estrema sinistra, che si era data all' os truzionisrno contro i progetti liberticidi del governo; decimare l'opposizione costituzionale ch'era stata complice o simpatizzante colla prima. Questo scopo venne confessato; del resto, anche non confessato esplicitamente, qualunque buon minchione lo scopriva chiaro tenemlo conto della composio:ione della Camera della XX legislatura e degli avvenimenti che vi si svolsero. Ma che fosse confessata la .intenzione cli cacciare, comunqne - e ciò spiegerebbe i metodi elettorali cui si accennò poco prima - la maggior part'e dei rappresentanti dei partiti popolari, emerge chiaramente dalla relazjone che precedeva il decreto di scioglimento e dal discorso del Collegio Romano. Ebbene: le elezioni del 3 giuo-no e ·i ballottaggi del 10 hanno fatto aumentare <li un- terzo circa la Estrema sini tra: essa contava 67 deputati nell'ultima legislatura; ne avra 95 in quella, che s'inaugura oggi stesso. Il risultato non era nemme,10 sperato dai più ottimisti, ccl è stata, perciò, legittima l'esplosione di gioia che da un capo all'altro della penisola si è avuta nelle file della democrazia all'indomani della votazione. Il risultato è stato tanto più grande e più importante, in quanto che i deputati della Estrema hanno attinto nuove forze e nuova energia dal verdetto elettorale. · Il paese, che, a giudizio del ministero della follia e della beslialita, doveva condannare l'oslru~ionismo lo ha invece solennemente approvalo; e i rappresentanti della democrazia potranno con maggiore lena continuare nella difesa delle liberta statutarie pcrchè vi sono incoraggiali dal salutar·e e inatteso risveglio del paese che ha detto, basta! alla sbirraglia alta e bassa che si era creduta onnipoteq.te e impunita a Palazzo Braschi. Tenendo conto della• vera piattaforma elettorale, quindi, la disfatta del ministero, non poteva essere più colossale e più completa; e non potè nemmeno consolarsi colla diminuizione della opposizione costituzionale, che Ìulti alla vigilia delle elezioni prevedevano sicura, ma che· non si verificò. Qui ci fermiamo, e non ci permettiamo alcun commento sulla imprudenza bestiale commessa dal gen:rale Pelloux col_su? ~iscorso del Colle~io Romano. Nel quale, per m1ser1ss1ma arte elettorale - _art~ da volgare ciarlatano cd indegna assolutamente cli un uomo di Stato - volle confondere la propria sorte con quella delle istiluzi_m_1i,e disse agli italiani : ~hi vota per la Estrema Sinistra vota per la repubblica contro la monarchia. . Per la prima volta, nella. s_toria delle M?narchi~ costituzionali si è visto un mm1stro porre agh elettori il clilemma : ~ionarchia o repubblica; dilemma incautamente posto nell'aula di Montecitorio il giorno in cui al grido cli : Viva la Costitu~nte ! si dette un si_gnificato che non vollero assegnargli coloro, che lo emisero. Quale la legittima illazione di questa artifiziosa e imprudente piattaforma l?rescelta dal g~n~ra.l~Pelloux? Questa. sola: il paese 1n molte provmcie s1.sarebbe dichiarato per la repubblica contro la monarclua ! BibliotecaGino Bianco Ci riuscirebbe comodo ed anche gradito insistere su questa conseguenza voluta da un ministro incosciente che per salvare sè stesso ha scoperto la Corona e l'ha fatta anche battere ; ma noi, sinceri sempre, dobbiamo giudicare i risultati, non dalle capziose intenzioni del ministJro della follia e della bestialità, rµa da quelle rette e sincere, esplicitamente poste dall'Estrema nel suo messaggio al paese all'indomani dello scioglimento della Camera : essa si propose la difesa della liberta statutari a e del regime rappresentativo. Niente altro - almeno per ora. Dopo la vittoria strepitosa, l'Estrema ha fatto intendere, per bocca di parecchi suoi autorevoli rappre.:.. sentanti, quali sono i suoi propositi: essa vuole seguire una -politica di discussioni proficue· sui più vitali problemi economici; essa vuole ritornare alla calma dei forti ed al lavoro utile. Non ·esige che la realizzazione di questa sola condizione : la rimozione di un ministero che ha disonorato l'Italia sinchè visse, e che l'appesta ora ch'è virtualmente morto. E alla calma, al lavoro, al retto funzionamento del regime rappresentativo si arriverà cli sicuro, se la maggioranza sentira il dovere cli seppellire il cadavere in putrefazione. La Rivista. Difendiamoil Parlamento ! Nella nota apposta aJl'articolo del prof. Racca nel nu-- mero p.recerlente fu fatta la promessa di rispondergli nel modo più esauriente consentito dall'indole di questa Rivista ; ed oggi mantengo la . promessa nel mo~ento in cui i risultati delle eleziom generali hanno mfuso tanto coraggio nei combattenti in difesa della libertà. Benchè con vinto che non una delle ace use, talora abbastanza strane e volgari, rivolte contro il Parlamento fosse esatta e meritata, pure pubblicai l'articolo del bravo discepolo del Pareto, perchè in esso erano con-: densate e nettamente formulate. tutte quelle che ogm O'iorno. vengono lanciate contro it regime rapp1esenta-: tivo e n&i discorsi privati e nei libri, nelle riviste e nei giornali quotidiani - dalla Nuova Antologia al AfesEaggero. Non è lii µrima volta che la Rivista si occupa di queste accuse; replicatamente s'intrattenne del J-lito1·no allo Statuto vagheggiato da Sonnino, per combatterl_o; del problema poi tico importantissimo che ~i c?mpendia nella parola parlwnentarismo. cli proposito qui stess_o scrisse il Merlino: ed alcune rifurme proposte per el!m111l].rne gl'inconvenienti, Yeri o immaginari, al medesimo attribuiti, discusse con ampiezza e con la sua abituale competenza il professore G. Mosca (1). . . . 11 risveglio attui,.le non deve ~rr_estars1 nella. d fesa del regime rappresentativo, poiche 1 suoi nemici son? ancora numerosi e non pochi sono potenti, e tanto p!U pericolosi in q.uanto che spesso agiscono ins_idiosamente: L'.lisogna insistere in tale difesa poichè tutti g1'1nteres~i offe~i o minacciati, tutte le paure che susc,t_a la 1;1arma del pregresso, tutti g.li atavismi clenunziatt clall amico Fortunato e ridestati dfl. certe apparenze, sono coaltzzatt ai danni d~l Pa• lamento, e costituiscono un pericolo grave per le pubbliche libertà e per la evoluzione sociale pacificamente progressi ;a. (2) : -L'io·noranza assoluta dei più, e quella relativa di molti, che si residua nella deficienza di coltura politica ~1sc?ntratasi anche in individui che possono emergere 111sm- (I) F, S. MERLINO: Petrlamentari~nio. (Rivfst~ pop~· lare. Anno T'I, n 12); G. MoscA: Di clue vossib,li 1noclifiwdoni nel sistema parlamentare. (Rivista popolare, Anno IV, n. ·4 e 5). . (2) Splendida, come sempre, per la forma, vigorosa per la sostanza è stata la difesa c_he del farla~ento ha fatto Giustino Fortunato, nel discorso ai suoi elettori di Melfi.

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LFTTERl!-' 1~·SCTENZH SOCTAU goli riimi della scienza; questa ignoranza sus idiata dalla malafe:le di alcuni riesce a dar corpo alle ombre, a dare una consistenza alle apparenz ', riversando sul Parlamento mali e responsabilità che ad esso non spettano, che sono nel paese e che rimarrebbero immutati anche se il Parlamento venisse soppresso, e cli sicuro sarebbero aggravati dalla mancanza di quel tanto di bene che innegabilmente dal medesimo scaturisce. Sul Parlamento. ultima ruota del vasto e complesso meccanismo politico-socia! ·, si scaraventano le accuse, le responsabilità e 1 · c lunnie, perchè nella sua impersonalità non consente la quotid'ana ed immediata difesa ed il calore che deriva dall'interesse personale. Esso poi nell ingranaggio politico-sociale rappresenta la parte p_iù visibile; sta nlla ribalta, mentre i suggeritori efficacissimi rimangono nascosti. E quanti e quali mali non dovrebbero essere assegnati ai ministri e l,,ro sostenitori che riesconc a scaraventarli sulle larghe spalle del Parlamento, specialmente là dove il regime rappresentativo è falsato nella sua 1-ssenza e bruttamente perturbato, nelle sue funzioni! Si dimentica, infine, che tutti i mali addossati al Parlamento sono nel paese, e là semplicemènte assumono Al MuseoArcheologico. Avanzo di tre ex-deputati di Milano offerti dagli elettori al Museo Archeologico per ammaestramento dei posteri. ' contoi·ni precisi e luminosi, che attirano su di loro l'attenzione, spostando l'attacco dalla causa all'effetto. I.a forma parlamentare, inoltre, come acutamente osservò il Cantalupi in un suo suggestivo articolo, 1~011 è che forma della sostanza cui si mira, e ch'è destinata ad attuare la volont:ì e le aspirazioni dei paesi. Non si tratta cli crisi del parlamentarismo, ma di dissidio fo::i.damentale fra il princip o dominante le Società democratiche m - clerne, che indusse i popoli a non voler essere governati che secondo i loro intere si più diffusi, e la resistenza degli avanzi delle antiche cla<;si, che pretenderebbero governarli sòJt.anto in vista degli interessi propri (11• Difendiamo, ad unque, il Parlamento; difendiamolo da!Je accuse ingiuste, e difendiamo lo strumento, il inezzo più opportuno pfl1•la evolu ione sociale pacifica; e nella difesa ci sia cliconforto il fatto che in quest'opera santa, onesta ecl utile, ci troviamo nella buona compagnia cli politici e cli scrittori cli ogni partito 12) Nella difesa de, Parlamento oggi non è il caso, nè il luogo cli una trattazione completa e sistematic,; basterà seguire passo a passo il Ra ·r·a nello esame dei fatti che egli espose qui stesso. La loro correzione o l'esatto apprezzamento serviranno a ristabilire la verità con qualche efficacia. (1) CANTALUPI: L'uno, i pochi e i molii. (Flegrea, 5 dicembre 1899). (2) Tra i più strenui difenso1·idel Pal'lamento mi piaceri- . codare Giustino Fortunato, Gaetano Mosca, Andrea Cantalupi, F. S. Merlino, Fabio Luzzatto, ecc. BibliotecaGino Bianco Uno degli argomenti più comunemente accampati contro il grande accusato, ch'è spesso un grande calunniato, si desume dal preteso contrasto tra il Parlamento e il paese. In via preliminare va osservato che se c'è antinomia reale tra !'uncr e l'altro, oiò può acca'lere temporaneamente per una quistione, che non era alle visti nel momento delle elezioni, e non fece parte della pia,taforma elettorale. Se il dissenso è duraturo, vuol dire chEi altre forze intervengono ed impediscono la sincera manifestazione della volontà popo]are; su quelle forze, quindi, che riescono all'adulterazione del regime rappresentativo,deve ricadere la responsabilità del male. Comunque, dove la compagine popolare è sana e forte, gli agenti cli perturbazion" presto o tardi vengono messi a posto e n !Utralizzati. Estremasinistravecchiae nuova. ;f / -.'.: ;.;,' il/ ~J . :, . i, il l ·'·· Se quattro noci fecero tanlo rumore nel sacco, quanto ne faranno ora che sono cento? ( Uomo di pietra) di Milano). Il contrasto, l'antinomia tra rappresentanti e rappresentati trovf'rebbe, a giudizio del Rac·:a la prova inefragabile nel fatto, che il popolo elvetico replicatamente ha respinto le leggi votate dal Parlamento e sottoposte al refcrenclurn, Il fatto è vero; ma dev'essere integrato e rettamente interpretato. Col refere>irlwn vengono spesso respinte 'delle. leggi votate dai deputati; e ciò avviene per diversi motivi. Il deputato, anche quando è eletto su cli un programma chiaro e preciso, è il risultato di molti fattori: qualità, simpatie e rapporti personali - interessi locali da fare prevalere e rappresent.are - insieme complesso d'idee e cli promesse indeterminate, che riescono ad una media cli condizioni, che lo fa no prescegliere; rnedi,.1, ch'è una vera astrazione, e che :riesce a tutti gl inconvenienti delle rnedie e delle astrazioni. Col referencl-um, invece. il popolo giudica su casi concreti, distaccati dalle condizioni che 1'ete1·minarono la scelta del deputato, e elle' spesso non erano previsti nel m: mento della elezione. Il deputato. inoltre, quasi sempre rappresenta l'élite di un dato ambiente sociale; precorre, è un utopista e si deve necessar:amente trovare in conflitto colla massa ch'è dappertutto un po' misoneista. E' queslo il caso per lo appunto che si ve1·ifica cli frequente in Isvizzera; dove avviene pure che una legge respinta una prima volta, colla continua ed opportuna propaganda, sottoposta cli nuovo al refe1·endurn, viene accettata. Nei risultati del referendurn perciò, più che un criterio per combattere il regime rapp1·e eutativo, affinchè il sovrano vero. il popolo, non venga esautorato ed espropriato, si deve scorgere un correttivo efficace dello stesso regime, che consente, nei limii i del

lVVISTA PQPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI possibile, nella società contemporanea, l'esercizio della democrazia pura e del governo diretto. Scondendo ai casi concreti e recenti, il Racca osa afferfermare che il popolo spagnuolo non voleva Ja guerra cogli Stati Uniti e dovette stibirne le tristi conseguenze per colpa· del Parlamento. Forse il popolo non voleva la guerra; ma non voleva neppure abbandonare Cuba, che la guerra rendeya inevitabile. L'onestà politica impone di ricordare, poi. che tutti i partiti - ad esclusione Jell"in- :fima minoranza socialista e di qua!che repubblicano - volevano mantenere la ricca colonia di sfruttamento, e che il disastro della guerra colpì meritatamente la penisola iberica, che lo aveva preparato con lun~hi anni di malgovexno, e provocato colla impotenza dimostrata nella guerra civile, che devastò la perla delle Antille ( 11• Ciò che avvenne in Italia serve di controprova. La politica coloniale del nostro paese, venne iniziata senza il parere del Parlamento, ed a co e fatte l'entusiamo per: la ricerca delle chiavi del Mediterraneo fu più nel paese che a Montecitorio. Quando il paese - anzi appena una minoranza di esso - dopo Abba Carima risolutameate disse: Bastai avvenne una remora nella esplicazione delJa infausta politica di avventure, che ebbe ed ha i suoi più validi e irresponsabili propugnatori ne!le correnti extra-parlamentari. La folle impresa chinese, del pari, venne cominciata all'insaputa del Parlamento, e se di peggio non ci toccò nella baia di San ~inn lo si deve al Parlamento che còstrinse il generale Pelloux, a buttare in mare, come capro espiatore, l'umoristico ammiraglio Canevaro. . Con grande leggerezza lo ~tesso Racca accetta per buona la magra scusa accampata da lord Salisbui-y a giustificazione propria. Questo riversò sul Par-lamento la responsabilità della impreparazione fenomenale dé-1 governo inglese nella guerra sud-africana. In Inghilterra il primo ministro non trovò credito neppure tra gli amici politici suoi ; avrebbe potuto e dovuto trovarlo, qualora avesse dimostrato che il ministero aveva chiesto alla Carnera gli opportuni provvedimenti per la guerra, e che essa li aveva respinti. E- come avrebbe f'Otuti chiederli, se la intenzione della guerra non fu mai manifestata e non era i10anche confessabile da un cinico clella forza di e ·hamberlain all'indomani del raid Jameson ·t E meno male che in questo caso non si afferma che la guerra sia stata voluta dal Parlamento e non dal popolo! Nella voluttà cli denigtare il parlarnentar;smo, trova modo di lodare il ministero \Valdeck-,,ousseau per colpire l'assemblea legislativa. Ma l'uno non è l'. spressione dell'altra t e chi lo sorreggerebbe se gli mancasse l'appoggio deJla seconda? l.n .Francia, benchè Ja repubblica non sia sana, non ci sono poteri misteriosi che colla loro azione possano artificiosamente creare e mantenere i ministeri e modificare le correnti parlamentari. E sempre per vimperare il Parlamento, interpetra capricciosamente le ultime elezioni municipali di Parigi, delle quali con tanto coraggio e con tanta rettitudine si occupa qui stesso il Sorel. -1\Ia che c'entra il Parlamento cogli elettori parigini l Ma se il movimento nazionalista, di cui le elezioni parigine sono l'espressione, è precisamente diretto, contro il Parlamento! Se mai, la presente situa,.ione proverebbe che la follìa nazionalista è nel paese. Ma non è nel Parlamento ; se in Parlamento prevalesse si dovrebbe concluderne che disgraziatamente per la Francia e per l'umanità .c è armonia e 11911 antagonismo, tra rappresentanti e rappresentati. Il Boulangismo prima, ed ora il nazionalismo, espressione diretta e sincera del militarismo e della reazione, che dettero _il turpe affairc Dreyfus con protagonisti quali Henry, Boiscleff, e, 1 sterazy, Mercie1· - rappresentanti il falso, il tradimento, la calunnia - fu rono e sono ancora nel paese. ::Sehann'l trovato un freno, prima sotto la guida di Floquet ed ora di Walcleck-Rousseau, lo si deve al Parlamento. Questa è la verità. .Nèpiù fondate sono gli ar,1;omenti, che traggonsi contro il regime rappresentativo dalla situazione presente del Belgio. I, i c'è un conflitto tra i reazi·on:i.ri che sono da tanti anni al potere e buona parte della nazione, che anela ad un governo onesto e liberale .. Tutti gli sforai della parte sana e democratica, mirano ad ottenere la sincerità eletrale e la giusta 1·appresentanza dei partiti, proprio per (I) Un libro recentissimo di Lurs MOROl'E - un combattent" di Cuba contro gli americani - di cui si occuperà la Rivista, dimostra ehe la disfatta fu voluta, e meritata (La moral de la derota .. Madrid 1900). BibliotecaGino Bianco riuscire ad un vero regime rappresentativo, anzicltè per eliminarlo. Alla desiderata soluzione - già bene avviata colle ultime elezioni - è sperabile che si pervenga pacificamente per mezzo cl ·l Parlamento. Senza il Parlamento saremmo a!la rivoluzione; e dove questa 1.:otrebbe condurre, e quali disastri potrebbe cagionne lo insegnarono anche ai ciechi gli episodi dell'année sai11glante (1886). Siamo nel B~lgio, dove testè si è fatto un primo esperimento dell'applicazione del)a 1·appresenta11:.aproporzio nale con risultati relativamente ottimi, sebbene la riforma ultima del regime elettorale non sia completa e genuina, e restiamoci per rilevare che il Racca per tagliarsi i ponti e venire alla sua conclusione ultrapessimista, nega ogni valore alla riforma proposta da tanti contro gl'inconvenienti del parlamentarismo. <I Colla rappresentanza proporzionale, egli dice, invece di un partito che si pasce al banchetto del governo, ce ne sono molti, dunque più appetiti da saziare! » Quì siamo nel campo del falso e della volgarità. L9 rappreseutanza, proporz:onale vera secondo i principi di Rare applicati da Andrae, sinora non si è sperimentata in politica che in Danimarca; e tutti se ne lodano. Non condusse al frazionamento dei part.ti; ma alla lor> disciplina, ed-alla ]ore>azione regolata espansiva ecl alla organizzazione di una opposiz:one tenace, ma non tumultuaria. Il voto limitato· applicato in Halia nelle elezioni del 1882, 1880 e 180 ', fu cosa diversa dalla vera rappresentanza proporzionale, la quale ha fatto un passo innanzi colla riforma ultima nel Belgio. lvi sebbene le viziose circoscrizioni e il voto plurimo che l'accompagnano, tendano a mantenere artificiosamente il potere nelle mani dei clericali, si vedrà tra non molto come funzionerà. Intanto è bene rilevare che conservatori intelligenti come il Goblet d'Alviel]a (Revue d,s Deux Moncles, 1° gennaio I !;OO) se ne ripromettono molti vantaggi; e i s~cialisti l'hanno accettata come un acconto verso il sincero ed integrale rtlgime rappresen' ativo. Il Hacca va oltre nella demolizio:;e della esplicazione di un regime democratico, e dopo avere condannata la rappre entanza proporzionale se la prende col suffragio allargato. « Il regime parla111entare, egli continua, andava molto meglio quando il suffragio era molto più ristretto. Ha una sto1·ia gloriosa in Inghilterra fìnchè restò in mano di una aristocrazia; funzion,i meno male che altrove in Germania perchè il suo potere è limitato, controbilanciato da quel gran politico eh "è l'imperatore! » La grande audacia di questa asserzione viene :fiaccata pre.::is ,mente dalla Storia. Non c'è dubbio che il Parlamento a suffragio ristretto, in Inghilterra ha de!], pagine gloriose. Ma alcuni parlamenti, sotto gli Stuard, ed anche sotto Cromwell furono spregevoli; i borghi putridi sono la stigmata dell'antico regime elettorale; a questo appartiene il lungo e vergognoso periodo di ìValpol ·, quand,, il parlamento cadde in un discredito incredibile; l'ultratorismo, colla sua politica estera, interna, ecclesiastica ed economica a benefizio dell'aristocrazia, e contro le masse popolari e coi suoi tumulti sanguinosi, e più tardi il decennale agitatissimo periodo del cartismo, furono ia conse !uenza malefica e diretta dal suffragio ristretto. Che dire · poi della lode tributata all"imperatore di Germania f li contrario è il vei·o. Se lJ Germania non è divenuta una va,ta caserma. se nelle Università non si commenta ormai la lex Heinze: in sostituizione delle I·andette, ciò si deve soltanto all'azione limitatrice del Parlamento. L'inversione delle parti è assolutamente incomprensibile I Al Parlamento addebita il Racca anche il ritorno al protezi.onismo. Non entro nel merito del dibattito, che mi condurrebbe a conclusioni non gradite al medesimo. Egli, però, non potrebbe dimenticare, e non lo dimentica, che il trionfo del liberismo avvenne r,er mezzo del Parlamen o, quando fu maturo nel paese colla instancabile propaganda di Coblen e di Bright; e che ora nella stessa Inghilterra c'è una forte corrente protezionista, cui oppone resistenza il Parlamento. Il protezionismo più esagerato, inolt· e, impera in Russia e non potrà farne car co al Parlamento .. che non c'è. Si dirà lo stesso dell'altra accusa che al Parlamento si muove come autore della tanto discussa progressione dei bilanci. « Il Parla1b•mto è venuto meno alla funzione per cui era sorto : la limitazione delle imposte e delle spese del g.}Verno >>Così il Racca, parafrasando l'accus~ che il Lecky rivolse alla democrazia Del fenomeno m1 sono occupato in altro scritto (ll problema finanziario italiano) per dimostrare ch'esso è il prodotto della evo■ luzione sociale, che ha creato nuovi bisogni collettivi ed

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl 20<; assegnato al governo nuove funzioni ; tanto che la_ progressione del bilancio è fenomeno comune alla libera repubblica Elvetica ed al dispotico i "pero russo. In ciò che può avere di morboso, la re,ponsabilità va al paese cioè agli elettori. I deputati quasi sempre 1,romuo;ono nuove spese rispecchiando i desideri e i bisogni veri o artificiosi del collegio ; e lo perilono se non hanno saputo o -voluto contentarlo. Il male, perciò.non è cagionato dal Parlamento; ma è nel paes ', e quello uon serve che a metterlo in evidenza. Però il paese vuole le spese, m·1 non vuole le imposte; ed urla e strepita quando si trova dinanzi alle consegueni~, cli cni esso ha posto le premesse! Che /JOlpa ha in ciò il Parlament,) i Forse ne ha una sola: non spende abbastanza per istruire e illu · minare il popolo affinchè avverta il ravporto giusto tra cause ecl effetti. . In ultimo si appunt,ano le critiche sul fenomeno clelI'ostru ..ionismo, per fare le. più nere previsioni sulle sorti del regi1ne rappresentativo. com'è oramai cli moda tr . .o c:onservatori ed uomini d'o1·cline. Il }:{acca è benevolo piuttosto verso quello italiano, perchè imposto dalla neceszioni, la lott.a secolare della Boemia e della Moravia czeche contro l'egemonia, spes o tiraunica,dei tedesdli ecc. Tutti questi contrasti dalla piaz7,a si sono trasportati nell'aula del Par·lamento per darci le scene dell'ostriu·ionismo, ln cui violenza e stata sern pre minore, infinitamente minore, cli quella che sarebbe stata se si fossero svolte altrove. Senza il Parlamento. - coll'acuita cosc·ien,1a dei diritti uguali chs hanno le varie nazionalità e che rende sempre più intollerabile qualunque egemonia esercitata cla un'altra a differente grado di coltura, - senza il Parlamento, ripee0, il conflitto sarebbe degenerato, come in altri tempi, in feroce gue:rra civile; nel Parlamento tutto finirà colle innocue escandescenze dell'ostrudonismo, e si arriverà ad un equo componimento sulla base della libertà e della uguagliama federale, la sola che potd, dare pace vera all'impero come l'ha data alla Svizzera, all'Urqheria sulla base del privilegiato dualismo, buono come segnalatore della soluzione possibile e desiderabile. Non voglio lasciare del resto qilesta quistione clell'ostr1t;,ionismo, diJcui i maligni e gli ignoranti si servono come di arma bene afsità di difendere i brandelli della libertà ancora esistenti; ma teme che in appresso se ne servano - lo previde Giuseppe Colombo nel discorso del 28 giugno, che i lettori della Rivist:.i conoscono - i conservatori e i I eazionari in difesa di una causa cattiva. Durante le elezioni. fìl ata per ferire a rn orte il Parlamento, senza ricordare due prececlent,i. che si devono aggiungere agli altri ricordati nei numeri precedenti della Rivista, e che furono esposti da Giuseppe Zanardelli nel• l'ultimo magistrale discorso d'Iseo,e chedovrebbei<ovalere a calmare gli scrupoli sciocchi o ipocriti dei farisei clel costituzionalismo. Nello stesso corpo legislativo del secon''o impero napoleonico, egli ricordò, così esiguo di numero e di competenze, la discussione della sola legge sulla stampa durò dal 21 ;2ennaio al 9 marzo 1868 I pub-· blicisti inglesi, poi, fanno risalire l'ostruzionismo ad un uomo molto, ma molto ortodosso, aRoberto Peel, il quale nel 1831 sulla legge 'di riforma elettorale pronunc'ò 79 di; scorsi, ed uno dei suoi amici, il Crooker, ne pronunciò ses • santasette. Non è evidente che la oosa è antica e non suscitò scandali, quando venne adoperata dai conservatori, e che Nella smania· di accumulare i torti del Parlamento, il nostro critico si vale dell'o struzionismo aust, iaco ; ed è qui, che appare maggiore la sua dimentican ·a della Storia, c!ie lo conducEl ad apprezzamenti erronei dei fenomeni contemporanei. Ciò che avviene a Vienna da due anni in quà potrebbe somministrare materia per accusare 'il Pilrlamento se questo fosse ~tato la c msa dei fenomeni lamentati. Ma è stato forse il Parlamento a creare il grave conflitto per le lin·rne e tra le varie razze e nazionalità che costituiscono l'impero AustroUngarico ? Il Parlamento non ha che rispecchiato, at- - E tu sei ministeriale o d'opposizione'/ - Mah! Ecco.. Attendo che il mi'o Comitato abbia deliberato in proposito. tenuandolo, il conflitto storico ch'è nel paese. Basta leggere il succo ;o opuscolo clel prof. Savelli, o il libro magistrale dell' Auerbach (1) per uon citare , he due scrittori di nazionalità latina, che trattarono l'intricato problema della nazionalità dell'impero alleato per convincersene. <, L'Austria, dice l'Auerbach, è come un corpo, di cui ogni membro, ogni organo è ammalato perchè non ce n'è alcuno, che abbia la stess,t funi.Ìone, uì lo stesso movimento che il membro o l'organo ,·icino » (pag. 147). Ora questo stato morboso si traduce· necessariamente in co,nvulsioni multiformi, in jacquel·ies, rappresa&'lie, insurrezioni e repressioni sanguinose di 'uno o piu element.i etnici contro gli ;_;Itri. Per· giudicare onestamente l'ostruzionismo austriaco, si devono ricordare i moti della Gallizia nel 1 '46, l'entusiasmo dei croati di Jellacich nel I848, la rivQluzione dell'Ungheria nel 1848. l'intervento russo nel 1-4!:J, l'oppressione deg'i ungheresi contro i rume11i della Transilvania e le relative insurre- ( 1) AGOSTINO SA VELLI - I con/1,itti na.cionali nellrt mo- 'l'Virchia Austro- UngfJ.rica. - Homa, presso la Rivista Popolai·e. Cent 60; AuEROA• H - Les races et !es w1.tionalités en A utriche-II,m_qrie. - Paris, 189-'l; F. Alcan edite11r (si legga specialmente ,I capitolo 1° e il 5° da p. 143 in poi). In Ger• mania su q:.1estoconfl,tto c'è 1o1na copiosissima letteratura; la questione è stata an•:he trattata dall'illustre socioloo-o L Gu,nplowic,;. Mentre correggo le bozte, leggo una imp~rtante COl'- rispouJeni.i d_a Vienna alla Stamp7. rii Torino (! 1 gingn1) nella qu~le v1 sono apprJi1.am~nti idclnti~i ai miei. BibliotecaGino Bianco (Falstaf! di Genova). ne valgono i democratici? s·>lo il nome è nuovo e fa ribellare i reazionari ora che se Intanto riesce di conforto avvedire che uomini e riviste autorevoli non cercano nemmeno attenuanti ali' ostnizionisnio, ma ne giustificano il principio stesso e scorgono in esJo un temperamento contro la tirannia cieca del.le magg-ioranze. Ciò fece Cesare Lombroso in un notevole articolo pubblicato nel Secolo; ciò si può leggere nel penultimo numero dell'Economista. L'importante rivista fiorentina nell'assegnare una maggi·ore responsabilità a Colombo ed alla- maggioranza per gli ultimi incidenti della Camera, nota esp'icitamente cli'è falsa la dottrina della onnipotenza della maggioranza e che l'ostruzionismo servirà a temperarla ed a costringerla ad accomo lamenti equi (N.0 del 3 giugno). E bene a ragione lo stesso Zanardelli ricordò. a proposito del regolamento --capestro, che fino d 'gli inizi del regime parlamentare in Francia, lV[irabeau, nel settembre del 1i89, sosteneva che nell ·1 stessa Costituzione si dovessero sancire prescrizioni. le quali impedissero ad una assemblea di schiacciare la minoran~a sotto un regolamento opp1·essore. Questa difesa delle minoranze da tempo - cla Alessio de Tocqueville a Spencer, per non citare che due sommi, - costit;uisce la costante preoccupazione dei più. grandi scrittori. Vero è che essi per lo più hanno guardato all'avvenire in cui vedevano la tirannia delle maggioranze democratiche; ma i loro ragionamenti con maggior diritto si applicano alle maggioranze conservatrici, che sono 'spesso fi~ti?iie: sono maggioranza nelle assemblee, ma

206 RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALE non rappresentano che il pensiero e l'interesse dei pochi. . Ricapitolando, su questo argom 'nto si dovrà ricordare che la lotta tra il bene e il male, tra Ormuzd e Ari mene, è eterna, e che anche il bene 11011 è assoluto ed ha i suoi lati oscuri. . L'ostr:i;-;ionismo è l'espressione più legale, più civile, più umana della resistenza <li una mino1·anza contr,) la prepotenza cli una maggiornnza; perciò è un correttivo dell'assolutismo di un regime in cui Sua .l\faest:\, più uno comanderebbe incontrastato. L'ostruzionismo cacciato dal Parlamento scenderebbe nella piazza; ed allora si avrebbe q00 esto bel guadagno: ai discorsi. agli appelli nominali, ai voti si s'ostiluirebbero le fucilate, le stragi, ;d'incendi, Questo insegna la storia; questo si deve evitare che si ripeta. * * * E conchiudo per ora: dal Parlamento non possiamo pretendere ciò che DO\l è nel paese. Lasciamo i parodossi pseudo scientifici cli Sigh"le, di Le Bon e guardiamo alla realtà: esso rappresenta la grande valvola cli sicurezza nella macchina politico-sociale, e se non vale a darci la pace e la concordia as oluta, se non può darci tutto il bene desiderabile, è certo, però, che maggiori mali ci risparmia, e ci risparmia s:iprat::itto le convulsioni rivoluzio11arie e reazionarie. Il Parlamento è e rimane la gr.,nde fucina delle ri''orme, il grande laboratorio delle idee; e e rimane lo strfimento il mezzo per conseguìre la maggior somma possibile di progresso pacifico In nome, adunque, del benessere sociali', e della umanizzazione della lotta e del ontrasto tra'·i principi e gli interessi: difencl iamo il Parlamento; difendiamolo contro gli attacchi palesi e contro le insidie occulte. Difendendolo avremo fatto il nostrn dovere cli uomini e di cittadini. DOT'll, NArOLIWNE COLAJANNI Deputato al Parlamento. Al Mezzogiorno Milano con una vittoria grandiosa, epica ha affer rnato solennemente e· fortemente cementato i due principii, pei quali combatte l'umanita moderna: liberta politica e giustizia sociale ; li ha anzi viccnrlcvolmcnte integrati, dando la ,ianzione di popolo cosciente alla affermazione del nostro forte filosofo repubblicano ed a quello che il profeta cli Staglieno aveva intraveduto: ·che, cioè, a raggiuno-cre l'ideale della giustizia sociale è necessaria la evofuzione morfologicci dell'ideale della liberta politica; Palermo rispose, sottraendosi maestosamente all'impero della maffia; Napoli diede un primo e già vigoroso colpo alle radici putride della camorra; da Firenze il giovane poeta, attratto alla vita, intonò l'inno magnifico alla idea nuova, riannor1andola alle tradizioni splendine della patria; da Torino, da Roma, da Venezia, da Ravenna, da Porli, cla Parma sono accorse, frementi ed avide di lotta, nuove schiere di militi dell'ideale ! Che importa se nel Mezzogiorno in un collegio abbia trionfato un imbelle dcgcQcrato, la cui figura potrebbe dare una pagina ad un atlante cli antropologia criminale; che importa ::;e in· un altro la fierezza,· l'intelligenza di Teodorico Bonacci siano . tate sopraffatte dalla incoscienza, dalla nullita di tal Grossi ; se a Reggio di Calabria 11na candidatura illegale, illegalmente imposta, illegalmente sostenuta sia riuscita a mistificare la coscienza del popolo; che importa, infine, se Paola ha volontariamente rinunziato all'onore cli aver per suo rappresentante Roberto Mirabelli, se ha voluto cedere tale onore a qualche citta dell'Emilia o della Lombardia, della quale il valoroso sarà fiero di avere i liberi e coscienti suffragi? Dinanzi ad una vittoria dei; partiti elci popoto cosi completa, così magnifica, il primo Bibh bl.,a Gin sentimento deve essere quello di un intenso senso cli gioia, di una dolce e fondata speranza, cliun avvenire non lontano di tempi migliori. Ma, dato libero sfogo a tali sentimenti naturali, é necessario, e doveroso richiamare l'attenzione dei nuovi apostoli, dei nuovi agitatori di coscienze, dei nuovi tri6nfatori, sul Mezzogiorno, che, ancora una volta, è stata la fucina, donde l'astuto lucano ha tratto la massa amorfa ed eterogenea che fra qualche giorno obbedira ai cenni di un qualunque spavaldo - e pur trepido - sottoministro. È doloroso per noi meridionali, il doverlo costatare; ma da 1 apoli a Reggio, nella lotta presente, non un sentimanto alto ha sco·sso le masse, non una serena battag]ja di principii ha agi Lato le coscienze; il nostro paese si è infingarderncnte conceduto ai rappresentanti della reazione, ai rappresentanti della microcefalia e del rachitismo politico, ai rappresentanti del nichilismo economico! Perché tanta vigliaccheria collettiva, perché tanta vergognosa clcclizionc, che rende. violenti ed arditi, coloro che, altrove, del~- bono, vergognosi, proclamare la loro impotenza? E un male costituzionale, è un vizio atavico; o è un effetto patologico del funzionamento del cuore della nuova costituzione, che non ha la forza di spingere l'onda sanguigna a:lla estremità inferiore? E tu li.o insieme, purtroppo ! secoli di servaggio hanno accumulato nelle nostre masse istinti servili; una lunga tradi>:ionc di io-noranza ottenebra ancora gli intelletti delle nostre classi dirigenti ; e di questo ha profittato un governo, sempre corrotto e sempre cor-· ruttore, che ai mali degli altri governi ha aggiunto quello proveniente cla un sistema completo, organico di sfruttamento economico: una vera pompa, però soltanto aspirante. Perché il vizio di cuore ha paralizzato l'azione presente: il nostro organo aspira per disperdere, o per distribuire inegualmente;· non assimila le forze che gli vengono, ma le sperpera in tutti i modi : le sperpera in un ordinamento amministrativo mostruoso, in imprese pazze, male ideate e peggio condotte, in lavori inutili, atti solo a formare capitali ingenti di cottimisti, nel mantenere in vita una istituzione, che, lungi dal produrre quel piccolo effetto benefico, che forse pur potrebbe, esercita invece un' azione nefasta nella vita costituzionale del paese. Ma, parlaYamo del Tviezzogiorno: ad esso, dunque, :ii rivolgano gli apostoli, i propagandisti; ad esso volgiamoci noi, suoi fi~li, con un' azione quotidiana, costante; svegllarnolo ctal torpore malsano; con un fuoco assiduo distruggiamo, a volta i germi putridi che l'ammorbano, e a volta favoriamo lo sviluppo delle nuove sementi ; stringiamoci tutti in un fascio di forze giovani ; investiamolo rla tutti i lati : formiamo la sua coscienza. morale, diamogli un sentimento po]jtico, esponiamogli i sistemi economici, che meglio potrebbero sanare le sue miserie, ripetiamogli tutte le calde, esortazioni che !'on. Colajanni rivolse or sono due anni nell'appello agli italia,ni del Niczzo- · giorn0 (1). Se é vero che é servile, é pure vero che non ama il suo padrone, come non può amarlo il servo, che 6 sistematicamente affamato, il servo che é c stretto a versare nelle mani dell'ingonlo tutto il peculio dolorosamente accumulato. E tutte le classi più numerose del Mezzogiorno ci :seguiranno. perché tutte hanno immenso, urgente bisogno della nostra cura; tutte noi cercheremo di elevare a vita civile; verranno a noi i lavoratori, ai quali cercheremo di dare non solo il pane quotidiano, non sufficiente a vivere, ma soltanto a non morire, ma anche un J1lltrimcnto intellettuale e morale; verranno a noi i possidenti, che, contemplando la tasca vuota, i rigogliosi campi popolati (I) i\'.ello scrit•o: Settentrionali e meridionali. (.Roma, Prcs!io la Rivista popolare, 1898).

RlVISTA POPOLARE DI POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 207 di aranci e di uliveti, i soleggiati colli coronati di verdi pampini ed i fecondi piani, mel~nconicamente possono esclamare: « Sic vos non vobis nidi:ficates, aves ! « Sic vos non vobis m"lli:ficates, apes ! « Sic vos non vobis vellera fertes, orei ! » Verranno tutti costoro, ai quali solo l'orcranizzazione economica nostra potra assicurare, c~lla intensificazione delle culture, una abbondante produzione ed una ripartizione conforme alla lecro-e suprema di giustizia sociale, ed alla legge sa°nta del lavoro! E tratterremo, forse, le turbe cenciose deo-li emigranti, i quali, anche lontani, adesso, malediiono la patria, perchè il loro -governo lungi dal favorire le correnti sane dell'emigrazione, luno-i dall'indirizzarle, secondo .g;li interessi individuali deo·li emigranti, e collettivi della madre patria, si abb:i1dona a megolomaniache, inutili e sanguinose, conquiste di arene sterili, o va a portare in giro fino in Cina la s~a imbecillita soldatesca! Uniamoci, dunque, dedichiamoci con tutte le forze del nostro ino-e: gno, con tutto l'entusiasmo della nostra fede a q~esta opera di redenzione .della patria nostra; accendiamo finalmente questo fuoco sacro, e prepariamo l'avvento del Mezzogiorno alla vita civile: e che non si dica che gli ideali più alti e più conformi ai suoi interessi, vi sono inaccessibili ! Napoli, 5 giugno 1900. FRANCERCO ARCÀ. L ,. ING HlLTERRALTRA NSVA AL Onoreoole Colajanni, Ella mi domanda di dire qualche cosa in pr_:oposito della guerra nel Transvaal. Che posso dire più di La logica di John Bull : Nella sua generosità, egli oro-anizza in Inghilterra dei congressi pér la prntezione degli a;i. mah, anche feroc ; e alle Indie, lascia morire di fame dei milioni dei suoi simili. ( Humoristische Blcitter di Vienna). quello che io ne ho gia detto ? Per m~ è la guerra la più ipocrita e la più criminosa che abl ia disonorato il regno Vittoriano, il quale nè ha vedute pur tante l Io non ho esitato ad esprimere questa mia opinione agli Inglesi, per quel che si può dove la stampa, quasi tutta, è la proprieta di ricconi che hanno fatta la guerra e spinto il popolo a sostenerla. Certo, è una disgrazia per il mondo, ma lo sara anche per l'Inghilterra stessa: e per via delle enormi spese, e per la perìita di vite umane che ha cagionata, ed anche per l'avvenire torbo e pericoloso che dovra, positivamente, verificarsi. Lord Salisbury ha accennato a qualche pericolo nell'ultimo suo discorso - che era tutta un ironia-, llla egli non ha parlato del grave danno che verrà dal Sud d'Affrica, rlop0 che l'Inghilterra avra annesso le due Repubbliche e avra stal)ilita là con la forza la sua autorita. Lord Salisbury vede bene l'odio dell'Europa; ma o non vede, o non vuol vedere, il più BibliotecaGino Bianco terribile odio che la conquista del Transvaal e delI'(?~ange, e~citera negli Olandesi, che sono circa un milione nella _sola Colonia del Capo: odio, che unito a_ quell? _degh Inslesi nati al Capo e nelle provincie c1rconv1cme, renderà difficile la d0minazione. B:3-~t_arifie~t~re un mom~nto_ pe~ _capire che i più terr1b1li confi1tt1 saranno mev1tab1l1 e che il voler conciliare interessi assolutamente i~conciliabili sara un vero lavoro cli Sisifo. I a provincia di Nata! è o-ià s_tata rovinata nel modo più crudele tanto che mentre r1_don~ed esultano i capitalisti, i piccoli coltivatori e piccoli commercianti sono ridotti ad una miseria nera. Non si può ora, in modo positivo valutare il mal8 che è stato fatto, ma che questo si~ immenso non e' è da dubitare. ' Mi pare poi che nessuno abbia avuto presente il fatto che l'annessione del Transvaal mettera la Gran Brettagna quasi accanto al Sud della provincia Tedesca dell'Est e al Ponente alla Damaraland tedesca. Chi potrà evitare il cozzo fra le due Potenze, accanto una all'altra, quando l'immenso impero brittannico tocchera i possessi tedeschi a destra ed a sinistra ? Quando l'Ino-hilterra si trovera padrona del Trans:1aal s' ing'i1iottirà il Mozambico, perchè l' appetit v'.e':'t en mangeant, e avra inoltre bisogno supremo d1 1mparlronirsi della gran provincia affricana-tedesca dell'Est perchè quella dividera il suo impero del Sud dal vasto territorio che è gia considerato come Due scene della vita di don Giovanni (Inqhilterra): I. Egli va a combattere « per l'Umanità :,; al Transvaal ; Il egli batte alle porte della stessa Umanità, allorquando agonizzante l_qli atfo.ml'l,/i in India) fa appello !\i suoi sentimenti detti umani. (ICladei-adatsch di Berlino\ possesso dell' « Imperia! British East Affrica Company » (1). . Deve essere cieco davvero chi non prevede delle questioni senza fine - interne, nelle sue colonie, ed esterne, con i suoi vicini, ~ che l'obbligheranno a tenersi armata, da capo a piedi, per tutto il prossimo secolo. Perchè « chi ha offeso con la spada, deve perire per la spada »; e nella presente guerra l'Inghilterra ha offeso per la spada, e brutalmente. È poco probabile che la Germania e la Francia permettano al Militarismo ;nglcsc di dominare due terzi dell'Affrica, ove tutte . due le potenze hanno gia interessi grandissimi; e non è improbabile che_la questione alfricana leghi assieme quei due Stati nemici, come nessuna questione nell'Europa lo potrebbe fare. La Francia pensa gia alla costruzione della strada- (1) La Germania Affricana occupa 8301000 miglia qnatlrate.

208 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LEITERE. E SCIENZE SOCIALI ferrata« Transaharienne » la quale, quando sarà fatta, · la metterà al livello dell' Inghilterra, nel Nord e nel Centro, per i suoi interessi, del Continente Nero: ed essa farebbe molto meglio a costruirla subito, che spendere tanti milioni, e legarsi le braccia con la sua esposizione universale. La Gran Brettagna si vanta di avere condotto bene quel1a guerra in un paese tanto lontano dalla sua base di operazione ; ma dimentica che, essa ha potuto fare così, soltanto perché non ha trovato opposizione di pessuna spE-cie da parte dell-Europa o degli Stati Uniti; e perché, in conclusione, essa, dopo sei mesi, ha schiacciato con il peso delle sue ricchezze, un popolo rurale e r.overo che era lasciato solo dal mondo prudente. :J;; la tigre che ha mangiato un piccolo cane: clico « tigre » perché in questa guerra l'Inghilterra non è stata certo un leone. Se fosse stata fatta un 'pochino di opposizione dalle altre potenze, la tigre non avrebbe finito cosi facilmente il piccolo cane. Se alla prima minaccia cliChamberlain a Kruger, l'Europa unita avesse eletto all'Inghilterra semplicemente : « Indietro ! »; sarebbe bastato. Ma, allo stato presente, quando il cannone si è fatto sentire non c'è più da parlare d'intervento. Secondo me l'Europa, è stat% cieca nei suoi più intimi interessi: disgraziatamente, non c'è un solo uomo di Stato nel momento attuale. · Io credo, caro Colajanni, che Lei e tutta la sua scuola metta l'Inghilterra troppo in alto 12). Per Lei è una stella polare, che guida con infallibile precisione la povera umanità sperduta nelle tenebre della notte sociale. Perché Londra lasciava Mazzini a patire di farne in una delle sue cameruccie, e lo lasciava scrivere articoli per le sue Riviste, che poi non erano pagati, od almeno non pagati che dopo mesi e mesi di angoscia per il fiero e sensitivo organismo del Grande Esule, l'Italia ha sempre creduto di dovere una grandissima gratitudine a]l'Jnghilterra. Ahimè ! Legga, lecrga, caro Colajanni, le lettere che Mazzini scriveva da Londra, e vedrà che la famosa gratitudine si pagherebbe con pochissima cosa. Ma è vero, verissimo, che l'Inghilterra palpitava con tenerezza, addirittura con passione, per Garibaldi, e che poco mancò lo soffocasse sotto il peso della sua folla, quando egli andava come ospite a St~_fford-House. Tutto questo è vero, verissimo, e io godo che gli Italiani se ne ricordino così fedelmente. Ma molti anni sono ora passati; tutta, quasi, quella generazione è morta; ed è morto con loro lo spirito che l'animava, come è morto Garibaldi stesso, e Cairoli; Gladstone e Tennyson; Lamartine e Victor Hugo. È morta: e un'altra generazione è venuta dopo quella; e gli Inglesi dell'anno corrente, somigliano quasi in nulla agli Inglesi che con un'entusiasmo generoso assalivano i cancelli di Stafford-House per vedere l'Eroe dei Mille di Marsala. Gl'Inglesi dell'oggi non li somigliano in nulla; sono soltanto dei commercianti. tanto e tanto commercian!i, caro Colajanni, che, un commerciante arricchito come Charnberlain diventa il loro Dio. Da Giuseppe Garibaldi a Giuseppe Chamberlaiù che salto! E di quale cambiamento nazionale è quel salto il simbolo! Che abisso tra una nazione che vibrava con una simpatia nobile e generosa per il movimento liberatore d'Italia, e quella che impiega fotte le sue forze, tutta la sua ferocia, tutta la sua ricchezza per gettare a terra, uccidere, e derubare un altro popolo piccolo, ed impotente a resistere, perché lasciato s:e'o-zaappoggio di fronte al suo assassino! ,i·y~\farçli, caro Colajanni, e prenda la misura della .D'Ull D<lf•c &fm d?, s!f'J. (1) Amo l'Inghilterrn democratica,; ma· 110n ho mai t!Bit,p,t,ei/µ,iir1iisjf~1!~ll~l1< rilevarne le brntture. . Qnest,o mi preme far conoscere all'ill11stre s~.ri1tdce inglese. N. C. BibliotecaGino Bianco immensa distanza che separa l'Inghilterra cli oggidì dall'Inghilterra d'allora! L'Inghilterra che distrugge le due Repubbliche è l'Inghilterra che baciava i piedi cliCrispi, che chiamava Cavallotti un demagogo, che applaudiva il macello di Ivlilano, e che batteva le mani al DecretoLegge. Lei sa meglio di me se quella Inghilterra meriti, la considerazione e l'appoggio dell'Italia libe-, raie. E quell'Ing;hilterra là che spingeva l'Itaua nella via disastrosa dell'Eritrea ; e che, se l'Italia l'ascoltasse·, la trascinerebbe dietro di lei nell'avvenire per spingerla di nuovo sulla terra micidiale dell'Africa. 7 Giugno 1900. OumA. La Rivista Popolare presso la TIPOGRAFIA Piazza l\'lontecitoriq, 1~4. si stampa ARTERO Leelezionimunic_ipaaPliarigi ( Oontin-iicizionee fine Y. N.0 prececlente). Durante le elezioni vi è stato spesso discussione · sull'affare Dreyfus; ed è questo che ha dato la parola d'ordine per la costituzione di un partito nazionalista. Se i 1·epubblicani moderati si fosse1·0 presentati, sarebbero stati ben spesso s'eguiti; ma essi non osano quasi avventurarsi nelle riuuioni pubbliche; invece i na,:ionalisti sono delle persone violenti, come erano stati i bulangisti, e si si sono presentati là ove gli altri credevano la lotta impossibile, ed hanno raccollo i voti dei malcontenti. Là ove certi consiglieri uscenti parevano fortissimi vi sono staLi dei nazionalisti stravaganti, come Dubuc, che hanno impegnata la lotta, e la loro audacia è stata coronata dal successo. Molti socialisti credono che l'affare Dreyf'us sia stato fatale allo sviluppo normale del loro partito. Essi s'ingannano, e non si rendono conto di ciò che nascondono le statistiche elettorali. I progre.ssi del socialismo erano stati, spesso, il frutto di equivoci e il resultato di uno scettici;;;mo generale, che permetteva a molte persone di votare per un socialista, senza occuparsi più che tanto di ciò che questo lorn voto significava. Nell'affare Dreyfus bisogna distinguere due parli che invece si confondono continuamente: vi è ciò che è stato fatto per ottenere la revisione del processo, e ciò che è stato fatto a proposito del processo, contro il prestigio deU' esercito. Questa seconda parte è stata molto più importante ·della prima, e Dreyf'us è stato vittima della campagna antirnilitarista. Vi è stato un momento in cui quasi tutti gli ufficiali e quasi tutte le famiglie che avevano degli attac-hés militari, hanno considernto cl~ la liberazione di Dt·eyfus sarebbe stata un colpo terribile portato al prestigio dell'esercito, colpo c.:he avrebbe compromessa l'autorità dei suoi capi. Molti dicevano: (< Perchè si devono mettere in pericolo le nostre istituzioni militari per un uomo solo! Quando pme fosse innocente, la salute del paese innanzi tutto! » 1,iuesto pensiern non è t1·oppo eroico, ma l'esperienza prova che i pensieri bas_si,dettati dalla pnura. sono i più potenf.i ,,ulle masse. E appunto agitando sempre· lo spettro clkl pericolo tedesco, che i giornali naziònalisti hanno finito col rendere la grande maggioranza del paese ostile a Dreyfus. Alcuni teorici socialisti hanno detto: (< Fate pme dell'antimilitarismo, ma non v'impegnate nell'affare Drnyfus. Si può, però, declamare per degli anni sugli orrori delle guerre, sulla psicologia del militare professionista, sulla soppressione degli eserciti permanenti senza fare avanzare di un passo la ques\iooe. Tutte queste astrazioni non );anno alcuna efficacia,

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