RIVISTA POPOLARY DI POLITICA LETTt'RF: J<.,' SCIENzg SOCIALI 197 « gio universale e per fine la realizzazione di questa « l'orrnola: libertà, eguaglianza, fraternità. << I ministri, in una democrazia ben costituita non " sono che i mandatari del popolo ; essi devono es- « sere re,ponsabili e rivocabili. « Le pubbliche funzioni non sono delle distinzioni, « esse non devono essere dei privilf;'gii; esse sono cc dei doveri « Avendo tutti i cittadini un eguale diritto di con- « correre alla nomina dei mandatarii del popolo, ed « alla fqrmazione della legge occorre, perche questa «. parita di diritto non sia illusoria, che ogni pubblica « l'unzione sia retribuita. << La legge è la volontà del popolo, formulata dai « suoi mandatarii. Tutti devono obbedienza alla legge, « ma tutti hanno diritto di fare il più libero apprez- (( zamento, affinchè essa venga mutata, se cattiva. << La libertà di stampa deve essere mantenuta e « consacrata come garanzia contro i possibili errori « della maggioranza e quale istrumento di progresso « dello spirito umaI).O. « L'educazione dei cittadini deve essere gratuita e « comune, e appartiene allo stato di provvedervi. << Ogni cittadino deve e< essere sottoposto all'e- <c ducazione militare. Nes- « suno si può sottrarre, « per mezzo di danaro, al « dovere di concorrere al- « la difesa del suo paese. cc Appartiene allo Stato << di prendere l'iniziativa « delle riforme indu:,,tria- << li, adatte a condurre « ad una organizzazione << del lavoro che innalzi i, « lavoratori dalla con- « dizione di salariati a « quella di associati. « Importa d1 sostituire « all'accomandita del ere- « dito in,dividuale, quella « del credito dello Stato. dinesco. E qui giova un'osservazione cl1e ricordo aver trovata appunto nel libro già citalo dello Stuart Mill del seguente tenore : << Per ragioni che si riscon- « trano studiando la storia e lo sviluppo della Società « e del governo inglese, lo spirito di transizione e « di compromesso domina tutti i nostri costumi. Giam- « mai un'idea è spinta sino alle :-;ue legittime conse- « guenze; i pensatori, e l'universalità della nazione « non mettono mai in pratica in maniera completa i « principii che professano; vi ha sempre un ostacolo « per arrestarne l'applicazione a mezzo cammino. >> (1). Più sotto poi soggiunge lo Stuart Mili, che i francesi, all'opposto degli inglesi, hanno un sacro orrore per ogni « dioer,qen.za fra la pratica e l; teoria >>. Anzi ciò per essi costituisce una bizzarria, senza buon senso: ed infine che i francesi inventarono la formola « il re regna e non governa)), ma che questa finzione costituzionale, formante il perno del compromesso fra la nazione e la monarchia Inglese, non la seppero mai praticare; dì quì l'inclinazione al governo repubblicano, perchè in esso la divergenza fra la teoria e la pratica di governo tende a farsi ognora meno sensibile. Quest' osservazione di « Lo Stato sintantochè i « proletarii non sieno e- « rnancipat;, deve farsi il « banchiere dei poveri. La marcia trionfale di John Bull per Pretor:a. Stuart Mili è oggi di immediato effetto. Per sicuro le razze latine furono sempre iniziatrici di grandi rivoluzioni, appunto per l'insofferenza loro d'ogni dissidio fra la teoria e la pratica. Per esse, la pazienza dell'attendere ha un limite; e questo è quando la pratica domi11ata dalla corruzione o dall'arbitrio del governo addirittura si pone in contrasto con ogni moto del progresso La rn~$tra storia e tutta lì. Maizzini è il teori1Sta dell'Unllà nazionale per eccellenza; Garibaldi è il pratico ché stipula il compromesso fra l'idea unitaria di Mazzini, e gli in teressi e le (Amsterdamm!?r di Amsterdam). « Il lavoratore ha un lilolo alla riconoscenza dello « Stato pari a quello del soldato. Al cittadino vigoroso « e sano lo Stato deve il lavoro, al vecchio ed all'ina t1: çile deye aiut > e prote,zione. >> E curioso leggere i nomi delle persone che firmarono questo programma Trovo, per il primo, Francesco Arago, deputato, che non era certamente un socialista; seguono i nomi di, E. Beaune, Dupoty, Stefano Arago, Felix Avril, Ferdinando Flocon: Guinard, Joly deputato, Ledm-Rollin, A. Lemasson, Charle Lesseré, Louis Blanc, Pascal Duprat, Recurt, Vitto1·io Schoelcker, Vallier. Fra questi, erano celebri Stefano Arago, non socialista, Ledru-Rollin, più uomo poli· tico che socialista, Flocon spiccatamente radicale a base socialista, Pascal Duprat, che si metamod'osò ai tempi del secondo impero, Recurt e Vittorio Schoelcker. Risolutamente socialista ed anzi autore d'un libro, L' organiiza,ione del lavoro era Luigi Blanc, autore anche d'una storia della rivoluzione francese, la cui prefazione, secondo me, sarà sempre uno dei più elevati monumenti del pensiero storico nel secolo XIX e fu egli stesso il redattore del programma surriferito. , Alla compilazione di questo programma aveva presieduto il più alto spirito di conciliazione. Mentre si scrive che si deve sostituire all'accomandita del credito individuale, l'accomandita del credito dello Stato, si fa dell'educazione militare un dogma, una condiziéme imprescindibile per l'interezza del diritto citta aspirazioni italiche della monarchia Sabauda. Ma non appena la pratica rompe l'accordo, lo stesso Gaeibaldi si fa rivoluzionario; e l'Italia, riconcilia soltanto in Roma, la teoria con la pratica. Ma a Roma, dopo il 1870 ed a breve distanza, si rompe nuova . men te il patto, ed allora la teoria insofferente d'un comp1·ornesso che finisce per conchiudere ad una grande e nauseante ipocrisia, ridiventa rivoluzionaria si ril'à repubblicana e riprende, con alacrità nuova, il lavoro per il t1·ionfo immediato della teoria sulla p1~a ticaccia di g,)Verno. . Ma frattanto in questo tumulto di passioni, per cm l'Umanità ora è sospinta innanzi, ora è risospinta indietro, peressere poi di nuovo sbalzata verso l'oriente delle idee nuove, trova questo di positivamente vero, anzi di sperimentalmente vero che l'utopia di ieri, diventa la realtà d'oggi. Accadrà ciò per via d'evoluzione, come in Inghilterra per la costante transazione fra_ l'idea e la pratica: accadrà, ciò per via di rivoluzione, come nelle razze latine, per l'impazienza di eliminare ogni dissidio fra la pratica e la teoria; ma è certo, che, o nell'uno o nell'altro modo, il fatto si verifica costantemente. (Oontinna) Avv. LUIGI .GUELPA (1) Stua1·t Mili, opera ::iit. pag 33.
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