196 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALt illust, i pensat ri : Cattaneo e Ferrari. Non si unisce ciò che tutto separa I legami creati artificialmen_te frn persone •he non s intendono, pesano e me un giogo E per ciò che ;1 quest'o a si può affermare, senza tema di errare che 1utti i repubbli ..ani e tu ti i socialisti dell'ltalia <le~ nord e anche del centro - salvo qualche gruppo d1vecch1 mazziniani che no rinunzie an o mai al.'id ale della loro giovinel,za - lottano pe1· po.r:r al posto dello St.~to monarchico e unitar:o la repubblica federale Il II~ro cl l Ciccotti, facendo conoscere i costu:1,i , le leggi della Svizzera, 1 sue secolari lii e tà, le sue istituzioni democratiche, aiuterà potentemen•e ques'o lavoro di prel?a' azione e di educazione pol tir·a. Co ì si spiega l'impazienza colla quale i' libro era atteso dal Colajanni, che è nn repubblicano ronvinto e un federalista deciso. L' A. comi eia per darci un aspetto d'insieme. Egli assist tte a Zurigo ad un corteg io sto1·ico dove fìguravano i I appresentanti di tutti i cantoni, dall'Oberland berne~e a Ginevra, dai Grigioni a Losnnna. Egli ha notato le dissomiglianze, co stat to le divvrsità di lingua, cli 1;·az1ae di religione, e tuttavia, ne:;:sun I aese in Eur pa s1 sente unito come la Svizzera. Di d ve vien , questo benessere? Che cosa è che unisce così i e ttaclini del a repubblica, quando tutto sembr~ destinato a s"pararle? Per 1i pondere a questa questione, l'A. r:cerca nei capitoli eh,, seguono le Ol'igini della s, izzPra contemporanea; mostra il , alore de l'autonomia can-:- tona!e, b:1se saldissima della costituzionfl e ne vanta 1 I enefìci. Questa coesistenza del potere cantonale col potere feder,,le, la giusta posizione de' pr neipio di autorità P. del prin ipio di Jib· rtà, ecco in g· an parte il segreto d'un progresso continuo senza scosse violenti, come pure il suo bru-co ritorno indietro. Tale è la conclusione dei pr mi capitoli del li~:ro di · Cieco ti. Segue dopo qualche quadro accuratissimo della Yita economica, polii, ca o socia'.e coronato dal capit. VII ed ultimo che tratta dell'avvenire della Svizzera Il libro è di piccolo formato, ma zeppo di fatti precisi e cli considerazioni notevoli, il tutto e!"pMto con a!·te. co11uno stile immaginoso, in una 1ng.:a che pochis;:;imi scrillori posseggono. ' cYtopia . di ieri, realtàdi oggi « Les religions ont ces~é de fa're des martyrs: il faudra bien que la politique cesse de fa.ire de~ victimes D. Lours Br.ANC. Histoire de la Revolution française. T I, pa~. 575. I. Dimoro.udo il governo a Roma che già ebbe i tempi dell'Inquisizione e fece dei Martiri è convenevole che, oggi la Roma laica, non abbia nulla da invidiare alla Roma cattolica; e perciò la p0litica si sostituisca ali' l~quisizione per fare dei Martiri. . E per questo che ho posta quell'epigrafe. Se una volta erano i papi,. gli imperatori, i re, i naturali resistenti ad ogni molo di popolo: oggi sono tali i governi con il codazzo di maggioranze servili. Per essi tutto ciò che non è alla portata delle corte loro viste è subito dichiarato un' <<Utopia>>. La storia oggi attesta che non un solo passo l'umanità fece sulla via del progresso, senza sentirsi rinfacciare dalle classi dirigenti, che quel passo era un' « Utopia ». E poichè la resistenza è sempre meccanica, senza una sola sciutilla di genio, è bene dimostrare, di qua□ do in quando, che << l'Utopia di ieri è la realtà d'oggi». E vi è un pe1·iodo di storia quasi contemporanea, - 1848 - che più d'ogni altro somministra esempi della verità di ciò che io scrivo. La rivoluzione del febbraio 1818 in Francia e la Repubblica che indi ne seguì formano uno dei periodi più storicamente i11telletluali che vanti l'umanità. A.. v1·à potuto essere quella rivoluzione nei desideri riposti ui qualche uo:110 di ?tato (Odillon Barrot e C?f!lpagni) una rivoluz10ne d'mteresse puramente politico, ma nelb coscienza collettiva della nazione francese fu o aìrneno doveva essere una rivoluzione essenzialmente sociale ('l). Nemmeno la rivolu,.ione del 178 J presenta una fioritma di scrittori grandissimi come quelli che presenta la Francia alla vigilia del febbraio 1848. N~n vi fu ardimento di idea che non sia ~tato ridotto m programma: non vi fu sogno di rigenerazione sociale che non abbia avuto la sua più completa manifestazione. Si chiami pure« idealista, mis ico, utupistico >> quel movimento di idee, ma fatto $la ed è che non mai come allora l'Umanità ha saputo adunare a suo prò ed i11torno ai suoi ideali di rigenerazione sociale, una maggiore accolta di idee e d'uomini di queste genero~e idee più generosi interpreti. Dal 2 dicembre 1851 fino ad oggi trascorsero ben quarant'otto anni; meravigliosi avvenimenti s'accumularono nelle pagine della storia, la reazione più v~l te cercò di sopraffare il progresso .... Eppure l'umanità, nel suo cammino non s'arrestò mai, e dopo il t.ra."correre di tanto tempo, ben si può dire che il eam~o della realtà storica sempre più si va allargando e ciò che era allora proclamato Utopia, diventa oggi realtà. II. Jncomincierò la dimostrazione della mià tesi, dal programma che il Com~tato ispira~o!'~ del gior!1ale I~ Refprme ebbe a compilare al_lav1e;1l1adella r1v_oluz1o_ne. E bene premettere per l'mtell!genza del mio s<::ri_tto quanto segue. li partito repubblicano era allor~ d1~1so in due parti ed aveva ciascuna parte un proprio g1ornale. Il National diretto da Marrast, rappresentava il partito dei repubblicani politici; la Réf~rme, i repubblicatJi socialisti o per lo meno con sp1cc~te tendenze socialiste, ed aveva per principali redattor~ ~!~con •e Ribeyroll~s. E_giova tener presen_te questa d1v1s101:e dei repubbhcam, perchè essa domma tutta la storia della rivoluzione di febbraio ed -è per questa che, nata, sociale , la rivoluzione poi diventò p~litica. Ora il comitato del)a Réforme fece 11_segue,:te rro: grammache, se.:ondo 10penso, compendia le asp1raz10rn socialiste allora più universalmente contrastate ed al di fuori, ben inteso, del famoso manifesto di Marx. Lo traduco il pio fedelmente che potrò: « Tutti gli uomini sono fratelli. « Dove non esiste la legalità, la libertà è una « menzogna. . « La Società non saprebbe vivere che per la disu• « guaglianza delle attitudini e la diversità delle fun- « zioni ; ma il possesso di attitudini sup_erio1·i no~ « deve conferire dei diritti maggiori: esso impone dei « mao·o·iori doveri. « s1~ io queslo il principio dell'eguaglianza: l'as - « sociazione ne è la forma necessaria. « Lo scopo finale dell'associazione è di arr;vare « alla soddisfazione dei bi"ogni intellettuali, morali e << materiali di tutti gli -uomini per mezzo delle lor? << diverse attitudini ed il concorso di tutti i loro sforz1. « I lavorato1·i sono stati degli schiavi, indi furono « dei servi ; oggi sono dei salariati ; bisogna ado- << prnrsi per far-li passare allo stato di associati. << Questo· risultato non può essere raggiunto che « pe1· l'azione d'un governo democratico. « Un governo democratico è quello che ha per prin- « cipio la so,Tanità del popolo, per origine il suffra- (I) "La i-évolutiondc fevrier, comme le ùit tres-justement Stuart Mili. est devenue une révolution politique, mais elio est née révolut.ion sociale.» La révoluti()n de 1848 et ses detracteurs par I Stuart .\:ili. Il tradutto1·e dall'inglese di questo la \'01'0 fu Sadì Carnot, ·che poi tenne la Presidenza tiella terza Repubblica; e le parole sovra riferite si leggono ll pagina X. V ill della sua prefazione. .
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