190 RIVISTA POPOLARE DI POLITiCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI o eccedenza stanno ai lati della linea binomiale, come fatti più rari della media, non si può, a voler essere seri, attribuir lor9 un carattere di anormalità e tanto meno di degenerazione. La minore dentità verso gli estremi non rappresenta, fino ad un certo limite com• preso nelle misure offerte da Haveloek-Ellis, che oscillazioni fisiologiche le quali si avverano per qualunque altro fenomeno. Natura organica e le sue manifestazioni non sono ~ntità cristallizzate, ma adat- . tabili e proporzionate alle svariate influenze fisiologiche, con oscillazioni in più o in meno, a seconda del verificarsi contemporaneo di efficienze fisiologiche che possono però variare, pur rimanendo tali, per qualità e quantità. E' questo l'effetto della suprema legge della vita; è sempre quella instabilità, per cui è resa possibile l'influenza dell'ambiente interno ed esternf>, e senza cui non possiamo immaginare appunto il mondo organico e la vita. Ma parlare di degenerazione è ben altra cosa! E in ogni modo le minori densità dei fatti che si trovano ai due estremi di una linea binomiale, se hanno questo di comune cioè la loro eccezionalità, non hanno però lo ste~so significato riguardo alla natura, che, anzi, può essere opposta, onde non sono per questo fra loro paragonabili se non per differenziat·le. I grandi di statura (entrn certi limiti) sono pochi perchè perfeziorn~ evoiuliva da un complessso di condizioni ottime difficili a verificarsi contempo raneamente. Per trovare fatti degenerativi noi dobbiamo oltrepassare al di quà e al di là, e di molto, Se negli uomini di alta statura, la quale, come abbiamo veduto, dipende in genere da favorevoli e buone condizioni di ambiente e rappresenta, fino a certi limiti entro i quali sono comprese le alte stature di Haoeloek-Ellis, un processo fisiologico, non v' è l' eguale sopra discussa facilità di sovrapposizione del . cervello psichico a quello da taglia, come negli uomini bassi, ciò non vuol dire che non intervengano allre efficienze fisiologiche (irrorazione sanguigna più valida. nutrizione più ricca etc.), forse meno efficaci ne~li uomini piccoli, le quali permettono all'uomo di alta statura di avere. se non relativamente al cervello da taglia, ma relativamente all'uomo medio un cervello psichico molto ben sviluppato. E a queste allre .efficienze fisiologiche si può ammettere sia molto più agevole attingere lo scopo che alla facilità di sovrapposizione di un cervello psichico sopra uno piccolo da taglia, nel senso che dicevo per gli uomini di bassa statura. In fisiologia ai due estremi di ogni linea binomiale pos,iamo trovare fatti ind:canti procedimenti diversi, impiegati da natura ad ottenere un dato intento. Da un lato fatti evolutivi incontrastati e dipendenti da pet'fezione di condizioni fisiologiche, dall'altro i richiami all'evoluzione, i compensi, i poteri regolatori le facilitazioni con accorgimenti speciali. , i limi ti éOnsidera ti fin qui, passare cioè nel campo dei veri nani e dei veri giganti, i primi uomini adulti che, tutt'alpiù, sorpassano di poco la statura di m. 1,00, i secondi a cui viene assegnata dagli antropologi una statura ben più alta di m. 2,00. Se la dottrina Gli a111ro1,ofal!i in Africa. E dire che gli Europei ci dispr·ezzano perchè no, divoriamo ogni tanto un uomo, men Lre essi ne uccidono, delle migliaia, per delle ragioni meno gravi delle no,tre. Nè la grandezza del cervello psichico relativamente alla taglia negli uomini di bassa statura ha sempre il significato di compenso, quando la bassa statura non è da ritener:::.i sempre una manifestazione di mancato o regredito sviluppo, ma dipendente da ragioni fisiologiche d'ambiente speciale, tanto più se accompagnata dalle buone proporzioni delle altre dimensioni del corpo, giacchè non dobbiamo riferirci soltanto alla sola altezza. Ed io a\·ea già ar;ertito nel mio lavoro che non è corretto paragonare il volume o peso cerebrale, con cui sta in della degeuerazioue nel gellio dovesse es~ere proprio. comprovata dal carattere della taglia è a questi estremi della linea binomialR, cioè nel campo dei nani e dei giganti, che dovrebbe trovarsi largamente rapprerentato il genio, ciò che non è. La mia argomentazione, con la quale intendo spiegare come la maggior eomplessità_cerebra.le possa trovare una realizzazione più facile negli uomini di bassa statura, cioè a cerve!lo da taglia minore, e che per ciò il fatt , non indichi degenera ioue, non è contraddetta dalle conclusioni statistiche di HaoelockEtlis, se queste sono ri:::;pondenti a verità. La supposizione che nell' uomo di piccola statura, a realizzare una medesima superiorità intellettuale, non vi sia bisogno di un accrescimento di volume encefalico così gra11de come in un uomo di forte taglia, non è iri coutraddizione col fatto che un uomo grande çon cervello maggiore abbia, in via assoluta, come un cervello maggiore da taglia così anche uno psichico maggiore dell'uomo medio. Solo dovrà ammettersi che relativamente a quello da taglia il suo cervello psichico sia minore, se si prende per termine di confronto ciò cl,e avviene nell'uomo piccolo. Ma in via assoluta può beni 0 simo l'uomo alto possedere un cervello psichico notevole e maggiore di quello dell'uomo medio per quanto in rapporto diverso a quello da taglia. ( Ulk di Berlino). un determinato ma non semplice rapporto l' intelligenza,a una dimensione lineare, come l'altezza corporea, non proporzionale, nella • specie, alle a.Itre dimensioni e a.Ilosviluppo del sistema muscolare. i\ ggiungevo anche come sia possibiie la realizzazione, per così dire, più economica, rispetto al volume, della superiorità cerebrale (cervelli di Raffaello d'Urbino e di Gambetta); e ho dato importanza alla complessità strutturale, alle condizioni istologiche (neuroni e centri e vie associative), chimiche, di nutrizione, di ambiente e di esercizio, piuttosto che al peso del cervello. Non credo che vi pos~a essere chi a ciò mi obbietti seriamente e serenamente. Dunque non soltanto non è da negarsi la giustezza del mio sillogismo, come dice il Celesia, ma è da aggiungere che essa non conferma niente affato l' opinione che il genio sia un fenomeno degenerativo e che, all'opposto, le conclusioni . di Haveloek Ellis cospirano 1-1, S!..lffragare la nostra opinione: e~sere cioè il genio fenomeno di evo_luzione progressiva. II. Riguardo alla morfologia del cranio e del cervello nei genì os 0ervo nel mio lavoro che molte delle pretese anomalie sono caratteri progressivi: Il man• cinismo del cervello è un fatto comune anahe ai non
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