Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 10 - 31 maggio 1900

RIVISTA POPOLAR DI POLirl~ICA LE17 TERE E SCIENZESOCIALI AnnoVI. - N. IO Abbonamentopostale Roma31Maggio1900 Nel prossùno numero pubbliche1'emo una lettera interessantissima della celebre scrittrice inglese Ou1DA sulla fruerra al Tran ...vaal. Appena terminata la pubblicazione dell'articolo di G. SOREL sulle Elezioni 1nunicipali a Parigi darem,o la.fine dello studio su l postulati del manifesto marxista dello stesso illustre Il trionfo della bestialità Non credevamo possi_bile che dovessimo essere costretti un giorno ad intitolare un articolo: Il trionfo della bestialità dopo averne pubblicato uno dal titolo: Il trionjo della f ollìa (31 marzo). Siamo davvero umiliati _diessere a ciò costretti;· ma dove trovare una frase alquanto adatta per qualificare incisivamente e sinteticamente la condotta dell'on. Pelloux? Quest' uomo dalle contraddizioni fenomenali , che non vive se non· di contraddizioni vergognose, come abbiamo dimostrato altra volta, condanna la Camera a discutere per un anno e mezzo sui provvedimenti polilici necessari ed urgenti, e li abbandona come inutili il giorno in cui crede di avere acquistato i mezzi per farli votare a tambour battant; quest'uomo viola tutti gli articoli del vecchio Regolamento della Camera per approvare una mostruosa riforma che dove'Va strozzare la libertà. della tribuna parlamentare, per mezzo del Presidente dell'assemblea, come si strozzano tutte le altre libertà per mezzo di birri autentici o mascherati; e il giorno in cui deve applicarlo per aver ragione dell'Estrema ... scappa dall'aula di Montecitorio al rintocco d_elle note degli inni dei lavoratori e di Garibaldi, e se ne appella al paese. Appellarsi al paese! Su che cosa? Su di una questione che non è di sua competenza! Ma questo è enorme; ma questo non si era mai visto; ma questo è indegno di un paese, non diciamo libero, ma appena civile... Se potesse motivare liberamente il proprio voto, il paese dovrebbe rispondere: ciò non mi riguarda. E lo stesso pensiero, in forma più perentoria, se fosse libero e cosciente sociologo francese, che così assiduamente è venuto a far parte della collaborazione ordinaria della Rivista. Conie vedono i nostri lettori, noi mettiamo la massima cura, perchè la trattazione delle questioni ardenti clel giorno sia fatta nelle nostre colonne da scrittori che hanno ormai una fama assicurata e meritata nel mondo intellettuale. LA RIVIS1'A·. dei propri diritti e dei .propri doveri, il paese potrebbe formularlo con un voto che servisse a scopare da Montecitorio gli staffieri, che hanno sostenuto il ministro-fenomeno. • La bestialità degli ultimi .atti del governo non poteva essere superata che dalla puerilità e dalla ~isonestà della relazione, che precede il decreto di scioglimento. Tutta la stampa, compresa la moderata, l'ha denominata: relazione-menzogna. In i fatto d' impudenza credevamo che dovesse rimanere insuperata la relazione del 14 dicembre 1894, che precedette il decr.eto • di proroga controfirmato dall' on.-,iCrispi. Ma quello - la, almeno si spiegava. L' uomo orgoglioso attaccato! nell'onore , nella vita privata , reagì come un leone f &- rito. Egli non poteva ragionare; era accecato dal furore. Ma quale attenuante potrà accamparsi a scusa delle menzogne contenute nella relazione che precede il presente Decreto ai scioglimento. In questo documento, accusatore eloquente della bes_tialità ministeriale, si trattano da faziosi nonsolo i rappresentanti del1' bstrema, ma tutta l'opposizione costituzionale di destra e di sinistra - più di una clozzina di ex-mini- (Asino di Roma) stri del Re, un ex-Presidente del Consiglio, e un collare della SS. Annunziata . . . • Tutte le volgari menzogne, che sono accumulate 'nella Relazione, onde mettere in cattiva luce l'ostruzionismo, vengono distrutte, polverizzate in un attimo colla con"'essione che si poterono ritirare i provvedimenti politici senza che sorgesse il timore di veder turbato l'ordine pubblico, e nell'intento anzi di ottenere la pacificazione degli animi. E con ciò non rimane giustificato il· contegno dell'Estrema, che combatté con tutte le sue forze una serie di violazionl dello Statuto, non richieste da alcun interesse dello Stato, da alcuna impellente necessità ?

i8i RfVISTA POFOLÀRE Dr POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Non basta. Lojola piange sull'opera propria. Preoccupato dal fatto che anche i suoi amici e sostenitori della Vandea lombarda - informi il linguaggio del Corriere della Sera all'indomani dell'annunzio del Decreto, che gettava il paese nelle convulsioni elettorali -- gli rimproveravano aspramente il danno arrecato al paese coll'abbandono dei prov_vedimenti . econ~- mici - del resto, non tutti lodevoli, ed alcum perm- 'ciosi per le classi lavoratrici - la Relazione tenta di stabilire delle connesioni tra avvenimenti, che non ne hanno alcuna, e che riescono semplicemente a •provare la follia e la bestialità dei governanti. Sentite, sentite ciò che osò sottoporsi alla lettura del Re e degli italiani: « fu studiata e presentata al Parla- « mento una serie di provvedimenti intesi a favorire « il progresso economico del paese e ad att~nuare « talune asprezze ~i l_eggi fiscali. _Maquan~o in osse- « quio ai pronunziati della magistratura, il governo_ « dovette domandare che si riprendesse l'esame dei « provvedimenti politici ... ». . , . Oh l'indegna menzogna ! Lasciamo andare la bonta dei provvedimenti che dovevano attenuare talune . aspreue di leggi fiscali sottoponendo all'i:riposta di ricchezza mobile i semplici lavoratori ; asciamo correre la opportunità di quei rovvedimenti che dove: vano favorire il progresso economico del paese ... cm si domandavano circa altri QUATTROCENTOCINQUANTA MILIONI per le nuove spese militari. ,, . Ma con quale cinismo si può _asser~re ~~e. _si ritornò alla discussione dei provvedimenti yoht1c1 m ossequio ai pronunziati della magistratura. La su~ prema Corte di Cassazione di Roma, o illustri Jagh1 della politica italiana, disse che il Decreto-legg~ d~l 22 giugno 1899 era caducato, era nullo, era mes1stente ... Se volevate, adunque, almeno per una sola volta, mostrarvi ossequenti alla magistratura, dovevate assolutamente abbandonare un Decretolego-e ch'era caduto colla chiusura della Sessione. Rit~rnando alla discussione dei provvedimenti politici, invece, avete, o signori ministri, tassativan_i.ente disubbi~ito alle ingiunzioni esplicite della magistratura suprema.· . Anche coloro la cui ingenuità confina ~o_lla1:ribecillità qui ~i ~ccorgonb della menzogna_m1rnster1ale ! E perche rrnorrere a questo mendac10 colossale? Per far credere agli imbecilli che al Ministero stavano a cuore i provvedimenti economici intesi a Ja- . vorire il progresso economico del paese, ecc., ecc. Menzogna, menzogna, menzogna! L'Estrema Sinistra vi dette il mezzo di salvare la dignità - una volta commesso l'errore di presentare i provvedimenti politici - senza arrecare dann.o al paese, discutendo i disegni di leggi chiesti con mt~- resse vivissimo: l'Estrema Sinistra ve ne propose il rinvio ; propose che si discutessero nelle se.dute .Po• meridiane i provvedimenti economici e i b1lanc1, e nelle· antimeridiane i provvedimenti politici. Ma il Ministero ostinato come un mulo, inesorabile come il fato, rispose in giugno che i provvedimenti politici erano necessari,. urgenti! Urgenti? Ma il M~nistero tacque su _die~s~ al ria: prirsi della Camera m novembre; ma il Mm1stero h pospose - facendo sua, tutta sua la proposta d.ell' Estrema avanzata in giugno ! - ai provvedimenti economici in febbraio, e tornò a tromrli urgenti in marzo, dopo lo schiaffo assestatogli dalla Cassazione! Necessari; indispensabili ? Lo erano tanto che furono definitivamente ritirati n aprile I I . E basta ; e concludiamo. Siamo di fronte al tr10nfo della follia, della menzogna, della bestialità. Il paese che vi assistesse impassibile o plaudente_ sarebbe un paese degno di tal Ministero. La Rivista. LA FINE DEL SISTEMP ARL~MENTARE (i) In oo-ni paese civile, si può dire, la macchina parlameot~re è guasta, ~ funziona mal~. Basta dare uno so-uardo attorno a 1101. In 1spagna 11Parlamento ad e~orme maggioranza voleva la guerra quando una gran parte del popolo_non la vole_v!3e-d, ora, _per pagarne le spese, vota unposte a cui 11popolo risponde colla rivolta. In !svizzera, recentemente, un solo depùtato respinse la legge _sulla a~s~cu_razioneo~b!igatoria, e nel paese commc1òun~_v1v1Ss1moappos1z10ne, che forse, a quest'ora avrà g1a sepolto la legge. l1; Francia il ministero, se si dimenticano le colpe di alcune leggi così dette sociali, ha il gran n~e!·tio di aver salvato il paese da una g~erra fratr1c1da1 dalla rovina e rnezzo Pàrlamento gh è contro, e gh f'a una lotta' accanita, e la grande Parigi gli eleg&e un Consiglio c<;>r~rnnali~? i:nagg~oran_zac. ompost~ d1 stupidissimi, rid1colo-,1ss1m1naz10nahst1. In Belg10 poco mancò che la ri voluziooe scoppiasse nelle strade contro le leggi votate dal Parlamento; e io In_ghilterra lord Salisbury dovette confessare che fu 1l regime parl'."'ment~re che, impe~ì al gover~o di farn \a guerra coi mezzi e coli _energ1a_necessar1~.In Austr1~ l'ostruzionismo cominc1at•) dai tedeschi conLro gh czechi, è ora ~tilizzato dagli czechi_contro i tedeschi: e la macchina è io piena inoperosità, senza che s1 vegga d'onde p_ossa V$~ir il. salvamento; una cosa sola può r1med1are. la s1tuaz10oe anc~ra_ una .volta: l'articolo 1 l della costituzione. Da 1101r,nfine, 11Parlamento si esaurisce nella lotta infeconda di chi vuole mettere il bavaglio a paese e deputati, e di_clii ?uol conservare i brandelli della libertà ancora es1stent1. Dovunque il Parlameot? è io lotta contr? gran parte del p~ese, cui non. died~ _nè la conco~·.d1aoè l~ pace di cu1 non fa che rn m101ma parte gl 10 teress1, cons~rvando su molti punti (protezioois_rno. ec?.) delizie che si credevano sepolte co1-l'aut1co regime. E tutto ciò non è prodotto da questa piuttosto eh~ da q_uellamaniera d'a-,plicare il s_isteml:; tra i pae?1 accennati ce ne sono a suffragio umver:sale e ristretto a suffrao-io proporziouale e non S1 è proposta co:ne rimedio dei rimedi la rappresentanza pro - porzionale. Ma ove fu applicata, essa non_ condusse che a questo: invece di un partito che s1 pasce al banchetto del governo, •ce ne son molti, dunque più appetiti da s9:ziare; q~anto ~l r~sto. le cose sono andate come prima, anzi pegg10 d1 prima, perchè non c'è più par·tito d'opposizioo~ vera; bast'.1c~e la torta sia divi»a io modo proporzionale, e poi più grossa è, meglio è. . Ora è evidente che questo stato d1 cose non' può durare a· 1ungo; nella lotta tra tutta o gran parte della nazione contro il Parlamento, non sarà quella che perderà; sarà il Parlameuto che verrà abolito. La ripercussione di tale conflitto nelle Ca1:1ereè l'ostruzionismo· esso è un buon mezzo eccez10nale, ma ' . . non può essere un sistema di governo, anzi sar~ forse il becchino del i,;istema parlamentare. Da 1101 ora serve ai difensori della buona causa per lottare contro quei della cattiva, ma _domani, s~ i primi ~ndassero al potere, sarebbero 1 retrogradi a fare 1_ostruzionismo. Ora ostruzionismo prolungato vuol dire anarchia, e nessuna nazione può vivere senza un governo stabile, forte. (1) Pubblichiamo questo a~ticolo ~i un pessimis?JO ou_tré -: ma non giustificabile - perche esso risponde al pensiero d1 molti iu Italia benchè ci venga dalla Sviz1era, dove l' A. insegna all'Univ~rsità di Lausanne come assistente dell'illustre professore Pareto, di cui rispecchia pure le idee. Lo pubblichiamo oggi senza commenti, . com'è nostr:o costume1 ma ci riserbiamo di confutarlo esaurientemente m un prossimo numero. N. d. R.

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC!ALI . . Sia dunque un regime assoluto di liberali escludenti i retrivi del governo della cosa pubblica, o sia (come è più probabile) un governo assoluto conservatore e reazionario, quello che risulterà dal presente stato di lotta, una cosa sola è certa che ad un regime assoluto si arriverà tosto o tardi, alla morte cioè del sistema parlamentaJe. Questo governo assoluto è già quasi un fatto in Austria; in Francia gran parte della nazione lo desidera, e solo non lo si instaura perchè manca l'uomo; da noi, e altrove molti, troppi lo invocano. E il sistema parlamentare muore anche per un'altra grande ragione : perchè è venuto meno alla funzione per cui era sorto: la limitazione cioè delle imposte e, quindi, delle spese del governo. Ora, se i ministeri hanno un lavoro da compiere, è quello di non cona cui vanno incontro i nostri regimi politici. Ma, dolorosamente, noi vedremo spenta lungamente ogni favilla di libertà, e noi, ad essa abituati, facenti di essa il nostro ambiente naturale, per colpe non nostre, dovremo vederla sparire, a beneficio di classi che non la libertà vogliono e la ricerca d'un sistema migliore, ma il popolo silente e quieto benedetto collo knut. Prof. VITTORIO RACCA. GIUDIZI SUL SOCIALISMO dell'on.dott. NAPOLEON:EcoLAJANNI. Dalla Revue Internationale de Sociologie togliamo la seguente rec!:)nsione pubblicata da G. L. lJuprat sulla traduzione francese ul- . cedere che una minima parte delle spese che i deputati chiedono. E maggiori spese vuol dire maggiori imposte. Un giornale francese faceva dire tempo fa a un popolano: « Le Camere deliberano; povera la mia borsa ! ». La feroci1'11ìnconscia deiragazzi timamente ·~pubblicala. Le ide3 socialiste non po'= tevano trovare un migliore difensore dell'on. Colajanni; la serena argomentazione di un 1 scrittore così erudito, contrasta felicemente con quelle di autori che, come Lafargue, s'alienano le simpatie con la lor) violenza della penna. In 1ltre, il terreno scelt.o per la lotta cortese è a nostro avviso eccellente. Non si potrebbe meglio fare, quando si è socialista, che di reagire anzitutt1 contro l'individualit1moborghese, puntellato dalla filos lfia popolar~ dell'evoluzionismo spenceriano. Si tratta di mostrare anzitutto, in un'e· poca in cui la scienza ha conquistato un impero legittimo, che la scienza e la :fil9sofia scientifica non sono in opposizione con la dottrina politica che si predica. L'aumento vertiginoso delle spese pubbliche e delle imposte impensierisce le nazioni, che vedono il vaso vicino a traboccare. In Francia ultimamente si è votato che i deputati non posson proporre aumenti di spese ; ma nessuno potrà proibir loro di farsi dei ministri che le propongan per essi ! E' doloroso a constatarsi, ma il regime parlamentare andava molto meglio quando il suffragio era molto più ristretto ; ha una storia gloriosa in Inghilterra finchè restò in mano d'un'aristocrazia; funziona meno male che altrove in Germania, perchè il suo potere è limitato, controbilanciato da quel gran politico che è l'imperatore. Ma se tutto fa credere che il sistema dei Parlamenti morrà, è certo anche che il regime dispotico (di fatto, se pure non lo fosse di diritto : Ora tir.ino i sassi in ..... Colombaia. Poi si prenderanno a s<1ssatefra loro. Ora, il Socialismo dell'on. Colajanni, non soltanto non ci spaventa punto, percbè ci sem· bra molto lo:1tano dalla tiran nia s )cialista e bene al coperto dai funesti colpi d'uno spirito egualitario all'eccesso, livel• latore> centraliz,mtore, ma ci pare ancora molto scientifico e molto morale ad un tempo. L'opera di Malthus domina la scienza della natura , comprese la psicologia e la sociologia: l'on. Colajanni riatbasterebbe non convocare le Camere, o molto raramente, come già avanti la Rivoluzione francese) che gli succederà, non potrà durare ir eterno; le nazioni han bisogno di pace e di tranquillità, è vero, ma son troppo abituate alla libertà per potervi rinunciare per lungo tempo. Anche il sistema del governo assoluto, dunque, cadrà dopo non molto. E poi 1 Qual regime s'instaurerà! Si tornerà a quello parlamentare, come base d'un governo liberale e democratico 1 Non pare probabile. Esso è sorto com.e la parte d'un organismo in cui un altro gran potere esisteva: quello regio, imperiale, ecc. Finchè questa parte dell'organismo fu attiva e possente, i due poteri bilanciandosi e compensandosi fecero camminare la cosa pubblica con marcia abbastanza regolare. Ma quando questo potere s'atrofizzò e tutta la possanza legislativa ecc. passò nei Parlamenti, questi, conservando l'impronta della loro origine, ausiliare, moderatrice, non direttrice, fallirono allo scopo. Quale sistema migliore li sostituirà 1 Nessuna benchè minima previsione è possibile, e da nessun lato appare la luce rischiaratrice. Esso uscirà, si formerà certo attraverso le convulsioni, gli attriti (Giorno di Roma). tacca con ragione Darwin e Malthus, troppo conosciuto perchè se ne parla molto, assai misconosciuto perchè si veile in lui il promotore delle pratiche troppo sparse dei nostri giorni. Ma la lotta dell'esistenza ha un dominio diverso e il maltusianismo ha precis ,mente per fine di diminuire l'intensità della lotta per resistenza tra individui ragionevoli, quando si annunzia come la conseguenza di un accrescim:mto anormale della popolazione. L'umanità deve lottare contro la natura; essa deve strappare alle forze naturali, troppo spesso ostiliti mezzi della sua esistenza, del suo sviluppo, del suo benessere. In queste lotte contro le allre specie animali e contro le ener,..!ie ostili o refrattarie al suo dominio, la specie umana ha bisogno di un'intima unione di tutti gl'individui cooperanti med ante una divisione del lavoro soci ile sempre più feconda. Essa deve realizzare un modo di esistenza c•,llettiva tale che tutti gli uomini, senza ·distinzione, abbiano la loro parte di felicità, di godimenti estetici, d'istruzione, in conclusione tutti i beni sociali. Quant'è ingiusta, infatti, l'attuale di visione dell'umanità in classi privilegiate e in classi operaie, queste aventi il numero, la forza e il diritto riuniti e lavoranti poi senza tregua per assicurare a quelle dei piaceri immeritati I L'élite, l'aristocrazia, pretende _distinguersi dalla massa

RlV!STA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCTAL! per virtù stessa del principio darviniano della selezione del migliore, del più atto. Ma le aristocrazie, nelle differenti nazioni di Europa, sono il prodotto di una degenerazione sempre più accentuata che fa dei grandi di Spagna tanti aborti, e degli ultimi rappresentanti delle più antiche famiglie degli inetti al lavoro muscolare e intellettuale. Non aristocrazia, ci vuole, ma un'élite continuamente regenerata dall'accesso alle più alte funzioni sociali dato ai pjù umili di condizione quando sono i più · nobili di spirito. Lon. Colajanni non vuole l'uniformità a cui aspirano certi socialisti, che non vedono che la sola eguaglianza _realizzabile è l'eguaglianza politica, mentre che l'eguaglianza assoluta di condizi.one non lo è: la divisione del lavoro sociale esige che ognuno si specializzi e diventi sempre più atto a compire una funzione determinata, e non sia chiamato domani a essere fabbro dopo essere stato ieri magistrato o professore. L' eguaglianza morale e politica degli esseri umani porta per la donna una. condizione differente da quella che, in quasi tutte le civilizzazioni, fu la sua Considederata troppo sil10 ad ora come uno strumento di godimento e di riJ?roduzione, la donna ha diritto di esigere che il marito non la tratti più da animaJ.e domestico. ~e è vero che il maltusianismo bene inteso è previdenza e moralità (nel senso che è immoralità mettere al mondo degli esseri che si debbono poi esporre alla miseria e al d6lore)_. non è meno vero che l'applicazione dei principi maltusiani dipende clall' u8J del freno portato dalla • ragio1:e dell' uomo e della donna agli istinti del maschio e della femmina Più dunque si alzerà il livello intellettuale e morale ddla donna, piu si renderà il maltusianismo facile ad applicarsi e suscettibile cli' felici r.sultati. Tutto ciò è messo molto bene in luce dall'on. Colajanni, e l'importanza n'è bene sottolineata dalla magnifica prefazione di G. Sorel, uno dei nostri sociologhi più competenti in Socialismo. Ci è parso che l'ultimo capitolo (x) sulle leggi naturali e le letgi sociali, sia oscuro, o almeno che abbia bisogno d'esser precisato e complet .to; ma lo sar.1 in un prossimo lavoro annunciato clall autore. Noi abbiamo serbato per la fine l'indicazione delle ideJ a nostro parere molto giudiziose dell'on. Lolajanni sulla Sociologia organica. Ci pare dittic le di avvicinare cos·, strettamente, come l1anno fatto certi sociologi, le società agli organismi biologici. Se anc'·,e l'analogia fosse fondata, il Socialismo, lungi di essere in opposizione con la scienza, potre.Jbe valersi della solidarietà dei d;iferenti organi in un animale vivente, per reclamare una solidarieU cosi stretta tra tutte le parti del sistema sociale. Le elezionmi unicipaliParigi i.e elezioni ché hanno avuto luogo a Parigi· hapno sorpreso tutti; vinci tori e vin ti sono molto imbarazzati per persuadersi di ciò che è avvenuto; alcuni hanno veduto negli scrutini del 6 e 13 maggio il segnale di una rivoluzione completa che si produrrebbe negli animi. Io credo che un esame imparziale permetta di ridurre l'incidente a delle proporzioni assai modeste, e che se ne possa trarre degli insegnamenti dagli scacchi cosi numerosi subiti dai candidati radicali e socialisti. Le elezioni si fanno a Parigi in un modo diverso che in provincia; la città è divisa in 80 quartieri, che nominano ciascuno un consigliere ; la rappresentanza non è affatto proporzionale alla popolazione: infatti il quartiere Gaillon, posto al centro di Parigi, non ha che 1762 elettori iscritti, mentre che quello di Clignancourt ne ha 22.227. Generalmente i quartieri operai sono i più popolati; eppure a Bercy (ov'é il deposito dei vin.i, ed ove é stato eletto un socialista) non vi sono che 2614 elettori, e alla Santé (vicina alle fortificazioni e dove è stato eletto un radicale socialista) -ve ne sono ancor meno, 2316 soltanto. . I consiglieri municipali prendono un'indennità di 6000 lire, e diversi accessori, dt modo che si calcola, a conti fatti, che la loro posizione é migliore che quella del deputato, malgrado che l'assegno del deputato sia di 9000 lire; tanto più che i deputati hanno molte spese straordinarie, sono costretti di dare non pochi soccorsi personali, mentre che i consiglieri municipali non devono spendere un centesimo. L'amministrazione ha lasciato prendere ai consiglieri municipali, ciascuno nel suo quartiere, un'influenza preponderante sui diversi servizi pubblici; le nomine, specialmente dei dipendenti, quasi esclusivamente derivano dalla loro raccomandazione: essi sono obbligati di difendere, negli uffici della Prefettura tutti i reclami dei loro elettori, ed essi riescono a far piegare, quasi sempre, la rigidità dei regolamenti generali. Un consigliere che renda i favori che gli si chiedono è d'ordinario inamovibile: accade spesso che alla morte o alla dimissione d'un antico 'consi~liere, il .quartiere scelga un rappresentante di un'opmione diversa. La forza cli resistenza che presenta una posizione di consigliere generale è stata molto bene messa in evidenza nelle ultime elezioni del quartier di Pont de Fiandre: quattro socialisti (un guesclista, un bmssista, un allemanista, un inclipenclerde) si presentarono contro Brard: si accusava questi di aver tradito le sue antiche idee, di essersi messo dalla parte dei padroni in parecchi scioperi recenti; lo si considerava come un uomo finito; Lavaud (il segretario del partito allemanista) lo trattava da individuo irresponsabile; sembra d'altronde ch'egli sia spesso stravagante nei suoi discorsi. Eppure, egli è riuscito a primo scrutinio con 1894 voti, mentre Lavaucl, il più favorito dei suoi concorrenti, ne ha raccolti li I soltanto I A causa dell'incuria dei conservatori, parecchi •quartieri· avevano una rappresentanza veramente anormale; ò.ei gruppi clipopolani appena riconciliatisi alla Repubblica avevano dei consiglieri raùicali; cosi il quartiere Gaillon, dopo essere stato per parecchio t~mpo rappresentato da un realista deciso, aveva nominato Blachette che si diceva radicale-socialista. La Plaine, Jlf onceau e la Piaz.w. cli Europa dovevano ritornare, \ln giorno o l'altro, ai conservatori; basta va che questi fosser3 un poco· scossi dal loro torpore abituale. Bisognava avere nella redazione della Petite Republique, un'idea completamente falsa delle opinioni parigine per credere che ad A.1,1-teu.isli potesse far accettare· un socialista, a dei repub;blicani moderatissimi e a degli orleanisU mll~és che avevano dato dei voti ài c·anclidati rep,1,11:>blicanei l •primo scrutinio. • . Le elezioni sono state estrem·amente notevoli per il gran numero degli scacchi. degli antichi coqsiglieri - all'infuori del ritorno alle vere gradazioni. clell'opinione della maggioranza del quartiere. Per spiegare questo fatto, si sono anelate a cercare delle çattive ragioni, mentre v'erano una quantità cli ragioni semplicissime, ~he non si volevano çonfessare. La Lega della patria .francese, ha ragione cli attribuirsi tutto il merito della vittoria; i socialisti devono cèrcar cli trarre un insegnamento dalla critica dei fatti. Da parecchio tempo il livello intellettuale e morale del Consiglio municipale non cessava di abbassarsi; appena un uomo di valore aveva acquistata una certa influenza, egli cercava di entrare alla Camera, per non essere più schiavo dei suoi elettori, o almeno per subirne una schiavitù meno dura. A poco a poco si finiva coll'avere un'assemblea cli persone sconosciute, tanto pi_ùinfatuate del loro posto quanto meno valore avevano. Io non mi arresio qui a parlare del livello morale dei consiglieri; tutti assi~urano ch'esso er.a molto basso, citando, per esempio, un certo consigliere, ora bocciato, che pur non avendo dei mezzi di sussistenza

...., R'!VJSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI occupava, frattanto, un appartamento da ricchissimo borghese. . Nel primo momento della collera, la Petite Republique. ha accusato -i nazionalisti di reclutarsi nei bassifondi della società, ma però quasi tutti i loro eletti sono degli uomini più considerevoli dei loro predeces~ori : Lapelletier, eletto a Batignolles, é un veterano della stampa ed uno dei migliori giornalisti ; negsuno pensera di -paragonare Dausset, professore al collegio Stanislao, a Lucipia; o Maurice Spronck, redattore dei Debats e della Reoue cles del.lXmoncles, a Lopin ! • I consiglieri municipali si compiacevano a credersi d'essere i degni rappresentanti delle classi più dotte, vi fu un gran ballo al mumc1p10, e all'arrivo dello Czar il presidente del Consiglio municipale pronunziò un discorso ( si fece finta di pronunziarlo perché non vi fu nemmen tempo di dire più cli due parole, tanto il passaggio :u rapido). Un giornale di cronaca locale, facendo una descrizione entusiasta cli questo ricevimento, espresse in proposito delle rifle~sioni facete : « Felix Faure non ha lasciato il braccio della Czarina, nel timore, senza dubbio, di vedere il vero -rappresentante di Parigi, Bauclin, accompagnarla ; ed egli non ha potuto padroneggiare il suo stupore cli vedere il presidente del Consiglio municipale parlare a nom,e di Parigi, malgrado la proibizione formale del Protocollo! Lo Czar, al contrario, é sembrato soddisfattissimo, e ha più letterate e più àr- • . tistiche; il loro ideale iarebbe stato di rappresental'.e la parte di Luigi XIV e di dirigere r nghllterrae.Transvaal (Da Es0po). ringraziato parecchie volte Baudin ». Questa piccola citazione dà ammirevolmente il carattere del più gran numero dei nostri consiglieri borghesi gentiluomini di Moliére .... il movimento intellettuale ; essi credevano incarnare in sé lo spirito francese. Allorquando il governo aveva la disgrazia di non ess\3re completamente del loro parere, essi prendevano la cosa ' -molto dall'alto, sostenendo che erano violentati i diritti della popolazione parigina e che i pregiudizi retrogradi si mettevano a traverso il progresso ... rappresentato da una delle più belle colle:llioni clinullità che avessero mai amministrato una città. L' oltracotanza ingenua dei consiglieri municipali sorpassa va ogni confine; ecco alcuni fatti caratteristici. Nelle ultime elezioni si é spesse volte messa innanzi la necessità di avere un'assemblea più . ~eria, più presentabile, più capace di parlare a nome di Parigi durante le feste dell'Esposizione. La .'Cega della patria francese sosteneva che lo Czar non sarebbe venuto a Parigi se doveva esser ricevuto dai consiglieriattuali, e dal governo • che aveva Millerand tra i suoi componenti. . Alcuni anni or sono si istituirono alcuni corsi serali ai qua\i si dette il nome d'insegnamento popolare superiore ; Vaillant, che passa per es~ere •il sapiente del suo partito, osava scrivere che là soltanto << il pubblico può cercare le idee generali e di metodo , « Il leone e il cinghiale vennero ad una fonte per dissetarsi. L'uno « e l'allro voleva essere il primo, e tosto si accese tra i due una « loti.a mortale. Essendosi alquanto fe1·mati per prendere lena, scor- « sera sopra i picchi ciraostanti alcuni corvi che aspettavano, na- ~ turalmente per precipitarsi su quello che prima sarebbe stato vit « tima degli avvenimenti 11 • Esopo, però, non racconta se ambedue i combattenti abbiano avuta la semplicissima idea di far pace per non servir di pasto ai corvi. Di~graziatamente quei. che combattono non pensano a certe cose. Non si può credere a qual punto la popolazione parigina tenga a questa visita imperiale; essa sarebbeprofondamente umiliata se lo Czar sembrasse portare il broncio duranto l'Esposizione. V'è qui • una questione d'amor proprio : il sentimento parigino é estremamente suscettibile; e· vi é anche una questione d' interessi : tutto ciò che tocca anche molto indirettamente, alla riuche ~ono il primo desiderio del tempo presente ». L'ultimo Con'S'iglioaveva incaricato Brousse di elaborare ma. riorganizzazione di questi corsi, per farne una ~pecie di Università municipale opposta alla Sorbona ! Si sarebbero scelti, naturalmente, i professori tra gli amici dei consiglieri, e si sarebbe fatta una nuova scienza conforme alle idee di Lucipia e altri dotti dello s t~s:50 genere. Quando lo Czar venne a Parigi del 1896, Baudin éra presidente del Consiglio; egli é un avvocato dei più mediocri, ma un politicante audace; egli volle profittare dell'occasione per mettersi in evidenza, ed insistette ijresso il go~erno perché Parigi fosse autorizzato a pendere del denaro per le feste. Un deputato· serio µ-ii raccontò anche che Bauclin avrebbe fatto capire al ministro che un rifiuto da parte sua :avreqbe _potuto creare delle difficoltà e rendere il rice- 'fW&ento a1ene cordialQ. ~i feeero molto bene le cose ; ( Lif~ di New Y orck ). scita clell'Esposizione, appassiona la popolazione; e su ciò tornerò a parlare. ,,. * * lI reclutamento dei consiglieri comunali era deplorevole ; talora erano delle persone senza notorietà, al di fuori delle riunioni pubbliche e dei circoli del quartiere ; talora erano dei giornalisti scelti nelle sale di redazione. I giornali socialisti e radicali credevano che i posti di consiglieri e deputati parigini spettassero di diritto ai loro collaboratori ; essi fabbrica vano i candidati e l'imponevano agli elettori. Alcuni anni or sono, la, Petite Republique pretendeva far nominare deputato a Neuilly uno dei suoi redattori, A. Lefebre, che era consigliere municipale a Parigi ; era una pro1nozione che gli si dava.; tutti i personaggi notevoli del partito socialista vennero a dare il loro appoggio a questo candidato, che cadde al

186 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI secondo scrutinio, per la defezione di un'importante gruppo d'operai che questo modo di fare e la fatuità del candidato avevano scoraggiato. Questi uomini Ji mostra vano molto freddi per tutto ciò che non interessasse direttamente le comunelle elettorali ; cosi un amministrazione dell'ufficio di beneficienza ha vivamente rimproverato a Le"ebre di non essersi occupato per niente della questione dell'assistenza, cosi importante nel quartiere della Sorbona ove esistono delle deplorabili miserie. Vi era molto di vero in queste accuse, che hanno contribuito alle cadute dei consiglieri socialisti, tanto più che la fatuità del personatrnio non poteva nemmeno attirargli le simpatie popolari. . La Petite Republique del 9 maggio s'indignava alla idea che questo scacco si potesse verificare. « La Sorbona che si poteva chiamare il cervello di Parigi, il quartiere della gioventù intellettuale, delle scienze, della verità; della ragione emancipata vuole essa subire questa ignominia? » Ma chi é questo Lefebre per rappresentare tutte queste cose? Egli non é né uno scienziato, né un filosofo, né un letterato, ma un giorna)ista di mediocrissima levatura. Questo sistema finisce col giungere alla tirannia dei comitati elettorali, o piuttosto dei grandi uomini di questi comitati. La forza di una tale organizzazione è ben fittizia; essa finisce per non appoggiarsi più che sulla paura che ispira ; e soccombe il giorno in cui una coalizione dei malcontenti puq: formarsi ; per questo, basta che si produca una emozione abbastanza forte perché i malcontenti non si arrestino alle questioni che li dividono e che i timidi prenclano coraggio. Tutti consideravano da molto tempo il personale politico rnunicipal~ come sciupato, ma erano necessarie delle circostanze eccezionali per mettere le passioni in movimento. G. SOREL. (La fine al prossimo numero). L'istruzione gliStati Untii Non è un articolo che all'istruzione degli Stati Uniti intendiamo consacrai e; ma un semplice annunzio dalla pubblicazione del Report of the Commissioner of Education for the Yecw 1897-47. (Washington. Goverment Printins Pre.;;se). ( ·oloro che s'interessano dei vasti e complessi problemi dell'vducnzione pubblica troveranno in questi due grossi volumi d'oltre ·1200 pagine, ciasc11no (in tutto ~640 pagine), una vera min era di ni;lizie iriteressantisaime, e noi attingeremo spesso a tale miniera. Intanto -perchè i no-tri lettori, e con particolarità gl'insegnanti, comprendano quale è l'importanza dell" pubblicazione, riproduciamo i titoli delle smgole parti e dei singoli capitoli : Introduzione del Commissario (Dati statistici .sul numero degli alunni nelle scuole elementari degli Stati ' Uniti e dell'es:ero; sull'educoz:one :fisica; sugli stipendi degli insegnanti, sulla spesa per l'istruzione per ogni abitante e pe-i· ogni alunno; sulle giornate di scuola durante l'anno, ecc. ecc.) Il Commissario relatore è il signor ,Villiam T. Harris. ed occupa CXX pagine. Pa1·te i., Capo I. - Storia del sistema scolastico dalla Germania del D.r E. Nohle di Berlino. Cap. 2. - Scuole estive in Inghilterra, Scozia, Francia e Svizzera del signor Hebert B. Adams. Cap. 3. - L'istruzione nella Gran Brettagna e in Irlanda. Cap. !~. - L'istruzione nel Canadà. Cap. 5. - Sistema dell'istruzione pubblica in Australia, •uova Zelanda e Tasmania. Cap. 6. -- L'istruzione nell'Europa centrale. Cap. 7 - La diffusione delle nozioni d'igiene in mezzo al popolo di Leo Burgestein, di Vienna. \~ap•;..8.- Scuole tessili_euro:pee di C. P. B:rooks. Cap. 9 - Il Congresso internazionale sull'istruzione tecnica dello stesso Brooks. Cap. 10. - L'istruzione nell'Jtara, di W. F. Riemer. Cap. li. -. Storia dell'istruzione negli Stati NordAtlantici dell'Unione dal 1830 al 1865 di A. D. Mayo. Cap. 12. - Educazione fisica di E. M. Hartwell. Cap. 13. - Note sull'influenza straniera sulla istruzione negli Stati Uniti di Hinsdale. Cap. 14. - Stato della donna dal punto di vista intellettuale ed industriale di Graham French. Cap. 15. - Scuole pubbliche e biblioteche pubbliche di Sweet Green. Cap. 16. - L'istruzione in Francia di Anna Tolmann Smith Cap. 17. - Note sulla storia dei libri di testo americani sull'aritmetica di Green wold e Martin. ·Cap. 18. - L'insegnamento dell'astronomia nelle scuole primarie e secondarie e nelle università di Holden. Cap. 19. - Compendio delle leggi sui libri di testo, loro selezione e provvista di Blodgett. Cap. 20. - L'istruzione in Luba, Porto Ricco, Filippine di Paikard. Cap 21. - Studio sperimentale sui fanciulli, comprese le misure antropometriche e psico-fisiche degli alunni dello scuole di Washington di Mac Donald. Cap. 2:2. - L'istruzio1 e nella Repubblica Argentina, Uruguay e Brasile di Hilder Cap. 23. - La scuola cli odontoiatria negli Stati Uniti. Cap. 24. - Persunale direttivo dell'istruzione negli Stati Uniti. Parte 2. Cap. 25. - Stud:o dei fanciulli negli Stati Uniti di M ac Oonald. Cap 26. - Rapporti della Commissione dei dodici della associazione americana sulle lingue moderne Cap. 27. - 'l ipi e ide..:lidi università (Levasseur, Moissan, Foiter, Haguenier). Cap. 28. - Stato delle Istituzioni pel conferimento dei gr .di. Cap. 29. - Rapporto sulla statistica delle scuole, ecc , W. Harriz. Cap. 30. - Ispezione medica delle scuole. Cap. 31. - Studio della Bibbia nei Collegi americani di William Harper Cap. 32. - La Bibbia nelle scuole pubbliche sulle Uni• versità di Stato di Elisabetta Cook. Cap. 33. - Metodi d inseimamento nell'agricoltura. Cap. 34. - Rapporto dei Consoli all'estero sulle scuole (Giardini d'infanzia, scuole marittime commerciali, pratica delle professioni etc.) Cap. 85. - Provvedimenti legali dei vari Stati relativamente agli esami e certi:ficati degli insegnanti di Blodget. Cap. 36. - Questioni del giorno (Coeducazione di ma• schi e femmine; le scuol ' commerciali di Europa; punizioni corporali; gli stranieri nelle università di Europa; stipendi di sovrainte·,denti e ini,egnanti, ecc. ecc.). Cap 3 7. -- IViIscellanea di cose caratteristiche nell'istruzione (Ginnastica atletica di Mosso; produzione artificiale dei nitrati per !"agricoltura di Crookei; uso delle pitture nelle biblioteche di Gree11). Cap 3ti. - Esposizione internazionale ecc. in Omahaia di Boykin. Cap. b9. - Elenco delle Università e degli Istituti superiori stranieri. Cap. 40. - Rapporto sull'istruzione nell'Alaska di Sheldon Jakso-n. Cap. 81. - Altro rapporto annuale sulla introduzione del'e renne domestiche nell'Alaska di Shddon Jackson. Parte 3. Cap. 42. - Alti istituti d'istruzione. Cap 43. - Scuole professionali (Teolo11ia, legge, medicina, odontoiatria, farmacia, veterinaria, istruzione delle JJUtrici). Cap. 44. Collegi per l'agricoltura e per la meccanica. Cap 45 Statistica delle scuole normali. Cap. 46. - Statistica delle scuole secondarie. Cap. 47. -. Si~temi di &cuole di città di Boykin. Cap. <18 - Insegnamento industriale e manuale. Cap. 49. - Istruzione commerciale. Gap. ,O. - Istruzione delle razze a colore. Cap. 5 l. - Scuole pei de:ficientL Cap. 52. - Riformatori. Cap. 53. - Giardini d'infanzia pubblici e privati . Cap. 54-.- Necrologie americane, inglesi e di altri paesi. Cap. 55. -Statistic~dell'istr~zione elementare &ll'estero.

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI La fame in India (l) Lord Curzon, vice-re delle Indie, indirizza al Colonial Office, un appello di soccorso ur~ententissimo. Il denaro manca e la fame aumenta: utto milioni di persone sono colpite dal flagello, e soltanto 3,784,000 sono state potute impiegare ai lavori del governo, istituiti grazie al famine found (fondo per la fame). Un pugno di riso o di grano basta al nutrimento di un indiano. Quelli che, possono lavorare nelle famine camps (istituzioni di soccorso create col fondo per la fame) prendono da uno a quattro soldi al giorno, e con quelli devono spesso provvedere anche ai bisogni delle mogli e dei figli. Quante migliaia di esseri umani si farebbero vivere in India col prezzo di trasporto d'un soldato o d'un cavallo nell'Africa del Sud ! Oh quante migliaia d'Indiani si salverebbero la vita col prezzo di un solo colpo di cannone. L'appello di lord Curzon alla carità inglese non ha avuto una grande eco, e in India si é visto un fatto unico dal 1857 : degli indigeni si sono rivoltati nel Chota agpour. • I ribelli hanno preso d'assalto una Caserma e l'hanno saccheggiata. Chi conosce gl'inèliani cosi calmi, così sottomessi, così rassegnati alla volontà dei loro Dei, il fatto di questa rivolta, per minima che sia, indica più delle cifre, lo stato del paese. I bestia che mangiava fu sazia, la donna, tra la bava caduta dalle labbra dell'animale, si mise a raccogliere in fondo alla mangiatoia tra la polvere i resti del grano e a divorarli. Era qualcosa che spezzava il cuore. Siccome io mi avvicinai per interrogarla, essa, sospettando un rimpi::overo, colla sua andatura vacillante, così presto come poté, fuggì. Ciò avvenne nel 1897 a Cawnpore. La mattina stessa le autorità e i notabili della città mi avevano assicurato che la fame non vi era, e che la f amine-camp che io sapeva essere nei dintorni, non esisteva come non esisteva la fame stessa. Ma siccome questi scheletri ambulanti non erano stati messi sulla strada pel gusto di commuovermi, e avevano tutta l'aria di essere tutt'altro che casi isolati, io continuai la mia inchiesta e un grosso soldato scozzese al quale domandai, con la massima indifferenza, la strada per andare al famine-camp,. s'offri di farmi da guida. Al .famine-camp, presso Cawnpore, ritrovai gli stessi esseri miserabili, estenuati, adibiti a portare dei panieri, a scavare la terra ecc: circa 2000 esseri umani lavoranti sotto la sorveglianza dei babous, meticci fuori casta che, per tutta l'India, dirigono i lavori degli affamati e dispongono del denaro della carità pubblica. Quei poveri lavoratori sono pagati 2 o 3 eauris (delle conchiglie delle quali occorrono 190 per ·i,~ :'·\~t.·.· :9.·.'4..,._;,~ À ~ ... :: ·j!..J~~.... ~r-· ~"'!;:.,.. ' fare un soldo) per portare un paniere per lo spazio di 250 metri o per ·scavare un buco. Lavorando senza posa, sotto il sole e sotto i colpi dei sorveglianti e malgrado il dolore delle piaghe aperte, i più validi possono guadagnare quattro soldi al giorno; eppure il riso, il gram (specie di orzo) sono cari quanto in Europa. I vecchi, le donne, i fanciulli guadagnano una ventina di cauris, nemmeno un soldo al giorno I La fame nell'India è un fatto periodico. La popolazione é troppo densa e la grande coltura non vi esiste. Nelle vaste province del centro senza grandi fiumi, se le pioggie mancano, il raccolto climinuisce, la fame minaccia. L'indigeno vende tutto il superfluo e poi le porte, il tetto della casa, i chiodi, e finalmente il bestiame e il carro ; e quando non ha più da venUn Indiano che ha vissuto di radici delle piante da Finito il lavoro, percepiscono la loro paga, e il . babous cassiere preleva il 20 o 30 Oro per sé: alcuni di questi babous, durante l'ultima fame, hanno fatto pareechi mesi. (Da una fotografia sul luogo). dere ai bunniah8, quèsti sciacalli che speculano sulla fame, l'indiano abbandona la sua casa e va nelle provincie più favorite, ove, per nutrire sé e i suoi, offre le sue braccia al primo che capita. Io non dimenticherò mai l'orrore del mio primo incontro con gl'infelici affamati. Io tornava da visitare uno di quei palazzi da sogni, una visione di marmi bianchi e rosa sbocciata in mezzo a una foresta di rosai e di gelsomini, allorquando incontrai una carovana di esseri inverosimili : degli scheletri: la pelle color bronzo attaccata a.Ile ossa tutta coperta di piaghe, la membrana del ventre tesa su di una cavità limitata dalle vertebre, i bracci, le gambe ridotte alle grossezze dcli'osso, le giunture deformate, gli occhi affondati nelle orbite, terrorizzati dalla morte prossima, i denti fuori delle labbra che non si potevano richiudere. Per quanto vi dovessero essere dei giovani tra quelli affamati pareva che tutti avessero cent'anni. La sera di quello stesso giorno, nel giardino dell'albergo vidi una donna affamata stringente contro il suo petto esaurito un bambino appena nato. Essa attendeva in piedi presso uri cavallo. Allorquando la ( l) Riassumiamo largamente dall'ottima Revue des Revues questo &.l'ticolocornmoventissimo scritto dal Principe BoJIDOR KARAGEORGEVITH, dei patrimoni di 5 ~ 600.000 lire. In questa visita non ebbi la fortuna d'incontrare nemmeno un im. piegato del Civil-service, incaricato della sorveglianza; un impiegato di questa amministrazione che paga doppio stipendio ai suoi dipendenti durante il periodo della fame ! • ~ . * * Gli affamati che non possono più lavorare sono portati al poor house, all'ospedale che si trova sempre presso un f amine camp. Quattro muri fatti col loto e con paglia sminuzzata, questo spedale, col cielo per tetto, presenta l'aspetto di una visione di Dante. Degli scheletri attorcigliati, degli esseri, troppo deboli per tenersi in piedi, che si trascinano colle mani e coi piedi: su dei corpi disseccati delle piaghe vive di ulceri sanguinolenti; dei veri spettri, e vicino a loro le lordure che la dissenteria ha cacciato dal loro corpo. Un'aria di smarrimento, un infinito terrore in tutti gli occhi, e, talora, un fantasma ancora quasi umano: una madre, un figlio, un padre che urla •di dolore alla morte d'un essere amato. Non un medico nell'ospedale. Ai malati non si da altro che del riso in luogo della galletta di gram ! ~ * * Le varietà, delle malattie che genera •la f~rne

188 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sono infinite. I cadaveri troppo numerosi imputridi111conloungo le strade provocando il cholera; le piaghe, che la magrezza del corpo produce presso gli ossi sporgenti, si incrudeliscono e degenerano in ulceri contagiose. Le labbra si screpolano, gonfiano al punto da impedire alla bocca di aprirsi, soffocano talora il misero che la dissenteria mette troppo tempo ad uccidere. Il sangue non circola più, o troppo debole per raggiungere le esiremità che si disseccano, e i diti delle mani e dei piedi che già imputridiscono, cadono dal corpo emaciato che domani sarà cadavere. E piu terribile, é, quando il terrore si cambia 111 demenza ; e la follia passa sui disgraziati riuniti in un J?OOrhouse. A Chaner, in una sola notte, 700 affamati diventarono pazzi per il terrore che li aveva colpiti. La follia dando loro una vita di gesti, una sembianza di vigore, bisognò, per impedire che sacche~~ giassero tutto quel che trovavano attorno a loro, cli metterli in un treno e condurli nelle città piu vicine ove si potessero mettere piu al sicuro tra. mura un po' piu serie. E tutti questi famelici, questi scheletri ridicoli a forza di spaventi, si agitavano e ballavano, cantando tutti con le loro voci quasi estinte. Come io diceva al principio, l'indigeno non ha quasi bisogno di niente per vivere : un pugno di riso al giorno gli basta, e anche la metà. Dieci milioni d'indigeni sono morti durante la fame del 1897, e quest'anno é peggio ancora, perché il flagello si estende fino ai confini verdeggianti e fertili dell'Imalaia e alle provincie marittime. Quale sarà il numero delle vittime? Che si farà per loro ? La stainpa francese ed inglese sono poco tenute al corrente del disastro mostruoso che rovina l'India, e Lord Curzon ha gettato un grido, ha domandato soccorso. Ma la sua voce si perde nel rumore delle cannonate di Bloemfontein, le notizie del Transvaal soltanto interessano l'Inghilterra e il mondo intero l Centomila miglia quadrate di territorio anglo indiano, duecentomila miglia quadrate di territorio del protettorato inglese non sono che un deserto di polvere bianca sotto il sole opprimente dc,lla siccità. Malgrado la mortalità del 70 per mille ogni notte, i poor houses sono troppo pieni, e le jam,ine camps non possono impiegare tutti quelli che si presentano. Intanto il grano e il riso diventano sempre più cari, e il denaro si esaurisce nelle casse di soccorso l Lettera a G. BOVIO Qualche altra osservazione sulla. :fisiologia del genio (Continuaz. v. num. precedente) A convincersi della importanza dell'ambiente sotto questo punto di vista basta pensare al fatto notevole che gli immigrati nell'America settentrionale diventano, nelle generazioni seguenti, più grandi che nella loro vecchia patria, e si prolunga la durata del loro accrescimento (Ranke). Così gli Irlandesi, osset·va il Gould, se immigrati negli anni giovanili nell'America nel nord, io tutti gli Stati del!' Unione sono più piccoli degli indigeni, ma tuttavia sono più grandi negli Stati ove gli indigeni bianchi sono più grandi, e corrispondentemente più piccoli negli Stati in cui anche gli indigeni sono più piccoli. « Anche per la nazionalità la statura non costituisce nessun carattern distintivo, dice il Ranke, mentre tutto accenna ad una certa influenza dell'ambiente, giacchè uomini di nazionalità e d'origine eguali sono assai diversi di statura in luoghi diversi ». La eguaglianza dei popoli antichi (descritti dagli storici) con i moderni, abitanti semprn lo stesso luogo, doro 111crocia,vem1ti con popoli diversi, dimostra la influenza dell'ambiente sulla statura. I contadini, ad esempio, della valle ciel Nilo (oggi Fellah), come osrnrva Broca, hanno conservato completarnente il tipo degli Egiziani antichi, ciò che fa meraviglia, giacchè, dopo la conquista araba, si sono incrociati in vario modo con i conquistatori. E Lombroso stesso nel suo bellissimo lavoro sopra « L'atavismo e la legge di convergenza degli organi nelle razze e nelle specie>>(Rivista di Se. Biol. anno I, ottobre 189J, n. 10, pag. 721-744). dopo d'aver parlato della sopravvivenza del tipo di razze sparite, per la riproduzione, nelle stesse regioni, di forme craniometriche e fisionomiche, discussa !\influenza ancestrale, dimostra, quando questa è ridotta quasi a .1ero, l'importanza dell'ambiente, la cui azione, anche affatto al di fuori dell'eredità, sembra bastare a rendere analogo il tipo di razze ben diverse. Onde 13gli spiega « il processo con cui la legge di convergenza riproduce i tipi secondo le circostanze d'ambiente e di stato sociale »; e mette in evidenza somiglianze che « per l'uomo non possono spiegarsi àe con l'influenza· dell'ambiente: clirna, regime alimentare, genere di vi-ta, abitudini mentali, etc .. influenza che si fa abbastanza forte per controbilanciare ed annullare le influenze etniche >>.E conchiude appunto da molti fatti che « gli organismi mutano sotto l'influenza del- . l'ambiente, » non solo ma, « spesso in un lasso di tempo relativamente breve>>. E viceversa, ma per la stessa ragione, dimostra come il mutamr.oto d'ambiente possa modificare profondamente caratteri antropologici, come ad esempio l'altezza del corpo, per la quale egli pure invoca la taglia dei giganteschi ed agili Patagoni e quella dei Fuegini, che son Patagoni •passati alla fredda terra del Fuoco. Fra i caratteri che egli chiama indifferenti, specifici differenziali, unicamente per la loro relativa persistenza, e che traggono origine da variazioni primarie indotte dagli agenti .esterni e non il risultato di una lunga selezione, come in massima parte i caratteri direttamente e palesemente utili (pure essendo nell'ambiente la causa prima della variazione), e 6 li mette giustamente la grande maggioranza dei caratteri osteologici, da cui dipende la taglia. La statura invero è fra i carattet·i che « se fossel'Odovuti esclu- •sivamente a diversi indirizzi di cèrnita naturale, essi non potrebbero cancellarsi che sotto uniforme selezione ». Ma e< questo essendo un processo ben più complicato e rigido cli trasformazione, la convergenza per effetto di esso richiederebbe a manifestarsi un maggior numero di condizioni, quindi un tempo più lungo e si eserciterebbe forse entro limiti più angusti >>. r Così devesi altrettanto dire per la divergenza, che, come la convergenza, cc è più agevole per i caratteri indifferenti ». Nelle condizioni cli vita noi troviamo e< ht causa principale che da un tipo primordiale fece sgorgare ionumernvoli varietà>> e la ragione, fra l'altro, della taglia diversa. Dunque l'ambiente è il regolatore della statura, per cui non è leçito non tener conto della sua influenza, quando questa è, per i suoi effetti, cosi molteplice e varia, cosi profonda e rapida, anche nei limiti fisiologi~i, come quelli assegnati da I-faoeloc/.c-Ellis per il gemo. Dnnque, se l'ambiente tanto più sviluppa la taglia, quanto migliori sono le SU'e condizioni, cioè più fisiologiche, dalla statistica di Haoeloelc Ellis, avremo un nuovo argomento per negara •la natura degenerativa '

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