168 '1{,IVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALl terra; è equo infine che si abbia ad attivare il catasto appena ultimato, altrimenti non si può conservare, ed in tal caso si è sprecato, nell'operazione fatta, tempo e denaro; ma tutte e tre queste proposte mirabilmente valgono a conferma.re ogni giuiiizio contrario ai principii sanciti nella legge 1 Marzo 188ò, ma non raggiungono lo scopo che il Ministro si propone di condurre a compimento il catasto, perchè non eliminano nè l'enorme spesa, nè il lungo periodo di tempo, richiesto dalla formazi0ne di un catasto estimativo particellare. Tempo e spesa richiestll da nn catasto estimativo particellare Un catasto particellare con imposta in base al reddito, come si è incominciato a fare in Italia, richiede un tempo non breve ed una spesa enorme. Abbiamo, anche senza uscire fuori d'Italia, recenti esempii comprovanti tali affermazioni. I lavori di ricensimento della bassa Lombardia, iniziati nel 1877, dovevano essere finiti nel quadriennio successivo, ed a tutt'oggi non sono ultimati. Nel compartimento Modenese i lavori furono iniziati nel 1880 e dovevano compiersi col 1884, e questi a tutt'oggi sono ben lontani dall'essere attivati. Gli stessi lavori iniziati nel 1888 nelle provincie accelerate dovevano essere ultimati nel settennio, ora questo è trascorso, maturato, e non havvi neppure ima sola mappa in tutto il Regno ultimata. Nelle prime relazioni presentate alla Camera, e nelle dichiarazioni fatte dal Ministro e dal Relatore si affermò che per la formazione del catasto occorrevano vent'anni. Questo tempo ormai, per concorde consenso, apparisce affatto insufficiente. Oggidi taluno crede che l'operazione durerà 40 anni, altri 60 anni I Per quanto riguarda la spesa che nella relazione ministeriale dal 83 si preventivava da 50 ai 60 milioni; nella relRzione MèssedagUa si accenna potersi dare debbasiandare alquanto più in là; ma durante la discussione alla Camera venne però fatta la cifra di 100 m,ilioni, quale quella, che segnava il limite massimo della previsione. . Orbene nel 1899 sono già stati spesi dal solo Stato (senza tenere conto dei danari anticipati dalle provincie accelerate, che si dovranno simborsare dallo Stato, nè di qu~lli spesi dai Comuni, dai Privati) 7'4 mi- ~ioni 1 per_ ri,1scire a questo di non avere una sola mappa m tutto 11Regno da prese:i.tare, come modello, ultimata, e, come si legge nella sovraccennata relazione ministeriale: in sostanza, oggi dopo 14 anni dalla siia approvazione, la legge. 1 Marzo 1886, è nella maggio1·e pa1·te del Regno, ancora lontana dalla sua applicazione. Rimangono piw sempre da 1·ilevarsi i 7 decimi della superficie del Regno. Dato che i lavori presentinsi in queste condi ioni appare nient'affatto inverosimile che il costo finale i;er tale operazione ammonti ai 600 milioni. Ora per davvero è da credere che nella situazi, ne della pubblica finanza italiana possa continuarsi in spesa siffatta per riescire fra 50 anni a questo soltanto di perequare un imposta di cento milioni! Stando così le cose, e la durata dell'operazioni ed il costo della spe3a impongono, esigono che si muti sistema. Il Governo che nella relazione afferma: essersi • deciso e portare nuovamente la questione del catasto davanti alla Camera per mettere in luce senza veli e reticenze tutta la verità sul grave problema, doveva prop0rre l'abbandono del catasto estimativo. Questo non fece, sebbene avesse affermato nella relazione come occorresse mutare sistema sollecitamente e seguir_euna via dive1·sada qttella percorsa fin qui. Fu distolto forse da malintesi riguardi parlamentari ma a ciò deve obbligare la forza della pubblica opi~ nione, illuminata sui veri termini, in cui si presenta il problema. Si accennò nella relazione cbe, cambiandosi sistema, i 74 milioni finora spesi pel catasto si dovrebbero considerare come perduti per l'erario, ma si affermò cosa non esatta. Se ciò fosse anche •vero non dovrebbe fare esitare di mutare sistema la tema di perdere i 74 milioni: giacchà proseguendosi nella via avviata i 74 milioni non rappresenterebbero che modesta parte della somma delle decine e decine di milioni, che un catasto particellare sarà per costare il Paese. La spesa oggidì si valuta, tenendo conto del costo dei lavori iniziati, alla bagatella di 600 milioni. Ma si tranquillizzino quelli, che, diventati d'improvviso così teneri per l'erario, non vogliano che si muti sistema per tema che i 74 milioni abbiano ad essere stati spesi inutilmente. Questo non accadrebbe giacchè nelle relazioni dei lavori eseguitisi rilevasi : 1. Che molta parte dei lavori consiste in operazioni trigonometriche e geodetiche, e le maggior parte in operazioni estimative. 2. Che in nessuna provincia è ancora compiuto il ciclo dei lavori catastali. Ciononostante buona parte delle operazicni, quelle cioè che sono necessarie per determinare la vera consistenza dei fondi (l'identificazione dell'oggetto), non sarebbero perdute ma utilizzabili. Ma se anche andassero tutti perduti i 74 milioni, molto meglio limitare a questi il danno che aumentarlo di parecchie altre decine di milioni. La riforma che oggi imponesi si è di abbandonare il sistema del catasto particellare e3timativo e di fare un catasto per proprietà. Tempo e spesa richiesta da un catasto per proprietà con imposta distribuita sul valore venale dei fondi. Il catasto per proprietà potrebbe essere ultimato ed attivato al massimo in un decennio in tutto lo Stato, poichè il rilevamento limitasi solo a 4 m,ilioni di proprietà e subito in ogni Comune appena ultimati i lavori. Mentrechè nel catasto particellare le particelle da rilevare eccedano i 70 milioni, secondo la relazione Messedaglia, in realtà sono in numero molto superiore, nè è dato attivare il catasto quando siano ultimati i lavori in ciascun Comune. Ma un altro grandissimo vantaggio ha il catasto per proprietà, Fimposta facendosi pag<i.re in base al valore venale del fondo, l'estimo si può accertare prontamente ed insieme con poca spesa.. Laddove nel catasto particellare l'imposta distribuendosi in base al reddit ), occorre fare la qualificazione, classificatione e tariffa dei terreni; ciò che richiede molto tempo e molta spesa. • L'imposta in base al valore capitale 1 come insegna il Pescatore, abbonda di documenti e di criterii, che questa ricerca indirizzano per vie piane e sicure al fine, che si propone; non così la ricerca del reddito effettivo, dove invece delle cifre servono di guida sol0 criterii individuali, non sempre spassionati ed impar ziali quanto le cifre. La norma del valore venale, quanto si dimostra più vera razionalmente, altrettanto in pratica riesce più utile e di più sicura e facile attivazione. Presenta ancora questo vantaggio di offrire anche un modo più facile, più carto, mene dispendioso per rendere possibile la revisione dell'estimo. Il catasto per proprietà ba infine il vantaggio di CO· stare assai meno, perchè, come si è visto, richiede meno lavoro, e perchè nella formazione di questo è possibile di servirsi d6ll'opera di liberi professionisti, lcompiutasi la triangolazione, portata magari fino al VI ordine di Ingegneri dello Stato, il rilevamento in ogni Comune può venire dato in appalto), i quali· 1avorano
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