Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 9 - 15 magggio 1900

'RJYlST .A POPOLA.REVl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC1.AL1 dominio tede.,co, o quello rus,o o quello americano, o quello inglese. ll russo è poco probabile a così corla scadenza. Probabilissimo, quasi cer~to, quello germanico. . Non può paralizzar-lo la Francia. E facile che con la Russia si accordi. E eosì con l'America. Non v'ha che l'Inghilterra che possa porre un freno alla dominazione tedesca. Ora se. venisse baltu~a in Africa, sarebbe finita. » Ho esaminato l'ipotesi delle conseguenze della scon-. fitta inglese in Africa: non dovrebbero essere così tristi come si assicura, se la guerra finirà prima che sorgano più gravi complicazioni europee. Vengo ai freni del dominio tedesco. L'amico Pantaleoni mi pare che abbia innanzi agli occhi quello che il Medley chiamò Tlie German Bo,ljey, lo spauracchio tedesco. Con ciò arriva quasi a rendere responsabile dell'attuale resistenza boera il famoso tele 6 ramma di Guglielmo II a Krliger all'epoca del raid Jameson. Ma l'esodo eroico dei boeri dal Capo e àal Nata! verso l'Orange e verso il Transvaal ebbe forae bisogno d' incoraggiamenti tedeschi per verificarsi"? E la resistenza armata del 1881, a difesa della libertà e dell'indipendenza, che conduase a Majuba Hill, forse fu determinata da Guglielmo II che non era ancora imperatore"? Ritornando al timore del dominio tedes ~o, come pregiudiziale osservo che nel secolo XX non mi sembrano più possibili e pensabili i dominii universali. Il loro tempo è finito. Fallirono, tenendo• conto della durata, Cesare e Carlomagno; fallirono Carlo V e Napoleone I, e non pare che possa e debba essere più fortunato Guglielmo II e qualunque suo altro successore. • Se i Ledeschi possono fo1·mare un impero con 80 milioni d'abitanti, possono costituire una conf@derazione di altri 80 milioni i Ialini; ai quali necessariam~te si unirebbero e i Boemi e gli Ungheresi a sud-est, e la Scandinavia al Nord e la Svizzera al Sud-Ovest. • Oh! dei freni non mancherebbero; sarebbe irilpolente la Francia isolata; sarebbe fòrtissima, e assai più adatta dell'Inghilterra, potenza esclusivamente marittima, se unita ai latini ed agli altri popoli che hanno già ragione di odiare la Germania o dovrebbero temerla onnipotente. L'accordo della Germania colla Russia è tra i meno probab:Ji avvenimenti: Tolstoi in Guerra e Pace rappresentò meglio di qualunque filosofo della storia la psicologia del loro antagonismo, che da molti anni in qua si è andato svo1gendo e consolidando. Ma se all'accordo venissero, e per soprassello ad entrambi si unisse l'America, è chiaro che l'Inghilterra alla sua yolta sarebbe impotente da sola, avrebbe bisogno di alleati e nell'interesse attuale della civiltà potl'ebbe e dovrebbe trovarli tra i latini, come li trovò nella guerra di Crimea contro il colosso russo. Li troverebbe sicuramenle, se .rinunziasse anch'essa alla pretesa di dominazione universale e facesse il dovuto posto nel Mediterraneo ai Ialini, che vi stanno di casa. Oh! questa davvero sarebbe l'alleanza più logica e più naturale nel!' interesse della civiltà e della libertà; ed a questa si verrebbe se Ft·ancia ed Inghilterra, che attualmente corrono il palio per il primato nella prepotenza, non fossero possedute entrambi dal demone maledello del!' imperialismo, e del militarismo, che col primo fa tutt'uno I Eccomi in ultimo al Catellani, il cui scritto, rappresenta la perorazione alquanto sentimentale in difesa del1'Ingl1ilterra. Per. l'illustre professore padovano una indicazione del posto da prendere vien data dalla qualità di coloro che simpatizzano pei Boeri. « La reazione in Germania, in Russia, in Francia, sta per le due repubbliche Sud-africane; dunque bisogna, nell'interesse della libertà e della civiltà far voti per l'Inghilterra». Su per giù è questo -pure l' avviso di Max Muller. Il dotto professore di Oxfo1·d nella Deutsche retJue (1°.Aprile), quasi anticipata risposta alla requisitoria anglofoba di Mornmsen, ha sosterwto che i Boeri e Kriiger non hanno diritto ad alcuna simpatia. Egli non vede in colo~o che li difendono che degli avvocati pagali e ignor ant1. Quì è evidente la confusione e la generalizzazione. Anzitutto in Germania anche la massa dei socialisti sta pei Boeri; in Italia tu1le le g1·adazioni delia democrazia, e non i soli clericali, stanno pei Boeri, e della causa dei transwaaliani ha fatto una vigorosa difesa il Lombroso (NuotJa Antologia 16 Aprile); in Francia i lottatori meravigliosi contro lo Stato maggiore, contro il militarismo, contro il gesuitismo - da Jaurés a De Pressensé - stanno pei Boeri; negli Stat1jpniti, dove le cause speciali di antagonismo che agiscono in Germania e in Francia non esistono, un!i grande corrente in favore dei Boeri si è determinata; e, che più"? gli stessi socialisti e democratici inglesi, qualche conservatore come Clarke, i migliori del partilo liberale - e Stead, Harrison, Channing, Maddison, Morley, Harcourt, ecc. ecc. e il più grande dei filosofi viventi, HeLert Spencer, e le Trades Unions stanno pei Bùeri. Questo solo si potrebbe concludere dall'eaame dei fatti: la condotta dell'Inghilterra nell'Africa australe ha avuto il meri lo di confondere nella medesirna avversione contro .di essa i clericali e i progressisti, i reazionari e i democratici! Be! risultato davvero per una nazione, che dovrebbe passare per anlesignana della democrazia e della libertà! Ma il Catellani rincalza rimprover~ndo alla Germania la prepotenza a danno dei polacchi, dei danesi e dei francesi dell'Alsazia-Lorena; alla Russia le deportazioni in Siberia e nell'isola di Sakaline; alla Francia la malafede e la violenza nel Madagascar, l' ajfaire Dreyfus, la preparazione di una nuova Sainte Barthelemy contro gli ebrei e contro i protestanti .... Meno male che nulla può rimproverare ai democratici italiani ! • Tulti questi rimproveri sono ben fondati e ben meritati. Ma le scelleratezze e il brigant11ggio collettivo esercitato dalle altre nazioni assolvono forse l'Inghilterra dalle scelleratezze e dal brigantaggio da essa esercitalo in tutte le parti del mondo r La storia delle sue conquiste coloniali è conosciutissima. Quella dell'India l'ha scritta in un libro famoso un inglese, Hyndmann, e l'ha riassunta ora nella vVestminste,· Ga.sette; e disonora l'Inghilterra. Mommsen -è un tedesco, ma nessuno vorrà disprezzare il suo giudizio - assicura che la guerra col Transwaal vale, in infamia, parecchi ajfaires Dreyfus. E lord Clive e vVarren Hastings, que.,li grandi ladroni senza coscienza e senza pudore, se non isbaglio erano inglesi .... E sotto la più iniqua tirannide dell'Inghilterra per tre secoli circa è vissuta l'Isola Verde, che dalla diaumana e spietata Sua Signora è divisa dal canale di San Giorgio, e. ne costituisce, geograficamente, un appendice. Ivi ad una volta l'Inghilterra nel modo più completo e più armonico - sinistra armonia ! - ha esercitato la tirannia politica e religiosa ed economica ..... Certamente le condizioni dell' Irland~ oggi sono assai migliorale - sopratutto per opera di quel Gladstoue che voleva veder trionfare lo spirito di giustizia nei rapporti coi Boeri - ; e lo ricorda, compiacendosene, il Catellani. Ma egli stesso se vuole porre innanzi all'Inghilterra un pericolo ed un disonore, consigliandole di mostrarsi generosa e di venire ad una pace onorevole pei Boeri, ricorda ciò che altre riviste inglesi e lo storico Froude hanno già rammentato:« Una nuova Irlandaformatasi ai suoi danni nell'Africa « del Sud, sarebbe per lei oggi un trionfo apparente e « nel futuro una grave minaccia . .. » L'Anglofi.lia, infine, deve trovare alimento e giustifica- · zione in un motivo sentimentale, che ha la sua efficienza materiRle, economica e che ha per me un grandissimo valore. « Se l'Jnghilterra, aggiunge il Catellani, venisse sconfitta mancherebbe in Europa la preponderanza di un paese ch'è stato la culla delle libertà politiche, che dopo 11 1815 ha frenato gli eccessi reaziopari della Santa Alleanza; che ha favorito l'emancipazione della Grecia e quella del!' Italia; che dalla lotta per l'abolizione della schiavitù, a quella contro· l'intolleranza di razza e di fede, fu acclamata come maestra da tutti i fautori della libertà ». Chiunque conosce la storia contemporanea non può sentire che vi va ammirazione per quello che ha fatto l' Inghilterra in prò della libertà e della nazionalità oppresse; ma l'ammirazione deve trovare i suoi limiti nella realtà. Le glorie e le benemerenze sono frammischiate colle pagine vituperevoli e coi demeriti e, nel libro del dare e dell'avere non si possono strappare le une per lasciare risplendere le altre; il passato non può cancellare il presente, e se mai il primo deve servire di richiamo a più retta attitudine. Se il passato valesse a cancellare il presente, né in Italia, né altrove avrebbe potuto movers1 rimprovero acerbo e metilato alla Fran-

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