1{.IP7STA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 16; terebbe anche un'azione più continua e più violenta dell'indirizzo opposto. D'altra parte questo movimento reazionario, benchè a rilento, porta un certo risveglio della coscienza del ·paese, e deve essere nostro <10mpitoe nostra cura fa. vorire il suo ridestarsi; tenendoci in contatto sempre più vivo e continuo col paese. Ieri appena il movimento anti-reazionario, così studiosamente soffocato quà e là con mezzi di polizia, trovava una voce più forte, più suggestiva_. più emozionante - chi l'avrebbe detto? - nel Congresso contro la tubercolosi. Allarghiamo la cerchia della nostra azione; facciamoci organo di una sfera sempre maggiore di legittimi e vitali interessi, in modo che il popolo vegga anche più visibilmente congiunti in noi, come sono nelle realtà, i suoi interessi pin immediati e le difese della sua libertà. Attacchiamoci a due mani a suscitare le energie economiche del paese, cui tengono dietro sempre le energie morali, e scuotiamo anche per questa via il torpore di chi non avverte ora ancora certi bit-;ogni e certi stimoli di società più progredite. Non ci sgomentiamo, non ci abl:attiamo, non ci sgominiamo ; e, senza perderci ad almanaccare cli proposito colpi di testa, andiamo vigili eri operosi incontro agli eventi. L<iboremus fidenter; ecco . . Perlagiustiezipaerlautilità (A proposito della guerra anglo-boera) (Continuazione, vedi num. 8) Ma il Pantaleoni non vede soltanto il lato negativo della sconfitta degli inglesi ed esamina pure quello positivo della 101'0vittoria nei rispelli degli interessi italiani. « Se l'Africa incivilisce per opera inglese, egli_dice, e se la penisola balcanica incivilisce, noi ci ritroveremo in un grande centro di movimento commerciale e intellettuale e torneremo ad avere la r,osizione che si ebbe ai bei tempi di Venezia. Una ferrovia dal Capo ad Alessandria, sebbene fatta dagli inglesi, sarebbe anche falla per noi. E così dicasi di ogni altra opera loro in Egitto. » Lasciamo stare da parte l'incivilimento della penisola balcanica ; dopo la solenne denunzia della barbarie turca in Bulgaria fatta dal Gladstone, della pe1,isola balcanica gl' inglesi si curarono poco; del suo incivilimento - per modo di dire - si curarono maggiormente i russi. In quanto alla ferrovia dal Capo ad Alessandria è cosa molto di là da venire, e che verrà indubbiamente, con o senza la vittoria degli inglesi, se la ragione economica e la possibilità tecnica la consiglieranno. Il grande avvenimento ridarà la ricchezza, la grandezza a Venezia e per essa all' Italia f Se il fatto dovrà essere il risultato della nostra un'insegna che non è nè ottimista, nè pessimista, che non rsi risolve nella spensieratezza lazzarona e nemmeno nell'umor nero del disilluso l -r: ' .... ., . l[i ~ ~ , • ( 12 Maggio 1900 .PROF. ETTORE C1ccoTTI Deputato al Parlamento Le leziocnoimunali 11\1FRANCIA ·~~~ ~ ' ' /.,/.·~__...... 4.-i' ~r I ~ < Il risultato delle elezioni comunali in Francia non costituisce tale trionfo pei nemici della repubblica da giustificare la gioia che non hanno saputo nascondere i reazionari italiani, immemori dei pericoli, che vorrebposizione geografica c'è da dubitarne molto: Nauplia, Salonicchio si troveranno più vicini ad Alessandria, in più diretta comunicazione coll'Europa centrale e settentrionale. Già si parla di far deviare da Brindisi a Nauplia la famosa valigia delle Indie, che del resto in tanti anni ci ha dato abbastanza fumo e pochissimo arrosto. Gl' Inglesi stanno già in Egitto da circa 18 anni ~e vi hanno compiuto una splendida opera di risorgimento finanziario ; ma Venezia e l'Italia non ne hanno risentito che scarsissimo, per non dire nessuno vantaggio, l' unico a giovarsene è stato il Com. Morana, che in premio E cosi, caro Cecco Beppo, che ne dici del nostro mestiere i dei servizi resi a Depretis Non ci si può lamentare; ma l'andava meglio una volta. I ed al trasformismo, venne popoli erano molto meno furbi. chiamato a far parte della (l 'U d' p· t d' M'l .1 Commissione amministrativa Otno i w ra 1 1 ano; dei fondi pel debito pubbero al nostro paese dall'avvento in Francia dell'orleanimo o dal bonopartisno; ma sarebbe cecità, però, il negarne l' importanza. Esse indicano che a Parigi soprattutto clericalismo e militarismo costituiscono il pericolo immanente per la repubblica. Noi ci dispensiamo dai commenti perchè abbiamo pregato un eminente se rittore francese di mandarci un articolo in proposito. Avvertiamo semplicemente che, lettori della Rivista che ricordavano l'importantissimo articolo da G. Sorel sullo Spirito r,ubblico in Francia (Riv. Popolare. 15 Dicembre 189)) non saranno rimasti sorpresi del risultat0. Il nostro illustre collaboratore, con sincerità rara, aveva mostrato qual'era la vera situazione e quale tara si dovesse fare alle illusioni dei Socialisti e degli altri partiti avanzati. I fatti sono venuti a dargli ragione più presto di quello che si potesse immaginare. Serva ciò di am• monimento agli Italiani ! "" ~~ ( D.r NAPOLEONE COLAJANNI L'ITALIA NEL 1898 (Tumulti e reazione). Lire UNA blico egiziano ! Da che gl' inglesi stanno in Egitto l' in. fluenza politica economica e linguistiea dell' Italia vi é in riba$SO o non si svolge nelle dovute proporzioni. Questo è l' ins2gnamento della storia e della statistica. Le quali ci dicono altresi che le cause della prosperità economica e della potenza politica vanno cercate e promosse all'interno. Valga un esempio: il commercio di Massaua non è una gran cosa; quale che esso sia, in prevalenza dovrebbe essere nelle nostre mani. Invece ci predominano Trieste e gli Austriaci, perché a noi difettano le condizioni intime - capitali, coltura tecnica, iniziativa - che dovrebbero assicurarcene il monopolio <li fatto. Epperò il grande avvenimento della ferrovi·a transafricana, quando verrà, aprendo ai commerci il contitinente nero, all'Italia gioverà nella misu1·a in cui il suo sviluppo interno le potrà consentire; e nella stessa misura in cui si giova dell'apertura dell'Africa settentrionale, per opera dei francesi. Probabilmente, come è avvenuto a Tunisi e in Algeria, l'Italia vi manderà lavoratori, di cui è grande ed inesauribile produttrice. * ,. ,. Nella tesi del Pantaleoni. c'è un lato più generale di quello italiano; lato che assume quasi parvenza sentimentale nel Catellani. Che sarebbe della civiltà, della libertà del mondo colla diminuzione dell'influenza inglese? Ed ali' Inghilterra specialmente il Catellani accorda benemerenze e missioni o insussistenti o esagerate. « Nel nuovo secolo, scrive Pantaleoni, o avremo il
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