KlVISTA 'POPOLARE Dl PJLII.C,A. LETTERE ESCIEt-lZE .SOCJA.U pecifiche, in seguito alla lenta comparsa di nuovi elementi nervosi centrali. E ciò non é regresso, non é -<legeneraziofle, ma evoluzione, come non é regresso ad ~-esempio dal !alo funzionale il diventare automatico di ciò -che prima era psichico, ma é fare un gradino di più sulla via della perfezione. Il medesimo fatto noi lo riscontriamo nel campo morale e sociale, in cui la sudsdivisione del lavoro non sta a rappt·esentare regressioni individuali, ma perfezionamento nei singoli individui e rispetto all'unità totale che ne risulta. E ciò si comprende, e lo ho detto innanzi, quando si pensi che, in questi casi, il fttto evolutivo prepara at- ~raverso i secoli, e quindi lentissimamente, il terreno in modo da non provocare mai squilibri, e sempre con rispetto alla funzione dell' orgauo padre. V'è un adatta- .mento lentissimo con perfezione, in ogni modo, delle risultanti ullime, organica e funzionale. Ma qui si para dinanzi la ormai famosa obbiezione, rievocata ultimamente anche dal Sergi nel suo ultimo lavoro: Gli uomini di _genio, obbiezione, a primo aspetto se ad un esame superficiale, irrefutabile: « Gli uomini di .;genio... non hanno mai costituito una razza o una varieLà nuova fra le altre che conservi i caratteri di superiorità; .... con loro spes- ,so o quasi sempre si estin- :-gue la superiorità intellettuale » dunque « i caratteri divergenti che possono .;avere » non « costituiscono caratteri di varietà» ... «non rimane, quindi, che,la teo- .rica degenerativa che possa interpretare la natura geniale superiore». Niente di ;-più er1·oneo e fallace. Si .pensi con Darwin (La disceudenza dell'uomo) che ,< ogni specie di evoluzione progressiva dipende dal con- <Corso di un gran numero -0i circostanze favorevoli». ìln questa enunciazione così semplice ed intuitiva io i,rovo racchiusa la risposta alla suddetta obbiezione. Perché l'evoluzione ,continui nella sua via é ·sempre necessario che si ;avveri il concorso de! gran numero delle circostanze favorevoli. Come il brigantaggio Anzitutto il figlio del genio é pur figlio d'un altro geuitore, ~iacché due sono 1 germi che concorrono alla formazione e sviluppo delJ'uomo. E l'altro dei germi J1on interviene in seguilo a sete~ione naturale a sco- ,po di procreazi_one di un uuovo genio. E guida, in questo senso, il caso, e so- -vente vo I le il genio, nell'amplesso se;.suale, Ri Lrova d1 fronte alla negazione -di sé, onde il figlio, non potendo essere, pel' cos·1 esprimermi, che tutt'al più la somma algebrica o la risultante dei due elementi gener·ativi, non potrà allo1·a p1·oseguire la via evolutiva e progressiva inauguraLa dal padre, e ricade ad un gradmo più basso, se le tendenze pt·edominanti patologiche dell' altro ger·me non lo conducono anche ad ,un livello inferiore a quello dell' uomo medio. Se però -ciò non avviene e le condizioni si mantengono favorevoli, possiamo avere benissimo l'esempio di genialità -che si tr11mandano di Renerazione in generazione, In questo seu,;o parlano le famiglie- di Palestrina. di Beethowen, di Bellini, e più che altre di Bach (200 anni di 11rtislil, di Tiziano, di Esch:lo, di Luc11no, di Tasso, di Arissto, di Sofocle, di Darwin, d1 Geoffroy de S. Hilaire -e di tanti altri che sarebbe lungo riferire. Si pensi poi che per eredità deve intendersi con Darwin (Ibid.), non soltanLo « la trasmissione dei caratteri », ma ancora « il loro sviluppo >>.E si aggiun_gano allora gli accidenti della gravidanza, del parlo; le condizioni d'ambiente diver30 e infinitamente vario, fisico e morale (stimoli esterni) influenti specialmente nella prima età in cui i centri nervosi sono più impressionabili; e poi si giudichi se l'obbiezione può riuscire a scuotere la nostra dottrina. E riguardo alla Rterilità dei genii, oltre che ciò non risponde sempre al fatto obb1eltivo, perché abbiamo esempi notevoli e numerosi che pai·lano in senso contrario, é da considerarsi nel genio il predominio della vita psichica, non perché sia deficiente l'altra, ma perché questa si tace reverente di fronte a quella, di cui si usa e si abusa dal genio, onde Michel;rngelo, a cui si vuole addebitare la frigidità sessuale, diceva: troppa moglie ho io che é quest' arte. La frigidità può meglio interpretarsi come effetto non causa delle altitudini geniali. Dunque io ripeto: il genio è evoluzione ed equilibrio nell' ultima perfezione cerebrale ed è progressione; è fenomeno eminentemente fisiologico. Cos·1io dimostro e credo, e, se è necessario, addurrò nuovi fatti ed argomenti per meglio spiegare il mie, pensiero. Oltre i fatti e le m:e interpretazioni ho, ripeto, conforto da auto1·evoli fisiologi e ciò mi incuora a ritenere che io non mi inganno. ,\ .... ?:~'-- ~~ ,, ~ -~ .. , -~- . i~.,.-:-- diventa la civilizzazionP. Ma è pur vero, né ciò costituisce per me piccolo onore, che taluno della scuola di Lombroso mi ha mosso già alcune obbiezioni. A queste desidero e sento il dovere di rispondere, sia pur brevemente, ora padando a Voi che foste tanto benigno verso di me. Il Cetesia a pag. 445 della Rivista di Scienze Biologiche (anno I. maggio-giugno 1899,. N. 5 - 6 ), prende in considerazi~ne il mio studio; ma Lenta infirmare la validità non tanto delle argomentazioni, quanto di alcune promesse. In qual modo e misura egli v1 é riuscito f .1°)Io sostengo, fra l'altro, che la bassa statura, invocata da -Lombroso per dimostrare la natura degenerativa del genio, non ha questo significato. E Voi sapete in qual modo io lo sostenga. Mi obietta il Celesia che « gli Rtudi recenti di.Har,etock-EUis su 3U genii, stabiliscono prevalere in essi le stature alte (41 Oro) insieme alle piccole (37 010). ancora più frequenti, anzi, che quest' ultime: per cui l' andamento della curva nella variabilità segue per il genio, anche in questo (L,je di Kew York). ca 1·attere, un andamento opposto a quello dei normali, mostrandosi la ft-equc11za maggiore (densità) negii estremi della scala, dove sono invece scarsamento rappresentate le va1·iazio11idegli uomini normali>>. « Ben lungi, egli conchiude, dal negare la giustezza del sillogismo dell' A. c1·ediamo essa venga a con fermare l' opinione che il genio sia un fenomeno degenerativo ». Anzitutto io mi sono o-:cupato della piccola taglia perché Lom.broso ritiene che essa, in modo speciale, rappresenLi uno dei caratteri degenerativi degli uomini di genio. Ma io ho soggiunto che anche le alte stature .sono largamente rappresentate e ho addotto diversi esempi così alla sfu)?gita, porgendo dei nomi, perché la natura ,iel mio studio non permetteva io mi soffermassi in troppi parLicolèH'i.li concetto però é affermato. Riguardo alla ~Lati~tica di Havelock-Etlis,io mi domando ~n ogni modo: E essa attendibile? Il numero di 341 dei genii presi in consider11zione é proprio la cifra rispettabile proclamata dal Celesia, ·quando per genio s'intenda quello che intende lui f Le argomentazioni architettate su questa statistica sono proprio concludenti f La statura
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