R1YlSL4 POPOLÀRE Dl POLJ'flC~ LE1 TERE B SCIENZE SOCIÀLl senza avere una mappa sola veramente ultimata., manifestatosi il dubbio che continuando nell'odierno indirizzo si impiegherà assai più tempo dello stabilito e si impiegheranno oltre 400 milioni, scrivevasi: Sarebbe impossibile scusare la spesa enorme, che si affronta per la formazione del nuovo catasto, anche quando si trattasse di uno Stato ricco e con finanze ben assestate. L'Italia, che combatte contro il disavanzo, commetterebbeuna vera follìa proseguendo l'impresa nel modo col quale fu iniziata. L'on. Napoleone Colajanni nel 1892 portò la questione del Catasto alla Camera. Richiamò l'attenzione del Governo sulla facilità, con cui si acconsentiva l'aggiornamento di mappe, già state dichiarate inservibili, sul tempo impiegato nei lavori, sulla spesa di gran lunga eccedente il preventivo e sovra tutto che coll'indirizzo attuale sicuramente nè in un avvenire prrssimo nè in un avvenire remoto si sarebbe arrivato al catasto probatorio. (1) L'inallora Ministro delle Finanze Colombo, evidentemente preoccupato dalla critica calma ma stringente mossa ai lavori del catasto dal Deputato di Castrogiovanni, 'promise che su questi avrebbe rivolto la sua. attenzione; ma dopo poco tempo cadde da Minist,ro e le cose continuarono come erano avviate, Frattanto vi era grande aspettativa nelle provincie lombarde, stando per compirai i 7 anni, per avere l'aliquota d'imposta al 7 Oro, ma la finanza era ben lon-. tana dal potere e dal volere concedere lo sgra.vio portato da questa aliquota di favore. E nel giornale l'Opinione, N. 44 del H-92, giornale riflettente il pensiero della Giunta Superiore del Catasto, leggevasi : e Purtroppo cotesto articolo (47) che il compianto Depretis si lasciò imporre da voglie politiche e dalla "'7'agheggiata e nobHe idea di portare presto un sensibile sollievo a provincie oppresse dall'eccesso della gravezza fondiaria, può essere causa perturbatrice della perequazione generale, impedendo un assestamento regolare in quelle provincie, che si è ritenuto, che abbiano mappe ,ervibili. « L'art. 47 da chi ha la buona abitudine di riscontrare i precetti legislativi alla stregua dei fatti concreti' è ritenuto pericoloso al regolare assestamento del tributo fondiario, là dove i lavori di ricensimento si dovrebbero compiere entro il tetmine perentorio di 7 anni. « Non occorre molta sagacità per affermare che così fatta previsione fallirà ..... « Di questa evidente verità debbono essere oramai convinte anche le provincie, che banno chiesto l'acceleramento a non far perciò il viso dell'armi contro la Giunta Superiore del Catasto, la quale deve subire la inevitabile 'leggedei fatti > • Era una prima ufficiosa ammissione della verità dell'asserto dei probatoristi, che non eranvi mappe servibili agli scopi della legge. (1) L'Onorevole Colajanni, in un importantissimo discorso sul problema del catasto pronunciato alla Camera il 22 Febbraio 1892 deplorò la conività, con cui si acconsentiva l'agp'iornamento delle mappe. Non é fuori di luogo ricordare con quali avvisi confortasse il proprio giudizio: « Cavour dichiarò queste mappe (catasto lombardo) inservibili fino dal 1853. Nel 1857 il Governo austriaco voleva dare effetti giuridici alle vecchie mappe lombarde e nominò una Commissione. Il relatore Possenti asserì essere queste inservibili, preferibile rifare il lavoro da capo. Ora dal 1853 ad oggi i 37 ar:ni trascorsi hanno potuto mutare le condizioni delle vecchie mappe? « Venne il 1862, e richiesto del suo a..-virn'.l'Ing. Porro, dichiarò che le mRppe lombarde erano inservibili. Dal 1862 ad oggi sono trascorsi 30 anni non certamente a benefizio delle vecchie mappe?» Con la singolare dirittura del suo ingegno in queste brevi parole sintetizzava nel Febbraio 1.892 i risultati dei lavori del catasto. « Possiamo concludere così: conci usione abbastanza dolorosa: si fa male, si fa poco, e il poco cbe si fa non si conserva. » Le affermazioni dell'On. Colajanni del 1892 sono nel 1900 riconfermate dal Ministro delle Finanze, che si tn,va nella necessità di presentare un disegno di legge per rendere possibile di condurre 11 compimento l'operazione del catasto come le~gesi nella relazione che precede il progetto di legge. V Ma i fautori dell'acceleramento, a cui era stato lasciato sperare quel miraggio dell'aliquota del 7 Oro, non pensarono menomamente a dare peso a questi avvertimenti, essi insistevano nell' affermare che il Governo aveva stretto un contratto ed era tenuto a mantenere quanto si era obbligato. Nel 1893, nella seduta del 21 Giugno, a proposito del Credito fondiario, l'on. Ottavi accennò all'indirizzo dei lavori catastali mostrandosene nient'affatto entusiasta, poichè richiedono un tempo superiore ai 50 anni ed una spESa enorme, non tacendo che, se il catasto fosse stato fatto per proprietà, e fissata l'imposta in base al valore capitale, avrebbe potuto essere ultimato ed attivato in meno di 5 anni con spesa, ricorrendosi al cottimo, non eccedente i 100 milioni .. Partecipò pure a quella disc Jssione l' on. Colajanni affermando che la questione del catasto era importantissima e dal punto di vista sociale e da quello finanziario, giacchè adottandosi nelle provincie lombarde e venete l'aliquota di favore, necessariamente la finanza avrebbe avuto una perdita ingente, per il che il problema forzatamente i,;i sarebbe ripresentato fra breve alla Camera. E fu profeta. Nel 1895 il Ministro delle Finanze, preoccupato che le Giunte tecniche Provinciali riducevano il nuovo estimo in tale modesta misura da fare scomparire la imposta fondiaria, presentò un disegno rii legge pel quale venivano sospese leo~perazioni di stime, e dichiara te sospese e di minore [ effetto sulla parte finora compiuta. Questo provvedimento distruggente di un tratto tutti i ca;telli in aria dei celerofili fece mandare alte strida. Sorsero agitazioni in alcune delle provincie accelerate protestanti pel fatto che il Governo con tale progetto mirava ad ad esimersi '1all'obbligo, secondo le medesime assuntesi, di ridurre a queste l'aliquota fondiaria al 7 Om. Queste sarebbero riuscite a nulla ~e la disgraziata giornata d'Adua non avesse obbligato il Ministero a ritirarsi. E così l'Africa fra gli altri malanni questo arrecò di impedire che alla Camera venisse discusso per davvero il problema del catasto. Il .Ministero successivo acconsentì, che si continuasse con lievi ritocchi nell'antico indirizzo dei lavori catastali. Ma i frutti, che questi danno non tranquillizzano troppo il Ministro attuale delle Finanze, che con lodevole coraggio - e dando un singolare esempio di putblica onestà, (giacchè non conviene dimenticare che Egli appartiene ad una provincia, dove da maggior tempo con maggiore intensità si accarezzano speranze di avere dall'aliquota del 7 Oro, portata nel '97 al 8,80 Oro,un forte sgravio d'imposta) - ha proposto, col disegno di legge presentato il 28 Novembre, sostanziali modifiche alla legge del catasto. Le proposte sul campo tecnico ed economico consisterebbero nell'immediata attiv9zione d.elcatasto, compiuto in ogni singolo circolo censuario, nel togliere l'estimo alle Giunte tecniche per affidare questo ad impiegati governativi, e nell'ammettere la revisione dell'estimo. Queste ritorme che neutralizzane, molti dei benefi ii lasciati sperare dall'art. 47, il Ministero delle Finanze fu costretto a proporre per potere esperimentars di condurre a compimento le operazioni catastali. -Riforme, indubbiamente, suggerite da onesti propositi, ma medesimamente comprovanti che l'odierno indirizzo catastale è erroneo. Nè porta a contrario giudizio il fatto che nella relazione, con studiata insistenza si afferma la bontà della legge 1 Marzo 1886, dal momento che in questa medesima relazione è giuocoforza scrivere: che al compimento ( del catasto) sarebbe stoltezza vo'lere giungere senza provvedere perchè i difet,ti lamentati non siano eliminati prontamente. Adunque si ammette, quanto affermarono da tempo ì critici di tale legge, essere la medesima inattuabile
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