RIPJST..4POPOL.A.RBDI POLITlCA lBfTERB B SCIENZB SOCl.tfLl 147 all'Adriaticp. Ed a me questa sembrerebbe la soluzione preferibile. Ma si può credere sul serio - dato l'aYvento di un Impero Germanico comprendente la parte tedesca dell'attuale impero austriaco - che l' Inghilterra si prenderebbe la briga di movergli guerra per arrestarne la marcia su Trieste~ Siamo nel campo delle ipotesi e tutte le ipotesi sono sostenibili; però, giudicando dal passato, alla domanda si dovrebbe dare risposta assolutamente negativa. La zia e il nipote, Vittoria e Guglielmo, si metterebbero di accordo facilmente in base al sistema utilitario dei compensi a spese allrui. Così hanno fatto altrove ed altra volla. Se questo passaggio di dominio di Trieste dall'Austria alla Germania è un avvenimento pauroso, di sicuro esso non potrebbe essere impedito dall'Inghilterra, ma da una politica ~he, facendo uscire l'Italia dall'asservimento della Triplice, creasse un serio ostacolo alla prepotenza tedesca contro di essa aggruppando tutti i sentimenti e tuLti gl' interessi, che fermentano - e non sono pochi - ad Orient 0 , al Nord ed all'Ovest della Germania. Di questa politica in Italia non si vedono gli albori; invece dolorosamente dobbiamo constatare che il governo nostro, all'estero e dall'interno, segue un indi1·izzo tale da doverci mettere in pensiero non solo per la discesa dei prussiani a Trieste, ma anche, e più, per la conservazione della Sardegna e della Sicilia. A conservare queste Isole, più che nell'aiuto e nella protezione altrui, si deve confidare nei cittadini, as- 'sicurando loro quella libertà e q1,1elbenessere materiale che danno l'energil} morale che non ci fece difetto in altri tempi, .e di cui oggi ci offrano splendido esempio i Boeri. Per mandare a gambe in aria l' Italia non occorre l' azione di Guglielmo II; bastano i governanti italiani, i quali sono riusciti a creare un pericolo clericale, quale mai per lo passato era esistito. Questa è la verità, che non dobbiamo mai perdere di vista e che invano da parte mia da anni vado predicando. Dr.N. CoLAJAlÌINI. Marx aveva paragonato gli Slavi d'Austria ai Gallesi d'Inghilterra, ai Baschi della Spagna, ai Bassi Bretoni di Francia; egli aveva predetto la loro prossima sparizione, e s'era burlato dei panslavisti che non potevano giungere ad intendersi •che in tedesco. Egli si era assai ingannato sull'importanza e solidi Là del movimento; ma i suoi discepoli non possono ammeltere un ~rrore di fatto, che sarebbe frallanto mollo scusabile per un tedesco di Treves, che aveva vissuto molto più fuori della Germania che in Germania, e che non conosceva l'Austria che per delle pubblicazioni di spirito germanico. Kautsky sostiene che Marx aveva perfettamente apprezzate le forze slave del 1848.Marx avrebbe commesso soltanto un errore in questo: eh' egli credeva al ritorno molto prossimo d'una crisi rivoluzionaria risultante da una crisi commerciale. Kautsky non ha difficoltà di riconoscere questo errore di Mar·x, perché Engels ha detto che il suo amico e lui s'erano fatte delle illusioni su questo punto. Non si può essere più realisti del re e più marxisti di Engels.; ma bisogna sia ben inteso che è il solo errore notevole commesso dal maestro del socialismo scientifico dopo la scoperta del materialismo storico. . S~ la rivoluzione, avesse ricominciata la germanizzazione degli Ciechi, era, dice Ka utsky, certa per « la sola forza degli sviluppali rapporti « commerciali e la forza « della moderna èultura « arrecata dai Tedeschi ~- Si può, anche, sostenere il contrario, ma siccome si è nel dominio delle ipotesi, nessuno può dimostrare niente. (La fine at prossimo numero). Dov'è Pretoria Y La rivoluzione non ha avuto luogo .(benché vi) sieno state molte crisi commerciali dopo il 1848; la borghesia liberale ha rinunziato ad esser una classe rivoluzionaria, e i rivoluzionari trionfatori della rivoluzione del 1848 hanno seguito le tradizioni di quella. Ecco molte cose che Marx non prevede va, e che sembrano sfuggire al determinismo della storia. Kautsky sembra credere frattanto che tutto ciò derivi da una ragione immanente o da qualche principio _superiore: « i trionfatori del- « la rivoluzione vennero « spinti dalla logica dei « fatti a diventare essi Alcupnreevisioni storicdhiMe arx Gli ortodossi della democrazia sociale dicono che le crisi della storia sono perfettamente determinate, e che Marx ha trovato il mezzo di definire questo determinismo in modo scientifico. E impossibile dare una pruova qualunque in favore di questa audace affermazione, quando ci si limiti a studiare 11passato; ma se si trovasse cho delle pr,-wisioni storiche, numerose e precise, avessero potuto essere formulate seguendo una data regola, e che l'esperienza fosse stata conforme a q1,1este previsioni, vi. s~rebbero delle forti presunzioni in favore del determrn1smo. Nel 1852 Marx aveva emesso sul destino delle nazionalità slave d'Austria, delle idee che parrebbero, oggi, un poco singolari; nonostante che pubblicando una traduzione tedesca dei suoi articoli sulla rivoluzione del 1848 in Germania, si abbia creduto dover fornire degli schiarimenti sulle cause dell'errore commesso da Marx. Le spiegazioni di Kautsky sono slate riprodotte in appendice dopo la traduzione-italiana, ed esse paiono poco soddisfacenti. (Puck di New York). « stessi rivolu:r.ionari ... Per tener lontana dalla Francia « la rivoluzione, Napo leone III fu costretto a sconvolgere « la· vecchia Russia e ad obbligare l'autocrate· ad abolire « la servitù della gleba; fu costretto a far una Italia e « a scuotere l'assolutismo austriaco ». Se ci mettessimo a spiegare la storia contemporanea con simili processi, noi potremmo tutto dimostrare. Giammai nessuno avrebbe nemmeno immaginato che Napoleone avesse fatta la guerl'a alla Russia e all'Austria per tenere la rivoluzione lontana dalla Francia. E questa della pura fantasia! Io voglio però ammettere che gli avvenimenti abbiano avuto un certo concatenamento ìogico: ma la personalità di Napoleone gli ha fatto una parte proponderante; un altro sovrano francese, che non avesse avuto come lui coi rivoluzionari italiani delle relazioni antiche, non avrebbe fatta la guerra del 1859. Il determinismo è qui completamente deficiente. • La rottura della Confederazione germanica ha, forse, avuto una grande influenza sul destino degli Slavi; r:na questa rottura era del numero delle cose che si potevano prevedere come possibili (e anche come probabili) nel 1852. Marx ci apprende che fin dal 1840 il programma di Gotha, elaborato costituzionalista, includeva l'esclusione dell'Austria; nel 1849i liberali lo proposero al Parlamento. Andler ritiene che era perfettamente realizzabile. « Sarà
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