lU'P'lSTAPOPOLAREDI 'POLITICA'LBTTBRB-BSCIBNZB SOCULl 157 sanzione penale. Ne può affermarsi nemmeno che la pena della perdita d~lla cittadinanza derivi _da~o~travvenzione perché non v1 è nessuna legge che rnd1ch1 la procedura e i termini opporluni per chiedere al Governo il permesso di accellare un impiego all'Estero. Per fermarci all'ipotesi dell'impiego, si può affermare che l'impiego dev'esser Lale da cosliluire una posizione permanente all'individuo, incompatibile coll'esercizio dei dirilLi e dei doveri che si hanno pel fatto della nazionalità propria. Ma l'u_niversal~t~, che è_pr~pria _della sci~nza, crea una pec~hare ros1~10n~ agh _s~ien~at1_I.n ~empi. assai diversi dai nostri gh sc1enzat1 1taha111, chiamali a professar·e ìe più alte di~cipli~e all'es_ter?, non pensa,·ono rnai di abdicare la cittadinanza 1tal1ana. Ma oltre quesle ragioni di 01 d~ne elevat? ve n'hanno allre più modeste ma non meno 1mportanl1. La legge nostra non ha a11no~erato fra gli elemenli di prova di abdicazione l'esercizio di una professione all'estero: medicina avvocaLura ec. L'ufficio di professore si accosta più al tipo di un esercente una professione liberale che a quello di un impiegato. Ma·, concesso p~re ~he un professore possa assere equip~ra~o agl'imp~egat1_ d1 un0 Stato,. est_ero, quando può d1rs1che questi abbiano accettato 1 1mp1ego senza permesso del Governo f La legge non stabilisce nè la forma, né il modo, nè i termini di tale permesso. Per la Svizzera, poi, la legge fedèrale del 3 luglio 1876 ritiene necessaria per l'acquisto della cittadinanza l'autorizzazione preventiva del Consiglio Federale, mentre invece il governo Elvetico costrinse lo stesso Pantaleoni a munirsi, come ogni altro straniero, di un perm.esso di soggiorno a Ginevra. Se Pantaleoni non è divenuto cittadino svizzero-,se non ha voluto diventarlo, noi crediamo che la mancanza della generica peì•missione, di cui è parola nell'art. 11 ~el Codice, s'intende supplita dalla scientia et patientia del Governo italiano. (Giornale degli Economisti, Aprile). qualcosa, mentre i partiti costituzionali, coloro che hanno falto l'Italia, continuano a tormenla1·la e incosciamente a rovinarla (Econoniista di Firenze aprile). Emilio Zola: La Guerra. In primo luo"'O io debbo confessare che tulto il mio essere si ribella contro l'idea della guerra. Io non ho ancora trovato e credo che nessuno abbia scoperto la pretesa legge di incivilimento la quale domandi che le nazioni inevitabilmente si aggrediscano l'una l'altra. La carta del mondo non porta tracce della guerra come elemento civilizzatore. Tutli i grandi conquistatori migliorarono il mondo solo per ciò che essi furon capaci di dare di bontà e di bellezza. Tullavia si può concedere che nella storia dell'incivilimento la "'uerra abbia avuto una parte necessaria e difensiva. Oggi non v'è più luogo a guerre che non siano difensive. Nessuna delle nazioni più militariste confessa di meditare un'aggressione e una conquista. Dal 1870 tutti i grandi paesi e~ropei _sono stali convertiti in campi, e questo stato d1 cose 10 credo sia dovuto alla nostra sconfitta, e la situazione internazionale che n'è derivata ha prodolto serie conseguenze. Il servizio militare obligatorio, l_espese di tutti i materiali di guerra, il rinnovamento mcessante delle armi, tutte queste cose precipitano gli Stati alla rovina. Le causedellasituazione. Dai fatti risalendo alle causo non si può a meno di vedere che la illegalità del decreto legge, la prepotenza dell'ostruzionismo, la violenza dei Lumulti, l'accenno alla Costituente, il colpo di sorpresa della maggioranza, la connivenza del Presidente Ecco ciò che Cecil Rhodes ha fatto della :fiera bandiera inglese. Gli affari sono più o meno paralizzati, il denaro pubblico va nei bilanci di guerra che diventano ogni anno più divoratori, e se le cose continuano così la bancarotta sembra inevitabile. E sotto tutto questo vi sono altre incertezze. Può forse negarsi, ma io ne sono convinlo, che nei paesi, come in Italia, la quale è realmente andata agli estremi per gli armamenti, il popolo conosce benissimo che in '!aso di guerra, le esorbitanti spese militari esaurirebbero i fondi nazionali. La conferenza dell'Aja non è stata feconda di pratici risultati. L'aspetto della guerra è diventato così terribile che ogni nazione prima di· dichiarare la guerra vorrà probabilmente ripensarci la seconda volta. Questo spiega come in questi ultimi trent'anni, malgrado la inimicizia FrancoTedesca, non vi sieno state guerre in Europa. E quanto più si procedé tanto più impossibile sembra diventare la guerra, tanto più appare un delitto di alto tra- (Amsterdammer di Amsterdam). della Camera, la incertP-zza dei più vecchi parlamentari, il senso di sgomento che palesa il Governo, tutto ciò non rappresenta che una serie di forme e di occasioni colle quali il sentimento generale di sfiducia trova, conscio od incoscio, una qualunque manifestazione. L'edificio politico amministrativo della patria, eretto in fretta e furia, aveva bisogno di qualcuno che con coraggio e saggezza metlesse mano a radicali e profonde riparazioni, inve0e di rabbe1·ciare, come si è fatto, qua e là i muri screpolati, e di intonacare, alla meglio, i punti dove più larghi si manifestavano gli spacchi. Le conseguenze si vedono 01·a: l'edificio va minacciando rovina, ha perduto l'equilibrio, ed ogni lieve scossa può essere sufficienle per metterne in forse la solid1Là e l'esistenza, mentre il parlito liberale, abbandonati i principi fondamenlali sui quali l'Italia era sorla, si mostra disorienlato, scomposlo, logoro per la dimostrazione ormai lunga della propria impolenza. Errerebbero assai i partili costituzionali se credessero che l'apparente tranquillità del paese volesse dire soddisfazione per l'opera loro. La lotl~ che si comba LL~fra i div~rs_igrup_pi co~Litu_zionaliha disamorala la nazione. I socialisti e 1 cler1cah trovano numerosi _alleali, e fanno faciie breccia tra le moltitudini perché esse veggono che i due parliti vogliono almeno aimento contro l' umanità. Quando io mi dichiarai avversario della guerra non isconobbi che l'ideale marziale sia grandemente poetico, ed anche noi, nemici della guerra, leggiamo attentamente le notizie sulla guerra. Ora invano noi aspiriamo alla pace, invano noi cerchiamo di incoraggiare Ia fraternità fra gli uomini guando nel nostro sangue v'é una sorta di atavismo che c1 agita e ci eccita subito che una nuova guerra sia annunziata. La principale ragione di un'even• tuale scomparsa della guerra sta in questo ch'essa sia diventata inutile. Quando io pado così io ho in mente il grande movimento democralico, il grande· movimento socialista che negli ultimi cento anni ha fatto tanti progressi. Secondo me, la vera lotta umana non è più su i campi di battaglia, ma su quelli del lavoro : nell'agricoltu1'a, nelle industrie, e in ogni sforzo umano per la produzione e per la prosperità. Io sono convinto che, oggi, progredisce una trasformazione sociale importante e decisiva come quella dei vecchi tempi, quando la schiavitù fu abolita e 11 lavoro salariato introdotto. Fu creduto impossible vivere senza schiavi. Come sì potevano rimpiazzare? E quando la schiavitù fu soslituila dal lavoro salarialo un nuovo &tato di cose avvenne. Oggi la situazione è quasi la stessa. Si dice: « come può una nazione esistere senza lavoro salariato? » Come il la,.-
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