RIVISTA POPOL..A.'R._EDl POLITICA LETTERE E SCIE'N,ZE SOOIALI tecipando alla vita internazionale economica non possiamo rimanervi con ordinamenti disadatti e insufficienti, e dobbiamo coordinarci al movimento di tutto il mondo se non voglia.mo restare inferiori alle altre nazioni. Lo esame che il Sabatini ha fatto dei provvedimenti per rinvigorire le nostre esportazioni è stato però incom• pleto. Egli doveva riassumere tutte le vigorose ed istruttive polemiche che seguirono la pubblicazione del Made. in Germany del Villiams, toccare sui rapporti tra politica coloniale ed esportazione, esaminare l'argomento delle tariffe marittime e ferroviarie, e, infine, occuparsi qella politica doganale. I fatti finiscono coll'imporsi. Si può rimanere inermi e colle porte aperte quando gli altri armano ferocemente e si asserragliano e:,tro le mura f La meravigliosa espansione induslriale e commerciale della Germania, della Francia, degli Stati Uniti prova che il. protezion ·smo ha favorito tali Slati. Colle tariffe meliniane la Francia ha visto aumenlare !'esportazioni in una misura mag 6 iore dell'Inghilterra che ha, invece, aumentate le importazioni. I grandi resultati dell'Inghilterra sono stati ottenuti col sacrificio dell'agricoltura, mentre questa prospera meravigliosamenle in Francia, che esporta .già cereali. Riuscirono utili o dannosi per I~ nostre esportazioni ed importazioni le lariffe generali del 1887? Senza timore di smentita si può affermare ch'esse, hanno raggiunto gli scopi che si proponevano, ili favorire alcune industrie e avvicinare al pareggio tra esportazioni e importazioni. Mentre nel 1885 troviamo una maggiore imJ?ortazione di 550 milioni, nel 1898 è ridotta a 210 miliom, nel 1899 a 75, e forse l'anno 1900 ci. prepara la grata sorpresa di veder la rendita superare la pari, e le esportazioni pareggiare se non superare le importazioni. I resultati non sono,:rneno favorevoli in quanto allo sviluppo delle industrie che si volevano proteggere, come dimostrano la crescente importazione del carbon fossile e delle materie prime e semi-lavorate che se1·vono all'industrie stesse. Anche le industrie siderurgiche protette ebbero notevoli benefizi. I punti oscuri nel quadro dt;llnostro movimento commerciale sono tanto più dolorosi perché costituiscono una grave sperequazione regionale. Le rappresaglie alla politica dogana1e inaugurata nel 1887 si ripercosse sui generi alimentari che in gran prevalenza venivano prodotti da~ _Me_zzogiorno ~ dalle isole. Questa esportazione da 490m1hom nel 1883 discese a 32(1nel 1885,per risalire a 410 nel_188~ e. pr~cipitarf; a 26q nel 1890, epoca dalla q~~le _r1comrncia 1asc~~s1one, sm<? ? poco più di 330 m1hom nel 1898. La pm grande v1tt1ma è stata il vino che perdelte interamente il mercato francese che asbiva i 3['l dell'esµortazione totale fino al 1887.'Stentatamente nuovi mercati si conquistano: in Austria abbiamo esportato nel 1887, 2,629,060 ettolitri di vino · ma il comp~nso è s_tat~ incomple_to perché dopo la con'clusione dei trattati di commercio colla Germania l'Austria la Svizzf;ra del 1892, non corrispose l'aument~ dei prezzi'. I trattati del 1892, valf;-eroperò non poco a risollevare l'esportazione dei nostri prodotti agricoli e i primi resultati ottenuti rlalla convenzione dèl febbraio 1899 colla Francia, fanno sperare meglio. Di fronte ai danni e ai bei:iefizi della. politica d?ganale, rimase la sperequazione stridente fra 11Nord e Il Sud. Al Settentrione toccarono tutti ! benefizi, al Mezz~giorno toccarono . quasi tutti i danm. La stessa prote~1one accordata ai cereali non • potev~ r!stabilire _l'~quil_ibrio,perc~è il Nord produce cereah m quantita di poco mmore del Sud. L'incremento ~elle nostre esl?ortaz.ion_ipu~ esse~e promosso e favorito da provvedimenti di var10 ordme e cioè: 1° Con un mag~iore accumolo di capitale, connesso con una riforma tributaria; 2° con una radicale riforma delle tariffe dei traspo~ti; 3~ da u~'accurata, oppòrtuna e perseverante educazione mdustriale e commerciale teorica e pretica: 4° ~alla scelta ~ dall'au~ento del personale, con~ol~re; 5 da ~na sapien_te pohtica ~oganaie che si e~phchi colle a~·mi del_letariffe maneggiate in guisa che difendano le mdustr1e senza offendere l' agricoltura. (NuorJa Antologia, 15 aprile). La Critica sociale: LafinedelParlamento(.1) Se la trama, posta sul canevaccio della Camera, in quesli ultimi tempi con infernale abilità, sarà, dalle opposizioni e dal paese'. (1) Pei commenti rimandiamo il lettore al nostro articolo Si dimentica lo, le~ion,edell~ co~e? che pubblichiamo in questo numero, N. d. R, lasciata ordire intera, noi dovremo confessare, fra poche settimane, di avere assistito alla fine del Parlamento italiano, alla rivoluzione dal!' alto, che avrà mutato dalla base il regime politico del nostro paese. La « fine del Parlamento », il colpo di Stato violento, direLto, sincero sarebbe ancora direttamente una fortuna e lascerelibe speranza di riscosse possibili in un avvenire prossimo, di fronte al colpo di Stato larvato ed ipocrita, compiuto da una maggioranza servile ed inconscia, che lascerà sopravvivere la decorazione del ·Parlamento spoglio di tulto ciò che ne forma l'essenza e il valore. Il Parlamento senza le opposizioni, i tre poteri legislativi convertiti alla trina esplicazione di un solo volere, ecco il sogno accarezzato dall'uomo sinistro che agogna al cancellierato della futura « monarchia libera » italiana. Dalla gravita della situazione non sembra che i partiti -popolari, che gli stessi organi di parte no$..tra, abbiano la visione e la coscienza ben chiare. Un lavoro organico, intenso, efficace di volgarizazione e di apostolato - al quale il Manifesto dell'Estrema forniva la traccia - non fu ancora iniziato, né si vede cenno che debba iniziarsi. Un giudizio imparziale e sicuro sullà ritirata dell'Estrema Sinistra non potrà aversi che alla ri - presa dei lavori parlamentari, perché si vedrà a poste - riorì, col sussidio dei fatti, se quell'atto fu un abile mossa di conservazione, o un abdicaz10ne e un suicidio. Quanto al ritiro dei provvedimenti politici esso fu il suggello della vitt0ria riportata dalla reazione. Il decretone fu la banderilla de fuego che l'accorto torero agitò sugli occhi dell'animale sovversivo per fado montare in furia e avvolgerlo nel laccio del regolamento. Una volta gettato il laccio, la banderilla diventa un impaccio : al torero giova aYer le mani libere per poter stringere a sua posta l'animale. La reazione saltuaria, violenta, contradditoria, inintelligente, inutilmente urtante e provocatrice, del periodo Crispi, ha profittato dell'esperienza e ha cambiato carattere. Essa è doventata accorta, insidiosa, abilissima: sa dove mira e vi tende con corrispondenza e continuit~ di mezzi sempre più perfetta. Noi non rite,- niamo del tutto perduta la partita, se nel mese che ancora ci divide dalla riapertura della Camera l'Estrema cercherà in sé stessa e nel paese le forze non indifferenti di cui ha bisogno per rinnovare più arditamente la battaglia. Se essa tornerà alla Camera senza essersi prefissa sicuramente la via, se il Paese non intenderà il problema che è stato posto f•lla Camera, allora sarà vano per tutti prose~uire in una battaglia ormai disperata. Radicali, socialisti, amici della libertà, se la relegazione d'Africa non li separi dal mondo, chiederanno la giubilazione per un periodo indefinito; e la triste quaresima durerà- per tutto il lungo periodo dell'espiazione ehe perseguita i vinLi. (Critica SociaLo. 15 aprile). G. Semeraro : Unaquestione di cittadinanza in occasiondei una recente elezionepolitica. (L'elezione Pantaleonil. A Maffeo Pantaleoni si contesta la validità dell'elezione per avere egli, come si afferma, perduta la cittadinanza italiana, quando, senza ·espressa licenza del Governo, accettò l'incarico di un insegnamento nell'Università di Ginevra. Il dichiarare decaduto dalla cittadinanza italiana per questo motivo Maffeo Pantaleoni sarebbe ripugnante alla coscienza pubblica per una ragione politica e per una considerazione morale. Qual saggezza politica infatti potrebbe consigliare di considerare straniero un cittadino assunto per la sua fama scientifica a dettar lezioni in un istituto superiore estero, quando politicamente l'Italia mantiene nella originaria nazionalità quelle migliaia di emigranti che la miseria spinge a trovar pane e lavoro all'estero f quando non può giungere, in alcun modo legale, a rinnegare la maternità a coloro che ne compromettono il buon nome all'estero cogli attentati anarchici o coi più ributtanti delitti? Qual valore avrebbe agli occhi del mondo un paese che mentre apre le braccia agli scienziati stranieri agguaglia poi i suoi, che sono ricercati fuori, a coloro che prestano il braccio nella milizia straniera o s'imbrancano nella burocrazia . di uno stato estero? Ma, si dice, dura Lex sed Lex. Vediamo. L'art. 11 del nostro Codice civile per la perdita della cittadinanza è dominato nei casi considerati da un principio comune a tutti, cioè dal principio della libertà di abdicazione della propria nazionalità : un diritlo che non può interpetrarsi come pena, essendo assurdo che l'esercizio legittimo di una facoltà vada soggetto ad una
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