'R..lYLSTÀ'POPOL~RH DI 'POLITICÀ LETTERE B SCIBNZB SOCIÀLl 151 ~he non ha veraee fondamento in una reale grandez- .::za, credonsi uomini del tutto superiori. Il D'Annunzio intanto piglia ancora dal Nietzsche ·.il concetto del supe;ruomo, con i privilegi, le immuni- -tà e i diritti a costui attribuiti. Ma l'adultera Ì!l gran parte. Quindi predilege ed accarezza le idealità civili di :·altri tempi; crede che debbano tuttora sovraneggiare -talune famiglie aristocratiche, e non :t_or rge che esse -volgono fatalmente alla de~enerazione , Hl quale c lme ·un mostro dagli enormi tentacoli succhia loro il san- -:..guemigliore; e toglie loro ogni energia morale. Il ·:peo-gioè che i nostri superuomini smarriscono assai Jpr~sto la forza di resistere ag}'jstinti, buoni o cattivi, ai subiti capricci ed agl'impeti della passione; man- --canodi quella forza inibitrice, ch'è tanto necessaria .;alla vita sociale; e serve anche, come affermano ora :;alcuni insigni fisio-psicologici, a compiere l'opera del :genio. Certo è che in virtù di cotesta forza noi possediamo la giusta misura di tutte le cose, ed in virtù -di essa la ragione tempera e regge i nostri atti pur ne' momenti più fortunosi della vita. I superuomini invece credono che a loro sia tutto lecito; e quindi il libito diventa la loro legge di condotta. Il La Bruyère, nella seconda metà del secolo diciassettesimo, di - scorrendo di coloro ch'ei chiama i grandi, ai quali i strasi verissima, rispetto a lui, la sentenza ch'ei ripete, ed è che « per ottenere vittoria su gli uomini e su le cose, nulla vale quanto la costanza nell'esaltare sè medesimo, e nel magnificare il suo proprio sogno di bellezza e di dominazione ,.. Ed egli afferma pure: « Non vi è discordia tra la mia arte e la mia vita ,.. Ed è, forse, vero; ma certo è che nelle sue opere d'arte difettano le migliori idealità umane; chè tali non sono i fatui sogni di Stelio Efl'rena. Ad ogni nuovo lavoro, ch'ei pubblica, i più grandi e benevoli suoi critici, dopo d'averne lodato la maestria della tecnica, l'onda musicale del periodo, la co- . piosa varietà delle immagini e la potenza della parola, finiscono con un augurio, che parmi nasconda una grave censura. E l'augurio è, ch'egli ci dia in un prossimo avvenire il capolavoro, in ·cui alla bellezza della forma non sia del tutto inadeguato ed insufficiente il contenuto ; ed in cui la vita sia espressa e ritratta tale qual'è nella gioja e nel dolore; e sia vita vissuta in mezzo agli uomini, in una larga corrispondenza di affetti, e partecipante agli amori, agli odj e alle lotte dell'età nostra. Senonchè per fare un simil lavoro non bastano le mirabili conoscenze de' varj mezzi e ripieghi dell'arte, nè la vaga ricchezza della lingua ; neppure bastano le raffinatezze estetiche e gli entusiasmi Un ballo secondo la legge Heinze. nostri superuomini in gran parte somigliano, dice che ·eglino sono anime oziose, su cui tutto fa una viva impressione. Ed indi aggiunge : Azione, condotta, opere, ~vvenimenti tutto obliano j non chiedete loro emenda, _prevedimento, rifiessione, gratitudine e riconoscenza E -la gratitudine e la riconoscenza non sono certo i fiori <che attecchiscono e spandono i loro soavi olezzi nel nuovo Romanzo del D'Annunzio, dov'è ritratto uno -strano tipo di superuomo, il rivelatore della dottrina -dionisiaca, il quale, con altera improntitudine e pazzesca vanità, loda. ed esalta continuamente se medesi- ::mo e le sue proprieJgesta Fure il senso d'indignazione, suscitato in molti dal Fuoco al suo primo apparire, devesi --appunto all'avere l'autore obbliate coteste virtù dell'anime gentili, la riconoscenza, cioè, e la gratitudine verso una nobile Signora che gli fu cortese d'amore; -e che, somma atti-ice, gli fu larga d'ispirazioni e di --consigli per l'opera futura, per il vagheggiato rinno- . vamento del teatro; e quindi cercò spianargli la via --alla gloria, o meglio ad una gloria, ch'ei non sa rag- ,giungere. E però s'indispettisce ; e non contro sè stes- .:so, chè l'innato orgoglio non gliel consente. Tuttavia in cosiffatto orgoglio, in tanta balda sicu- :irezza di sè, trova egli la forza per cui gli è dato di :incedere nel mondo come un conquistatore. E così moche ne svegliano il desio; e non giovano i continui esaltamenti della propria persona. M& bisogna, insieme alla squisitezza de'sensi, avere un profondo e umano sentimento della vita; intendere non solo l'anima delle cose ma. anche e principalmente quella degli uomini; comprendere inoltre i varj moti, le diverse tendenze ed aspiraztoni del nostro tempo; ed avere, infine, mente capace a caldeggiare alte ed operose idee, ed a concepire forti pensieri. G. ROMANO CATANIA. ~e =: e :::e. z-et cee eee eee ue te AGLI AMICI DELLA "RIVISTA,, Rinnoviamo la caldissima preghiera di diffondere la nostra pubblicazione : NELREGNODELLAMAFIA Si tratta di difendere il buon nome della Sicilia, e di mettere alla gogna il regime che da quarant'anni in quà, in Sicilia e nel Mezzogiorno, ha continuato, qualche volta peggiorandoli, i metodi di governo dei Borboni,
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